15 Settembre, 2002
Ciao Abba, Ciao Fratello
21 settembre 2008: intolleranza, violenza, razzismo ORA BASTA! - Fermiamo l'odio, rompiamo l'indifferenza, costruiamo comunità.
Ciao Abba, Ciao Fratello
intolleranza, violenza, razzismo ORA BASTA! - Fermiamo l'odio, rompiamo l'indifferenza,
costruiamo comunità.
Noi non abbiamo paura:
la Solidarietà è l'unica sicurezza.
CREMONA CITTA' APERTA
21 settembre 2008
MONDINSIEME - FESTA DEL VOLONTARIATO
NEL RICORDO DI ABDUL
UNA NUOVA GIORNATA DI TESTIMONIANZA E DI RESPONSABILITA'
CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA E INTOLLERANZA, DISCRIMINAZIONE E RAZZISMO
UNA MOBILITAZIONE STRAORDINARIA DELLA SOCIETA' CIVILE CREMONESE
CONTRO LA PAURA E L'ODIO, L'EGOISMO E L'ESCLUSIONE SOCIALE
PER UNA ALTERNATIVA DI SOCIETA': PACE GIUSTIZIA SOLIDARIETA'
TUTTI I DIRITTI UMANI PER TUTTI
"Abdul è stato ucciso per niente o per futili motivi ... come dice l'arido linguaggio della magistratura.
Chi ha preso la spranga non l'ha fatto per paura o per legittima difesa ha commesso un delitto a sfondo razzista, mosso da odio e rancore, considerandosi legittimato dal sentire intollerante, sciaguratamente diffuso.
Questa Milano non ci appartiene. Non ci appartengono la violenza e il razzismo che si manifestano sempre più apertamente, in uno stillicidio di episodi quotidiani di intolleranza di cui sono vittime donne e uomini, quasi sempre inermi.
La dilagante campagna razzista e la costruzione del nemico "altro" diventano funzionali a nascondere la questione politica della sicurezza sociale, della coesione e della giustizia sociale per tutti. L'altro e il diverso vengono additati quali cause del malessere sociale ed esistenziale. Il potere e lo sfruttamento si alimentano anche in questo modo.
Per questo, per ragioni etiche, culturali e politiche, gridiamo con forza che non ci appartiene l'ideologia securitaria, incentrata sulla repressione e sulla costruzione di alibi culturali che autorizzano le ronde e la violenza privata.
L'omicidio di Abdul è l'ultimo segnale di un'escalation xenofoba, che va arrestata: la Milano democratica e antirazzista deve reagire. Milano deve reagire."
Appello promosso da don Gino Rigoldi, Renato Sarti, Moni Ovadia,
da cittadini e personalità del mondo della cultura e del lavoro, della società civile
con l'adesione di associazioni, reti e movimenti sociali.
***
"L’omicidio di Abdul Salam Guibre avvenuto a Milano è la conseguenza di un clima culturale che si sta pericolosamente diffondendo nel Paese e che rischia di farci piombare nella barbarie. Un clima in cui sembra che chiunque si senta autorizzato, per il più futile dei motivi, a farsi giustizia da sé.
Nel grave episodio di Milano non possiamo non attribuire una responsabilità alle amministrazioni locali e agli esponenti del mondo politico che, soffiando sul fuoco dell’intolleranza e in nome della sicurezza, hanno condotto una vera e proprio guerra alla pacifica convivenza al solo scopo di raccogliere facili consensi su un tema complesso come l’immigrazione.
Come abbiamo denunciato più volte si vuole alimentare “la sindrome del nemico”. Si fornisce un facile capro espiatorio individuando il problema nel diverso, nel cittadino più debole, per sopperire all’incapacità di proporre soluzioni al disagio, all’emarginazione, alla povertà in cui stanno scivolando tante famiglie italiane.
Siamo solo all’inizio! Quello di Milano rischia di essere soltanto uno dei tanti episodi di violenza figlio di questa scellerata strategia. Il rogo di Ponticelli contro i rom, le aggressioni a cittadini gay, a militanti di sinistra e a tanti cittadini stranieri sono la conseguenza ovvia della campagna di criminalizzazione del disagio sociale.
Le ordinanze contro lavavetri, mendicanti e prostitute, la schedature su base etnica, i commissari straordinari, i pacchetti sicurezza e la corsa a chi è più intransigente con il disagio sociale, hanno conseguenze concrete di cui, purtroppo gran parte del mondo della politica e della stampa non sembra essere consapevole.
Chiediamo a tutti i cittadini che non si riconoscono nell’ideologia securitaria di unirsi e mobilitarsi per chiedere che questa escalation di violenza e di odio venga arrestata, per ribadire che non ci riconosciamo in un paese che adotta politiche di esclusione e repressione dei più deboli."
Emanuele Patti, Presidente Arci Milano
Filippo Miraglia, Responsabile Immigrazione Arci Nazionale
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare."
Bertolt Brecht
 
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