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15 Settembre, 2002
DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO . SEN. LATORRE - GRUPPO PD
Sono tante le ragioni per cui, con assoluta convinzione e determinazione, voteremo contro la fiducia al Governo e contro questo assurdo provvedimento.

DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO
SEN. LATORRE - GRUPPO PD - 9 marzo 2010

Signor Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi, sono tante le ragioni per cui, con assoluta convinzione e determinazione, voteremo contro la fiducia al Governo e contro questo assurdo provvedimento.
Da voi ci aspettavamo di tutto, ma che sareste arrivati sino al punto di chiedere la fiducia su un atto che voi stessi sapete essere incostituzionale, tanto che la durata del suo contenuto è pari al tempo necessario per il pronunciamento della Corte costituzionale; un atto la cui urgenza è dettata non da un bisogno del Paese, ma dal calendario delle udienze di ben precisi processi penali; un atto che non ha precedenti nella nostra vita parlamentare, tant'è che nessuno esponente di Governo ci ha spiegato perché sia stata posta la questione di fiducia; che sareste arrivati fino a questo punto proprio non l'avremmo immaginato.
Sta accadendo qualcosa di una inaudita gravità. Lo abbiamo spiegato in questo dibattito, con gli interventi di tanti autorevoli colleghi. Sino ad oggi, se un uomo di Governo doveva presentarsi al giudice, ma dimostrava di avere un impegno legato alla propria funzione, documentandolo poteva ottenere un rinvio per il tempo strettamente necessario. Da oggi non sarà più così: il Presidente del Consiglio o un Ministro potranno decidere a proprio piacimento di sottrarsi a qualunque giudizio per un tempo lungo sino a 18 mesi, senza dover dimostrare nulla, senza che il giudice possa valutare, in barba al più elementare principio costituzionale, per cui siamo tutti uguali di fronte alla legge.
Altro che legittimo impedimento: questo è un illegittimo aggiramento della norma, care colleghe e cari colleghi! Un modo francamente spudorato per far rientrare dalla finestra, con legge ordinaria, quella impunità che la Corte costituzionale aveva fatto uscire dalla porta dichiarando incostituzionale il lodo Alfano. L'ennesima prova di una maggioranza e di un Governo che agiscono sempre e soltanto per difendere i propri privilegi.
Le istituzioni, il Parlamento, il Governo per voi non devono servire il Paese; in questo momento, anzi, come noi crediamo, dovrebbero servire innanzitutto la parte più debole, più indifesa di questo Paese; no: per voi le istituzioni devono servire il sovrano. Vedete, è come se il Paese non esistesse.
Vorrei farvi notare, cari colleghi, che dal 1° gennaio di quest'anno ad oggi questa Assemblea ha dedicato 13 sedute e 46 ore prima per il processo breve, ora per l'illegittimo aggiramento, per risolvere uno ed un unico problema, sempre lo stesso, e non ha dedicato un minuto a chi sta perdendo oggi il posto di lavoro, un minuto a chi il posto di lavoro non lo trova, a chi non sa come mandare avanti la propria azienda!
Oddio, è vero che quando vi siete occupati di lavoro, come è avvenuto la scorsa settimana, in quest'Aula, lo avete fatto per vanificare le tutele dei lavoratori. Per consentire anche i licenziamenti ingiusti, per svuotare l'articolo 18, per alimentare il precariato, cose queste non consentite neanche negli ordinamenti più liberisti, come quello inglese o americano.
Io mi chiedo e vi chiedo, sinceramente, cari colleghi: dove si va a finire seguendo questa strada?
E smettetela, smettiamola di raccontare la favola che state riformando la giustizia. Dio solo sa quanto bisogno c'è in questo Paese di riformare la giustizia, di renderla più rapida, più efficiente ed io dico anche più giusta, ma tutto quello che state facendo non ha nulla a che vedere con la giustizia al servizio del cittadino. State andando nella strada esattamente opposta: con una mano, il Governo fa balenare ai cittadini italiani il miraggio del processo breve, con l'altra mano allunga i tempi del processo che riguarda il Presidente del Consiglio, e l'unico risultato che produrrà questa altalena tra il falso processo breve e l'illegittimo aggiramento è che i processi riguardanti i comuni cittadini resteranno tali e quali, cioè insopportabilmente lunghi, mentre i processi di alcuni potenti saranno rinviati alle calende greche.
