15 Settembre, 2002
Resoconto del CONSIGLIO COMUNALE di Cremona DEL 27 SETTEMBRE 2010
Molte interrogazioni e mozioni su vari temi
Resoconto del CONSIGLIO COMUNALE di Cremona
DEL 27 SETTEMBRE 2010
Molte interrogazioni e mozioni su vari temi
Interrogazione presentata in data 6 agosto
2010 da consiglieri comunali vari del gruppo
consiliare Partito Democratico (primo firmatario
Alessia Manfredini) in ordine allo scioglimento
del Forum Ambiente Giovani.
Premesso che: il Comune di Cremona già da
alcuni anni, tramite il Servizio Politiche
Giovanili, promuove percorsi tesi a riconoscere
un ruolo di primo piano ai giovani favorendo
la loro partecipazione ed il loro protagonismo
a partire dagli spazi e dai luoghi da loro
frequentati e vissuti nella quotidianità
e nel formarsi alla vita adulta; nello scorso
mandato amministrativo la commissione Politiche
Giovanili ha seguito da vicino tutti i lavori
per l’istituzione del Forum, come strumento
di partecipazione attiva alle attività comunali,
arrivando in data 3 maggio 2008 all’approvazione
all’unanimità del regolamento; in data 3
giugno 2008 il Consiglio Comunale ha approvato
all’unanimità il Regolamento per il funzionamento
dei forum del Comune di Cremona; il Comune
di Cremona con il Servizio Politiche Giovanili,
ha attivato un forum in collaborazione con
Agenda 21 sul tema dell’ambiente, con lo
scopo di stimolare la partecipazione dei
giovani alla vita democratica della città,
sensibilizzare i giovani sull’ambiente e
stimolare l’attenzione dell’Amministrazione
comunale sulla drammatica questione ambientale
che tocca tutti da vicino. Considerato che:
il forum ambiente che è costituito da giovani
appassionati e motivati alle questioni ambientali
ha elaborato in un anno e mezzo più di 50
iniziative; il forum ambiente non rappresenta
un costo per l’Amministrazione Comunale.
Visto che: nel programma elettorale del sindaco
Perri si dichiara: “i giovani sono una risorsa
importantissima per la città, come tale vanno
attivate politiche volte a far emergere la
creatività, l’originalità, la partecipazione
e il senso di appartenenza alla città”; nelle
linee programmatiche del mandato 2009 – 2010,
nel paragrafo 5, punto 3, sotto le parole
“Promuovere la centralità dei giovani nel
contesto cittadino e promuovere nuovi strumenti
di partecipazione in rete con il territorio”,
si dice: “incentivare la partecipazione giovanile,
sia tramite i forum, sia sviluppando una
rete di ascolto dei bisogni”; nella Giunta
di fine giugno l’assessore Jane Alquati ha
proposto di sciogliere il forum ambiente
giovani, come dichiarato sul giornale “La
Provincia” del 27 giugno; nella stessa giunta,
l’assessore Bordi si è astenuto da suddetta
decisione facendo dichiarazioni in merito
agli ottimi risultati del forum ambiente
(La Provincia del 5 agosto). Visto che: la
Giunta su tale decisione non si è espressa
all’unanimità; fino ad ora nelle sedi istituzionali
competenti non c’è stato alcun confronto
sul tema dei forum. Il Consiglio Comunale
interroga la Giunta per sapere se: se conferma
la volontà di sciogliere il forum ambiente;
quali progetti alternativi intende proporre
per favorire la partecipazione attiva dei
giovani; se non intende aprire un confronto
nella Commissione Politiche Giovanili sulle
motivazioni dell’abbandono di uno strumento
partecipativo esplicitamente previsto dalle
linee programmatiche approvate dal Consiglio
Comunale.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Jane Alquati: In merito ai tre quesiti sottolineo
che la Giunta comunale si è già espressa
in merito al termine di confronto realizzato
con i giovani del Forum. Nella consapevolezza
che in questi due anni il gruppo di giovani
in oggetto ha acquisito esperienza e competenza
si è ritenuto di promuovere un percorso accompagnando
il Forum a trasformarsi in una realtà autonoma,
che potrà diventare, scegliendo liberamente,
associazione, gruppo informale o entrare
in un soggetto strutturato già esistente
sul territorio. In questo modo potrà comunque
continuare un rapporto di collaborazione
con l’Amministrazione Comunale e in particolare
con l’Assessorato alle Politiche Ambientali.
Si sottolinea inoltre la sperimentalità dell’esperienza
che si è collocata nell’ambito del progetto
biennale denominato Piano Locale Giovani,
che termina la propria attività il 30 settembre
2010. Preciso che l’accompagnamento biennale
del progetto ha visto un impegno dell’Amministrazione
comunale pari a 28.500,00 euro: non è corretto
dire che non rappresenta un costo. Inoltre
s’intende sviluppare un nuovo approccio di
promozione della partecipazione giovanile
mettendo a disposizione dei giovani del nostro
territorio spazi e risorse, tramite la predisposizione
di appositi bandi in via di predisposizione.
La finalità è quella non solo di far pervenire
all’Amministrazione segnalazioni di bisogni
o necessità, ma soprattutto sostenere fattivamente
i progetti che provengono dal mondo giovanile,
promuovendo la centralità dei giovani nel
contesto cittadino, valorizzandone il ruolo
e le competenze nella costruzione di una
comunità civile sempre più sicura. Questo
nuovo approccio vuole esplicitare una nuova
idea di città, in cui si rendano maggiormente
visibili le capacità e l’autonomia dei giovani
nel fare proposte e soprattutto nel realizzarle.
In tal modo si chiede ai giovani di essere
un soggetto attivo che, dialogando con l’Amministrazione,
diviene vero protagonista di quanto accade
in città. Il 16 settembre scorso, presso
il Settore Politiche Educative si è tenuto
l'incontro con i ragazzi aderenti al Forum
Ambiente, alla presenza anche dell’assessore
Bordi, un incontro chiarificatore e di reciproco
ascolto. E’ emerso che la fase di accompagnamento,
durata due anni, è giunta alla sua naturale
conclusione e che si possano prospettare
due possibilità: la costituzione in associazione
(prevedendo da parte dell'Assessorato Politiche
Giovanili un accompagnamento in questo senso)
la costituzione di un gruppo giovanile specifico
all'interno dell'esperienza di Agenda 21
in collaborazione con l'Assessorato alle
Politiche Ambientali. La delegazione del
Forum Ambiente Giovani ha posto numerose
domande agli assessori soprattutto per avere
rassicurazioni che il nuovo modello di partecipazione
al quale l’Amministrazione vuole dare corso
non precluda ai giovani, in futuro, di avere
una propria rappresentanza, di svolgere un
ruolo attivo e di avere spazi in cui ritrovarsi
e strutture cui appoggiarsi in caso di bisogno.
Sia io che l’assessore Bordi, in questo supportati
dalle spiegazioni di carattere tecnico dei
rispettivi dirigenti, abbiamo assicurato,
nei limiti delle rispettive disponibilità,
l’adeguato supporto e spiegato ai ragazzi
che sia nell’ambito di Agenda 21, così come
nell’ambito delle Politiche Educative e Giovanili,
esistono ampi margini di collaborazione:
nel vasto campo dell’ambiente e della mobilità,
ad esempio, così pure nella sensibilizzazione,
sempre in materia ambientale, nel mondo della
scuola. In attesa che le formule sostitutive
di partecipazione, ancora da definire nel
dettaglio, vengano approvate dal Consiglio
Comunale, ci si trova in una fase di transizione,
nella quale esistono spazi di manovra che
garantiscono a tutti coloro che si sono attivati
nel Forum Giovani Ambiente di mettere a frutto
le conoscenze maturate. In ogni caso il sostegno
alla partecipazione non verrà meno, anche
se in forme diverse e sarà comunque garantito
il supporto da parte dell’Assessorato alle
Politiche Giovanili e da parte dall’Assessorato
alle Politiche Giovanili. Al termine dell’incontro,
che si è svolto in un clima disteso e cordiale,
la delegazione del Forum Giovani Ambiente
ha espresso soddisfazione per la disponibilità
dimostrata a confrontarsi e a discutere,
così da sgomberare il campo da ogni forma
di fraintendimento e di incomprensione. Alla
luce delle spiegazioni e dei chiarimenti
ricevuti, i componenti della delegazione
del Forum Ambiente Giovani si sono riservati
di fare dapprima una riflessione sulle varie
ipotesi loro prospettate e quindi di comunicare,
in un successivo incontro da concordare in
tempi ravvicinati, la strada che intendono
intraprendere, avendo inoltre ricevuto conferma
che, sino alla fine del mese di settembre,
la loro esperienza prosegue nell’attuale
formula.
