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15 Settembre, 2002
Resoconto del CONSIGLIO COMUNALE di Cremona DEL 27 SETTEMBRE 2010
Molte interrogazioni e mozioni su vari temi

Resoconto del CONSIGLIO COMUNALE di Cremona DEL 27 SETTEMBRE 2010
Molte interrogazioni e mozioni su vari temi
Interrogazione presentata in data 6 agosto 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Alessia Manfredini) in ordine allo scioglimento del Forum Ambiente Giovani.
Premesso che: il Comune di Cremona già da alcuni anni, tramite il Servizio Politiche Giovanili, promuove percorsi tesi a riconoscere un ruolo di primo piano ai giovani favorendo la loro partecipazione ed il loro protagonismo a partire dagli spazi e dai luoghi da loro frequentati e vissuti nella quotidianità e nel formarsi alla vita adulta; nello scorso mandato amministrativo la commissione Politiche Giovanili ha seguito da vicino tutti i lavori per l’istituzione del Forum, come strumento di partecipazione attiva alle attività comunali, arrivando in data 3 maggio 2008 all’approvazione all’unanimità del regolamento; in data 3 giugno 2008 il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità il Regolamento per il funzionamento dei forum del Comune di Cremona; il Comune di Cremona con il Servizio Politiche Giovanili, ha attivato un forum in collaborazione con Agenda 21 sul tema dell’ambiente, con lo scopo di stimolare la partecipazione dei giovani alla vita democratica della città, sensibilizzare i giovani sull’ambiente e stimolare l’attenzione dell’Amministrazione comunale sulla drammatica questione ambientale che tocca tutti da vicino. Considerato che: il forum ambiente che è costituito da giovani appassionati e motivati alle questioni ambientali ha elaborato in un anno e mezzo più di 50 iniziative; il forum ambiente non rappresenta un costo per l’Amministrazione Comunale. Visto che: nel programma elettorale del sindaco Perri si dichiara: “i giovani sono una risorsa importantissima per la città, come tale vanno attivate politiche volte a far emergere la creatività, l’originalità, la partecipazione e il senso di appartenenza alla città”; nelle linee programmatiche del mandato 2009 – 2010, nel paragrafo 5, punto 3, sotto le parole “Promuovere la centralità dei giovani nel contesto cittadino e promuovere nuovi strumenti di partecipazione in rete con il territorio”, si dice: “incentivare la partecipazione giovanile, sia tramite i forum, sia sviluppando una rete di ascolto dei bisogni”; nella Giunta di fine giugno l’assessore Jane Alquati ha proposto di sciogliere il forum ambiente giovani, come dichiarato sul giornale “La Provincia” del 27 giugno; nella stessa giunta, l’assessore Bordi si è astenuto da suddetta decisione facendo dichiarazioni in merito agli ottimi risultati del forum ambiente (La Provincia del 5 agosto). Visto che: la Giunta su tale decisione non si è espressa all’unanimità; fino ad ora nelle sedi istituzionali competenti non c’è stato alcun confronto sul tema dei forum. Il Consiglio Comunale interroga la Giunta per sapere se: se conferma la volontà di sciogliere il forum ambiente; quali progetti alternativi intende proporre per favorire la partecipazione attiva dei giovani; se non intende aprire un confronto nella Commissione Politiche Giovanili sulle motivazioni dell’abbandono di uno strumento partecipativo esplicitamente previsto dalle linee programmatiche approvate dal Consiglio Comunale.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Jane Alquati: In merito ai tre quesiti sottolineo che la Giunta comunale si è già espressa in merito al termine di confronto realizzato con i giovani del Forum. Nella consapevolezza che in questi due anni il gruppo di giovani in oggetto ha acquisito esperienza e competenza si è ritenuto di promuovere un percorso accompagnando il Forum a trasformarsi in una realtà autonoma, che potrà diventare, scegliendo liberamente, associazione, gruppo informale o entrare in un soggetto strutturato già esistente sul territorio. In questo modo potrà comunque continuare un rapporto di collaborazione con l’Amministrazione Comunale e in particolare con l’Assessorato alle Politiche