15 Settembre, 2002
La liuteria cremonese contemporanea protagonista al Festival del Quartetto d'Archi a Reggio Emilia
All'interno del cartellone della rassegna assume particolare rilievo la presenza della liuteria cremonese
La liuteria cremonese contemporanea protagonista
al Festival del Quartetto d'Archi a Reggio
Emilia fino al 20 giugno
All'interno del cartellone della rassegna
assume particolare rilievo la presenza della
liuteria cremonese
Il Festival del Quartetto d'Archi di Reggio
Emilia celebra, fino al 20 giugno, la liuteria
cremonese contemporanea. Dopo aver fatto
conoscere in tutto il mondo le migliori formazioni
protagoniste del Premio "Paolo Borciani",
la città vuole quest'anno offrire al pubblico,
agli amanti della più pura e affascinante
forma musicale, l'opportunità di partecipare
e condividere note ed emozioni.
Il Festival fa tornare i vincitori del Concorso
e dedica loro l'intera rassegna, per raccontare,
dopo averne decretato il successo, come è
proseguita la loro carriera. Ma accanto alle
serate in teatro, il programma curato dal
direttore artistico Mario Brunello, propone
masterclass per giovani ensemble, workshop
per musicisti amatoriali, incontri e dibattiti,
una mostra di liuteria, concerti all'aperto,
nei cortili e nelle piazze, punti d'ascolto
e di lettura.
All'interno del cartellone della rassegna
assume particolare rilievo la presenza della
liuteria cremonese. Dal 14 al 20 giugno,
infatti, il Teatro Ariosto ospiterà una mostra
di strumenti ad arco contemporanei realizzati
dai Maestri del Consorzio Liutai "Antonio
Stradivari" Cremona, tra cui Elena Bardella,
Roberto Cavagnoli, Stefano Conia, Roberto
Delfanti, Michele Dobner, Hildegard Dodel,
Federico Fiora, Marco Pedrini e Pietro Rhee,
oltre agli archi del Maestro Giovanni Lucchi
e dai Maestri Liutai Marco Piccinotti e Arturo
Virgoletti di Reggio Emilia.
Martedì 15 giugno, nella Sala degli Specchi
del Teatro Valli, i violini vincitori di
diverse edizioni del Concorso Triennale Internazionale
e custoditi nella collezione della Fondazione
"Stradivari" in palazzo Pallavicino
Ariguzzi, saranno invece affidati a Sonig
Tchakerian per una straordinaria audizione.
La solista, già allieva di Salvatore Accardo
ai corsi di perfezionamento dell'Accademia
"Stauffer", proporrà un interessante
percorso di ascolto alla ricerca del suono
di Bach attraverso i capolavori di Giorgio
Ce', Marcello Ive, Luca Sbernini, Marko Pennanen
e Primo Pistoni. È curioso osservare come
la forma di quest'ultimo violino sia stata
elaborata copiando proprio le dimensioni
del Vuillaume appartenente a Paolo Borciani.
Sarà, dunque, interessante ascoltare strumenti
contemporanei sottoposti al confronto con
un autore che, agli albori del Settecento,
indaga il suono in tutte le sue forme ed
associazioni. Non a caso Bach considerava
proprio il violino il suo strumento ideale
perché capace di coniugare la potenza dell'organo
alla sensibilità ed alla duttilità della
voce umana. Così nelle Sonate e Partite la
polifonia più complessa è alternata a chiarissimi
enunciati melodici ed il contrappunto più
severo intervallato alla gaia freschezza
di movimenti di danza.
Altro ospite d'onore del Festival è Robert
Schumann, di cui verranno presentate le opere
da camera più importanti. Giovedì 17 giugno,
nella Sala degli Specchi al Teatro Valli,
un quartetto d'archi ricercherà il suono
del compositore tedesco attraverso gli strumenti
moderni dei Maestri liutai. Anche in questo
caso l'uso di strumenti contemporanei risponde
ad una scelta non solo esecutiva quanto piuttosto
interpretativa. Le loro caratteristiche,
la differenza di sonorità, la capacità di
emissione può illuminare di luce nuove queste
pagine, evidenziando la capacità di Schumann
di conciliare la contemplazione appassionata
della Sehensucht romantica, dove la nostalgia
è anche desiderio di felicità, con il rigore
della forma; raccontando come la sua musica
non sia dissociata dalla sua personalità,
e come essa contenga anche in sé palpiti
sottili ed affermazioni decise, rarefatte
elevazioni ed impeti pieni d'inquietudine.
 
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