Pagheremo l'impunità del Governo con la moneta sonante e costosissima di una giustizia ancora più lenta ed ancora più inefficiente; una giustizia, quella che piace a voi, come la descrisse Solone molti secoli fa: una tela di ragno che trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi la trafiggono e restano liberi. Questa giustizia non ci piace!
Certo, ci stiamo rendendo sempre più conto che questo modo di agire così arrogante ed ingiusto è ormai la cifra di questa maggioranza, e traspare ormai non solo negli atti, ma anche nei comportamenti politici. Penso al pasticcio di questi giorni sulle liste per le elezioni regionali. La prima cosa che, per la verità, tutti ci siamo chiesti è stata: come è possibile che a governare un grande Paese come l'Italia ci sia una forza politica che non sa neanche presentare le liste alle elezioni regionali? Ma poi si blocca un Paese, si sequestra il dibattito pubblico e si convoca d'urgenza il Consiglio dei ministri, quasi di notte, perché il partito del Presidente del Consiglio nel Lazio e in Lombardia ha presentato le liste senza rispettare le regole. Dunque, occorre fare un provvedimento, che peraltro si è rivelato inutile, per poterle riammettere abusivamente. Ma in che Paese siamo? Ma chi glielo spiega a quel giovane escluso da un concorso pubblico perché è arrivato un minuto dopo la scadenza? Chi glielo spiega a quella impresa esclusa dalla gara d'appalto perché manca un timbro? Chi glielo spiega che in questo Paese c'è chi le regole le deve rispettare e chi invece non ha questo problema, perché le può cambiare come e quando vuole, a proprio uso e consumo?
Non illudetevi di poter utilizzare come scudo il Presidente della Repubblica. È noto a tutti che non è nelle disponibilità del Presidente della Repubblica il contenuto dei decreti che adotta un Governo. Al Presidente della Repubblica spetta il ruolo di garante delle nostre istituzioni, di interprete dell'unità degli italiani, di custode dei valori democratici. Il presidente Napolitano ha operato e opera sempre nel rispetto di questi principi, ed anche in questa occasione ha agito con grande correttezza e grande responsabilità di fronte a un atto irresponsabile del Governo; non è caduto in nessuna trappola in buona fede. Cogliamo questa occasione per esprimere al presidente Napolitano tutta la nostra vicinanza e tutto il nostro apprezzamento, e lo facciamo oggi come lo abbiamo fatto ieri, signor Presidente. Per voi nell'ottobre scorso il presidente Napolitano era espressione della vecchia maggioranza di sinistra, uno di parte; oggi, dopo quattro mesi, è un uomo al di sopra delle parti. Eravate falsi allora o siete ipocriti oggi?
La verità è che voi conoscete solo un principio: quello della convenienza, del chi non è con me è contro di me, di chi crede che una maggioranza elettorale può legittimare e fare qualsiasi cosa. Questa è l'idea di democrazia che avete voi. Noi ne abbiamo un'altra: noi abbiamo l'idea di una democrazia che ha consentito al nostro Paese di crescere, di emanciparsi ed unirsi, persino nei momenti più drammatici, attorno a questa Costituzione.
Signor Presidente, questa Costituzione non è solo un complesso di regole, ma è il riconoscersi in una storia divenuta comune.
Dietro questa Costituzione, come diceva Calamandrei, si sentono voci lontane, si sentono voci di tanti grandi protagonisti, ma anche umili voci di lotta e di speranza di quanti hanno dato anche la vita per restituirci la democrazia. In nome di quei valori noi oggi difendiamo lo Stato di diritto contro questo Governo e contro questo ignobile provvedimento. (Vivi, prolungati applausi dai Gruppi PD e IdV e del senatore Astore. Molte congratulazioni. Commenti dal Gruppo PdL).

 


       



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