Ambientali. Si sottolinea inoltre la sperimentalità dell’esperienza che si è collocata nell’ambito del progetto biennale denominato Piano Locale Giovani, che termina la propria attività il 30 settembre 2010. Preciso che l’accompagnamento biennale del progetto ha visto un impegno dell’Amministrazione comunale pari a 28.500,00 euro: non è corretto dire che non rappresenta un costo. Inoltre s’intende sviluppare un nuovo approccio di promozione della partecipazione giovanile mettendo a disposizione dei giovani del nostro territorio spazi e risorse, tramite la predisposizione di appositi bandi in via di predisposizione. La finalità è quella non solo di far pervenire all’Amministrazione segnalazioni di bisogni o necessità, ma soprattutto sostenere fattivamente i progetti che provengono dal mondo giovanile, promuovendo la centralità dei giovani nel contesto cittadino, valorizzandone il ruolo e le competenze nella costruzione di una comunità civile sempre più sicura. Questo nuovo approccio vuole esplicitare una nuova idea di città, in cui si rendano maggiormente visibili le capacità e l’autonomia dei giovani nel fare proposte e soprattutto nel realizzarle. In tal modo si chiede ai giovani di essere un soggetto attivo che, dialogando con l’Amministrazione, diviene vero protagonista di quanto accade in città. Il 16 settembre scorso, presso il Settore Politiche Educative si è tenuto l'incontro con i ragazzi aderenti al Forum Ambiente, alla presenza anche dell’assessore Bordi, un incontro chiarificatore e di reciproco ascolto. E’ emerso che la fase di accompagnamento, durata due anni, è giunta alla sua naturale conclusione e che si possano prospettare due possibilità: la costituzione in associazione (prevedendo da parte dell'Assessorato Politiche Giovanili un accompagnamento in questo senso) la costituzione di un gruppo giovanile specifico all'interno dell'esperienza di Agenda 21 in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Ambientali. La delegazione del Forum Ambiente Giovani ha posto numerose domande agli assessori soprattutto per avere rassicurazioni che il nuovo modello di partecipazione al quale l’Amministrazione vuole dare corso non precluda ai giovani, in futuro, di avere una propria rappresentanza, di svolgere un ruolo attivo e di avere spazi in cui ritrovarsi e strutture cui appoggiarsi in caso di bisogno. Sia io che l’assessore Bordi, in questo supportati dalle spiegazioni di carattere tecnico dei rispettivi dirigenti, abbiamo assicurato, nei limiti delle rispettive disponibilità, l’adeguato supporto e spiegato ai ragazzi che sia nell’ambito di Agenda 21, così come nell’ambito delle Politiche Educative e Giovanili, esistono ampi margini di collaborazione: nel vasto campo dell’ambiente e della mobilità, ad esempio, così pure nella sensibilizzazione, sempre in materia ambientale, nel mondo della scuola. In attesa che le formule sostitutive di partecipazione, ancora da definire nel dettaglio, vengano approvate dal Consiglio Comunale, ci si trova in una fase di transizione, nella quale esistono spazi di manovra che garantiscono a tutti coloro che si sono attivati nel Forum Giovani Ambiente di mettere a frutto le conoscenze maturate. In ogni caso il sostegno alla partecipazione non verrà meno, anche se in forme diverse e sarà comunque garantito il supporto da parte dell’Assessorato alle Politiche Giovanili e da parte dall’Assessorato alle Politiche Giovanili. Al termine dell’incontro, che si è svolto in un clima disteso e cordiale, la delegazione del Forum Giovani Ambiente ha espresso soddisfazione per la disponibilità dimostrata a confrontarsi e a discutere, così da sgomberare il campo da ogni forma di fraintendimento e di incomprensione. Alla luce delle spiegazioni e dei chiarimenti ricevuti, i componenti della delegazione del Forum Ambiente Giovani si sono riservati di fare dapprima una riflessione sulle varie ipotesi loro prospettate e quindi di comunicare, in un successivo incontro da concordare in tempi ravvicinati, la strada che intendono intraprendere, avendo inoltre ricevuto conferma che, sino alla fine del mese di settembre, la loro esperienza prosegue nell’attuale formula.