Il consigliere Alessandro Corradi, che ha
dapprima illustrato l’interrogazione, si
è detto solo parzialmente soddisfatto della
risposta ottenuta.
Interrogazione presentata in data 26 agosto
2010 da consiglieri vari del gruppo consiliare
Partito Democratico (primo firmatario Alessia
Manfredini) in merito al progetto del parcheggio
Villa Glori.
Premesso che il parcheggio di via Villa Glori
è situato in una posizione strategica a ridosso
del centro cittadino, vicino alla zona più
frequentata del centro storico; considerato
che il potenziamento di quest’area è sempre
stata oggetto di discussione, l’immobile
è di proprietà dell’Agenzia del Demanio,
è attualmente in vigore una convenzione tra
la proprietà e l’attuale gestore in scadenza
nel 2011; rilevato che sul quotidiano “La
Provincia” del 25 agosto si legge che il
Comune ha incaricato AEM di effettuare dei
carotaggi sul sito dell’ipotizzato parcheggio
per verificare la compattezza del terreno;
visto che la proprietà avrebbe chiesto al
Comune di poter valorizzare l’ex caserma
Lamarmora; il Consiglio interroga il Sindaco
e la Giunta per sapere: quali rapporti sono
intercorsi tra il Comune, la proprietà e
l’attuale gestore; se non intende informare
la commissione preposta in merito all’esito
dei carotaggi, all’eventuale progetto sul
parcheggio di via Villa Glori ed alla sua
integrazione con la viabilità circostante.
All’interrogazione ha risposto il vice sindaco
Carlo Malvezzi: Il Comune ha effettuato una
verifica preventiva per intraprendere quindi
una valutazione sull’opportunità di realizzare
un parcheggio interrato nell’area di quello
già esistente in via Villa Glori. Il rapporto
con il Demanio, interessato a valorizzare
il proprio patrimonio, rimane aperto. Dopo
il primo accertamento è giunta la nota della
Soprintendenza ai Beni Archeologici che definisce
l’area ad “elevato rischio archeologico”.
Da qui la necessità, da parte dell’Amministrazione,
di una valutazione più approfondita, considerate
le problematiche che potrebbero emergere
in simili condizioni. Si sta valutando anche
la possibilità di realizzare un parcheggio
fuori terra, tenendo però conto che si tratterebbe
di un intervento impattante sul quale la
Soprintendenza non si è ancora espressa in
modo definitivo. In ogni caso ribadisco che
l’approccio è stato tecnicamente corretto
in quanto inserito nella ricerca di nuove
aree da adibire a parcheggi.
La consigliera Alessia Manfredini ha dichiarato
di prendere atto della risposta sollecitando
che dell’intera questione venga affrontata
nelle opportune sedi istituzionali.
Interrogazione presentata in data 2 settembre
2010 dal consigliere comunale del gruppo
consiliare Partito Democratico Daniele Bonali
in merito alla questione della sistemazione
dei banchi mercatali di via Monteverdi in
funzione delle modalità di accesso a piazza
Marconi.
Nelle ultime settimane ha tenuto banco, nell’ambiente
politico-amministrativo e sulla stampa, la
questione cruciale della sistemazione dei
banchi mercatali di via Monteverdi in previsione
della fine lavori in piazza Marconi. Non
è una questione da poco per le implicazioni
non solo commerciali, ma anche viabilistiche
che comporta; probabilmente è proprio per
questo che le associazioni del commercio
l’hanno presa a cuore con grande serietà,
avanzando proposte che tuttavia, comprensibilmente,
rimangono tra loro inconciliabili. Quella
che sembra invece mancare all’appello è la
voce politica, con l’assessore al Commercio
che demanda alle associazioni il compito
di decidere per lei e l’assessore alla viabilità
e al traffico che dichiara di volersi adeguare
alle decisioni della collega invece di fornire
indicazioni tecniche precise. Inoltre, come
sempre accade, l’Amministrazione latita quando
si tratta di informare adeguatamente l’opposizione
e ci si deve basare soltanto sulle informazioni
fornite – per fortuna – dalla stampa. Date
queste premesse si chiede al Sindaco di rispondere
in merito ai seguenti interrogativi: risponde
al vero che alle associazioni è stato chiesto
un documento congiunto sulla questione e
non una semplice espressione di parere nell’ottica
di un sereno coinvolgimento delle parti?
Risponde al vero che l’Amministrazione è
disposta ad adottare una soluzione viabilistica
che prevede modalità di accesso a piazza
Marconi diverse a seconda dei giorni della
settimana, ingenerando in questo modo nei
cittadini e in chi arriva da fuori città
una grande confusione? In che modo l’Amministrazione
intende intervenire sui problemi che una
diversa sistemazione dei banchi provocherebbe
sulla circolazione dei mezzi pubblici cittadini?
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Irene Nicoletta De Bona - L’Amministrazione
in carica, all’atto del suo insediamento,
si è trovata di fronte a questo scenario:
piazza Marconi chiusa da anni, senza alcuna
certezza in merito alla data di possibile
riapertura e un mercato sovradimensionato,
rispetto alle oggettive potenzialità di capienza
dell’area. A ciò si aggiunga che la situazione
ereditata è sperimentale dal 1999 (anno di
spostamento del mercato da piazza Marconi).
Una situazione, dunque, di perpetua incertezza
e precarietà. Ci si è quindi immediatamente
attivati, per accelerare il più possibile
la conclusione del cantiere, riuscendo non
solo ad ottenere la chiusura dei lavori in
tempi alquanto rapidi, ma anche ad arricchire
il progetto originario, con un intervento
di grande spessore e prestigio, come la realizzazione
del Museo del violino, che darà lustro alla
piazza, accrescendone l’attrattività. L’Assessorato
alle politiche culturali, commerciali e turistiche,
non appena avuta notizia che i lavori nella
piazza potrebbero concludersi già alla fine
del corrente anno, si è mosso istituendo
un gruppo di lavoro interno, formato da tecnici
e funzionari del Comune, con il compito di
elaborare un progetto di riorganizzazione
del mercato, che tenesse conto delle nuove
esigenze viabilistiche legate all’apertura
del parcheggio e che, mantenendo l’attuale
numero di posteggi, potesse anche ottimizzare
l’assetto complessivo del mercato, risolvendo
le principali criticità. E’ infatti volontà
dell’Amministrazione salvaguardare sia i
diritti degli operatori commerciali, che
l’integrità del mercato, che ha ottenuto
dalla Regione la qualifica di “mercato storico
di tradizione”, grazie alla quale è possibile
accedere a specifici contributi regionali.
Abbiamo partecipato al primo ed unico bando
emesso finora dalla Regione, con due progetti:
l'integrazione della dotazione tecnologica
delle piazze (nuove prese elettriche) e la
realizzazione di una segnaletica con l'articolazione
merceologia dei posteggi (il contributo regionale
è di circa 24.000,00 euro su un costo di
circa 60.000,00).
Spostarlo dal centro, dunque, implicherebbe
la perdita della qualifica e la conseguente
impossibilità di partecipare a futuri bandi
regionali. Non dimentichiamo inoltre che,
mentre nel corso dei giorni feriali senza
mercato, i passanti nel centro città sono
oltre 47.000, diventano 91.000 al sabato.
