15 Settembre, 2002
Approvato il ddl intercettazioni! Il PD non ha partecipato al voto
Come ha detto Anna Finocchiaro, "vogliamo che risulti con ogni evidenza e con il rispetto sacro che abbiamo di quest'Aula e della legge il fatto che da qui comincia il massacro della libertà".
Approvato il ddl intercettazioni! Noi non
abbiamo partecipato al voto perchè, come
ha detto Anna Finocchiaro, "vogliamo
che risulti con ogni evidenza e con il rispetto
sacro che abbiamo di quest'Aula e della legge
il fatto che da qui comincia il massacro
della libertà".
fonte: Sen. Cinzia Fontana
DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE "DDL INTERCETTAZIONI"
Sen.ce Anna Finocchiaro - 10 giugno 2010
FINOCCHIARO (PD). Signor Presidente, onorevoli
colleghi, il Paese aveva bisogno di una riforma
delle intercettazioni telefoniche. Ne aveva
bisogno perché è intollerabile che sulle
pagine dei giornali appaiano notizie che
o sono coperte dal segreto istruttorio o
non sono inerenti alle indagini e sono pubblicate
soltanto per ledere la privacy e la dignità
dei soggetti. (Applausi dal Gruppo PdL).
Aspetterei ad applaudire e sentirei ciò che
dirò dopo. (Applausi dal Gruppo PD).
È intollerabile che si faccia mercato della
dignità dei soggetti ed è intollerabile che
vi siano fughe di notizie rispetto ad atti
investigativi che probabilmente vengono frustati
nella loro efficacia dalla fuga di notizie
stesse.
Ne aveva davvero bisogno. Una buona legge,
tanto è vero che già dai primi atti del governo
Prodi della scorsa legislatura, con un disegno
di legge Mastella e poi ancora, di nuovo,
in questa legislatura, con due proposte di
legge una delle quali firmata dalla capogruppo,
abbiamo chiesto la riforma della disciplina
delle intercettazioni telefoniche. Pensavamo
che una buona legge sulle intercettazioni
telefoniche dovesse, innanzitutto, consentire
la pubblicazione delle intercettazioni, ma
solo se esse sono pubbliche (cioè già a conoscenza
dell'imputato e del suo difensore) e se sono
quelle già selezionate dal giudice che avrebbe
dovuto selezionare tutte quelle (per legge,
naturalmente, con delle sanzioni, se non
lo faceva) che erano o non pertinenti al
processo o inutilmente lesive, rispetto alle
indagini, della dignità, della privacy dei
soggetti o addirittura riguardavano soggetti
del tutto estranei alle indagini.
Bisognava consentire la pubblicazione degli
atti, ma solo di quelli non più coperti da
segreto, naturalmente, perché questa è ancora
una questione equivoca - come sanno i colleghi
della maggioranza - sulla quale la giurisprudenza
ha qualche incertezza ed era bene scriverlo
nero su bianco. Ed era ovvio che bisognava
punire gravemente la pubblicazione delle
notizie segrete e di quelle non pertinenti;
in sostanza, la pubblicazione di notizie
o destinate alla distruzione o che il giudice
aveva eliminato da quelle che potevano essere
utilizzate.
Quindi, una buona legge sulle intercettazioni
telefoniche che tutelasse la privacy e la
dignità dei soggetti a qualunque titolo coinvolti
nelle indagini.
Non è la vostra legge. (Applausi dal Gruppo
PD) e lo spiego a tutti i colleghi della
maggioranza che, ovviamente, con grande fiducia
voteranno questo testo (c'è un gioco di parole
involontario, signor Presidente). Innanzitutto
perché questa legge limita l'uso delle intercettazioni
telefoniche come strumento di acquisizione
della prova.
Lo limita per i presupposti che prevede,
lo limita nella durata, lo limita individuando
un giudice competente che sta nell'ufficio
del distretto (e quindi con una fuga di notizie
visto che questi faldoni viaggeranno da una
città all'altra e continuamente), lo limita
perché solleva il giudice che abbia detto
«Io sono il giudice di questo procedimento»
e con la nozione vaga che avete inserito
nella legge ovviamente lo limita, lo limita
per ogni questione.
Lo limita perché limita e gravemente, per
esempio, la possibilità di ricorso alle intercettazioni
ambientali, che oggi sono permesse solo per
tre giorni e soltanto nei luoghi pubblici
o aperti al pubblico per i reati comuni.
Ricordate il caso di Novi Ligure? La chiacchierata
tra Omar ed Erika? Ecco, ora non sarebbe
più captatile, così come non sarebbe captabile
ciò che si dicono due pregiudicati nella
cella di un carcere. E poi bisogna comunque
avere, anche per questi tre giorni e questa
miserrima intercettazione ambientale, una
prova diabolica: il giudice deve prevedere
che ci saranno elementi fondamentali per
l'accertamento del reato o deve impedire
la commissione del reato.
Avete equiparato intercettazioni, videoriprese
non captative - parola complicata, che capite
da soli - e anche i tabulati, anche se la
Corte costituzionale aveva detto che per
i tabulati tutta questa esigenza di privacy
non c'era. Potrei continuare, ma c'è un secondo
punto.
