15 Settembre, 2002
Convegno a Roma dedicato alla figura di Pietrio Scoppola
Organizzato dai CpU - Pubblichiamo la relazione di Iginio Ariemma dal titolo *Pietro Scoppola, la democrazia dei cittadini*
Pietro Scoppola, la democrazia dei cittadini
Relazione di Iginio Ariemma (Roma, 22 novembre 2008)
Pietro Scoppola è stato sicuramente uno dei protagonisti principali del processo di formazione prima dell’Ulivo e poi del Partito Democratico. Il PD non è la continuazione dell’Ulivo, ma è indubbio che tra l’uno e l’altro molti sono i fili di connessione e Scoppola è stato ed è tanta parte di questo nesso. Si potrebbe dire che egli ne è “ l’ispiratore”, ma, come tutti i luoghi comuni, rispecchia soltanto in parte la verità. Soprattutto non mette in luce la profondità e l’ampiezza del suo pensiero che l’attuale PD, con le sue ombre, riflette soltanto in misura monca. Ma su questo aspetto ritornerò in seguito. Ridurre però Pietro a questo non è giusto. Considerava il partito uno strumento, seppure molto importante, ma non il fine. Il fine era la democrazia dei cittadini ovvero la democrazia dei cristiani, che per lui era la stessa cosa, data la sua convinzione sul nesso originario tra cristianesimo e democrazia. Scoppola è stato uno storico di grande valore, un intellettuale pubblico autorevole, tra i più ascoltati non soltanto nel mondo cattolico ,ma anche tra i laici. Ma in questa sede noi intendiamo ricordare soprattutto la sua opera di grande costruttore e riformatore della democrazia italiana, che tanto amava e che egli voleva rendere meno fragile, più coesa e partecipe. “I cittadini per l’Ulivo” erano per lui – questa la mia convinzione- uno dei laboratori sperimentali della democrazia dei cittadini.
Ho conosciuto Pietro molti anni fa’, negli anni Settanta, ma i nostri primi incontri risalgono alla campagna referendaria del 1991 e del 1993 allorché fu introdotto il maggioritario, e soprattutto dopo, nelle elezioni del 1994, quando si trattava di costruire una lista unitaria tra lo schieramento di sinistra, che comprendeva l’ex PCI in cui militavo e Alleanza Democratica di cui egli faceva parte. Tuttavia fino alla sconfitta elettorale del 2001 non posso dire che tra di noi ci fosse comunanza di frequentazione e di idee. Dopo sì. Specialmente con la nascita e la costruzione de “I cittadini per l’Ulivo”. Mi ricordo molto bene il lungo colloquio che avemmo, Renato Strada ed io, a casa sua, per proporgli di presiedere la costituenda “Rete”, ed anche i suoi interrogativi, le sue riserve e diffidenze che poi superò con la consueta generosità. Da allora non passava settimana che non ci sentissimo: e non soltanto sui problemi che riguardavano la Rete, ma un po’ su tutto. Ho imparato molto da questi incontri. Pietro credeva molto nell’amicizia, tanto è vero che volle introdurre nel manifesto costitutivo la frase seguente che è di suo pugno :” I cittadini per l’Ulivo lavorano per l’unità dell’Ulivo e ne interpretano l’anima unitaria. Devono perciò instaurare tra le varie componenti oltre che un rispetto reciproco, un clima di amicizia, senza il quale è difficile dare vita ad una volontà politica comune.” A me manca molto la sua amicizia.
Un cattolico a modo suo
Pietro Scoppola è scomparso un anno fa’, il 25 ottobre 2007. Tre giorni prima che ci lasciasse mi parlò dell’al di là. Anche la volta precedente, circa quindici giorni prima, in un colloquio durato quasi un’ora, ne parlammo. Soprattutto l’ultima volta era molto stanco, parlava a fatica, ma con molta lucidità. Venne, premurosa, sua figlia, ma la pregò di lasciarci continuare. E ancora di più mi è rimasta impressa l’assenza di angoscia e la serenità del volto e delle parole. Mistero e fede. Mistero perché mi rammentò la scommessa pascaliana. “ La fede può essere proposta o vissuta non come verità dimostrata o dimostrabile, ma come scelta, come rischio di un impegno senza riserve, come scommessa”, mi ripeté quasi sottovoce. Addirittura pensai che fosse una sorta di cortese generosità, abituale nei miei confronti, verso di me non credente. Mentre sentiva venir meno le forze residue ed era costretto a ricorrere alla bombola di ossigeno per respirare.
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