15 Settembre, 2002
In largo Boccacciono l’autore ospite de “i Giovedì d’estate”
Fascella e l’importanza di credere nei propri sogni
In largo Boccacciono l’autore ospite de “i
Giovedì d’estate”
Fascella e l’importanza di credere nei propri
sogni
Alle 21,30 presenta il suo romanzo “Sette
piccoli sospetti”
Puntuale come ogni giovedì d’estate torna,
questa sera, alle 21,30, l’appuntamento con
il “Caffè Letterario”. La rassegna, curata
da Paolo Gualandris – giunta alla seconda
edizione – si rivolge ad un pubblico attento
e curioso, che, si ritrova in Largo Boccaccino
per incontrare un autore. Protagonista della
serata è Christian Frascella – vero e proprio
fenomeno letterario che con il suo primo
libro (Mia sorella è una foca monaca) ha
venduto quarantamila copie – che arriva a
Cremona per presentare “Sette piccoli sospetti”
(Fazi editore). Un romanzo con tanti colori:
avventura, commozione, ironia, tragedia…
Un risultato ottenuto con una forte caratterizzazione
dei protagonisti, nonostante siano addirittura
sette, bambini che stanno entrando nell’adolescenza.
Così, attraverso le pagine prendono forme
(e sempre in maniera nitidissima) sette personalità
che riflettono estrazioni sociali e vissuti
famigliari diversi. In una qualche misura
si tende ad identificare ognuno con un lato
del suo carattere. Ma alla fine i loro destini
finiscono con l’incrociarsi, per vivere una
avventura comune, una storia forte, emozionante
e con un finale imprevedibile. I personaggi
sono dei perdenti che acciuffano nel finale
un riscatto personale. Però mettendosi in
gioco, rischiando se stessi.
Il risultato è un romanzo a metà tra commedia
e noir che racconta le vicende di sette dodicenni,
amici per la pelle, alle prese con il colpo
del secolo che cambierà per sempre le loro
vite. Una storia fantastica e realistica
insieme, dura e commovente che diventa emblema
di alcune difficili realtà portate spesso
all'attenzione dalla cronaca. Scrive Alessandra
Agapiti: “Un racconto commovente che fa luce
ancora una volta sulla condizione in cui
sono costretti a vivere troppi ragazzi in
Italia e fa riflettere profondamente sul
nostro stato di civiltà. Ma fortunatamente
qualcosa è ancora possibile e non tutto è
perduto. Ed ecco allora che Frascella immagina
un finale positivo, in cui la via di fuga
arriva in maniera quasi provvidenziale, catartica
e soprattutto si compierà evitando ai piccoli
protagonisti di sporcarsi le mani. Con il
suo stile unico e inconfondibile, l'autore
alterna momenti di grande pathos emotivo
con momenti più divertenti e leggeri”.
“La storia – spiega l’autore - nasce semplicemente
da un'idea che mi è venuta per caso: e se
dei ragazzini decidessero di svaligiare la
banca del paese? Sono partito da lì. Mi sono
accorto che erano sette e che avevano dodici
anni solo mentre scrivevo”.
Un bel libro, leggero e divertente con una
morale chiarissima che non potrebbe essere
meglio rappresentata che dai bambini: l’invito
a non rinunciare mai a propri sogni, anche
se, parallelamente, occorre la consapevolezza
che, per raggiungerli, occorre, sempre, il
massimo impegno.
 
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