15 Settembre, 2002
IL NORD, LA LEGA , IL SUD, L’ORO DI NAPOLI di Mario Superti
Come si sa il Regno di Piemonte a Napoli trovò i forzieri del Banco delle due Sicilie( poi denominato Banco di Napoli nel 1861) pieni d’oro....
IL NORD, LA LEGA , IL SUD, L’ORO DI NAPOLI
di Mario Superti
Come si sa il Regno di Piemonte a Napoli
trovò i forzieri del Banco delle due Sicilie(
poi denominato Banco di Napoli nel 1861)
pieni d’oro (altrettanti importanti erano
le attività volte al reddito ed al finanziamento
di una industria nascente e di grande rilievo).
Nel giro di un decennio , dopo il 1861,furono
aperte una sede a Firenze e nove filiali
importanti fra cui Roma e Milano.
E’ evidente che il tutto contribuì allo sviluppo
delle aree interessate(Nord compreso): ma
nello specifico spesso si raccoglieva risparmio
al Sud e si investiva al Nord, come forse
avviene ancora oggi.
Ora non si può dire che l’oro del Sud fu
usato per lo sviluppo del Nord , ma di certo
l’attività del Banco di Napoli ebbe una importante
funzione nello sviluppo dell’Italia intera.
Inoltre i provvedimenti assunti, in danno
dell’erario (ben florido) del Regno di Napoli
, da parte del Regno di Piemonte condussero
il Sud verso un irreversibile degrado economico
e sociale.
Il Regno di Piemonte si limitò ad estendere
pedissequamente i suoi ordinamenti giuridici
ed economici all’ Italia intera, ma tanto
bastò a rendere il Sud economicamente dipendente
dal Nord.
Un poco meno floride erano le casse del Regno
sabaudo che per la verità aveva dovuto sostenere
buona parte degli oneri di tutte le guerre
di Indipendenza.
Altri vantaggi per l’Italia intera possono
essere configurati ,fra gli altri ,con il
decreto speciale con cui Garibaldi attribuì
l’intera flotta del Regno di Napoli alla
competenza del Regno sabaudo e lo consegnò
nelle mani dell’ammiraglio Persano : il tutto
in onore alla costituenda unità d’Italia
nella persona di Vittorio Emanuele II.
Tutta questa lunga premessa per sollecitare
una presa di coscienza che possa andare ben
oltre gli atteggiamenti assunti dai movimenti
nati al Nord e poi configuratisi nella politica
della Lega di Bossi.
Quanto premesso , poi, per significare che
non è lecito dare colpe specifiche solo alla
gente del meridione per il mancato sviluppo
del territorio.
Spesso , ai giorni nostri, dovremmo anche
bene indagare sul comportamento di alcuni“
imprenditori” del Nord che hanno creato aziende
fantasma nel Sud ( godendo di contributi
speciali) per chiudere il tutto in fretta
ancora prima che le attività avessero inizio.
E’ evidente anche detti imprenditori hanno
trovato un ambiente favorevole forse anche
l’aiuto di personaggi del Sud, che si sono
poi comportati di conseguenza, accogliendo
anche rifiuti speciali senza oneri per lo
smaltimento.
Quanto precede non significa che non esiste
una questione meridionale : il problema della
spesa e della tassazione sul territorio esiste.
Come esiste il problema della scelta dei
personaggi dediti alla politica, spesso messi
in campo solo in base alla fedeltà dimostrata
verso il potente di turno: in altre parole
manca una scuola di formazione della classe
politica degna di questo nome.
Il problema va affrontato senza una visione
parziale e punitiva nei confronti della popolazione
che , per quanto spesso si vede, conserva
personaggi di grande rilievo ed un grande
patrimonio di cultura e di umanità.
Non si può non tener conto che la gente del
Sud ha largamente contribuito allo sviluppo
dell’intero paese quando negli anni ’60 si
è trasferita al Nord per lavoro, spesso in
condizioni precarie e di pura sussistenza
economica.
L’affrontare quindi i problemi con il raffronto
Nord-Sud nella sua veste più superficiale
non costituisce prova di saggezza politica
e di adeguata preparazione culturale.
E’ necessario un salto di qualità che dovrebbe
essere uno dei fini della politica dei partiti
progressisti e riformatori.
Infine risulta evidente che un Nord isolato
sarebbe uno stato monco e senza alcuna rilevanza
nel campo europeo, per di più esposto malamente
alle ormai frequenti bufere valutarie.
E’ inoltre concreta la possibilità che una
regione del Nord-Italia possa venire agganciata
alla politica mitteleuropea : ne subirebbe
l’influenza senza molte possibilità di incidere
sull’andamento della vita reale , anche culturale.
Il Pd ha mezzi culturali per poter dure la
sua , ma aspettiamo che salga alla ribalta
la generazione dei quarantenni : Firenze
lo ha già fatto ma con una svolta culturale
decisiva.
Altrove, Cremona compresa , non c’è proprio
nulla da dire o da fare ?
Aspettiamo fiduciosi.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI
CREMONA
 
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