Il consigliere Alessandro Corradi, che ha dapprima illustrato l’interrogazione, si è detto solo parzialmente soddisfatto della risposta ottenuta.

Interrogazione presentata in data 26 agosto 2010 da consiglieri vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Alessia Manfredini) in merito al progetto del parcheggio Villa Glori.
Premesso che il parcheggio di via Villa Glori è situato in una posizione strategica a ridosso del centro cittadino, vicino alla zona più frequentata del centro storico; considerato che il potenziamento di quest’area è sempre stata oggetto di discussione, l’immobile è di proprietà dell’Agenzia del Demanio, è attualmente in vigore una convenzione tra la proprietà e l’attuale gestore in scadenza nel 2011; rilevato che sul quotidiano “La Provincia” del 25 agosto si legge che il Comune ha incaricato AEM di effettuare dei carotaggi sul sito dell’ipotizzato parcheggio per verificare la compattezza del terreno; visto che la proprietà avrebbe chiesto al Comune di poter valorizzare l’ex caserma Lamarmora; il Consiglio interroga il Sindaco e la Giunta per sapere: quali rapporti sono intercorsi tra il Comune, la proprietà e l’attuale gestore; se non intende informare la commissione preposta in merito all’esito dei carotaggi, all’eventuale progetto sul parcheggio di via Villa Glori ed alla sua integrazione con la viabilità circostante.
All’interrogazione ha risposto il vice sindaco Carlo Malvezzi: Il Comune ha effettuato una verifica preventiva per intraprendere quindi una valutazione sull’opportunità di realizzare un parcheggio interrato nell’area di quello già esistente in via Villa Glori. Il rapporto con il Demanio, interessato a valorizzare il proprio patrimonio, rimane aperto. Dopo il primo accertamento è giunta la nota della Soprintendenza ai Beni Archeologici che definisce l’area ad “elevato rischio archeologico”. Da qui la necessità, da parte dell’Amministrazione, di una valutazione più approfondita, considerate le problematiche che potrebbero emergere in simili condizioni. Si sta valutando anche la possibilità di realizzare un parcheggio fuori terra, tenendo però conto che si tratterebbe di un intervento impattante sul quale la Soprintendenza non si è ancora espressa in modo definitivo. In ogni caso ribadisco che l’approccio è stato tecnicamente corretto in quanto inserito nella ricerca di nuove aree da adibire a parcheggi.
La consigliera Alessia Manfredini ha dichiarato di prendere atto della risposta sollecitando che dell’intera questione venga affrontata nelle opportune sedi istituzionali.
Interrogazione presentata in data 2 settembre 2010 dal consigliere comunale del gruppo consiliare Partito Democratico Daniele Bonali in merito alla questione della sistemazione dei banchi mercatali di via Monteverdi in funzione delle modalità di accesso a piazza Marconi.
