15 Settembre, 2002
La grande mostra di MARIO TOFFETTI L'artista dei Papi
Continua con grande successo nelle Sale nobili di Palazzo Stanga
Continua con grande successo nelle Sale nobili
di Palazzo Stanga
in via Palestro 36 a Cremona
la grande mostra
MARIO TOFFETTI L'artista dei Papi
Dal lunedì al sabato, ore 9-13; 15-19
Domenica e festivi, ore 10-13; 15-19
fino al 1 febbraio 2009
Ingresso libero
Vai al sito ufficiale http://www.cremonamostre.it
L’arte di mario Toffetti.
L'arte di Mario Toffetti esprime una sensibilità
e una spiritualità
profondissime, ha la capacità straordinaria
di rendere il mistero
intoccabile e inafferrabile, lontanissimo
e vicinissimo, della Fede e
dell'Uomo. Di fronte alle sue opere è davvero
impossibile rimanere
indifferenti: non solo impongono di essere
contemplate con gli occhi ma
ti interrogano, ti chiedono di essere interpretate
e decifrate, in
maniera sempre profonda e impegnativa. In
questo viaggio ci accompagna -
con naturale leggerezza - l'autore perché
per lui l'arte e la vita
corrono su due binari paralleli. "Mia
madre, quando ero bambino, si
lamentava perché le scaglie dello scolpire
finivano nel piatto" ci ha
detto quando abbiamo visitato il suo studio.
Ecco perché le opere di
Toffetti sono anche pagine autobiografiche
che tendono ad indagare una
dimensione spirituale, e che si svolgono
secondo i ritmi di un monologo
interiore, analogo, nel suo strutturarsi
a ciò che, in letteratura,
viene chiamato flusso di coscienza. Ma lo
straordinario artista di
Mozzanica ci invita ad andare oltre, ci sprona
a riflettere sul legame
stretto, quasi inscindibile tra arte e fede
perché, sembra suggerire,
entrambe agiscono nella trama della simbolizzazione
del mondo.
Condividere queste osservazioni è necessario
per comprendere la sua
poetica, per afferrare tutta la fatica e
la difficoltà del rapporto tra
bellezza e salvezza, tra forma e luce, tra
arte e verità. La resa
plastica è coerente con questi presupposti,
ha la fluidità dell'acqua,
con le sue volute a spirale, che rendono
leggera ogni opera, anche le
porte, come quella di Santa Maria Maggiore,
alta quasi cinque metri, che
ha l'immaterialità e la decisione del vento
che cambia rapido direzione
fino a sorprenderti, con quei "guizzi"
forti che - nello stesso
capolavoro - increspano la superficie liscia.
E poi ci sono i giochi di
luce, inafferrabili come le emozioni, che
elevano ciò che è raffigurato
da semplice narrazione a luogo dell'anima,
impossibile da raccontare ma
anche da dimenticare, dove si è catturati
da ogni particolare, dalla
filigrana degli spessori minimi, sensibilissimi
alla luce, quasi rapiti
dalle figure innervate di vita pulsante,
di cui si coglie la grandezza e
il carattere, la gioia e la sofferenza. E
con cui non si può che creare
un legame, in alcuni casi addirittura immedesimarsi.
C'è, in questi
capolavori, l'essenza dell'uomo e dell'arte
moderna.
Osserva acutamente uno dei maggiori critici
italiani, Flavio Caroli, nel
suo volume dedicato al "volto di Gesù",
riferendosi alla situazione
attuale: "La religione cristiana, per
l'arte, torna a essere un
colossale problema privato". Ci vuole
suggerire, Caroli, che mentre nel
Rinascimento l'uomo d'Occidente collocava
se stesso al centro dello
spazio, ora la situazione è radicalmente
mutata e l'uomo contemporaneo è
purtroppo quello della solitudine e nella
solitudine trova «una speranza
di salvezza», o almeno di poesia.
La stessa tensione, l'abbiamo ritrovata nelle
opere di Mario Toffetti,
dove ognuna ripropone i quesiti primari dell'esistenza
umana che nessuna
filosofia, ma solo l'arte e la fede hanno
saputo risolvere.