Dunque la presenza del mercato in centro
storico garantisce un afflusso di visitatori
di molto superiore ai giorni nei quali il
mercato non si svolge e che molti di essi
effettuano acquisti anche nei negozi di vicinato,
esercizi di somministrazione in primis. Il
gruppo di lavoro ha elaborato alcune ipotesi
fra loro alternative. A questo punto, l’Amministrazione
comunale, anziché presentare le proprie conclusioni
alle Associazioni di categoria del commercio,
ha preferito intraprendere la strada della
condivisione con gli operatori del settore
e le categorie economiche che li rappresentano,
richiedendo alle stesse di presentare, entro
il 10 settembre, una proposta elaborata congiuntamente,
per un successivo approfondimento, nella
consapevolezza che su tematiche importanti
e delicate ci debba essere il maggior confronto
possibile. Un’occasione importante, dunque,
che segue la logica del “fare sistema”e non
quella di far calare dall’alto una decisione
già assunta. Riteniamo che questo debba essere
il compito della politica, consigliere Bonali:
ascoltare, raccogliere proposte e indicazioni
e poi, fare sintesi decidendo. Questo però
non significa, consigliere, che l’Amministrazione
debba essere l’arbitro di contenziosi altrui:
verrebbe meno il suo ruolo di rappresentare
e tutelare gli interessi comuni. A nostro
parere, invece, Cremona non ha bisogno di
polemiche e di risse, spesso generate da
“sparate” approssimative e confuse sui giornali,
dettate più dalla necessità di apparire che
non da quella di approfondire e contribuire
a un dibattito costruttivo. Cremona e i suoi
operatori hanno bisogno di poter lavorare
in un contesto sereno, nel quale i vari soggetti,
secondo le proprie competenze, possano collaborare
tra loro cercando di costruire, insieme,
le condizioni e i presupposti migliori. E’
indubbio, infatti, che l’operazione, sebbene
riguardi tutti i cittadini, coinvolge, in
modo particolare, gli interessi dei commercianti,
dei quali è pertanto necessario conoscere
anticipatamente esigenze ed aspettative,
prima di decidere. Tale scelta si è rivelata
utile, in quanto si è avuta notizia che le
due Associazioni, raccogliendo l’invito dell’Amministrazione,
hanno avviato un confronto, che, al di là
dei risultati concreti che ne deriveranno,
non può che essere valutato positivamente.
Per quanto riguarda il quesito relativo alla
viabilità, tra le varie ipotesi allo studio,
vi è effettivamente anche quella di prevedere
modalità di accesso a piazza Marconi diversificate
nei giorni di mercato e negli altri giorni
della settimana.
Tale soluzione (che mira a consentire la
permanenza dei banchi in via Monteverdi)
non costituisce affatto una novità, in quanto
è la stessa che è stata praticata per anni,
fino all’apertura del cantiere di piazza
Marconi, senza che abbia mai creato “confusione”,
né nei cittadini, né nei visitatori esterni.
Si tratta, comunque, di un problema facilmente
superabile, attraverso un’adeguata segnaletica.
Si evidenzia che la sistemazione superficiale
di piazza Marconi, consente l'acceso e l'uscita
dal parcheggio sotterraneo secondo modalità
le più flessibili possibili. In particolare,
vengono sempre garantiti i collegamenti attraverso
via Bellaspa, via Bella Chioppella, via Tibaldi
e via Bellarocca; una volta completata, gli
accessi alla piazza avverranno da via Bellaspa,
mentre le uscite potranno avvenire da via
Tibaldi, Bella Chioppella e via Bellarocca.
Per quanto concerne via Monteverdi, costituirà
l'accesso privilegiato da corso Vittorio
Emanuele II, ma potrebbe essere soggetta
ai vincoli di transitabilità che si generano
dalla presenza del mercato bisettimanale
del mercoledì e del sabato. Il 7 agosto è
pervenuta una nota, firmata dagli ambulanti
che occupano attualmente via Monteverdi,
nella quale si sono dichiarati disponibili
ad eventuale spostamento in via Verdi, corso
Cavour e ricongiungimento con via Gramsci.
E’ pervenuta anche una nota da parte dei
residenti di via Tibaldi. Gli uffici hanno,
dunque, richiesto a KM un’ipotesi di ripensamento
dell’attuale percorso di mezzi pubblici.
Questa la risposta:
Al momento, dunque, ci sono delle criticità
ma la revisione complessiva del trasporto
pubblico, potrebbe essere un’occasione per
individuare altre soluzioni che possano,
comunque, garantire il mantenimento del servizio
in centro storico. Questo dunque il quadro
complessivo. Per concludere, mi permetto
di chiedere a lei, consigliere Bonali, quale
sia stato il suo contributo propositivo rispetto
a una serena soluzione del problema.
Il consigliere Daniele Bonali si è detto
non soddisfatto della risposta ottenuta.
Interrogazione presentata in data 20 settembre
2010 da consiglieri comunali vari del gruppo
consiliare Partito Democratico (primo firmatario
Annamaria Abbate) in merito ai nuovi parcheggi
a pagamento.
Premesso che in data 12 novembre 2003 il
Consiglio Comunale ha approvato il piano
esecutivo della sosta e della mobilità in
centro storico; vista la delibera di giunta
comunale n. 82 del 22 aprile 2010 “Modifica
della deliberazione di giunta comunale n.
376 del 30 dicembre 2009 a seguito dell’affidamento
a SABA Italia S.p.A. di aree di sosta a pagamento
in superficie ed all’individuazione delle
aree da destinare alla sosta a pagamento
dei veicoli”. Considerato che. In attuazione
a quanto previsto nell’articolo 13, comma
3.3 dell’Atto aggiuntivo alla Convenzione
del 25 marzo 2002 stipulata tra il Comune
di Cremona e SABA Italia S.p.A. per la progettazione,
realizzazione e gestione di un parcheggio
sotterraneo in piazza Marconi, SABA Italia
S.p.A. in data 3 maggio 2010 ha restituito
alla disponibilità del Comune di Cremona
il parcheggio in largo Emilio Priori di 210
auto di cui 5 per disabili; visto che l’AEM
gestirà 318 nuovi stalli con parchimetro
distribuiti in varie aree della città. Rilevato
che dal mese di agosto la Giunta sta rimandando
la decisione su di una delibera dal titolo
“Modifica della deliberazione di Giunta Comunale
n. 82 del 22 aprile 2010 a seguito dell’individuazione
di nuove aree a pagamento gestite da AEM
Cremona S.p.A.; sui giornali locali è uscita
la notizia dell’intenzione della Giunta di
trasformare le aree di sosta attualmente
libere a pagamento davanti alla Casa di Cura
San Camillo in via Mantova e in via Dante,
il Consiglio Comunale interroga la Giunta
e l’Assessore competente per sapere: se non
ritengono corretto, prima di qualunque decisione,
affrontare nelle sedi opportune Commissione
Mobilità e Consiglio Comunale, la revisione
del Piano della Sosta e della Mobilità; come
intendono compensare la riduzione dei posti
operata relativamente al futuro autosilo,
con la scelta di passare da quattro a due
piani e quali costi saranno a carico dei
cittadini cremonesi.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Francesco Zanibelli: Esiste un elaborato
di massima che è stato predisposto dai competenti
uffici comunali su indicazione della Giunta
(che ha esclusiva competenza su tale questione)
per verificare l’implementazione delle aree
di sosta. Tale elaborato sarà illustrato
nella competente commissione consiliare perché
vi è la volontà di una massima condivisione
di questa problematica che interessa tutti
i cittadini. In ogni caso non mi risulta
che siano stati tracciati posti a pagamento
davanti alla Casa di Cura di San Camillo.
La consigliera Annamaria Abbate si è detta
del tutto insoddisfatta della risposta ottenuta.
Interrogazione presentata in data 6 settembre
2010 dai consiglieri comunali del gruppo
consiliare Partito Democratico Caterina Ruggeri
e Alessia Manfredini circa il volume fotografico
per i 150 anni del Corpo di Polizia Municipale
di Cremona.