Questa è la vostra legge, guardate: punite
la pubblicazione di atti di indagine e consentite
solo la pubblicazione per riassunto fino
alla fine delle indagini preliminari. Ma
vi rendete conto dell'arbitrio che il giornalista
può compiere per riassunto? Non voglio irritarvi,
ma il caso Boffo e «Il Giornale» lo ricordate
o no? (Applausi dal Gruppo PD).
Ed impedite anche la pubblicazione, fino
alla fine delle indagini preliminari e salvo
per riassunto, anche degli atti che non sono
segreti, che sono pertinenti alle indagini
e che non sono lesivi della dignità e onorabilità
dei soggetti. Per quanto riguarda le intercettazioni
telefoniche, non si può pubblicare assolutamente
alcunché.
Punite anche gli editori, perché casomai
il giornalista o il direttore del giornale
largheggiasse nell'informazione pubblica
- ohibò! - interviene l'editore del giornale
e dice: ma che mi volete far fallire? E di
conseguenza l'editore eserciterà fuori dal
suo ruolo - pensate ad una società per azioni,
un'impresa come un'altra, che sta a Shangai
e che è l'editore di un giornale italiano
- un compito di vigilanza, di repressione,
di censura per evitare di correre il rischio
delle salatissime multe.
Concludendo, questo tutela meglio la privacy
dei soggetti? No. Questo tutela meglio, molto
meglio, i criminali. (Applausi dal Gruppo
PD).
Questo uccide il diritto dei cittadini ad
essere informati. Questo provvedimento uccide
la libertà di informazione tutelata dalla
Costituzione. Tutelata una sola volta, presidente
Berlusconi, perché mentre la parola «impresa»,
in varie forme, appare almeno tre volte nella
Costituzione, le parole «libertà personale»
e «libertà d'informazione» esistono una sola
volta perché chi si sente vincolato alla
Costituzione lo sa che non c'è bisogno di
ripetere ciò che è sacro! (Applausi dal Gruppo
PD). È una commedia degli equivoci plautina
la vostra, colleghi.
E allora, senatori del PdL, chi oggi vota
la fiducia, vota la limitazione della libertà
di informare e di essere informato, la limitazione
dei mezzi a disposizione degli investigatori
per accertare reati, per individuare i colpevoli,
per punirli. E il presidente Gasparri ed
il vice presidente Quagliariello la finiscano
con la storia delle intercettazioni negli
Stati Uniti: è una balla! (Applausi dal Gruppo
PD).
Dall'inizio della crisi economica è aumentato
del 26 per cento il numero delle intercettazioni
disposte con una equiparazione dei mezzi
di intercettazione a disposizione degli investigatori
per accertare i reati finanziari, che risultano
identici a quelli adoperati per tutelare
la sicurezza nazionale e contrastare il crimine
organizzato.
E i numeri che dà sono sballati per una ragione
semplice: che viene data una sola autorizzazione
per intercettare tutti gli imputati, una
media di 113 per processo, e che l'autorizzazione
a intercettare non ha limiti di durata e
comprende tutte le possibili forme di intercettazione.
Quindi cercatevi un altro paragone perché
questo non funziona. (Applausi dal Gruppo
PD).
La verità allora è davvero un'altra: voi
avete colto l'occasione in un momento assai
imbarazzante, diciamo così, per il Governo
e per la maggioranza di nascondere agli italiani
i pubblici misfatti, l'esercizio deviato
dei pubblici poteri, l'uso privato e la dissipazione
delle pubbliche risorse. Voi volete nascondere,
voi vi nascondete. Voi non volete controllo
(ma questo lo sapevamo già): il popolo che
citate così spesso lo volete cieco e sordo,
manipolabile. Voi vi servite del popolo quando
vi serve per celebrarvi, ma lo volete bue.
La privacy che dite di tutelare è la vostra,
è l'ombra nella quale volete continuare...
PRESIDENTE. La invito a concludere, senatrice
Finocchiaro.
FINOCCHIARO (PD). Ho finito, signor Presidente.
Dicevo nella quale volete continuare a fare
i vostri affari. Chi si accontenta nella
maggioranza, chi fa finta di non saperlo,
oggi non può non saperlo. Io che tremo -
non come voi, che l'adoperate in maniera
sguaiata e volgare - quando pronuncio la
parola libertà, non in nome mio ma nome d'altri,
vi dico che qui oggi il mio Gruppo, che mi
ha dato mandato sulla base di un'assemblea
che abbiamo celebrato, non parteciperà al
voto di fiducia (Applausi dal Gruppo PD)
e non parteciperemo perché noi vogliamo che
risulti con ogni evidenza e con il rispetto
sacro che abbiamo di quest'Aula e della legge
il fatto che da qui comincia il massacro
della libertà. (Vivi, prolungati applausi
dal Gruppo PD e dei senatori Li Gotti e Giai.
Molti senatori del Gruppo PD si alzano in
piedi. Commenti dal Gruppo PdL).
 
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