15 Settembre, 2002
Essere antifascisti oggi ( di Gian Carlo Storti)
Per conquistare “ le nuove generazioni” ai valori dell’antifascismo non possiamo partire solo dal passato, ma dal presente.
Essere antifascisti oggi ( di Gian Carlo
Storti)
Per conquistare “ le nuove generazioni” ai
valori dell’antifascismo non possiamo partire
solo dal passato, ma dal presente.
La vicenda della intitolazione di una strada
ad Aldo Protti ha creato ,giustamente, contrarietà,
tensioni,malumori ed imbarazzo in una parte
della società civile e politica cremonese.
L’amico Kiro Fogliazza, Presidente dell’ANPI
Cremonese, è stato ed è alla testa di questa
protesta.
Nei mesi scorsi vi fu anche una polemica
con i due giovani esponenti del PD Cremonese
che non si opposero, nella commissione consiliare,
alla intitolazione della via al baritono
cremonese.
Sicuramente la scelta della Giunta Perri
è dentro anche un percorso politico nostalgico.
Però lo stesso Sindaco Perri ha partecipato
alle manifestazioni del Colle del Lys che
ricorda, fra l’altro, il sacrificio di decine
di giovani cremonesi nella lotta contro il
nazi-fscismo ed all’ultimo viaggio della
memoria.
Io non so e non mi interessa se Perri è od
è diventato antifascista.
Quello che è positivo per la città e per
la democrazia è che il Sindaco di Cremona
abbia partecipato a quella manifestazione.
Nella scelta di intitolare la via ad Aldo
Protti ha prevalso la valutazione del percorso
e qualità artistiche del baritono cremonese
ovvero di come si è caratterizzata la vita
professionale.
Lo stesso Evelino Abeni, già segretario della
Federazione del PCI Cremonese, né ha evidenziato
le qualità artistiche in un lungo articolo
sulla stampa locale.
Insomma il passato giovanile di Aldo Protti,
componente della GNR, non ha pesato sulla
scelta.
Sulla sua partecipazione alle retate contro
gli antifascisti vi sono molti e pesanti
indizi, ma non esiste , che io sappia, una
sentenza della magistratura che provi questo.
Altra cosa è la condanna morale del personaggio
e le ragioni di opportunità.
Forte è stata e deve essere la condanna morale
di quel periodo tragico della storia italiana
che ha spaccato l’Italia,che ha diviso famiglie,
che ha visto migliaia di giovani morire.
Ma alla fine hanno vinto la democrazia e
la libertà.
I crimini nazisti e fascisti vanno sempre
, anche nel futuro, stigmatizzati e fatti
conoscere.
La lotta partigiana è stata essenziale per
la nascita della nostra repubblica.
Da quelle battaglie è nata la costituzione
oggi spesso messa in discussione nei suoi
valori fondamentali.
Detto questo la scelta di intitolare una
via a Protti ha un chiaro significato nostalgico
che, partendo dal riconoscimento artistico,
lancia segnali a quella parte della società
di destra che ancora ha nostalgie delle ideologie
del ventennio fascista.
La giunta Corada era riuscita ad evitare
questo strappo con una parte della società.
Questa nuova amministrazione ha dato invece
un segnale contrario avendone la legittimità
per poterlo decidere.
Io , per storia personale , sono da sempre
antifascista. Questa fede me l’ha trasmessa
la nonna Barbara che ha visto suo padre,socialista,
morire a seguito di un pestaggio fascista
negli anni venti del secolo scorso.
Mi chiedo quindi come possiamo essere oggi
antifascisti.
Credo che non basti più evocare gli antichi
eroici atti della lotta partigiana. La Lombardia,
il Piemonte ,il nord hanno dato un grande
contributo a questa lotta. Hanno forgiato
diverse generazioni su questi valori. Ora
però i figli ed i nipoti di quelle generazioni
votano lega o votano a destra. Perché?
Mi è capitato di leggere un appello del Movimento
di Giurisprudenza della Federico II di Napoli
Onda Napoletana del marzo 2009 che , con
tono forte, a reazione di alcuni fatti accaduti
durante una manifestazione hanno scritto.
Il documento recita fra l’altro:
“Siamo antifascisti perché crediamo che il
pluralismo sia un valore.
Siamo antifascisti perché crediamo nell’eguaglianza
sociale.
Siamo antifascisti perché crediamo che la
solidarietà sia l’unica forza.
Siamo antifascisti, come la nostra Repubblica.
“
In queste parole va ritrovato il senso della
nostra azione quotidiana.
Per conquistare “ le nuove generazioni” ai
valori dell’antifascismo non possiamo partire
dal passato, ma dal presente.
Le nuove generazioni stanno subendo una dura
lezione di vita ….ma hanno i loro sogni ed
anche loro sperano in un mondo migliore.
Ecco, come i pionieri dobbiamo avvicinarli
rendendoli protagonisti del presente e sostenerli
per la realizzazione dei lori sogni...
Rileggiamo la nostra costituzione mettendola
al servizio della società dell’oggi.
Non possiamo , non dobbiamo essere “solo”
nostalgici ma persone moderne che cercano
di interpretare il presente e combattere
contro tutte le ingiustizie dell’oggi.
Non è stato questo che hanno fatto i partigiani?
Ecco che allora l’aggettivo antifascista
che diamo, giustamente, alla nostra Costituzione
avrà un senso, sarà capito, sarà reinterpretato
e valorizzato.
Solo così potremo seguire il consiglio di
P. Calamandrei :
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel
luogo dove è nata la nostra Costituzione,
andate nelle montagne dove caddero i partigiani,
nelle carceri dove furono imprigionati, nei
campi dove furono impiccati. Dovunque è morto
un italiano per riscattare la libertà e la
dignità, andate lì, o giovani, col pensiero,
perché lì è nata la nostra Costituzione”
Colgo infine questo momento per riconoscere
a Kiro Fogliazza, alla sua generazione, di
averci trasmesso molto di quell’aria di libertà
e giustizia che li hanno animati in quel
periodo. Anche la sua generazione ci avvicinò
partendo dai nostri problemi di allora.
A loro va tutto l’affetto e la partecipazione
alle loro battaglie.
Sono fiero,oggi,di trasmettere il testimone
dell’antifascismo ad altri.
Oggi il contesto è diverso, gli ideali rimangono
scolpiti nel marmo ma gli strumenti debbono
essere nuovi ed interpretare le mille pieghe
della società.
Non mi porrò il problema di non passare da
quella strada né ci passerò appositamente.
Nel caso ciò avvenisse ricorderò a me stesso
e a chi è con me che Aldo Protti è stato
un grande baritono cremonese che in gioventù
fu fascista e componente della GNR.
Se però con me avrò un giovane nipote sicuramente
mi chiederà “ ma che vuol dire fascista ?
“.
E per spiegarglielo partirò da nonna Barbara…Insomma
non smarriamoci !!!
Gian Carlo Storti
storti@welfaeitalia.it
cr 16 agosto 2010
 
|