15 Settembre, 2002
Anche a Cremona *No al decreto Gelmini*
Corteo giovedì 30 ottobre alle ore 8 con partenza da Via Palestro - Documenti degli studenti e dei docenti di condanna dei tagli ministeriali
Proseguono le polemiche e le
condanne che provengono da
gran parte del mondo scolastico
sul decreto Gelmini.
In occasione della mobilitazione
nazionale di giovedì prossimo 30 ottobre, anche a Cremona
sfilerà un corteo di protesta.
Il concentramento
è fissato intorno alle
ore 7,50 in via Palestro.
Il corteo percorrerà il seguente itinerario: Via Bertesi, C.so Garibaldi, C.so Campi, C.so Cavour, C.so Mazzini, C.so Matteotti, Via Pallavicino, Via Speciano, V.le xx Settembre, L.go Boccaccino, P.zza del Comune.
Lì prenderà la parola, a nome degli studenti, Niccolò Bodini, Coordinatore del Movimento Studentesco di Sinistra. Poi interverrà, a nome degli insegnanti, la professoressa Annamaria Lolli, indi sarà il momento dei saluti dell'Assessore Daniela Polenghi, a nome dell'Amministrazione Comunale, e dell'Assessore Piero Morini, a nome dell'Amministrazione Provinciale.
La manifestazione è organizzata dal Movimento Studentesco di Sinistra.
Qui di seguito pubblichiamo il testo di un volantino studentesco che é stato distribuito in questi giorni agli studenti ed insegnanti di tutte le scuole medie superiori di Cremona.
Cari studenti, cari insegnanti e cari tecnici, impiegati e collaboratori scolastici,
come si è potuto apprendere più dall'opinione pubblica che dai media, è in atto in tutta Italia una compatta mobilitazione, espressione diretta e sincera di un generale malcontento diffuso in tutti gli edifici scolastici, da parte di quelle componenti che si trovano a dover far fronte ad una riforma totale della scuola pubblica.
Essa parte dai decreti legge (e vogliamo sottolineare la parola "decreto" che sta ad indicare un provvedimento immediato preso dal Governo in condizioni di estrema necessità senza essere minimamente sottoposto all'attenzione del Parlamento) dei Ministri Tremonti (decreto già convertito in legge) e Gelmini. i quali hanno ritenuto necessario provvedere ad un taglio di 8 000 000 000 di euro alla scuola pubblica, sino al disegno di legge Aprea, che propone una metamorfosi della scuola pubblica in fondazione supportata da sponsor di privati che entreranno direttamente a far parte dell'amministrazione dell'istituto finanziato.
Inoltre il decreto 137 Gelmini, propone un ritorno al maestro unico nelle scuole elementari, fiore all'occhiello dell'istruzione italiana, riducendo le ore di lezione a 24 settimanali. Ci ricorda il Ministro che sarà comunque tenuta in considerazione la necessità dei genitori di usufruire del tempo pieno, anche se non specifica le modalità.
A questo punto sorge spontanea una domanda; a fronte delle norme inserite nell'ultimo articolo, dove si specifica che dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, come sarà possibile garantire ai genitori la presenza di un maestro che prolunghi la sua giornata lavorativa senza essere retribuito?
Semplice, il pagamento di quelle ore sarà a carico delle famiglie.
E poi come è possibile che alcuni maestri elementari che insegnano da anni una determinata materia, ed hanno affinato un metodo di insegnamento personale si trovino da un momento all'altro a dover insegnare tutte le materie, comprese quelle che necessitano un aggiornamento continuo e che non sono obbligatoriamente comprese nella cultura della tal persona come ad esempio l'inglese e l'informatica?
Anche alle medie inferiori la Ministra ha scelto di lasciare da parte le importanti scoperte pedagogiche per introdurre la valutazione in decimi.
Ma ciò che è ancor più grave è il ddl Aprea mirato a riformare da capo a piedi il sistema scolastico italiano.
Innanzitutto come è scritto sopra, è consentita la possibilità alle scuole pubbliche statali di trasformarsi in fondazioni finanziate da privati. La scuola pubblica e statale, grande conquista storica e sociale della nostra Costituzione, viene ridotta a fondazione dove è garantito non il diritto all'istruzione ma al libero apprendimento esonerando così lo stato dal compito essenziale di formare una cultura che garantisca a tutti la capacità di pensiero critico e delegando questo importantissimo compito, basilare per la formazione di una società pensante e non manipolata, nelle mani dei dirigenti scolastici e dei privati che prenderanno parte alla gestione della scuola grazie ai finanziamenti.
