15 Settembre, 2002
Libera interpretazione dell’occupazione dell’ITIS di Cremona gennaio-febbraio1969. di G.C.Storti
Insomma una bella esperienza che ci ha fatto crescere, tutti. Si formarono alcune coppie ..Dopo i classici nove mesi, circa, nacque anche un figlio…!!!
Racconto: breve e libera interpretazione
dell’occupazione dell’ITIS di Cremona gennaio-febbraio1969.
di Gian Carlo Storti
Insomma una bella esperienza che ci ha fatto
crescere, tutti. Si formarono alcune coppie
..Dopo i classici nove mesi, circa, nacque
anche un figlio…!!!
1° giorno. Il Teo aveva terminato le proposte per l'occupazione.
Secondo quanto stabilito dovevo intervenire
a sostegno della proposta. Invece mi allontanai
dal fico (1.) per bere un caffè. L'assemblea,
come stabilito, aveva votato all'unanimità
l'occupazione immediata della scuola.
Per evitare di sfondare il portone Teo utilizzo
lo stratagemma del cavallo di Troia. Con
una scusa entro dalla scuola media. Li attraversò
i controlli dei bidelli. In particolare due
: la Gina ed il Galimberti che non ebbero
il coraggio di fermare quel ragazzotto molto
conosciuto ed amico.
Poi salì le scale ed aprii la porta dall'interno
.... tra grandi applausi di tutti ed in un
clima di grande entusiasmo la giovane fiumana
entrò nell'istituto. In tanti salimmo alla
sezione chimici e cominciò l'occupazione.
Che emozione !! I bidelli sorridevano; gli
insegnanti erano funerei. Organizzammo in
fretta i gruppi di studio. In quella frenetica
attività trovai un ruolo. Tutto procedeva
secondo i piani. Eravamo molto contenti.
Una grande massa di studenti ci seguiva su
parole d'ordine concrete, non fumose. Il
volantino distribuito dai fascisti , che
fra l’altro richiamava ancora l'invasione
della Cecoslovacchia, passò inosservato.
La politica doveva rimanere fuori dalla scuola.
Strumentalmente quella concezione ci andò
bene: evitavamo così di discutere, come chiedeva
il "rosso" di socialismo. Il gruppo
più vivace era quello sui trasporti (all'ITIS
vi erano molti pendolari). In poco più di
mezza giornata avevamo riformulato le proposte
dei nuovi orari ferroviari, dei pullman,
dei tram. Questa sì che era efficienza: non
quella del Ministero. Grande era la fantasia
di quei giorni. Il gruppo dei buoni viaggio
approvò una risoluzione che chiedeva per
i figli degli operai, non dei lavoratori,
la riduzione del cinquanta per cento del
costo dell'abbonamento. Era necessario finire
in fretta: la mattina seguente era convocato
il Coordinamento Cittadino dei Medi per decidere
ulteriori iniziative di lotta. Decidemmo
i turni per la notte. Alcuni si incaricarono
dei sacchi a pelo, altri del vitto, un gruppo
pensò alla musica. Vietammo con grandi cartelli,
per motivi politici, l'uso dello “spino”.
Durante la notte era attesa la visita della
"pula". La notte invece passò tranquilla.
Cantammo, giocammo a carte e parlammo fino
all'alba. Le ragazze, per ovvi motivi, se
ne erano andate alle dieci di sera. Alle
sette il bidello-custode, porto il caffè,
copia del giornale locale con titolo in prima
pagina e l'Unità che riferiva di analoghe
manifestazioni a Roma e a Milano. Il "rosso"
arrivò tardi, era sua abitudine, con il ciclostilato
speciale del "quarto". Il titolo
era semplice ed efficace: "SCIOPERO
CITTADINO PER IL DIRITTO ALLO STUDIO".
Il resto, scritto fittissimo, non contava
e sarebbe stato letto solo dai professori.
Il "paninaro" portò delle schiacciatine:
si arrabbiò terribilmente perché non era
stato avvertito dello sciopero. Qualcuno
si incaricò di vendere con lui i mille panini
avanzati. Andò bene: ciò fruttò un deca per
il "quarto". In futuro divenne
una forma quasi permanente di sottoscrizione.
Alcuni rimasero nella scuola a presidio dell’occupazione.
2° giorno: il Coordinamento Cittadino si trasformò
in una grande assemblea. La sala del Cittanova,
credo, non riuscì a contenere i partecipanti.
Teo pronunciò poche parole e mise ai voti.
Fu un grande corteo non autorizzato! Era
bello sfidare la "squadra politica".
Quei giovani poliziotti meridionali ci guardavano
con aria persa. Non sapevano se sciogliere
il corteo o no. Tutto andò liscio: l'entusiasmo
era al massimo; alcuni lanciavano degli slogan.
Il "rosso" parlò in piazza ricevendo
pochi applausi: parlava di politica, quella
vera, come diceva. Teo invece ebbe un grande
successo: piaceva ed era chiaro. Alle undici
tutto era finito. Come un gaio drappello
di giovani militari depositammo tutto al
"quarto". Andammo da Cinto a bere
un bianco ed a gustare le caldissime e deliziose
polpettine di patate. Costavano dieci lire
l’una.
