15 Settembre, 2002 Cuba, verso taglio 500mila posti lavoro statali Svolta epocale nel sistema economico dell'isola incalzata dalla necessità di migliorare la produttività e l'efficienza economica
Cuba, verso taglio 500mila posti lavoro statali Svolta epocale nel sistema economico dell'isola
incalzata dalla necessità di migliorare la
produttività e l'efficienza economica Il governo di Cuba si avvia alla riduzione
di oltre 500.000 posti di lavoro del settore
statale entro la prima metà del 2011. La
notizia di questa trasformazione epocale
per l'isola, riportata dall'agenzia Adnkronos,
è stata confermata da la Central de Trabajadores
de Cuba (Ctc) - l'unico sindacato dell'isola
– che ha pubblicato una dichiarazione che
per la prima volta ufficializza le voci che
circolavano sull'isola nelle ultime settimane
e che si riflettono nella drastica riduzione
del personale statale. Secondo il comunicato della Ctc, questa massiccia
eliminazione di posti di lavoro statali dovrebbe
essere controbilanciata da “un parallelo
aumento nel settore non statale”, attraverso
“nuove forme di occupazione come alternativa
di lavoro non statali, il contratto di locazione
o usufrutto, le cooperative e il lavoro autonomo,
verso le quali si sposteranno centinaia di
migliaia di lavoratori nei prossimi anni”. L'intero processo si svolgerà in forma graduale,
ma la Ctc avverte che “si inizierà immediatamente
e per la sua grandezza e incidenza riguarderà'
tutti i settori”. Inoltre, “si modificherà
l'attuale trattamento lavorativo e sociale
e non sarà possibile applicare formule per
proteggere o sovvenzionare i lavoratori in
forma indefinita” e questo sistema sarà gradualmente
sostituito da “stipendio in base ai risultati”.
Tutte queste misure, un'autentica rivoluzione
nel modello di lavoro cubano, era stata preceduta
da una serie di moniti del presidente Raul
Castro sull'onere che sopporta lo Stato cubano
e la necessità di migliorare la produttività
e l'efficienza economica nell'isola.