Presa visione nei giorni scorsi del volume
fotografico presentato il 20 maggio 2010
in occasione del 150° anniversario del Corpo
della nostra Polizia Municipale; considerato
il vuoto temporale tra la data di oggi e
quella della festa del Corpo; rilevato che
tra le immagini riprodotte ce ne sono alcune
che rappresentano un’idea distorta di degrado
urbano e altre che riportano saluti fascisti,
interrogano il Sindaco per conoscere: le
ragioni per le quali non è stata distribuita
copia ai Consiglieri Comunali e perché ad
altre persone sì; l’intero costo del volume
e del video allegato; quale idea di sicurezza
e di degrado urbano ha questa Giunta, viste
le immagini proposte nel volume circa il
lavoro della squadra antidegrado e visto
che sulle ronde e sui continui tagli alle
Forze di Polizia non dice più nulla; infine
chi ha deciso di inserire nel citato volume
l’immagine con il saluto fascista.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Alessandro Zagni: Confermo che il volume
non è stato ancora distribuito ai consiglieri
comunali per il solo fatto che, considerato
l’importante evento celebrato dalla Polizia
Municipale, era ed è tuttora intenzione di
questa Amministrazione e del Comandante di
presentare e consegnare il volume ad ogni
consigliere in una seduta di Consiglio appositamente
dedicata. A testimonianza di ciò, come scritto
e comunicato sul mensile n. 7 di settembre
(Cremona In Comune) a pag. 25 “gli incontri
istituzionali del Sindaco” si riporta che
il tema è stato calendarizzato per il prossimo
mese di dicembre. Il costo del volume e del
dvd allegato ammonta complessivamente ad
euro 8.812,72 (dvd 5.470,52 Euro – libro
3.342,20 Euro) interamente sponsorizzati
da AemCom per quanto riguarda la realizzazione
e dal quotidiano “La Provincia” di Cremona
per quanto riguarda la distribuzione gratuita
in allegato al quotidiano medesimo. Il volume,
curato interamente, in piena libertà ed autonomia,
dal Comando della Polizia Municipale, è una
pubblicazione di immagini fotografiche conservate
nell’archivio fotografico del Comando stesso
che attraversa tutti i periodi temporali
dalla nascita del Corpo fino ad oggi. Si
succedono gli eventi storici e le manifestazioni
che negli anni hanno visto coinvolta la Polizia
Municipale, proponendo, anche, le ultime
immagini relative alla neonata squadra antidegrado
(riportando nello specifico solo una parte
dei molteplici interventi realizzati dalla
squadra, previo consenso raccolto dalle parti
coinvolte che si sono gentilmente prestate
a farsi fotografare per l’occasione). Nello
specifico, i controlli riprodotti fanno parte
del normale lavoro quotidiano di contrasto
all’abusivismo commerciale, ne più ne meno.
La foto del saluto fascista, così come specificato
e commentato correttamente nel testo, riguarda
la visita della Regina Margherita a Cremona
nel lontano 3 luglio 1925. Nel fotogramma
compare il vigile Capellini Giuseppe. Il
Comando, per precisa puntualizzazione del
Comandante stesso, ha voluto realizzare la
pubblicazione al solo scopo celebrativo,
senza alcuna paventata regia di natura politica,
ripercorrendo attraverso immagini storiche
le vicende e le manifestazioni che hanno
visto presenti i vigili della nostra città.
Infine, gentile consigliere Ruggeri, ci tengo
a concludere con un paio di considerazioni.
In ogni suo intervento, sia in Consiglio
comunale che sui giornali, da 15 mesi a questa
parte non perde occasione per ripercorrere
la sua esperienza all’Assessorato, ricordandoci
le sue iniziative e le reazioni che queste
provocavano, sembra quasi un processo di
rielaborazione della sconfitta che fatica
a concludersi. Sommessamente, le ricordo
che questa sua esperienza è terminata da
tempo, tra l’atro per mano della sua stessa
coalizione prima ancora che per scelta elettorale
dei cremonesi. La sprono, quindi, a voltare
pagina. Lasciamoci alle spalle i rancori,
il desiderio di vendetta e le sparate ideologiche,
cerchiamo, piuttosto, tutti insieme, di elaborare
nuove politiche per la sicurezza urbana e
per l’attività della Polizia Municipale.
Proposte che siano utili alla città e non
si debbano necessariamente ricollocare sotto
l’una o l’atra bandierina. La sicurezza urbana
non ha colore politico, non è né rossa né
verde. L’aspra battaglia contro i lavavetri
è una iniziativa voluta dal sindaco di Firenze
ed una dura ordinanza anti prostituzione
è stata firmata dal sindaco di Piacenza,
solo per citare due esempi. Spero, quindi,
che da qui in avanti si possa procedere secondo
questa nuova impostazione, altrimenti finiremo
per allontanarci sempre di più dai problemi
quotidiani di coloro che in questa aula noi
rappresentiamo.
La consigliera Caterina Ruggeri si è detta
non soddisfatta della risposta ottenuta.
Mozione presentata in data 16 settembre 2010
da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare
Partito Democratico (primo firmatario Caterina
Ruggeri) in ordine al ripristino dell’omaggio
floreale ai matrimoni civili.
Premesso che il Comune di Cremona in occasione
dei matrimoni civili ha da sempre cercato
di rendere accoglienti i propri spazi, con
musica, omaggi e con un bel mazzo di fiori
alla sposa; riconosciuto che questi gesti
attenti e gentili, sono stati apprezzati
e riconosciuti come segno di rispetto per
la scelta di una celebrazione civile; preso
atto della decisione di questa Amministrazione
di non donare più i fiori alla sposa per
problemi di bilancio; considerato che prima
di rinunciare all’omaggio floreale si potevano
trovare soluzioni meno rinunciatarie , invita
il Sindaco e la Giunta a ripristinare in
tempi rapidi l’omaggio floreale alla sposa,
mantenendo così intatti i gesti di cortesia
e di accoglienza che sono da sempre patrimonio
del nostro Comune.
La mozione è stata ritirata in quanto l’omaggio
floreale ai matrimoni civili, su disposizione
del sindaco, è stato ripristinato.
Ordine del giorno presentato in data 20 settembre
2010 da consiglieri comunali vari del gruppo
consiliare Partito Democratico (primo firmatario
Alessia Manfredini) con cui si chiede di
predisporre un piano di riqualificazione
di viale Po.
Viale Po costituisce da sempre un simbolo
per la città, un biglietto da visita di Cremona
essendo una delle principali porte d’accesso
per chi arriva a Cremona, frutto del progetto
dell’arch. Luigi Voghera, pensato in termini
paesaggistici e romantici: uno stradone affiancato
da quattro filati di platani destinato a
diventare la sede preferita del passeggio
cittadino; collega il centro città con il
principale polmone verde della città, con
le società canottieri e con la rete ciclabile
del piacentino. Da tempo il viale è un’importante
arteria stradale caratterizzata da forti
flussi di traffico veicolare e la sua funzione
coreografica è in parte venuta meno a causa
della sosta spesso selvaggia tra la pista
ciclabile e quella pedonale, delle malattie
che hanno portato al taglio di diversi platani
malati e pericolosi ed ultimamente anche
per un degrado piuttosto rilevante delle
siepi che fiancheggiano la sede stradale.
Alla luce della attuale situazione il Consiglio
comunale impegna la Giunta a garantire una
costante manutenzione del verde: alberi ed
aiuole; a intervenire velocemente per il
ripristino della siepe che così come è ridotta
da una pessima immagine a chi entra in città;
ad abbattere accuratamente solo le piante
la cui alberatura abbia una condizione patologica
degenerativa irreversibile e possa essere
un pericolo per la pubblica incolumità; a
ripristinare il pieno funzionamento della
fontana di piazza Cadorna; a predisporre
un piano di riqualificazione di viale Po
per parcheggia, pista ciclabile, pista pedonale
e arredo urbano coinvolgendo i residenti
del quartiere.