Nelle ultime settimane ha tenuto banco, nell’ambiente politico-amministrativo e sulla stampa, la questione cruciale della sistemazione dei banchi mercatali di via Monteverdi in previsione della fine lavori in piazza Marconi. Non è una questione da poco per le implicazioni non solo commerciali, ma anche viabilistiche che comporta; probabilmente è proprio per questo che le associazioni del commercio l’hanno presa a cuore con grande serietà, avanzando proposte che tuttavia, comprensibilmente, rimangono tra loro inconciliabili. Quella che sembra invece mancare all’appello è la voce politica, con l’assessore al Commercio che demanda alle associazioni il compito di decidere per lei e l’assessore alla viabilità e al traffico che dichiara di volersi adeguare alle decisioni della collega invece di fornire indicazioni tecniche precise. Inoltre, come sempre accade, l’Amministrazione latita quando si tratta di informare adeguatamente l’opposizione e ci si deve basare soltanto sulle informazioni fornite – per fortuna – dalla stampa. Date queste premesse si chiede al Sindaco di rispondere in merito ai seguenti interrogativi: risponde al vero che alle associazioni è stato chiesto un documento congiunto sulla questione e non una semplice espressione di parere nell’ottica di un sereno coinvolgimento delle parti? Risponde al vero che l’Amministrazione è disposta ad adottare una soluzione viabilistica che prevede modalità di accesso a piazza Marconi diverse a seconda dei giorni della settimana, ingenerando in questo modo nei cittadini e in chi arriva da fuori città una grande confusione? In che modo l’Amministrazione intende intervenire sui problemi che una diversa sistemazione dei banchi provocherebbe sulla circolazione dei mezzi pubblici cittadini?

All’interrogazione ha risposto l’assessore Irene Nicoletta De Bona - L’Amministrazione in carica, all’atto del suo insediamento, si è trovata di fronte a questo scenario: piazza Marconi chiusa da anni, senza alcuna certezza in merito alla data di possibile riapertura e un mercato sovradimensionato, rispetto alle oggettive potenzialità di capienza dell’area. A ciò si aggiunga che la situazione ereditata è sperimentale dal 1999 (anno di spostamento del mercato da piazza Marconi). Una situazione, dunque, di perpetua incertezza e precarietà. Ci si è quindi immediatamente attivati, per accelerare il più possibile la conclusione del cantiere, riuscendo non solo ad ottenere la chiusura dei lavori in tempi alquanto rapidi, ma anche ad arricchire il progetto originario, con un intervento di grande spessore e prestigio, come la realizzazione del Museo del violino, che darà lustro alla piazza, accrescendone l’attrattività. L’Assessorato alle politiche culturali, commerciali e turistiche, non appena avuta notizia che i lavori nella piazza potrebbero concludersi già alla fine del corrente anno, si è mosso istituendo un gruppo di lavoro interno, formato da tecnici e funzionari del Comune, con il compito di elaborare un progetto di riorganizzazione del mercato, che tenesse conto delle nuove esigenze viabilistiche legate all’apertura del parcheggio e che, mantenendo l’attuale numero di posteggi, potesse anche ottimizzare l’assetto complessivo del mercato, risolvendo le principali criticità. E’ infatti volontà dell’Amministrazione salvaguardare sia i diritti degli operatori commerciali, che l’integrità del mercato, che ha ottenuto dalla Regione la qualifica di “mercato storico di tradizione”, grazie alla quale è possibile accedere a specifici contributi regionali. Abbiamo partecipato al primo ed unico bando emesso finora dalla Regione, con due progetti: l'integrazione della dotazione tecnologica delle piazze (nuove prese elettriche) e la realizzazione di una segnaletica con l'articolazione merceologia dei posteggi (il contributo regionale è di circa 24.000,00 euro su un costo di circa 60.000,00).
