15 Settembre, 2002
Resistenza: la lettera di Luigi Severgnini ( Giorgino Carnevali)
Tutti, sono certo, non ti abbandoneranno ed il mio cuore è più sereno. Mamma, a voi per tutti vi mando un abbraccio, un bacio ed una adorazione
LETTERA DI UN CONDANNATO A MORTE DELLA RESISTENZA
ITALIANA.
(“L’eroismo non nasce dalla volontà di potenza,
ma dall’umile disponibilità al servizio”,
tratto dal bel libro ”Cattolici e Resistenza”
di Enrico Assi, già Vescovo di Cremona).
Caro direttore,
riordinando alcuni testi sulla Resistenza
mi sono imbattuto in un polveroso libro dal
titolo significativo: “Lettere di condannati
a morte della Resistenza Italiana”. Rabbrividisco
solo al rileggere taluni “passaggi” che i
condannati a morte indirizzavano, attraverso
le loro ultime lettere, ai propri cari. Ve
ne favorisco una, tra le tante, di un giovane
partigiano cremonese.
LUIGI SEVERGNINI (GINO), nato a Soncino (Cremona)
il 19 agosto del 1916. Dopo l’8 settembre
del 1943 svolge opera di assistenza ai prigionieri
di guerra alleati, 47 dei quali riesce ad
accompagnare oltre frontiera. Opera in Francia,
rientra in Italia ed a Torino viene arrestato
assieme alla moglie, ad opera della polizia
fascista. Processato il 14 gennaio 1945 per
appartenenza a formazioni partigiane ed assistenza
prestata ai prigionieri alleati, viene fucilato
il 23 gennaio 1945 a Torino assieme ad altri
nove partigiani. Medaglia d’Argento al Valor
Militare.
Mamma,
voi che mi reggeste in seno, voi che mi deste
alla luce del mondo, voi che mi allevaste
e mi deste una sana educazione, a voi porto
il dolore più grande della vita. Io, Gino,il
vostro Gino, l’ultimo dei vostri dodici figli,
oggi deve salire l’erta….Solo il vostro perdono
mi manderebbe sereno. A voi chiedo una benedizione;
il ricordo di tutti della mia assenza. Tutti,
sono certo, non ti abbandoneranno ed il mio
cuore è più sereno. Mamma, a voi per tutti
vi mando un abbraccio, un bacio ed una adorazione.
Tenete Egle come se fossi io. Io so che ciò
non vi è pesante e lo farete. Vi bacio e
vi ricolmo di baci, ricordatevi che Gino
non ha mai fatto nulla di male, ha solo compiuto
il suo dovere di Italiano.
Saluti a tutti dal vostro Gino. 23 gennaio
1945, ore 5,00
Mia adorata moglie,
tante parole mi vengono in mente, ma la più
grande e la più forte è il tuo amore, il
pensiero della forse nascita del frutto di
questo. Tienilo Egle e ricordagli che il
suo papà è stato un soldato che ha amato
la sua Patria. Sii forte e non piangere,
come non piango io. Sappi che ti sorveglierò
e che ti aiuterò e questa benedizione ti
giungerà da un’anima innocente, come tante
altre che prima di me diano la loro vita
per una giusta causa. A te raggiante in volto
venga il sole dell’avvenire, a te che il
coraggio è cosa normale. Il mio cuore è rotto
solo perché corre sulle ali del dolore. Ricordami
sempre e se la creatura che doveva nascere
verrà, sarà quella che ti tranquillizzerà
e ti riporterà ciò che la mia vita amaramente
ti tolse. Un forte abbraccio dal tuo Gino.
23 gennaio 1945, ore 5,45
Quando si dice Resistenza e Liberazione fino
al sacrificio della vita; ecco cos’è, caro
direttore!
giorgino carnevali
 
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