Dopo l’illustrazione dell’ordine del giorno
da parte della consigliera Alessia Manfredini,
è intervenuto il consigliere Carloalberto
Ghidotti (Popolo della Libertà), che ha proposto
di trasformare l’ordine del giorno in raccomandazione
e di trattare nella competente commissione
consiliare l’intera riqualificazione di viale
Po, quindi il consigliere Giovanni Ferraroni
(Lega Nord). Ha infine preso la parola l’assessore
ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli: per
quanto concerne la manutenzione costante
del viale Po, con particolare riferimento
alla manutenzione degli alberi e delle aiuole,
si conferma che gli interventi sono all’interno
della programmazione annuale e vengono regolarmente
eseguiti con frequenza appropriata; per quanto
concerne il ripristino della siepe si segnala
che nel passato si è più volte ripiantumata
la parte mancante, con esiti negativi legati
alla struttura dell’aiuola stessa (scarsa
quantità di terra e mancanza dell’impianto
di irrigazione), ma anche all’incuria della
gente (costante calpestio) ed ai danni provocati
dagli incidenti automobilistici. L’intervento
risolutore potrà essere affrontato nell’ambito
di un progetto generale di riqualificazione
che permetta la realizzazione di aiuole protette
e dotate degli impianti necessari; per quanto
concerne gli abbattimenti si conferma che
gli stessi vengono effettuati solo ed esclusivamente
su ordinanza regionale in quanto trattasi
di platani la cui gestione è vincolata alla
osservanza di norme regionali ben precise.
Attualmente sono da abbattere tre grossi
platan, operazione che verrà affrontata tra
dicembre e febbraio così come prescrive la
citata norma regionale. La fontana di piazza
Cadorna è in condizione di stand-by e può
essere attivata in qualsiasi momento. Per
quanta riguarda il piano di riqualificazione
di viale Po, questa Amministrazione ha inserito
il progetto nell’ambito del Piano delle Opere
Pubbliche per poter avviare lo studio di
fattibilità e le relative progettazioni.
La consigliera Alessia Manfredini, alla fine,
ha ritirato l’ordine del giorno accogliendo
l’invito del collega Ghidotti di discutere
in sede della competente commissione consiliare
la riqualificazione di viale Po.
Ulteriore modifica e integrazione al piano
delle alienazioni e delle valorizzazioni
d’immobili facenti parte del patrimonio comunale
per l’anno 2010.
Il Consiglio Comunale (con il voto contrario
degli esponenti del Partito Democratico,
dell’Italia dei Valori, di Cremona per la
Libertà e l’astensione del consigliere Santo
Canale) ha approvato le seguenti modifiche
ed integrazioni al piano delle alienazioni
e delle valorizzazioni d’immobili facenti
parte del patrimonio comunale per l’anno
2010:
Il punto A1) FABBRICATI – 4 – è così riformulato:
Cabina AEM n. 19 di via Fabio Filzi - € 3.500,00,
con relativa servitù di passaggio su accesso
privato, utilizzata da A.E.M. Conferimento
diretto ad AEM S.p.A. con trattativa privata.
Il punto A1) FABBRICATI – 6 – è così riformulato:
Centro Sportivo al Po, costituito da: spogliatoi
calcio e pattinaggio, piscina coperta collegata
alla piscina scoperta, piscina per bambini,
piscina a copertura mobile, campo di calcio
Po 1, campo di calcio Po 3, bocciodromo.
euro 11.000.000,00. Gli impianti sono costituiti
da aree attrezzate e da fabbricati funzionali
alle attività svolte, in quanto parte del
suo patrimonio indisponibile e pertanto assoggettati
al regime demaniale, possono essere ceduti,
dietro corrispettivo e con vincolo di destinazione
a pubblico servizio, esclusivamente a società
patrimoniali interamente comunali il cui
capitale è per legge incedibile, nella fattispecie
ad A.E.M. Cremona S.p.A. Il valore di massima
è indicato ai solo fini programmatori. La
cessione sarà pertanto convenuta con A.E.M.
Cremona S.p.A. mediante procedura negoziata.
Al punto A1) FABBRICATI è aggiunto un ulteriore
punto, il n. 9, come di seguito:
Immobile commerciale di via Nino Bixio 8-10
euro 490.000,00 Superficie lorda vendibile
mq. 392. L’immobile è attualmente in comodato
alla Forneria Pasticceria Caffè Boldori di
Ronchini Guido & C. SNC. Il contratto
di comodato prevede prelazione a favore del
comodatario in caso di vendita. L’immobile
rappresenta una porzione della cascina Riposo
Gerevini pervenuta al Comune a seguito di
procedura espropriativa con accordo bonario
nell’ambito della realizzazione della cosiddetta
zona 4 di 167/62 per la realizzazione di
ERP e una sede di associazione. L’immobile
ha una sua autonomia catastale, fa eccezione
il tetto, che è comune al restante fabbricato.
L’attuale comodatario ha avanzato richiesta
d’acquisto e a tal fine sono state effettuate
verifiche con esito positivo riguardo alla
alienabilità del bene stante la provenienza.
Per la scelta del contraente si procederà
con asta pubblica ma con diritto di prelazione
a favore dell’attuale comodatario.
La modifica e l’integrazione approvate hanno
motivazioni per un verso non dissimili da
quelle che hanno portato all’approvazione
dell’originario piano: non mutano la cornice
normativa e regolamentare e le fonti normative
di riferimento.
E’ opportuno modificare la modalità di alienazione
prevista a mezzo di asta pubblica in quanto
la cabina elettrica n. 19 è da qualche tempo
riutilizzata da A.E.M. S.p.A. come tale.
Si procederà pertanto a conferire l’immobile
ad AEM S.p.A. a mezzo di trattativa privata.
Il vigente piano prevede la vendita del Centro
Sportivo al Po, costituito da un elenco complesso
di beni, del valore di massima di euro 11.000.000,00.
L’Amministrazione intende concedere con procedura
negoziata ad un soggetto interessato e idoneamente
individuato alcuni beni facenti parte del
Centro Sportivo stesso. Essi pertanto vanno
stralciati dal piano. I beni da stralciare
sono: 4 campi da tennis e relativi spogliatoi,
pista ex-skate, campo di calcetto. Per questi
beni si valuta un valore di massima di euro
714.590,00. Pertanto, conseguentemente al
suddetto stralcio, è necessario ridefinire
i beni del Centro Sportivo al Po che si vogliono
alienare. Peraltro, considerato che il valore
precedente allo stralcio era indicato di
massima in euro 11.000.000,00 ed ai soli
fini programmatori, anche stralciando i beni
suddetti per un valore di massima di euro
714.590,00 si può confermare in euro 11.000.000,00
il valore di massima dei restanti beni da
alienare nel Centro Sportivo al Po: invero,
il valore dei beni stralciati è minimo rispetto
al valore originario e - si ripete - i valore
sono indicati ai soli fini programmatori.
Infine, una rinnovata valutazione della situazione
patrimoniale immobiliare del Comune nonché
dell’ opportunità di alienare o di concedere
in uso parte di esso, ha condotto a ritenere
opportuna più l’alienazione della concessione
in uso dell’immobile di via Nino Bixio 8-10.
Variazioni al Bilancio di Previsione 2010.
Conseguenti modifiche alla Relazione Previsionale
e Programmatica ed al Bilancio Triennale
2010/2012 – 2° provvedimento generale.
In base alle necessità derivanti dalla gestione,
nonché per minori entrate derivanti da minori
proventi per il rilascio di permessi a costruire,
si rende necessario provvedere alle modifiche
degli stanziamenti. A conclusione del percorso
istruttorio, acquisiti i pareri espressi
dagli organi competenti, sentito l’assessore
al Bilancio Roberto Nolli, il Consiglio Comunale
(con il voto contrario degli esponenti del
Partito Democratico, dell’Italia dei Valori,
di Cremona per la Libertà e l’astensione
dei consiglieri Giancarlo Schifano e Santo
Canale) ha approvato le variazioni al Bilancio
di Previsione 2010 per complessivi - € 71.000,00
e ha dato atto che il Bilancio di Previsione
2010 presenta i seguenti nuovi totali generali:
COMPETENZA
ENTRATA € 127.679.200,00=
SPESA € 127.679.200,00=
===============
e che si intendono corrispondentemente variati
la Relazione Previsionale e Programmatica
ed il Bilancio Pluriennale 2010/2012. E’
stato atto della parziale modifica della
Relazione Previsionale e Programmatica relativamente
all’individuazione dei responsabili dei progetti,
atto che le seguenti variazioni di Bilancio
rispettano l’obiettivo del patto di stabilità.
