15 Settembre, 2002
Tutte le insidie di un Sindaco non politico di Titta Magnoli
Un solo insegnamento viene chiaro dal caos della vicenda di Palazzo Fodri a Cremona
Tutte le insidie di un Sindaco non politico
di Titta Magnoli
Un solo insegnamento viene chiaro dal caos
della vicenda di Palazzo Fodri a
Cremona. Che dopo un anno e poco più questa
città ha capito che c’è bisogno di
una nuova giunta e un nuovo sindaco.
Così si andrà avanti ancora per qualche mese,
forse fino alla fine della legislatura; ma
questa maggioranza è già afflitta dalla sindrome
che ha colto l’amministrazione Bruttomesso
a Crema. Il sindaco “non politico” è un sindaco
debole, in balia dei venti, presso
il quale tutti i poteri di una piccola comunità
diventano forti.
La vicenda Fodri non può essere banalizzata
come un problema di comunicazione fra sindaco,
assessore e presidente della Fondazione.
Così fosse, si sarebbe risolta da sola in
un minuto.
Il giornale La Provincia ci ricorda ogni
giorno invece il calendario degli eventi.
Siamo quasi
al quarantesimo giorno di una crisi che un
sindaco avveduto avrebbe risolto in una riunione
di tre ore il giorno stesso in cui è venuto
a conoscenza del problema. Invece la
debolezza politica porta il sindaco “non
politico” a una crisi che ha tutti i sapori
della
Prima Repubblica, con tanto di verifica,
riunioni con i partiti e pressioni indebite
su un
consiglio di amministrazione.
Un trascinarsi che ha aperto gli occhi all’opinione
pubblica sulla pochezza della compagine di
centro
destra. Un granello di sabbia ha mandato
in sofferenza un ingranaggio che dovrebbe
macinare
ben altri problemi.
Riuscirà il Sindaco Perri a uscire dal Vietnam
in cui è precipitato nel giro di un mese?
Probabilmente sì, perché il potere è per
definizione conservatore e trova tutte le
strade
per perpetuarsi. Certo, le continue dichiarazioni
di un suo desiderio di rimettere il
mandato non fanno bene alla città.
Da qui il calo di popolarità costante che
segnalano i sondaggi. Non solo i cremonesi
non hanno
una guida sicura, ma vedono la maggioranza
alle prese con una difficoltà grave, fatta
di personalismi e conflitti sotto traccia.
Il vero dato politico che emerge dalla vicenda
Fodri è che una maggioranza così disomogenea
e una guida così incerta danneggiano la città.
L’assenza di politica è il vero nodo che
rischia di affossare una amministrazione
che
oggi si trova, per un nonnulla, nella palude.
Perché, sotto il vestito di Palazzo Fodri
e di qualche altra operazione immobiliare,
v’è il
nulla.
Le scelte. Il problema vero sono infatti
le scelte che questa amministrazione riesce
autonomamente
a fare e con quale consenso.
Se escludiamo infatti una serie di questioni
date in “appalto politico” a enti esterni,
a
partire dalla risoluzione della questione
di piazza Marconi, poco o nulla resta in
questo
anno e mezzo di governo.
Sulla mobilità e il traffico la Giunta si
è adoperata in un can can mediatico
che poi è finito nel nulla.
Questo è il primo scoglio su cui si è infranto
il sogno di addossare tutte le colpe
all’amministrazione precedente di centro
sinistra. Una politica tutta chiacchiere
e
distintivo: ci vogliono dire cosa intendono
fare su Via Dante e viale Trento e Trieste?
Le politiche culturali segnano poi il loro
minimo storico: qualche sopravvivenza del
passato,
qualche iniziativa già impostata ma, nei
giorni del Festival della Letteratura di
Mantova, Cremona sembrava l’ombra di se stessa.
Una nobile decaduta, di cui le ex caserme
sono la fotografia più realistica.
Sulle politiche giovanili per ora abbiamo
visto solo quello che sanno demolire ma non
si
è visto nulla di costruttivo.
Le politiche sociali sono invece nel freezer.
Si va avanti conservando quanto fatto in
passato senza alcuna
inventiva.
Non v’è giorno che il commercio non lamenti
la carenza di politiche per un comparto strtegico
per la città.
Anche le scelte urbanistiche sono ampiamente
criticate. Sul Parco del Morbasco la
maggioranza ha dimenticato il Parco pubblico
e lasciato l’intervento immobiliare privato.
Col risultato di far nascere un comitato
di liberi cittadini che si sono anche sentiti
insultare dal consigliere con delega alle
priferie.
Quali sono poi le politiche messe in campo
per le famiglie? E per la scuola? L’Expo
2015
a Cremona sanno se si farà e quale sarà il
ruolo giocato dalla nostra città? O farà
la fine
del finanziamento regionale per la piazza
della stazione sul quale si è buttata via
un’opportunità enorme?
Per non parlare dei pendolari, abbandonati
a loro stessi e pronti ad affrontare un altro
inverno
di disagi e difficoltà?
Cosa è stato fatto poi sulla questione Tamoil?
Anche nel corso della visita show di Gheddafi
a Roma le nostre istituzioni hanno
brillato per immobilità non cercando o non
ottenendo nessun interessamento governativo
per una questione che ha seri risvolti internazionali
e non solo locali.
E intanto la crisi morde, le persone devono
fronteggiare momenti difficili senza alcuna
certezza. Per cui la questione di palazzo
Fodri rischia solo di essere la punta di
un enorme
iceberg di difficoltà di gestione e di progettazione.
Se anche troveranno la quadra
oggi, al prossimo incidente di percorso riemergeranno
tutte le contraddizioni e le difficoltà.
Del resto come affrontare sereni il futuroamministrativo
in una città in cui il sindaco,
a ogni difficoltà, in pubblico come in privato,
manifesta il suo disagio e il suo desiderio
di
starsene a casa propria? Tutto questo per
sottolineare che, o si ritorna ad una riflessione
politica (di destra, di centro e di sinistra,
ognuno per la sua parte) sul futuro della
città, o non si va da nessuna parte.
E i poteri forti diventano sempre più forti.
E il malcontento si trasforma in astensione,
in depressione che ci porterà sempre
più a fondo.
Titta Magnoli
Segretario Provinciale PD Cremona
per saperne di pià vai sul sito
www.pdcremona.it
 
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