Spostarlo dal centro, dunque, implicherebbe la perdita della qualifica e la conseguente impossibilità di partecipare a futuri bandi regionali. Non dimentichiamo inoltre che, mentre nel corso dei giorni feriali senza mercato, i passanti nel centro città sono oltre 47.000, diventano 91.000 al sabato. Dunque la presenza del mercato in centro storico garantisce un afflusso di visitatori di molto superiore ai giorni nei quali il mercato non si svolge e che molti di essi effettuano acquisti anche nei negozi di vicinato, esercizi di somministrazione in primis. Il gruppo di lavoro ha elaborato alcune ipotesi fra loro alternative. A questo punto, l’Amministrazione comunale, anziché presentare le proprie conclusioni alle Associazioni di categoria del commercio, ha preferito intraprendere la strada della condivisione con gli operatori del settore e le categorie economiche che li rappresentano, richiedendo alle stesse di presentare, entro il 10 settembre, una proposta elaborata congiuntamente, per un successivo approfondimento, nella consapevolezza che su tematiche importanti e delicate ci debba essere il maggior confronto possibile. Un’occasione importante, dunque, che segue la logica del “fare sistema”e non quella di far calare dall’alto una decisione già assunta. Riteniamo che questo debba essere il compito della politica, consigliere Bonali: ascoltare, raccogliere proposte e indicazioni e poi, fare sintesi decidendo. Questo però non significa, consigliere, che l’Amministrazione debba essere l’arbitro di contenziosi altrui: verrebbe meno il suo ruolo di rappresentare e tutelare gli interessi comuni. A nostro parere, invece, Cremona non ha bisogno di polemiche e di risse, spesso generate da “sparate” approssimative e confuse sui giornali, dettate più dalla necessità di apparire che non da quella di approfondire e contribuire a un dibattito costruttivo. Cremona e i suoi operatori hanno bisogno di poter lavorare in un contesto sereno, nel quale i vari soggetti, secondo le proprie competenze, possano collaborare tra loro cercando di costruire, insieme, le condizioni e i presupposti migliori. E’ indubbio, infatti, che l’operazione, sebbene riguardi tutti i cittadini, coinvolge, in modo particolare, gli interessi dei commercianti, dei quali è pertanto necessario conoscere anticipatamente esigenze ed aspettative, prima di decidere. Tale scelta si è rivelata utile, in quanto si è avuta notizia che le due Associazioni, raccogliendo l’invito dell’Amministrazione, hanno avviato un confronto, che, al di là dei risultati concreti che ne deriveranno, non può che essere valutato positivamente. Per quanto riguarda il quesito relativo alla viabilità, tra le varie ipotesi allo studio, vi è effettivamente anche quella di prevedere modalità di accesso a piazza Marconi diversificate nei giorni di mercato e negli altri giorni della settimana.
Tale soluzione (che mira a consentire la permanenza dei banchi in via Monteverdi) non costituisce affatto una novità, in quanto è la stessa che è stata praticata per anni, fino all’apertura del cantiere di piazza Marconi, senza che abbia mai creato “confusione”, né nei cittadini, né nei visitatori esterni. Si tratta, comunque, di un problema facilmente superabile, attraverso un’adeguata segnaletica. Si evidenzia che la sistemazione superficiale di piazza Marconi, consente l'acceso e l'uscita dal parcheggio sotterraneo secondo modalità le più flessibili possibili. In particolare, vengono sempre garantiti i collegamenti attraverso via Bellaspa, via Bella Chioppella, via Tibaldi e via Bellarocca; una volta completata, gli accessi alla piazza avverranno da via Bellaspa, mentre le uscite potranno avvenire da via Tibaldi, Bella Chioppella e via Bellarocca. Per quanto concerne via Monteverdi, costituirà l'accesso privilegiato da corso Vittorio Emanuele II, ma potrebbe essere soggetta ai vincoli di transitabilità che si generano dalla presenza del mercato bisettimanale del mercoledì e del sabato. Il 7 agosto è pervenuta una nota, firmata dagli ambulanti che occupano attualmente via Monteverdi, nella quale si sono dichiarati disponibili ad eventuale spostamento in via Verdi, corso Cavour e ricongiungimento con via Gramsci. E’ pervenuta anche una nota da parte dei residenti di via Tibaldi. Gli uffici hanno, dunque, richiesto a KM un’ipotesi di ripensamento dell’attuale percorso di mezzi pubblici. Questa la risposta:
Al momento, dunque, ci sono delle criticità ma la revisione complessiva del trasporto pubblico, potrebbe essere un’occasione per individuare altre soluzioni che possano, comunque, garantire il mantenimento del servizio in centro storico. Questo dunque il quadro complessivo. Per concludere, mi permetto di chiedere a lei, consigliere Bonali, quale sia stato il suo contributo propositivo rispetto a una serena soluzione del problema.