Un gruppo si recò di nuovo nella scuola ,
si preparava la seconda notte di occupazione.
Nessuno dormiva.. Si fumava un casino. Si
beveva birra a fiumi. Nessuno aveva voglia
di “ studiare sui problemi dell’occupazione”.
Dai titoli del giornale La Provincia si capiva
che la polizia sarebbe intervenuta.
Teo, figlio di un parlamentare comunista,
ci informò che il Partito con la P maiuscola
( il Pci insomma) era preoccupato dell’occupazione.
Si temeva uno scontro diretto e forte con
la polizia. I piu’ caldi si misero a farci
discutere se resistere o meno allo sgombero
della polizia. Si discusse fino a tarda notte.
Quella sera le ragazze furono presenti. Si
formò.. qualche coppia Nulla di male ..solo
irrefrenabili passioni giovanili.
Alla fine decidemmo la linea da tenere:
- non resistere ed accogliere i poliziotti
o i carabinieri che fossero senza opporre
resistenza;
- pulire i locali per benino ( avevamo ben
presente le foto delle occupazioni di altre
scuole con ammassate le immondizie , i preservativi,
le bottiglie ecc.);
- alcuni di noi, “la testa del movimento”,
non dovevano essere presenti al momento dell’irruzione
della polizia, ma fuori a preparare un’altra
giornata di sciopero…
Stavamo per mettere ai voti quando sentimmo
la polizia irrompere fragorosamente nei locali…
Mi hanno fatto paura.. Siamo rimasti tutti
fermi: nessuno oppose resistenza.
Le procedure furono veloci. Breve interrogatorio,
dichiarazione delle generalità e rilascio
immediato.. Questo non lo avevamo previsto…
Quindi , verso l’alba, forse pioveva, ci
siamo ritrovati quasi tutti nella sede del
movimento per preparare il volantino dello
sciopero del terzo giorno.
3° giorno: fu una grandissima manifestazione…ovviamente
contro lo sgombero e per i diritti degli
studenti.
Una fiumana di studenti che erano in piazza
contro la polizia e per i loro diritti. La
manifestazione, come al solito, non era autorizzata
quindi era prevedibile qualche discussione
con la "pula". Quelli della "politica"
ci seguirono fino in piazza. Teo, come tutti,
era contento; parlò dall'arengario di Piazza
del Comune indicando gli obiettivi di lotta.
Presentò un operaio in tuta che parlando
a fatica portò la solidarietà dei lavoratori.
Fu quello piu’ applaudito anche se non ci
sapeva fare. La manifestazione si chiuse
festosa lanciando lo slogan di quei giorni:
studenti - operai uniti nella lotta.
Quello della "politica" ( assomigliava
in maniera incredibile al giovane Enrico
Berlinguer) mi avvicinò pregandomi di seguirlo
in questura. Era necessario firmare per la
manifestazione non autorizzata. Anche i questurini
erano sorridenti: tutto era andato bene e
senza incidenti!
Dopo il bianco e le polpettine da Cinto…mi
ricordai che ero via da casa da tre giorni.
Povera Gina.
La Gina mi accolse piangendo, come sempre.
Non parlava. La Barbara, la nonna invece,
anziana militante socialista, era raggiante.
"Franco", disse, "nei cortei
ci vuole più rosso." Come sai che era
poco? "C'ero. Ho visto tutto. Bravi."
Lo sai che non siamo comunisti. La politica
deve rimanere fuori… "Balle! Capirete.
Diversamente farete la fine di quelli di
Nenni." Che vuoi dire? "Capirai,
testone. Capirai." Con mia madre fu
uno strazio. Si calmò preparandomi il bagno
caldo.
Dormii fini al mattino successivo…Non andai
a scuola..Corsi a prendere il giornale locale.
Cazzo…le solite foto con montagne di rifiuti…Nessuna
traccia di preservativi però.. Avevano accumulato
i rifiuti in una stanza e fatto le foto…Insomma
ci avevano descritto come dei devastatori..
Una pagina piena di comunicati.. La sinistra
appoggiava cautamente le lotte…ma con molti
distinguo…
Il rientro a scuola fu trionfale…Ognuno di
noi ricevette dalla propria classe sfottò
e complimenti.. L’insegnante di italiano,
intelligente, ci diede un tema, quello di
meccanica, brillante, prese un volantino
e con in mano un matitone rosso e blu cominciò
a correggerlo ed a prendere in giro il movimento
trascinando la scolaresca in grandi risate..
Il professore fascista si fece ancor piu’
odiare interrogandoci tutti e regalandoci
un bel tre.. politico .
La professoressa liberale di matematica ci
rimproverò per l’occupazione e non per gli
scioperi. Il prete si mise a farci parlare
e discutere delle motivazioni dello sciopero..Sembrava
interessato.
Insomma una bella esperienza che ci ha fatto
crescere, tutti. Si formarono alcune coppie
..Dopo i classici nove mesi, circa, nacque
anche un figlio…Evviva !!!
Gian Carlo Storti
1° stesura: marzo 1973
Note:
1.) Il fico era collocato nel cortile della
sezione staccata Chinici dell’Itis ove era
ospitata la scuola Media Gerolamo Vida.
2.) Era il foglio Il VI lato del triangolo..organo..dell’allora
movimento studentesco cremonese.
 
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