Sono attuate le modalità per il rispetto
del pareggio finanziario e degli equilibri
stabiliti per la copertura delle spese correnti
e per il finanziamento degli investimenti,
nel rispetto del mantenimento della veridicità
ed attendibilità del sistema di bilancio.
Verifica degli equilibri generali del Bilancio
di Previsione 2010 e ricognizione dello stato
di attuazione dei programmi, ai sensi dell’art.
193 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000
n. 267.
La normativa prevede di effettuare la ricognizione
sullo stato di attuazione dei programmi,
dando atto del permanere degli equilibri
generali di bilancio o, in caso di accertamento
negativo, adotta contestualmente i provvedimenti
necessari per il ripiano degli eventuali
debiti fuori bilancio, per il ripiano dell’eventuale
disavanzo di amministrazione risultante dal
rendiconto approvato e, qualora i dati della
gestione finanziaria facciano prevedere un
disavanzo, di amministrazione o di gestione,
per squilibrio della gestione di competenza
o dei residui, adotta le misure necessarie
a ripristinare il pareggio. A conclusione
del percorso istruttorio, acquisiti i pareri
favorevoli espressi dagli organi competenti
e sentito l’assessore al Bilancio Roberto
Nolli, il Consiglio Comunale (con il voto
contrario degli esponenti del Partito Democratico,
dell’Italia dei Valori, di Cremona per la
Libertà e l’astensione dei consiglieri Giancarlo
Schifano e Santo Canale) ha dato atto che,
sulla base delle attuali conoscenze e normative,
l’andamento della gestione del Bilancio Preventivo
2010, non fa prevedere situazioni di squilibrio
e, pertanto, permanendo gli equilibri generali,
non si rende necessaria l’adozione di alcun
provvedimento; ha dato atto altresì dello
stato di attuazione dei programmi; ha dato
atto, inoltre, che resta salva la successiva
adozione di eventuali opportuni provvedimenti
di modifica al Bilancio Preventivo 2010,
qualora si rendessero necessari in relazione
all’andamento della gestione; ha dato atto
infine che non risultano debiti fuori bilancio.
Verrà comunque dato seguito al monitoraggio
e verifica costante degli equilibri generali
di bilancio e dello stato di attuazione dei
programmi.
Approvazione degli atti fondamentali dell’Azienda
Speciale Comunale “Cremona Solidale”.
L’art. 21 dello Statuto dell’Azienda Speciale
Comunale “Cremona Solidale” stabilisce che
gli atti fondamentali deliberati dal Consiglio
di Amministrazione dell’Azienda medesima
debbano essere approvati dal Consiglio Comunale
del Comune di Cremona, ai sensi di quanto
disposto dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento
degli Enti Locali. A conclusione del percorso
istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli
espressi dagli organi competenti, sentito
l’assessore ai Servizi Sociali Luigi Amore,
e dopo la relazione del presidente del consiglio
di amministrazione di “Cremona Solidale”,
Fabrizio Ruggeri, al termine di un breve
dibattito (che ha visto intervenire i consiglieri
Annamaria Abbate, Partito Democratico, Luca
Grignani, Popolo della Libertà e Domenico
Maschi, Popolo della Libertà, che ha presentato
il seguente emendamento: relativamente al
disavanzo d’esercizio 2009 da’ indirizzo
all’Azienda Cremona Solidale a coprire la
perdita dell’esercizio 2009 ricorrendo alle
riserve di capitale disponibili nel patrimonio
netto dell’Azienda stessa) approvato all’unanimità)
e Giancarlo Schifano, Italia dei Valori,
il Consiglio Comunale ha approvato (con l’astensione
di tutti i consiglieri della minoranza) i
seguenti atti fondamentali dell’Azienda Speciale
Comunale Cremona Solidale: Piano Programma
per l’anno 2010; Bilancio di previsione annuale
2010 corredato da relativa relazione accompagnatoria;
Contratto di servizio per l’anno 2010; Bilancio
di previsione pluriennale anni 2010–2012
corredato da relativa relazione accompagnatoria;
Bilanci di esercizio. Si veda al seguente
link: http://documenti.comune.cremona.it/advanced/ustampa/azsolidale2010.pdf
Ordine del giorno presentato in data 15 settembre
2010 da consiglieri comunali vari del gruppo
consiliare Partito Democratico (primo firmatario
Maura Ruggeri) con cui si chiede che il Consiglio
Comunale venga periodicamente aggiornato
in ordine alla scelte ed alle strategie della
Fondazione Città di Cremona.
Premesso che alcuni interventi da parte dei
consiglieri nelle commissioni congiunte bilancio/vigilanza
del 2 settembre scorso hanno sollevato questioni
in ordine al ruolo della Fondazione città
di Cremona che attendono risposte e conferme;
la scelta di dar vita ad una unica fondazione,
nata dalla fusione delle due IPAB cittadine
(ex ECA e Soldi) e dalla loro successiva
trasformazione in un’unica fondazione, nasce
da un preciso indirizzo che sta alla base
anche della legge regionale di riforma delle
IPAB: valorizzare questi soggetti inserendoli
pienamente nella rete del welfare locale;
il modello realizzato a Cremona interpreta
questo indirizzo separando le gestioni dei
servizi (assegnata ad una azienda speciale
comunale) dalla gestione patrimoniale; la
triangolazione che si genera assegna alla
Fondazione il compito di valorizzare il patrimonio
destinando gli utili a fini sociali, in forma
indiretta e diretta con particolare riguardo
alla filiera dei servizi destinati agli anziani
ed ai disabili, all’azienda speciale il compito
di centro gestionale, mentre al Comune competono
compiti di indirizzo, di regia e di garanzia
dell’intero sistema; il modello su cui si
fonda l’idea della fondazione come cassaforte
del welfare locale, non si basa su vincoli
giuridici ma sulla condivisione progettuale.
Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale
impegna il Sindaco e la giunta affinché sia
confermato il modello vigente e rafforzato
il ruolo di indirizzo e governo del Comune
non come espressione di un vincolo giuridico
ma come precisa scelta politica, pertanto
siano evitate articolazioni funzionali che,
pur compatibili con lo statuto, per loro
natura rendono più difficile garantire la
costante rendicontazione pubblica delle operazioni
di valorizzazione patrimoniale intraprese
dalla Fondazione; sia direttamente il Sindaco,
data la particolare natura della Fondazione,
a farsi garante, nei confronti della città,
della trasparenza e della coerenza delle
operazioni svolte dalla Fondazione con la
mission che le è stata assegnata, avocando
a sé la delega dei rapporti con la Fondazione
sotto tutti gli aspetti, compresi quelli
finanziari; il Consiglio Comunale venga periodicamente
aggiornato in ordine alle scelte ed alle
strategie della Fondazione ed abbia l’opportunità,
attraverso momenti specifici di confronto
nelle commissioni, di prendere visione del
bilancio preventivo e consuntivo della Fondazione,
anche se non previsto espressamente dallo
statuto.
Dopo l’ampia illustrazione dell’ordine del
giorno da parte della consigliera Maura Ruggeri,
sono intervenuti i consiglieri Luca Grignani
(Popolo della Libertà); Mauro Fanti (Partito
Democratico); Giancarlo Schifano (Italia
dei Valori); Domenico Maschi (Popolo della
Libertà) che ha presentato, a nome della
maggioranza, un emendamento in sostituzione
della parte finale del dispositivo, a partire,
da “tutto ciò premesso” fino alla fine del
documento nel modo seguente: il Consiglio
Comunale impegna il Sindaco e la Giunta affinché
sia rafforzato il ruolo di indirizzo e di
governo del Comune; il Consiglio Comunale
venga periodicamente aggiornato in merito
alle strategie di tutto il sistema del welfare
locale ed abbia l’opportunità, attraverso
momenti specifici di confronto nelle commissioni,
di prendere visione dei bilanci anche se
non previsti espressamente dagli statuti,
Gian Carlo Corada (Partito Democratico);
Italico Maffini (Lega Nord); Ferdinando Quinzani
(Cremona per la Libertà); Angelo Zanibelli
(UDC); Annamaria Abbate (Partito Democratico);
Daniele Soregaroli (Partito Democratico).
