15 Settembre, 2002
I consumatori: altro che Robin tax, si specula sulla benzina (da www.unita.it)
«Con il petrolio che si sta avvicinando a 100 dollari al barile, sarebbe logico aspettarsi una diminuzione dei prezzi dei carburanti, che dovrebbero attestarsi ben al di sotto di 1,40 euro al litro»
«Con il petrolio che si sta avvicinando a 100 dollari al barile, sarebbe logico aspettarsi una diminuzione dei prezzi dei carburanti, che dovrebbero attestarsi ben al di sotto di 1,40 euro al litro». Lo afferma in una nota Federconsumatori, che, arriva persino a chiedere l'abolizione della Robin Tax sulle compagnie petrolifere, per rimpinguare un po' le tasche dei consumatori.
«Di diminuzioni non vi è stata neanche l'ombra, anzi, i prezzi - sottolinea l'associazione - sono vergognosamente aumentati, attestandosi intorno a 1,47-1,48 euro al litro, con un sovrapprezzo di 7-8 centesimi al litro. Questi centesimi di euro, bastano per fare il pieno non di carburante, ma di guadagno da parte di chi opera nella filiera. Infatti, le compagnie petrolifere, "vessate" dalla Robin Tax, guadagnano in questo modo "appena" 315 milioni di euro al mese. Come al solito, a farne le spese, saranno sempre e solo i cittadini, che, per i carburanti, subiranno ricadute di 7 euro al mese, pari ad 84 euro all'anno».
Ecco perchè Federconsumatori rinnova le richieste di «controllo della doppia velocità; completa liberalizzazione del settore, con una decisa apertura alla grande distribuzione; blocco, riduzione e restituzione del carico fiscale sui carburanti; sospensione della Robin Tax».
Ma per i petrolieri sulla benzina non c'è alcun sovrapprezzo, perchè i listini italiani si sono mossi in linea con il prezzo indicato sul mercato internazionale del Platt's e, rispetto a quattro mesi fa, c'è stato un sensibile apprezzamento del dollaro sull'euro. È quanto ribatte l'Unione Petrolifera alle critiche mosse dalle associazioni dei consumatori, spiegando che «il prezzo industriale della benzina si è mosso coerentemente con la discesa delle quotazioni del prodotto raffinato rilevate dal Platt's e che nello stesso periodo lo stacco con la media europea si è praticamente dimezzato». Soprattutto, sottolinea la nota, «occorre tenere presente, anche guardando all'andamento del greggio, che le sue quotazioni scontano l'apprezzamento del dollaro nei confronti dell'euro che, rispetto ai valori di aprile, può essere stimato in 4 centesimi euro/litro».
 
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