15 Settembre, 2002
Una sana e robusta Costituzione contro l*insostenibile leggerezza del Premier
Il nostro tele-imbonitore, dalla scarsa e rabberciata cultura democratico-istituzionale, è convinto che chi vince le elezioni... (di Annamaria Abbate)
"Mai attaccato né il Capo dello Stato né la Costituzione"-"Non c'è niente di più falso, ho una cordialità di rapporti con Napolitano”- "Io non ho mai attaccato la legge fondamentale dello Stato, anzi semmai l'ho difesa". Così il Presidente del Consiglio, servendosi ancora una volta di una delle sue televisioni come megafono, smentisce con leggerezza senza ritegno l’evidenza di una condotta politico-istituzionale portata negli ultimi giorni oltre ogni limite di decenza. Essendo essenzialmente e primigeniamente uomo di spettacolo, egli confida nel potere della suggestione mediatica secondo l’insegnamento di Goebbels, ministro della propaganda nazista: “Una bugia ripetuta cento volte diventa verità”. Ma questa volta l’operazione mediatico-truffaldina gli sarà più difficile.
Il nostro tele-imbonitore, dalla scarsa e rabberciata cultura democratico-istituzionale, è convinto che chi vince le elezioni conquisti automaticamente il potere assoluto di decidere su tutto e non accetta che in regime di democrazia sussista la reciproca autonomia del potere esecutivo, del potere legislativo, del potere giudiziario, ciascuno nella sua sfera. Non si capacita che nelle democrazie liberali, parlamentari o presidenziali che siano, a nessuna maggioranza parlamentare e governativa è consentito sovrastare gli altri poteri ai quali è attribuito e riconosciuto il ruolo di freni e di contrappesi. Nel suo povero e rudimentale ragionare, la sola questione che gli preme è “Chi comanda in Italia?”. Smaniando di verificare l’effettivo peso del suo governo, che vorrebbe sovraordinato ad ogni altro potere, e assolutamente libero da vincoli e controlli, ha preso a pretesto la dolorosa vicenda di Eluana Englaro, per ingaggiare una sfida senza precedenti tra governo e presidenza della Repubblica, minacciando di tornare “al popolo” per cambiare la Costituzione, da lui ritenuta di matrice sovietica. Incassato il fermo diniego di Napolitano, ha rivolto poi la sua furia al Parlamento, che considera sua propaggine proprietaria, annunciando di volerlo impegnare ad horas per l’approvazione in tre giorni di una norma che avrebbe polverizzato ogni traccia di divisione dei poteri e umiliato la Magistratura. Infine, neanche la morte della povera Eluana lo ha fermato e così l’ indegna bagarre che i suoi yesman hanno scatenato in Senato all’indirizzo del Presidente Napolitano, documentata e filmata, è entrata nelle case degli italiani.
L’effetto, inaspettato e sgradito per il nostro leggerissimo premier, è stato di un salutare shock per la democrazia, se il presidente della Camera Fini ha condannato senza mezzi termini gli attacchi al capo dello Stato e alla Costituzione, e persino Bossi ha dovuto prendere, forse opportunisticamente, le distanze dall’agguerrito Premier, a sostegno di Napolitano, irrinunciabile”figura di garanzia”.
La petizione “Rompiamo il silenzio” in difesa della democrazia, promossa da Libertà e Giustizia, primo firmatario Gustavo Zagrebelsky, ha raccolto in tre giorni 170.000 firme e in ogni parte del paese stanno sorgendo movimenti spontanei in difesa della Costituzione.
Per questo ieri il Partito Democratico è sceso in piazza Santi Apostoli con una vibrata manifestazione in cui ha preso la parola il Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro.
Intanto i sondaggi, tanto cari al tele-imbonitore, segnano un’impennata della fiducia nel Capo dello Stato da parte degli italiani.
Annamaria Abbate, Segretario cittadino PD Cremona
 
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