Saranno inoltre riformati gli organi collegiali che, al fine di garantire una maggiore efficienza, si differenzieranno di istituto in istituto, ledendo così gli importantissimi diritti di rappresentanza attiva che le battaglie studentesche del '68 avevano conquistato. Il 30 ottobre scenderemo in piazza non soltanto per rivendicare i nostri diritti di studenti ed avere l'opportunità di esprimere la nostra opinione, ma anche al fianco di tutti i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, si parla infatti di un taglio di 84 000 insegnati e di 44 000 tra tecnici e collaboratori, al fianco di tutti i maestri elementari che saranno costretti a rivoluzionare il loro metodo di insegnamento consolidato negli anni, al fianco di tutti coloro che non resistono a rimanere con le mani in mano mentre un governo si permette di equiparare la scuola ad un'azienda dove ciò che conta di più è il grado di apprezzamento degli utenti, dove il dirigente scolastico può permettersi di assumere e licenziare i docenti fregandosene della pluralità delle idee che deve caratterizzare un insegnamento davvero edificante.
Scusateci ma noi non resistiamo ad una politica che pone l'economia alla base della società permettendosi di sconvolgere drasticamente il sistema scolastico, quando è proprio sulla scuola che si costruisce il futuro della società, perchè ricordiamoci che senza istruzione e cultura non possiamo ritenerci liberi e se esse diventano privilegi riservati soltanto a chi se li può permettere, abbiamo il coraggio di alzare la voce e di prendere in mano il nostro futuro.
LA SCUOLA PUBBLICA NON SI TOCCA, LA DIFENDEREMO CON LA LOTTA!
Movimento Studentesco di Sinistra di Cremona
***
I docenti dell’Itis, intanto,
hanno votato
un documento
in cui esprimono
forti perplessità e radicale dissenso nei confronti delle misure decise dal governo.
Nel documento si dice che:
"I docenti dell’Itis
Torriani di
Cremona esprimono
forti perplessità
sulla legge
133 e sul D.L.
137, noto come
decreto Gelmini,
riguardo le sorti
della scuola pubblica
italiana, in
particolare ritengono
preoccupante
il taglio di
otto miliardi di
euro, da attuarsi
nei prossimi tre
anni, che determinerà
le seguenti
condizioni:
a - L’eliminazione in tre anni
di 11.200 maestri specialisti.
b - La scomparsa, nei fatti, del
tempo pieno, visto che la norma
di tale decreto dice testualmente
che «le richieste in tal
senso dei genitori potranno essere
soddisfatte compatibilmente
con le risorse di personale
assegnato: ovvero un insegnante
per classe».
c - La chiusura di centinaia di
scuole in tutta Italia (a Cremona
e provincia saranno una ventina).
d - L’aumento del numero di
studenti per classe (fino a trenta,
anche in presenza di alunni
disabili).
e - La drastica riduzione degli
indirizzi nella scuola superiore
ela contemporanea eliminazione
di tutte le sperimentazioni,
tranne quelle internazionali.
f - La riduzione delle ore di lezione
settimanali (29 nella
scuola media, 30 nei licei e 32
negli istituti tecnici e professionali,
soprattutto quelle di laboratorio
che sono le più costose).
g - Taglio del personale in tre
anni, 87.341 docenti 44.500
Ata.
h - Riduzione del finanziamento
delle università di 1500 milioni
di euro in cinque anni che
ne renderà ancora più precario
e problematico il funzionamento.
I docenti dell’Itis Torriani di
Cremona esprimono forte dissenso
verso tali iniziative che
vogliono cancellare, a colpi di
Decreti legge o con voti di fiducia,
la qualità dell’offerta formativa
e didattica della scuola
pubblica italiana, rifiutando il
confronto con chi nella scuola
opera e vive (dirigenti scolastici,
docenti, Ata, genitori, studenti)
e con chi li rappresenta
perché è esattamente il contrario
di ciò che un Governo davvero
attento alle future generazioni
dovrebbe fare».
Il documento è stato messo ai
voti: favorevoli 99; contrari 1;
astenuti 4.
Preoccupazione e dissenso anche
da parte dei docenti del V circolo delle scuole elementari di Cremona.
«La riduzione in orario antimeridiano
del funzionamento delle
scuole dell’infanzia e primaria
vanifica i progetti educativi
e il tempo pieno.. Il ritorno
del maestro unico nella scuola
dell’infanzia e primaria non
tiene conto dei risultati positivi
di questi ordini di scuola... In classi sempre più numerose ed
eterogenee è preziosa la dialettica
pedagogica che il gruppo
docente può esprimere. Le ore
di compresenza, peraltro già
molto ridimensionate dai tagli
effettuati nel precedente
settennio, permettono di affrontare,
almeno in parte, i bisogni diversificati
delle bambine
e dei bambini. Nel modello
dell’insegnante unico sarà possibile
solo un insegnamento
frontale con un numero di alunni
che potrà raggiungere le 30 unità...».
 
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