15 Settembre, 2002
Nessun ridimensionamento del Polo didattico di Crema
Non vi è all’ordine del giorno alcun provvedimento di chiusura o di ridimensionamento del Polo didattico di Crema dell’Università Statale di Milano
Non vi è all’ordine del giorno alcun provvedimento
di chiusura o di ridimensionamento del Polo
didattico di Crema dell’Università Statale
di Milano. Questa è la prima notizia data
dal Magnifico Rettore Enrico Decleva all’incontro
che, a causa della nevicata, si è praticamente
svolto in due tempi.
All’incontro hanno partecipato il vicepresidente
della Regione e assessore all’Istruzione
Gianni Rossoni, il presidente della Provincia
di Cremona Giuseppe Torchio con il vice Agostino
Alloni, il sindaco di Crema Bruno Bruttomesso
con l’assessore all’Istruzione Laura Zanibelli,
il professor Gianni Degli Antoni che lo aveva
promosso.
Certo, il polo di Crema è in una fase di
sofferenza, dovuta anche, come ha spiegato
lo stesso Degli Antoni, a una crisi dell’informatica
a livello generale, anche internazionale.
Ma l’obiettivo, ha ribadito il Rettore, è
trasformare Crema da problema in progetto.
E proprio di progetti per non solo salvaguardare,
ma per rilanciare la sede universitaria di
Crema si è parlato, con l’obiettivo non di
salvare una struttura sulla quale Enti locali,
Regione e Università stanno investendo molto
con il raddoppio degli spazi, ma di farne
un luogo d’eccellenza, a partire dalle eccellenze
che già vi sono ed incrementandole.
In che modo?
Non vi sono ancora, naturalmente, soluzioni.
Il Magnifico Rettore, tuttavia, ha individuato
un metodo: far diventare quello di Crema
un problema d’Ateneo, in capo cioè al Senato
accademico e quindi, in ultima istanza, al
Rettore stesso, che coinvolgerà i presidi
delle diverse Facoltà per vedere quali esperienze,
quali progetti possano essere implementati,
anche trasversalmente, nella sede di Crema.
Dal canto loro, gli enti locali, insieme
alla Regione, si sono impegnati a svolgere
una riflessione comune sulle aspettative,
sulle necessità del territorio rispetto alla
sede universitaria ma, come hanno sottolineato
in particolare il professor Degli Antoni
e il vicepresidente Alloni, “andando oltre
il territorio” per ragionare di eccellenza
anche a livello internazionale. E’ stata
anche rilevata, in particolare dal presidente
Torchio, la necessità di costruire una rete
territoriale, nel tentativo di costruire
una progettualità comune per tutte le sedi
universitarie provinciali, da Crema a Cremona
a Casalmaggiore, che fanno riferimento a
diverse Università.
Degli Antoni ha ricordato come il progetto
del raddoppio degli spazi del polo didattico
di Crema fosse pensato in origine non tanto
con funzioni direttamente didattiche, ma
con l’obiettivo di creare un parco tecnologico
di cui l’università fosse uno dei protagonisti,
insieme a enti di ricerca e imprese disponibili
a trasferirvi laboratori e ricerca.
Potrà essere ancora questo il progetto? Oppure
si dovrà, anche in funzione della difficile
situazione economica e delle nuove disposizioni
sull’università, ripensarlo, per esempio
con la realizzazione di un Master di alto
livello, che coinvolga anche le aziende sia
nella sua organizzazione che nell’offerta
di stages qualificati, magari come prima
sperimentazione di un possibile nuovo corso
di laurea?
Le ipotesi per ora sono del tutto aperte.
Regione, Provincia e Comune si sono impegnate
a svolgere la loro riflessione, a coinvolgere
il mondo economico e culturale locale e ad
avanzare alcune prime proposte in brevissimo
tempo, e il vicepresidente della Regione
Rossoni ha proposto come termine il mese
di gennaio-febbraio. La voce del territorio
si confronterà poi con i programmi, le esigenze
ed i progetti dell’Università per arrivare
a una proposta condivisa da far partire magari
con il prossimo anno accademico.
L’importante, per ora, è che la sede universitaria
di Crema non viene ritenuta da alcuno un
“ramo secco”, anzi la convinta volontà comune
è di mantenerla e potenziarla come eccellenza
del territorio.
Fonte: provincia di Cremona
 
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