Il dibattito si è chiuso con l’intervento
del sindaco Oreste Perri: L’ordine del giorno
presentato dai Consiglieri Maura Ruggeri,
Annamaria Abbate e Gian Carlo Corada, riguarda
alcune specifiche questioni relative alla
gestione della Fondazione Città di Cremona,
ma nel contempo offre l’occasione per condividere
con il Consiglio Comunale una riflessione
sul quadro più complessivo del welfare cremonese,
settore complesso e cruciale nel quale l’assessore
Amore sta lavorando con competenza e con
un’opera puntuale e discreta. Questa Amministrazione
condivide gli assetti di base e il modello
vigente di welfare locale che vede la Fondazione
Città di Cremona in un ruolo centrale, sia
nei confronti del Comune, sia nei confronti
dell’Azienda “Cremona Solidale”, non escludendo
la possibilità di apportare modifiche di
natura giuridica che possano meglio corrispondere
agli obiettivi del sistema, apportandovi
così benefici di varia natura. Il problema
posto, dunque, è più generale e comprende
i rapporti tra Fondazione Città di Cremona
e Azienda Cremona Solidale che, nello specifico,
anche a causa della condizione complessiva
ereditata, ha intrapreso una strada nuova
di risanamento del proprio bilancio da una
parte, e di proposta di nuovi servizi sociali
e sanitari intermedi dall’altra. In un prossimo
Consiglio comunale il presidente Fabrizio
Ruggeri relazionerà sul nuovo corso dell’Azienda.
Comprende anche la situazione complessiva
dei servizi sociali che oggi, dopo un percorso
condiviso, sarà sottoposta all’attenzione
del Consiglio comunale per l’approvazione
del rispettivo regolamento all’accesso dei
servizi. Pur nella riconosciuta necessità
di affinare meccanismi di concertazione nella
distribuzione delle risorse, la Fondazione
stessa, come noto, ha confermato nell’anno
in corso tutti gli impegni programmati, sia
in relazione agli investimenti destinati
all’Azienda Cremona Solidale in termini di
valorizzazioni patrimoniali e di sostegno
alla gestione, sia per quanto riguarda le
risorse direttamente convogliate per l’attuazione
delle politiche sociali del Comune. Ricordo
che le “Linee di mandato” di questa Amministrazione,
nell’ambito del programma riferito alla Solidarietà
e politiche per la famiglia, prevedono una
linea di intervento finalizzata a (cito letteralmente)
coordinare gli investimenti con la Fondazione
Città di Cremona per implementare la qualità
e la quantità dei servizi offerti dall’Azienda.
Pertanto perseguiamo la strada di sostenere
interventi caritativi e solidali sempre più
efficaci verso le situazioni di bisogno che
si configurano spesso nelle cosiddette “nuove
povertà”, generate dai cambiamenti e dalle
cruciali problematiche lavorative e familiari
che investono il tessuto sociale ed economico
anche della nostra città. In un’epoca di
globalizzazione, anche economica, anche la
carità presenta molteplici volti. Accanto
al povero che ancora tende la mano fuori
da una chiesa o per strada, è il fare assistenza
che oggi è diverso, per cui anche le Istituzioni
si devono attrezzare e adeguare al nuovo,
e “inventare” nuove strategie giuridiche
oltre che tecniche, per far fronte ai nuovi
bisogni. Dunque è necessario realizzare un
ottimale utilizzo delle risorse, del patrimonio,
nella fattispecie di quelli della Fondazione
Città di Cremona, servendosi anche degli
strumenti che oggi la finanza mette a disposizione
per creare una più sicura redditività. Questo
non significa operare in senso speculativo
né di conseguenza tradire lo spirito più
autentico della Fondazione al quale ci manteniamo
pienamente fedeli. Lo stesso statuto vigente
recita che la Fondazione può svolgere, nei
limiti stabiliti dalla legge, ogni attività
economica, finanziaria e patrimoniale, mobiliare
e immobiliare ritenuta necessaria, utile
o opportuna per il raggiungimento delle finalità
statutarie. Inoltre può costituire o partecipare
a società di capitali o a enti diversi da
società che svolgano in via strumentale attività
diretta al perseguimento degli scopi statutari.
Su tali presupposti, l’ipotesi presa in considerazione
già nel 2008 (ma non ancora formalmente attuata)
di creare un’articolazione funzionale della
Fondazione in termini di una società di capitale
con specifici vincoli di scopo, ha la finalità
di individuare uno strumento tecnico (giuridicamente
attivabile, secondo l’autorevole parere dei
consulenti interpellati) orientato ad una
gestione operativa che possa permettere di
garantire il raggiungimento di molteplici
vantaggi a beneficio dell’intera comunità
amministrata. Riguardo alla richiesta avanzata
nell’ordine del giorno che il Sindaco si
impegni “a farsi garante nei confronti della
città della trasparenza e della coerenza
delle operazioni svolte dalla Fondazione
con la mission che le è stata assegnata”,
intendo qui rimarcare che il Sindaco è già
garante, per suo ruolo istituzionale, delle
azioni dei soggetti di diretta emanazione
dell’ente comunale. Per questo, se si frappongono
ostacoli o si evidenziano limiti nella possibilità
di espletare pienamente tale funzione (e
voglio sottolineare che la vicenda Fodri
li ha fatti affiorare), la strada che ho
sempre seguito fino ad ora, e che continuerò
a seguire, è quella di intervenire personalmente
sia direttamente che avvalendomi delle competenze
degli assessori e funzionari di riferimento.
In tale contesto mi impegno a verificare
tutte le opzioni, le soluzioni di natura
tecnico-giuridica utili per realizzare un
pieno raccordo fra la Fondazione e l’Amministrazione,
al fine di corrispondere al compito fondamentale
di entrambi i soggetti, che è quello di servire
il territorio. Per giungere a ciò, si rende
necessario un approfondimento giuridico accurato,
non frettoloso ma adeguatamente proposto
e pensato, i cui esiti saranno oggetto di
un confronto nella sede del Consiglio comunale
oltre che delle altre sedi istituzionali
deputate (commissioni consiliari), a conferma
della condivisione che sempre cerco e attuo,
nei limiti delle competenze di ciascuno.
A tal riguardo ricordo anche che, come già
comunicato ufficialmente al presidente del
Consiglio, è mia ferma intenzione procedere
a una convocazione periodica dei rappresentanti
delle Aziende e delle Fondazioni facenti
capo al Comune innanzi al Consiglio comunale,
al fine di rappresentare strategie e attività.
Di tale forma di relazioni posso farmi personalmente
garante in termini di massima trasparenza,
quale primo raccordo istituzionale tra l’organo
sovrano, il Consiglio, e gli enti operativi
del Comune. Accolgo quindi la richiesta avanzata
nell’ultimo punto dell’ordine del giorno
in esame, che non posso che condividere.
Vengono fatte da parte della minoranza invocazioni
alla trasparenza; eppure non abbiamo fatto
altro che continuare il cammino sulla strada
giuridica e amministrativa seguita anche
dalle precedenti amministrazioni. Tutti dobbiamo
sentirci responsabili del mantenimento dell’importanza
e del prestigio della Fondazione Città di
Cremona, e a ciò non giovano certo strumentalizzazioni
di ogni sorta di notizie o di fatti. Conclusa
la dichiarazione del sindaco la consigliera
Maura Ruggeri non ha accolto l’emendamento
proposto dalla maggioranza. Sono quindi seguite
le dichiarazioni di voto al termine delle
quali i consiglieri sono stati chiamati ad
esprimersi sull’ordine del giorno che è stato
respinto (hanno votato a favore tutti gli
esponenti della minoranza, si è astenuto
il consigliere Santo Canale).
Approvazione del regolamento unitario per
l’accesso ai Servizi Sociali Comunali.
