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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Si è svolta la giornata celebrativa dell'8 settembre a Cremona.
Sono intervenuti il Sindaco di Cremona Oreste Perri, Franco Verdi a nome dell'Associaizone Partigiani Cristiani e Kiro Fogliazza a nome dell'ANPI.

Si è svolta la giornata celebrativa dell'8 settembre a Cremona. Dopo che le delegazioni delle associazioni partigiane avevano deposto corone di fiori al monumento ai Caduti di Cefalonia al Civico Cimitero, alle 10 - alla presenza di autorità civili e militari e di un folto pubblico - è stata deposta una corona di fiori alla lapide che - in Cortile Federico II - ricorda gli avvenimenti dell'8 settembre 1943 (nella foto Fogliazza, Perri, il Prefetto, Salini, il Questore).
In seguito, nel Salone dei Quadri, si sono svolte le celebrazioni ufficiali.
Sono intervenuti il Sindaco di Cremona Oreste Perri, Franco Verdi a nome dell'Associaizone Partigiani Cristiani e Kiro Fogliazza a nome dell'ANPI.
Poi Giorgino Carnevali - coautore con Giuseppe Azzoni, Ennio Serventi e Angelo Locatelli del volume "Pietre della Memoria", nel quale sono raccolte le fotografie di tutte le lapidi che in provincia di Cremona ricordano la lotta di Resistenza ed i suoi Caduti - ha consegnato ai famigliari dei Caduti una copia del volume unitamente ad un attestato di benemerenza.
La cerimonia si è conclusa con l'audizione di un violino della collezione "Gli archi di Palazzo Comunale" a cura del maestro Andrea Mosconi
Di seguito pubblichiamo il testo degli interventi del Sindaco Oreste Perri e del Presidente dell'Anpi Kiro Fogliazza.
INTERVENTO DEL SINDACO ORESTE PERRI
Autorità civili e militari, rappresentanti delle Associazioni combattentistiche, partigiane, familiari delle vittime dell'8 settembre, ricordiamo oggi gli atti di valore dei cremonesi civili e militari che per primi eroicamente cominciarono la lotta di liberazione dal fascismo e dall'occupazione nazista.
Anche a Cremona, dopo la proclamazione dell'Armistizio, i nazisti trovarono una tenacissima resistenza e poterono occupare la città solo dopo aspri combattimenti e spargimento di sangue. Dal mattino del 9 settembre, fino al primo pomeriggio, alla caserma Paolini di via Palestro infuriò una battaglia, nella quale i bersaglieri si opposero fortemente riportando numerosi feriti.
Anche i carabinieri della Caserma S. Lucia di viale Trento e Trieste si difesero con audace coraggio fino a quando la caserma venne occupata da reparti delle SS. A Porta Venezia, in via Brescia, spararono con le mitragliatrici gli avieri, i fanti, i giovani allievi del Collegio Militare di Milano. Caddero qui civili e militari.
I tedeschi trovarono una strenua opposizione anche a Porta Po, presso la sede dell'Intendenza di Finanza in corso Vittorio Emanuele II e presso il palazzo delle Poste. Nonostante l'eroico sforzo di difesa, alle 15 dello stesso giorno la città era in mano tedesca. I caduti furono 29, fra civili e militari; i feriti furono 37.
A quei caduti abbiamo reso un doveroso omaggio prima di ritrovarci in questa sala, deponendo una corona ai piedi della lapide sulla quale sono incisi i nomi di coloro che furono i primi protagonisti della lotta di liberazione a Cremona.
Anche la caserma Manfredini fu teatro di una dura battaglia. Essa è prossima alla chiusura ma, indipendentemente dalla sua futura destinazione d'uso, ritengo irrinunciabile conservare la memoria dei militari che in essa hanno combattuto e sofferto ed in particolare custodire le lapidi commemorative delle loro gesta.
I tanti cippi, i monumenti, le lapidi che si trovano numerosi sia nella nostra città sia nel territorio provinciale, posti sui cigli delle strade, nei cimiteri, sui muri di edifici, ricevono troppe volte il nostro sguardo frettoloso o addirittura noncurante. Solo chi ha perso un familiare, un amico ancora oggi porta un fiore su quelle pietre; solo per loro esse non sono mute testimonianze di un passato ma espressioni ancora vive di amore e di immensa nostalgia.
L'ANPI e l'ANPC di Cremona ha voluto diffondere la memoria di queste persone che hanno perso la vita per difendere la patria, attraverso la pubblicazione del testo "Pietre della memoria", che è una autentica ed efficace testimonianza storica del periodo della Resistenza a Cremona e nella provincia.
Sulla base degli elenchi forniti dai vari comuni riguardanti i cippi, le lapidi e i monumenti dedicati ai caduti della Resistenza cremonese, è stata ricavata una ricca documentazione fotografica e una accurata rassegna di informazioni su persone e luoghi che rendono viva la memoria dei nomi incisi su quelle pietre.
Tutto questo interessante materiale storico può dunque dare voce a chi ha dato la propria vita per la pace e per la libertà, e stimolare noi oggi a proseguire nel cammino della costruzione di un'autentica comunità civile e democratica.
Infatti, come si legge in apertura del testo, "Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze".
Che cosa speravano i soldati morti in difesa della città? Che cosa speravano i tanti militanti nelle file della Resistenza? Che cosa sperava ogni uomo, ogni donna se non la fine di ogni ostilità, e l'instaurarsi di una convivenza civile e democratica?
La storia della Resistenza è stata infatti segnata da due percorsi: l'azione dei militari, animati da senso del dovere, della fedeltà e della dignità, compresi quelli deportati nei campi tedeschi, avendo rifiutato l'adesione alla Repubblica di Salò.
E la strenua e impavida volontà di riscatto, la speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti uomini e donne oltre che tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane, a costo anche del sacrificio della vita.
Il punto di incontro e di sintesi di queste due linee d'azione fu un ritrovato amore per la patria, una volontà comune di far rinascere l'Italia, al di là delle divisioni fratricide di quel tempo. La Repubblica italiana nasce proprio da una volontà di pacificazione fra tutti gli italiani. Proprio per questo essa si fonda sui principi irrinunciabili di libertà, di democrazia, di giustizia e di rifiuto di ogni forma di totalitarismo.
Condividiamo ora l'impegno di fare memoria di un passato tragico perché da tutti noi sia sempre sostenuto il ripudio della cultura della guerra, dell'odio fratricida, come richiama l'articolo 11 della nostra Costituzione e perché ci impegniamo ad educare i nostri giovani al senso di corresponsabilità nella costruzione della pace, della giustizia e del bene comune.
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INTERVENTO DI KIRO FOGLIAZZA, PRESIDENTE PROVINCIALE DELL'ANPI

