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15 Settembre, 2002
Progetto di comunicazione per la prevenzione dell'AIDS .
Il Comitato Cremonese di prevenzione dell'AIDS presenta progetto sarà12 Ottobre 2009 presso lo Spazio Comune in Piazza Stradivari alle ore 11.

Progetto di comunicazione per la prevenzione dell'AIDS .
Il Comitato Cremonese di prevenzione dell'AIDS presenta progetto sarà12 Ottobre 2009 presso lo Spazio Comune in Piazza Stradivari alle ore 11.
Introduzione
L’epidemia di AIDS, o più propriamente dell’infezione da virus HIV e delle patologie HIV-correlate, pone tuttora quesiti e problemi rilevanti in tutto il pianeta. In Italia si stima che vivano da 105.000 a 240.000 persone affette da HIV e che si verifichino circa 3.500/4.000 nuove infezioni ogni anno, con un trend in aumento, anche se modesto.
Sotto il profilo epidemiologico l’endemia da HIV non è quindi in estinzione mentre sono in evoluzione numerosi aspetti terapeutici, clinici e sociali.
I farmaci antiretrovirali hanno drasticamente ridotto sia la morbosità che la mortalità dell’infezione ma non permettono di eradicare l’infezione. Sul versante clinico, comunque, ci sono buoni risultati, anche se la strada è ancora lunga e complessa.
Sul versante sociale della prevenzione la situazione è peggiore. Le campagne informative e di prevenzione hanno dato risultati scarsi e discontinui. Lo stigma nei confronti delle persone con infezione da HIV si è raffreddato ma in buona parte per una colpevole rimozione o per indifferenza se non per disinteresse verso la problematica.
L’umanità intera - verrebbe da dire seguendo la definizione mediatica di “malattia del millennio”- non ha saputo cogliere l’occasione per imporsi una severa e interessante riflessione sullo stato dei rapporti umani in genere e sessuali in particolare, manifestando invece prima terrore, condanna ed espulsione, poi disinteresse, superficialità o gretta ignoranza.
Un’importante occasione è stata persa, ma la questione è ancora aperta: non è possibile pensare di abbassare la guardia, dobbiamo occuparci di questo problema.
Campagna di prevenzione sull’AIDS
Sono passati oltre 25 anni da quando si è scoperta la sindrome da immunodeficienza acquisita - meglio nota come AIDS - e in questi anni sono stati compiuti grandi sforzi per migliorarne la diagnosi e la cura, conseguendo grandi successi.
Nonostante ciò l’infezione da HIV rappresenta ancora oggi un importantissimo problema di salute a livello globale.

Le dimensioni del problema
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) valuta che nel 2007 vi fossero nel mondo circa 30 milioni di persone positive per HIV, con 2.700.000 nuove infezioni e 2.000.000 di morti causati dalla malattia. Il tributo in termini di vite umane, sofferenza e costi economici è quindi ancora molto elevato.1 In Italia, come già accennato, si stima che vi siano fra le 105.000 e le 240.000 persone HIV positive1,2,3 di cui 40.000 nella sola Lombardia. Il numero di nuovi riscontri di infezione da HIV nel 2008 è stato di 3500 – 4000, di cui circa la metà in Lombardia.4

Da cosa è causata l’AIDS
L’AIDS, o sindrome da immunodeficienza acquisita, è una sindrome, cioè un insieme di sintomi e malattie, causata da HIV, acronimo inglese di Human Immunodeficiency Virus - virus dell’immunodeficienza umana. Questa scoperta, avvenuta nel 1981, è valsa a due ricercatori francesi, Françoise Barré-Sinoussi e Luc Montagnier,5 il premio Nobel per la medicina nel 2008.
Come si trasmette l’infezione
L’infezione da HIV si trasmette attraverso il contatto con liquidi biologici infetti. Come emerge dai dati forniti dall’OMS,1 la stragrande maggioranza dei casi di infezione - oltre il 90% - avviene attraverso i rapporti sessuali non protetti, sia di tipo eterosessuale che omosessuale. L’infezione può essere trasmessa anche attraverso altre modalità, in particolare: 1) dalla madre al feto durante la gravidanza o il parto, 2) dalla madre al figlio durante l’allattamento, 3) attraverso lo scambio di siringhe in persone che facciano uso di stupefacenti per via endovenosa, 4) per esposizione accidentale a sangue infetto (per esempio in caso punture accidentali fra il personale sanitario) - questa è la via di trasmissione più rara, 5) attraverso la trasfusione di sangue infetto o di suoi emoderivati (prodotti derivati dal sangue quali il plasma o le piastrine). Nel mondo occidentale tutti i donatori sono sottoposti ad un attento controllo e le trasfusioni sono quindi sicure; non lo sono invece nei paesi in via di sviluppo dove, per carenze economiche, il controllo di questi prodotti non avviene in modo regolare.
Studi condotti nel nostro paese dimostrano come il numero di persone che hanno contratto l’infezione da HIV attraverso rapporti di tipo eterosessuale sia in progressivo aumento,6 che oltre il 20% della popolazione sessualmente attiva abbia rapporti occasionali e che il preservativo non venga utilizzato in modo sistematico da oltre un terzo delle persone sessualmente attive.7