L’argomento è stato illustrato dall’assessore
ai Servizi Sociali Luigi Amore: La proposta
di regolamentazione unitaria dell’accesso
ai servizi sociali del Comune di Cremona
costituisce il risultato finale del percorso
di qualificazione del sistema integrato dei
servizi. La necessità di riorganizzare strutturalmente
il sistema dei servizi comunali, ha origine,
nel 2007,con la precedente Amministrazione
a seguito delle novità che, all’interno del
nostro sistema di servizi erano state determinate
da: la nascita di Cremona Solidale ( nel
2004) che, al di là delle scelte legate alla
persona giuridica definita, avevano considerato
la prospettiva del polo gestionale unico
di tipo comunale; la parallela esperienza,
partita alla fine del 2002 con il Primo Piano
di Zona, di valorizzare le competenze del
Terzo Settore nella produzione dei servizi,
riqualificando in modo centrale per l’ente
pubblico le competenze programmatorie e la
determinazione dei criteri per l’accesso
alle prestazioni e alla valutazione sociale.
I nodi da sciogliere sono stati molti per
evitare che anche in contesti ricchi di servizi
sociali e sociosanitari come Cremona, sia
sempre centrale la correlazione tra valutazione
delle necessità e definizione delle risposte,
con un uso non sempre adeguato delle risorse,
contenendo al massimo delle possibilità le
disuguaglianza. La scommessa consiste nel
«ripartire dai poveri»: vale a dire applicare
seriamente il principio di equità sociale
e di universalismo selettivo, mettendo al
centro degli interventi di sostegno le persone
più fragili. Offrire risposte adeguate a
chi ha bisogno senza aumentare la spesa complessiva
per la protezione sociale è una sfida possibile,
se i centri di responsabilità interessati
- istituzionali e sociali - sapranno affrontare
il problema in termini di autentica collaborazione.
Riorganizzare i servizi in funzione dei livelli
essenziali ha introdotto in modo sistematico
la capacità di tutela dei diritti delle persone.
La vera tutela dei diritti avviene quando
le risposte sono erogate a chi ne ha bisogno,
in modo efficace. Questo significa capacità
di valutazione del bisogno e, prima ancora,
di selezionare i bisogni meritevoli di tutela
sociale. Per fare questo è necessaria una
base tecnica, professionale perché lo sforzo
di solidarietà si trasformi in risposta efficace
ai bisogni e in giustizia a tutela dei più
deboli.
Il 2007 e il 2008 sono stati quindi gli anni
dell’analisi dei servizi sia distrettuali
che comunali e della loro configurazione:
il coinvolgimento di Fondazione Zancan di
Padova è stato infatti finallizzato all’approfondimento
e all’analisi della condizione esistente
per un successivo riordino dell’accesso.
Si è presa in esame la mappa degli atti esistenti
nel Distretto, approvati dai 46 Comuni.
Se l’analisi ha coinvolto l’intero distretto
sociale, il prodotto e la necessità di un
riordino appare prioritaria in particolare
per il Comune di Cremona in particolare per
la complessità della struttura dei servizi
sociali comunali, rispetto ai piccoli Comuni;
la spesa sociale messa in campo dal comune
di Cremona; la necessità di riordinare la
spesa sociale, in riferimento alla recente
normativa nazionale e regionale in materia;
la semplificazione delle modalità di accesso
e l’introduzione di strumenti valutativi
più equi. La nuova Amministrazione si è quindi
trovata di fronte ad uno scenario la cui
complessità richiedeva immediatamente scelte
e decisioni importanti riguardanti la configurazione
del sistema di welfare futuro.
Perché quindi un nuovo “regolamento” e perché
la scelta di pensarlo in forma “Unitaria”?
La scelta d’introdurre una regolamentazione
unitaria per l’accesso ai servizi produce
l’opportunità di superare la pluralità dei
percorsi e dei regolamenti attualmente in
vigore per i singoli servizi e alle singole
prestazioni, con un unico percorso e Regolamento
per l’accesso al sistema, propedeutico all’erogazione
delle risorse presenti sul territorio. Risponde
inoltre a indicazioni non solo introdotte
dalla legge 328/00 ma anche dalla più recente
legge regionale n. 3 del 2008.
A partire dall’inizio dell’anno si è condiviso
l’intero percorso con la Commissione consiliare
Affari Sociali ed il terzo settore. In particolare
da febbraio ad oggi sono state convocate
cinque commissioni consiliari a cui hanno
sempre fatto seguito momenti di raccordo
con i sindacati CGIL, CISL e UIL. Con questi
ultimi inoltre si è condiviso il contenuto
che assumerà, nelle prossime settimane, il
valore di un formale accordo istituzionale.
L’approfondimento delle parti del documento
del regolamento ha inoltre richiesto l’attivazione
di uno specifico gruppo di lavoro a cui hanno
preso parte, oltre che i responsabili indicati
dal settore affari sociali, anche esponenti
sia della minoranza che della maggioranza
del Consiglio comunale. Nuovo Regolamento
come tappa di un percorso di qualificazione
dei servizi sociali significa: migliorare
l’offerta di servizi ed interventi rispetto
ai bisogni; utilizzare in modo più appropriato
le risorse, nella prospettiva di definizione
dei livelli essenziali di assistenza.
Regolamento unitario significa: sostituire
la pluralità dei percorsi (e di ben 20 regolamenti)
di accesso ai singoli servizi e alle singole
prestazioni con un unico percorso (e unico
regolamento) di accesso al sistema, propedeutico
all’erogazione delle risposte disponibili
sul territorio. Ciò permette di garantire
equità di accesso, trasparenza dell’azione
amministrativa, governo del sistema dei servizi,
in un’ottica di valorizzazione degli strumenti
professionali e amministrativi del servizio
comunale.
Qual è il ruolo del Comune di Cremona nel
caso dei servizi accreditati? Il Comune contribuisce
alla valutazione multidimensionale del bisogno
ai fini dell’accesso al servizio accreditato.
Il Comune verifica l’eventuale necessità
di una presa in carico comunale per integrare
le spese sostenute da parte della persona
per la fruizione del servizio accreditato
(cioè “il Comune valuta la sussistenza o
meno dei requisiti socio economici che determinano
la compartecipazione del comune al pagamento
della retta a carico dell’utente che non
ha sufficienti disponibilità economiche”).
La normativa regionale sui criteri di valutazione
della capacità economica. Art. 8, Lr. 3/2008:
“Le persone che accedono alla rete partecipano,
in rapporto alle proprie condizioni economiche,
così come definite dalle normative in materia
di Indicatore della situazione economica
equivalente (ISEE) e nel rispetto della disciplina
in materia di definizione dei livelli essenziali
di assistenza, alla copertura del costo delle
prestazioni mediante il pagamento di rette
determinate secondo modalità stabilite dalla
Giunta regionale, previa consultazione dei
soggetti di cui all’art. 3 e sentita la competente
commissione consiliare. Partecipano altresì
i soggetti civilmente obbligati secondo le
modalità stabilite dalle normative vigenti”.
Nel sistema dei servizi esistenti questo
significa: regolamentare l’accesso agli interventi
erogati dal Comune, direttamente o tramite
enti convenzionati, di cui l’ente locale
è diretto responsabile, in termini organizzativi
ed economico-finanziari; disciplinare anche
il ruolo dei servizi sociali comunali nei
casi di fruizione, da parte di persone residenti
nel comune di Cremona, di interventi sociali
e sociosanitari erogati da soggetti accreditati,
per i quali sia richiesto un intervento di
integrazione economica.
La scelta del Comune di Cremona è stata quella
di assumere criteri di valutazione economica
del destinatario e dei familiari che permettono
di perseguire finalità di equità sociale
e solidarietà nell’accesso agli interventi,
favorire la permanenza dell'assistito presso
il nucleo familiare di appartenenza.
Per quanto riguarda l’impiego dell’ISEE va
detto quanto segue. Si tratta del criterio
utilizzato per valutare la situazione economica
delle persone, e del loro nucleo familiare
di appartenenza, che richiedono servizi sociali
“non destinati alla generalità o comunque
collegati nella misura o nel costo a determinate
situazioni economiche”, L’ISEE è funzione
di: indicatore situazione reddituale (ISR),
indicatore situazione patrimoniale (ISP),
scala di equivalenza (SE). Allo stato attuale
non è previsto l’impiego dell’ISEE in modo
omogeneo e, anche tra servizi simili per
finalità, talvolta si prev 
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