Sig. Sindaco. Sig. Autorità !! grazie di aver accettato il nostro invito per ecelbrare questa fiornata storica, densa di drammatici ricordi!
Occupazione nazista, sorge il fascismo di Salò. Il Paese è allo sfascio - l'esercito si scioglie, il cuore generoso degli italiani, ospita, assiste milioni di ragaazi in fuga. Dal 8 al 14 settembre, nella sola Alta Italia ovest i tedeschi catturano 117 mila giovani, tra i quali 3 mila cremonesi, e chiusi in carri bestiame trasferiti nei campi di concentramento.
I nostri giovani, figli del buio della politica fascista, cresciuti nella cultura della obbedienza, nel lavoro, nella società, alla cartolina precetto per le guerre, stanno superando il mugugno e comincano a dire basta alla guerra, al fascismo, a Farinacci. Oltre un migliaio a Cremona scendono lunghi i fiumi, nelle golene, si recano sulle montagne vicine, nascono le prime bande per diventare in breve tempo brigate, distaccamenti, divisioni, gappisti, sappisti al crearsi di un poplo di giovani e di donne in mille attività di lotta e di disturbo dell'invasore con invenzione e creatività.
Non si conoscono al nord, il dramma delle Forze Ardeatine, i 2 mila ebrei catturati nel ghetto di Roma, dei sette fratelli Cervi fucilati il 28 dcembre 43, Boves che brucia, il Freyus che salta con il ponte dell'Arnodera per sabotare la linea ferroviaria Torino-Modane tanto utile ai tedeschi. Non si conoscono i fatti di Marzabotto, di S.Terenzo ai monti, di S.Anna di Stazzema, della Benedicta, i massacri del Col del Lys.
La gente ha paura e fame Le rappresaglie e i bombardamenti li terrorizzano
La Svolta di Salerno dell'aprile 1944, con la decisine di un Governo di Unita' Nazionale con tutti i partiti - dagli anarchci ai monarchici, dai comunisti ai liberali - unisce tutto il popolo: operai e contadini, città e campagna, uomini e donne, ricchi e poveri, militari e borghesi tutti uniti in uno sforzo senza limiti per liberare la Valle Padana dal tedesco invasore.
Nascono i CLN con tutti Partiti, nasce il Corpo dei volontari della libertà per organizzare sul piano politico e militare le formazioni partigiane, nel contesto della strategia della guerra degli Alleati.
Si lotta, si muore, si vince! Il 25 aprile 45 cancella le guerre, la dittatura, la monarchia, lo statuto Albertino per darci Pace, libertà e democrazia, per trasformare il suddito in un uomo libero di una libera Repubblica con Costituzione avanzata.
La situazione italiana di oggi non può operare prescindendo da quel periodo storico. A quelle esperienze si deve abbeverare, pur in una situazione diversa, per trovare la linfa necessaria.per andare avanti.
Governo, Parlamento, Enti Locali, cittadini e popolo - sulla base di quella esperienza storica - devono operare, farsi sentire, per una politica che la finisca col precariato, la cassa integrazine, i licenziamenti, con i drammi della scuola, dei giovani senza futuro. Che la si finisca con le visioni di grandi ricchezza, di inchini, di macchine, pulmann, aerei dorati, donne imbalsamate o depredate.
Bisona cambiare.
Ricordiamo il sacrificio, consegneremo alle famiglie dei Martiri " Pietre della Memoria" che è sintesi di dolore, di sacrifici, di volontà represse, di sangue di milioni di giovani o meno giovani Caduti per la liberta' di tutti.
Grazie a tutti e sollecitiamo cortesemente gli amici sindaci a fare come abbiamo fatto stamane qui a Cremona. Riprendere il contatto di massa sulla vera storia della Resistenza, delle nostre origini, per sconfiggere per sempre la vergogna del revisionismo.
Buon lavoro a tutti e grazie.

Kiro Fogliazza

8 settembre 2010

 


       



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