Di averci donato - in questo periodo di festività
legate al Santo Natale
- questa bella e importante mostra lo ringraziamo
sinceramente. Così
come esprimiamo sincera gratitudine a tutta
la sua famiglia: i figli
Fidia e Michelangelo e la moglie Caterina,
che tanta importanza - come
ha ribadito anche in una recente intervista
rilasciata a Famiglia
Cristiana - hanno nel gesto creaturale di
Toffetti.
Nel trentesimo anniversario della morte si
è riscoperta la figura di
Paolo VI. Di Lui abbiamo ritrovato un passo
che ci pare la migliore
spiegazione della poetica e dell'importanza
di questo grande artista, e
che è risposta alla domanda, posta da Dostoevskij
in un suo romanzo, ma
che ha attraversato tutto l'Ottocento e il
Novecento: "può la bellezza
salvare il mondo?". Scrive, nel '64,
il Santo Padre "... questo mondo,
nel quale viviamo, ha bisogno di bellezza
per non affondare nella
disperazione. La bellezza. Come la verità,
è ciò che mette gioia nel
cuore, è quel frutto prezioso che resiste
all'usura del tempo, che
unisce le generazioni e le congiunge nell'ammirazione...".
La Cappella del Centro di spiritualità del
Santuario di Caravaggio,
opera di Mario Toffetti
In diocesi di Bergamo, a pochi chilometri
dal Santuario della Madonna di
Caravaggio, vive e lavora lo scultore Mario
Toffetti, nativo di
Mozzanica (al confine con il comune cremonese
di Castel Gabbiano),
"artista del sacro" e "scultore
dei Papi" come lo ha definito la critica
per le tante e pregevoli sculture a soggetto
religioso, per i portali in
bronzo realizzati per le grandi basiliche,
per le medaglie pontificie
coniate in tanti anni di intensa attività.
Solo per citarne alcune, si possono notare
opere di Toffetti (fregi,
sculture, vetrate e arredi) nella cappella
del Centro di spiritualità
del Santuario di Caravaggio, che fu inaugurata
da Papa Giovanni Paolo II
durante il soggiorno del giugno 1992; così
come al suo genio sono da
ascrivere il nuovo immenso portale bronzeo
(5 metri di altezza per 2,30
di larghezza, 15 tonnellate di peso) di Santa
Maria Maggiore, una delle
cinque grandi basiliche patriarcali di Roma,
il fonte battesimale nella
Cappella Sistina e, a Crema, l'altare del
Duomo e il portale della
basilica di Santa Maria della Croce.
Senza dimenticare il portale d'ingresso in
bronzo del quattrocentesco
Santuario della Beata Vergine di San Lorenzo
a Guanzate in provincia di
Como e la monumentale Via Crucis nella Chiesa
Parrocchiale di Rocca
Massima (Latina), opera marmorea di grande
ispirazione; o il nuovo
arredo della chiesa del Policlinico Gemelli
di Roma: altare, ambone,
sedute in marmo e un imponente crocifisso
bronzeo che risorge, attraendo
a sé, in un grande movimento a spirale, tutta
la famiglia umana. Per non
parlare, fra tante altre, della medaglia
coniata nel 1995 in occasione
del XV anno di pontificato di Giovanni Paolo
II e l'uscita del Nuovo
catechismo.
Dove Toffetti si procuri certi marmi dalle
venature che sembrano acqua,
o dove trovi certe qualità e sfumature, come
il rosa di Portogallo per
il gruppo dell'apparizione della Vergine
di Caravaggio che si trova a
Tabaka, in Kenia, fa parte di quei segreti
che ogni vero artista non
rivelerà mai.
Mostra promossa dalla
PROVINCIA DI CREMONA
Con il contributo di
ARVEDI
Organizzazione
APIC Cremona
Info: 0372 458302
Maggiori informazioni
e immagini sul sito web
della mostra: www.cremonamostre.it
 
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