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15 Settembre, 2002
La candela che brucia da tutte due le parti (di Giorgino Carnevali)
Questa è la storia di un uomo, o meglio, di tanti uomini, alcuni importanti…altri no! Uomini che hanno contribuito, nel loro piccolo, “dippiù”, nel loro grande universo, a far rinascere l’amore per la ‘res publica’.

Questa è la storia di un uomo, o meglio, di tanti uomini, alcuni importanti…altri no! Uomini che hanno contribuito, nel loro piccolo, “dippiù”, nel loro grande universo, a far rinascere l’amore per la ‘res publica’.

Tempo fa mi fu regalata una candela, un grossa candela, una candela che avrebbe potuto bruciare da entrambe le estremità, una candela ‘miracolosa’….insomma. La cui finalità era, naturalmente, quella di “illuminare”, nel suo percorso, personaggi noti e meno noti della politica (in senso generale), più in particolare amici e compagni militanti nel neofita Partito Democratico cremonese.

Una candela talmente ingombrante, ma talmente…talmente, che a mala pena si riusciva a sorreggere in tre persone. Dico TRE poiché “OMNE TRINUM EST PERFECTUM”.

La fatica, dunque, era notevole. Tuttavia il forte desiderio di rischiarare le idee a “QUELLILA” leniva di gran lunga il soverchio peso.

Così in parecchi, nuovi e vecchi militanti del Pd cremonese (me compreso), si decise di intraprendere un viaggio, un lungo viaggio in treno e di portare, quella candela, in un posto lontano dalle curiose ‘curiosità’ di giornalisti e di addetti ai lavori, giusto per rischiarare proficuamente la “retta via” da indiscreti e calunniosi giudizi. Naturalmente non tutti accondiscesero all’idea di usufruire delle ‘sfascia-carrozze” di Trenitalia.

Così, i soliti due o tre ‘fighetti’, utilizzarono la loro autovettura per raggiungere la meta prefissata.

La meta stabilita era nientemeno che MARTINA Franca, nel profondo sud. Base era una OSTERIA, poiché solo in quella rinomata OSTERIA s’era, a suo tempo, disquisito del Concerto della Nannini Gianna, delle crepe del nostro stupendo Duomo, delle statue che non rimangono al loro posto e…si muovono! Vabbe, tirum innans!

Naturalmente l’argomento principale non poteva non essere che Le Primarie e la poltrona a sindaco di Cremona. A proposito: ma che bella parola…poltrona!

Le discussioni si innescavano ad ogni piè sospinto, naturalmente attorno ad una tavola lautamente imbandita. Tant’è vero che i colà convenuti, tra un PIZZETTI di formaggio pecorino locale ed uno SPOT..TI pubblicitario televisivo, si mandavano un sacco di s..PEZZONI di ammiccamenti. Mancava il buon vino pugliese…dalla tavola.

Così, in un batter di baleno, fu ordinato, in sua sostituzione, un corposo e corroborante VERDI..uzzo marchigiano, giusto per non perdere il vizio. Un vino proveniente nientemeno che dalla CAMPAGNOLO nei pressi di una stupenda abbazia. S’ha da saper che il Priore, meglio l’ABBATE di quel convento era niente meno che una loquace ed astuta ‘Madre Badessa’…d’altri tempi.

Tra un sorseggio e l’altro, tra una invettiva ed un’altra, si corse però il rischio (un rischio serio) che a qualcuno girassero tremendamente le ROTELLI. Ed allora solo a quel punto, i colà convenuti commensali, giusto per non smentirsi, recitarono, tutti assieme, in devota ‘devozione’, alcuni rosari MARIANI.

Sul finire della sera, rimasti a secco di argomenti (dippiù) di viveri, tentarono una mediazione. Si avvalsero così della consulenza di un signorotto del luogo, un nobil-homo, un DAL CONTE. Il quale signorotto, notoriamente SUPERTIfoso dei diavoli rossonori, offrì loro di schierare “in campo” nientemeno che un giovane virgulto, tale PALLOSCHI, centravanti del Milan, il cui padrone essere notoriamente il Silvio d’Arcore, sempre per tentare, finalmente di andare a…segno!

All’udire quel nome…BERLUSCONI… tutti (e nessuno escluso) repentinamente si alzarono in piedi, si strinsero le mani ed in coro gridarono: “ Che vengano schierate immantinente le nostre guardie, anzi…NO! Che vengano schierati solo e soprattutto i nostri FANTI, a difesa della nostra incolumità!”.

Purtroppo quegli ammiccamenti che avrebbero dovuto superare le inevitabili contrapposte posizioni, ben presto si palesarono …STORTI. Fu allora, solo allora che qualche assennato convenuto ricorse ad un evoluto stratagemma: servire, su vassoi cesellati dal noto orafo MAINARDI, niente meno che una pasta s..FOGLIAZZA ripiena di pinoli, crema alla BERNERI con origami profumati, GULIE..RMETTO di lamponi di bosco, il tutto accompagnato da piccoli circoscritti BODINI bianchi ed al cioccolato. Toh, ciapa!

Non poteva non mancare una suntuosa decorazione di panna con una dedica del noto sociologo ALBERTONI (o ALBERONI? Mah…fa lo stesso!): “AL VILLAN NON FAR SAPERE/ COME SI POSSA ANCOR GODERE!). “Repetita iuvant” si levò una voce dal fondo della stanza! Era tale PUDDU, un “musicologo”, artista suonatore di notevole caratura, il quale tentò di ‘suonargliela’ (a quellilà). In verità in verità vi dico che fu subito…tacitato. Che MAGRI…consolazione, per quell’accozzaglia di persone, essere riusciti solo a saziarsi fisicamente e non mentalmente!

Intanto si faceva sempre più buio, buio a tal punto che io stesso, portatore di candela (quindi prevedibile “reggente di moccolo”, una volta esauritasi la fiamma), decisi di accendere quella candela da entrambi i lati.

Stupore dei presenti…quella mia candela cominciò a bruciare da tutte e due le parti, illuminando ‘a giorno’ quella stanza d’osteria. Così quella candela, quella grossa candela, donò immensa luce sia ai MIEI NEMICI CHE AI MIEI AMICI, con buona pace …di TUTTI. Ohhh… qual foriero auspicio di animi rasserenati! Purtroppo quella candela evidentemente non potrà durare a lungo!

Ed allora? Allora…chi ha orecchie per intendere…se le sturi immantinente, poiché ne sentiremo ancora delle belle…e tante ancora!

Direttore: ce n’é e n’avanza, poiché “…tutti possediamo la forza di sopportare le disgrazie altrui!” (Francois de La Rochefoucauld).

giorgino carnevali

 


       



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