Come evolve l’infezione
Il virus HIV, se non curato, causa un progressivo decadimento del sistema immunitario, cioè delle difese dell’organismo, rendendo quindi il nostro corpo più suscettibile ad alcuni tipi di infezione e di tumore. Più precisamente il virus colpisce un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti CD4 o linfociti T helper. Queste cellule, essenziali per difendersi da infezioni e per riconoscere alcuni tipi di tumori, vengono distrutte dal virus e si riducono progressivamente quasi a zero. Il calo delle difese che ne deriva si manifesta nell’arco di diversi anni e determina la comparsa di infezioni via via più gravi e di tumori. In assenza di cure l’AIDS è mortale nel 93-95% delle persone, con un tempo di 10-12 anni fra il momento dell’infezione e la morte.

Le cure
Da oltre 10 anni sono disponibili cure che consentono di controllare la moltiplicazione del virus e che hanno permesso, se non di guarire da questa malattia, di rallentarne grandemente l’evoluzione. Si stima che una persona che si infetti oggi possa vivere circa 40 anni. L’AIDS è diventata così una malattia cronica, come il diabete o l’ipertensione. Le cure disponibili, come quelle per molte altre malattie croniche, sono però gravate da effetti collaterali spesso gravi, devono essere assunte con estrema regolarità per tutta la vita ed hanno un costo economico tutt’altro che indifferente.

Le problematiche di oggi
Recenti studi mettono in evidenza tre importanti problemi:
1. A differenza di quanto avveniva circa 20 anni fa, quando le conoscenze sull’AIDS erano diffuse nella popolazione, si è osservata in questi anni una involuzione culturale: molte persone oggi non conoscono le vie di trasmissione di questa grave infezione.
2. La diretta conseguenza di questa ignoranza è un frequente e importante ritardo nella diagnosi di malattia, con gravi conseguenze per la salute e l’aumento di possibilità di trasmissione del virus ad altre persone.
3. In Italia e in tutta Europa si assiste a un aumento costante dei nuovi casi di infezione da HIV e a un contemporaneo abbassamento della guardia sulla questione (diminuzione di campagne di prevenzione, attenzione dei media, finanziamento di progetti).

Gli obiettivi del progetto
Gli obiettivi di questa campagna, in sintonia con le indicazioni previste dalla proposta di legge in discussione in parlamento, sono di diffondere le informazioni relative all’infezione da HIV e di favorire comportamenti consapevoli per la prevenzione della diffusione e per la diagnosi precoce della malattia.

Gli obiettivi che si vogliono raggiungere nella città e nella provincia di Cremona sono i seguenti:
1. Rendere note le vie di trasmissione di questa grave infezione e sfatare la credenza che vi siano solo gruppi particolari di persone a rischio (tossicodipendenti e omosessuali): anche per questo motivo le infezioni sono in continua crescita.
2. Rendere note le misure che prevengono il contagio da HIV (che si trasmette per via sessuale) e rendere noto che tutta la popolazione attiva sessualmente è a rischio.
3. Rendere nota la gravità che comporta il ritardo nella diagnosi della trasmissione dell’infezione: non conoscendo le cause di possibile contagio, non si esegue il test di controllo per HIV, con pericolose conseguenze per la salute di chi è stato infettato e per la diffusione del contagio.

Il progetto si propone di avere inoltre una valenza scientifica, con l’obiettivo di utilizzare criteri ed indicatori di risultato che permettano di valutare l’impatto degli interventi in termini quantitativi e qualitativi, così da poterli applicare, se efficaci, anche in altri territori.

Target
La campagna è rivolta a tutta popolazione - dall’infanzia alla terza età - della città e della provincia di Cremona.

