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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Riflessioni di Kiro Fogliazza in occasione dell' 8 settembre
Sembra che finalmente si riesca a capire il risultato di pace raggiunto il 25 aprile 1945.

Signor direttore,
in sede Anpi stiamo notando con soddisfazione un processo in atto nel Paese che mira a superare astiosità e incomprensioni, processo forse giunto con qualche ritardo. Sembra che finalmente si riesca a capire il risultato di pace raggiunto il 25 aprile 1945.Daallora, infatti, l’Italia e l’Europa non hanno conosciuto guerre.
E se è vero che guerre ce ne sono state ancora, è altrettanto vero che—pur restando esperienze tragiche e da azzerare—hanno comunque assunto carattere di frontiera.
Spero che anche qualche testardo ‘repubblichino di Salò’ si stia rendendo finalmente conto della grande differenza tra i due periodi: da un lato quello che potremmo definire ‘fascismo, monarchia,
dittatura, guerra’ dal 1922 al 1945, dall’altro ‘Libertà, Pace, Democrazia, Repubblica e Costituzione’, dal 1945 in poi.
Nessuno vuole nascondere i limiti e le insufficienze del secondo,ma risulta davvero impari un confronto tra i due. Da 64 anni i nostri giovani non conoscono la guerra e i suoi disastri, le mamme non fanno più il pan biscotto in cascina per mandarlo ai figli prigionieri e non vivono più l’ansia del messo comunale che, a quei tempi, arrivava spesso con la notizia ferale della morte del congiunto in combattimento.
In sintesi si nota un’atmosfera più serena, malgrado il peso drammatico della crisi economica, politica e morale che attraversa il Paese.
Il Presidente delConsiglio ritira la brutta proposta di legge sulla parificazione tra partigiani e repubblichini e interviene finalmente in occasione del 25 aprile, dopo 14 anni di assenza.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, riconosce all’Anpi una grande funzione e il compito, assieme ad altri, di trasmettere ai giovani i valori costituzionali.
Stessa cosa ha fatto, recentemente, anche il Presidente del Senato Renato Schifani, mentre Guglielmo Epifani, a nome dei sindacati, chiede all’Anpi tenacia e coraggio.
Insomma, un clima positivo che però non deve trarre in inganno e nemmeno indurre rimozioni
o dimenticanze.
Solamente un popolo che conosce le proprie radici può guardare con serenità al proprio futuro.
A Cremona, ad esempio, è venuto il tempo di affrontare con chiarezza e senza veli il ruolo giocato da Roberto Farinacci e dal fascismo cremonese.
Non solo per le responsabilità avute nella nascita e nel consolidarsi della dittatura, ma soprattutto per la colpevole e violenta alleanza con il tedesco occupante degli ultimi anni del regime.
Ancora troppo poco si sa dei massacri perpetrati da tedeschi e fascisti della repubblica di Salò tra il 1944 e il 1945 nella zona padana, dal piacentino, al parmense fino al Piemonte e soprattutto in
Valle di Susa e del ruolo giocato, a questo proposito, da Farinacci e dai suoi cento legionari della Gnr raggruppati nelle squadre comandate dai capitani Messina e Politici e composte
da sfegatati e feroci sottufficiali e militi.
A questo proposito come Anpi abbiamo prodotto emesso in diffusione un cofanetto multimediale
(composto da 3 dvd e da un cdrom) nel quale si precisa e si mette a fuoco il rapporto
di stretta alleanza tra Farinacci e le Ss nella battaglia antipartigiana dall’estate del 1944 fino alla Liberazione. Auspichiamo, inoltre, la completa apertura degli armadi della vergogna
che si trovavano nella Villa Merli, al Palazzo dellaRivoluzione, a Palazzo Trecchi,
in via Sacchi già Ettore Muti, in via Massarotti.
Sarebbero letture molto interessanti, dalle qali comprendere davvero il dramma del sangue dei vinti’ e conoscere davvero e fino n fondo le nefandezze compiute dai ‘vinti’nel troppo lungo e funereo periodo in cui erano purtroppo risultati ‘vincitori’.
Perché il clima di rasserenamento e di unità possa assestarsi e mettere radici, occorre anche togliere
dal tavolo del confronto l’offesa più dura da digerire per i vivi e per i morti che combatterono per la libertà. Offesa che insiste nel definire la Guerra di Liberazione come guerra civile.
E’ una vergogna! Il trattato di Pace, la Repubblica, la Costituzione, la rinascita dell’Italia negli anni del dopoguerra non sono regali ma conquiste raggiunte grazie al sangue versato dai ‘vincitori’, dalle loro donne, dai loro bambini.
La Guerra di Liberazione combattuta dalle Brigate partigiane sotto la direzione del Cln seppe bloccare per mesi e mesi intere divisioni tedesche e fasciste sull’arco alpino, da Cuneo a Trieste, sull’Appennino tosco- emiliano e anche nelle stesse città di pianura.
Furono azioni di guerra che miravano a bloccare ingenti forze nemiche indebolendo
così la loro presenza al fronte, potenziando il fronte Alleato.
La Guerra di Resistenza faceva parte integrante della complessiva strategia di guerra delle forze alleate contro le truppe tedesche e i loro alleati.
Se poi negli scontri, al fianco dei tedeschi vi erano degli italiani in camicia nera, che dunque vennero colpiti tanto quanto le truppe occupanti, ciò non può consentire ad alcuno di definire quel confronto armato come ‘guerra fratricida’ o addirittura ‘guerra civile’.
Troppo pesanti sono le responsabilità di chi si schierò dalla parte dell’ingiustizia, del terrore, dello sterminio razziale.
Troppo alti imeriti di chi si immolò per la libertà e la pace.
Lo scontro fu durissimo e violento, ma finalmente l’esercito occupante fu scacciato e sconfitto, insieme ai suoi alleati in camicia nera.
Ecco perché quella fu Guerra di Liberazione e non assolutamente guerra civile. Nessuno poi nega che – nella fase post bellica – si siano verificati fatti esecrabili e da condannare.
Ogni grande sommovimento della storia ha portato con sé anche code e situazioni incontrollabili e nefaste, che non per questo non devono trovare la condanna di tutti.
Ma un conto è questo giudizio, altro è invece sollevare polveroni e forzare distorsioni inaccettabili
della nostra storia nazionale.
Senza la presenza organizzata delle forze partigiane la guerra avrebbe avuto una durata superiore,
con moltissime vittime un più, oltre il già spaventoso numero di 54milioni di morti della
seconda guerra mondiale.
E senza la presenza organizzata delle forze partigiane Alcide De Gasperi non avrebbe potuto sedersi al tavolo della Pace a Parigi e non avrebbe potuto evitare all’Italia la triste fine che, invece,
dovette subire la Germania, con la divisione del suo territorio in due parti distinte e separate.
Kiro Fogliazza
(Presidente provinciale Anpi Cremona

 


       



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