Durata
Le azioni della campagna si articoleranno in un arco temporale di tre anni (2009 – 2011) e partiranno nell’anno 2009 nella città di Cremona e nei maggiori centri della provincia fino a comprendere tutto il territorio provinciale.

Metodi
La campagna, rivolgendosi a tutta la popolazione, avrà la seguente articolazione:
• Individuazione di testimonial di larga popolarità che seguano puntualmente lo sviluppo di tutte le iniziative e che portino nei loro luoghi di riferimento la comunicazione della campagna attraverso azioni dirette e per mezzo di personalizzazioni dell’abbigliamento e degli accessori;
• un cappello di comunicazione comune (con materiale divulgativo ed eventi) rivolto indistintamente a tutta la popolazione;
• individuazione di sottogruppi particolarmente a rischio (adolescenti, donne, omosessuali, adulti sessualmente attivi compresi nella fascia d’età 35 – 55, ecc.) e relative modalità di sensibilizzazione;
• azioni dedicate e mirate;
• incontri e confronti di formazione.

Azioni
La campagna, nei tre anni, prevedrà interventi di diverso genere dedicati alle differenti fasce di età, con particolare attenzione al mondo dello sport.
Sono previsti per l’anno 2009 - 2010:

- Conferenza stampa e presentazione del programma di iniziative 2009.
- Rapporti e sensibilizzazione delle istituzioni e delle associazioni.
- Costruzione di un cartello di opinion leader locali a sostegno dell’iniziativa.
- Coinvolgimento come testimonial dell’iniziativa, con il logo AIDS fair play sull’abbigliamento sportivo, degli arbitri di calcio della sezione AIA di Cremona attraverso la loro partecipazione, oltre che agli eventi e alle manifestazioni in calendario, in ogni partita di Campionato di Calcio 2009/2010 e in ogni situazione agonistica che li vedrà protagonisti.
- Distribuzione alle squadre, prima delle partite, da parte degli arbitri di calcio, del materiale divulgativo sulla prevenzione dell’AIDS.
- Partecipazione a tornei ed eventi sportivi del mondo del calcio e di altri sport attraverso i testimonial arbitri.
- Presenza sui quotidiani e periodici locali.
- Presenza sulle reti televisive e radiofoniche locali.
- Proposta all’emittente televisiva locale di un ciclo di trasmissioni sulla prevenzione, con ospiti dedicati in grado di interessare di volta in volta tutta la popolazione sessualmente attiva.
- Interventi nelle scuole.
- Distribuzione capillare di materiale divulgativo.
- Campagna di raccolta fondi.
- Spazi web free.

Interventi a partire dal 2010

- Conferenze, confronti e dibattiti pubblici.
- Sito internet.
- Performance di artisti.
- Eventi di intrattenimento.
- Reperimento e archiviazione di tutte le testimonianze (audio, video, fotografiche e documentarie) del lavoro di divulgazione sul tema prodotto negli anni sul territorio cremonese.
- Produzione di uno spot televisivo.
- Produzione di spot radiofonici.
- Mostra di documenti e libri sull’argomento.
- Presentazioni di libri e ricerche scientifiche.
- Coinvolgimento di artisti e scuole d’arte sul tema della prevenzione.
- Concorso di idee per le scuole secondarie di primo grado per la realizzazione della maglietta “AIDS fair play”.
- Concorso per le scuole secondarie di secondo grado e università di un video sul problema del contagio e della prevenzione della malattia.
- Concorso fotografico per le scuole secondarie di secondo grado e università.
- Simposium di artisti dal titolo “AIDS fair play”.
- Mostre fotografiche itineranti nella provincia di Cremona.
- Campagna di affissione.
- Postalizzazioni.


Tale progetto vede lo sport e i giovani come luoghi di estrema importanza ai quali riferirsi per raggiungere tutta la popolazione della città.

Conoscere e partecipare a questa iniziativa potrebbe concretizzare la possibilità di contribuire fattivamente a penetrare profondamente le
coscienze e i comportamenti sociali, per questo motivo la Sua partecipazione oltre che estremamente gradita, costituirebbe un importante segnale nell'augurio di una profonda futura collaborazione.
Cordialità.
Resp. Comunicazione e P.R.
Claude Bertazzi

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www.gregorietti.it

Claude Bertazzi cell. 335 6784972

tel. 02 89050184 - 02 89050186,

tel. 0372 22967 - 0372 565350,

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