Il consigliere Daniele Bonali si è detto non soddisfatto della risposta ottenuta.

Interrogazione presentata in data 20 settembre 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Annamaria Abbate) in merito ai nuovi parcheggi a pagamento.

Premesso che in data 12 novembre 2003 il Consiglio Comunale ha approvato il piano esecutivo della sosta e della mobilità in centro storico; vista la delibera di giunta comunale n. 82 del 22 aprile 2010 “Modifica della deliberazione di giunta comunale n. 376 del 30 dicembre 2009 a seguito dell’affidamento a SABA Italia S.p.A. di aree di sosta a pagamento in superficie ed all’individuazione delle aree da destinare alla sosta a pagamento dei veicoli”. Considerato che. In attuazione a quanto previsto nell’articolo 13, comma 3.3 dell’Atto aggiuntivo alla Convenzione del 25 marzo 2002 stipulata tra il Comune di Cremona e SABA Italia S.p.A. per la progettazione, realizzazione e gestione di un parcheggio sotterraneo in piazza Marconi, SABA Italia S.p.A. in data 3 maggio 2010 ha restituito alla disponibilità del Comune di Cremona il parcheggio in largo Emilio Priori di 210 auto di cui 5 per disabili; visto che l’AEM gestirà 318 nuovi stalli con parchimetro distribuiti in varie aree della città. Rilevato che dal mese di agosto la Giunta sta rimandando la decisione su di una delibera dal titolo “Modifica della deliberazione di Giunta Comunale n. 82 del 22 aprile 2010 a seguito dell’individuazione di nuove aree a pagamento gestite da AEM Cremona S.p.A.; sui giornali locali è uscita la notizia dell’intenzione della Giunta di trasformare le aree di sosta attualmente libere a pagamento davanti alla Casa di Cura San Camillo in via Mantova e in via Dante, il Consiglio Comunale interroga la Giunta e l’Assessore competente per sapere: se non ritengono corretto, prima di qualunque decisione, affrontare nelle sedi opportune Commissione Mobilità e Consiglio Comunale, la revisione del Piano della Sosta e della Mobilità; come intendono compensare la riduzione dei posti operata relativamente al futuro autosilo, con la scelta di passare da quattro a due piani e quali costi saranno a carico dei cittadini cremonesi.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Francesco Zanibelli: Esiste un elaborato di massima che è stato predisposto dai competenti uffici comunali su indicazione della Giunta (che ha esclusiva competenza su tale questione) per verificare l’implementazione delle aree di sosta. Tale elaborato sarà illustrato nella competente commissione consiliare perché vi è la volontà di una massima condivisione di questa problematica che interessa tutti i cittadini. In ogni caso non mi risulta che siano stati tracciati posti a pagamento davanti alla Casa di Cura di San Camillo.

La consigliera Annamaria Abbate si è detta del tutto insoddisfatta della risposta ottenuta.

Interrogazione presentata in data 6 settembre 2010 dai consiglieri comunali del gruppo consiliare Partito Democratico Caterina Ruggeri e Alessia Manfredini circa il volume fotografico per i 150 anni del Corpo di Polizia Municipale di Cremona.
Presa visione nei giorni scorsi del volume fotografico presentato il 20 maggio 2010 in occasione del 150° anniversario del Corpo della nostra Polizia Municipale; considerato il vuoto temporale tra la data di oggi e quella della festa del Corpo; rilevato che tra le immagini riprodotte ce ne sono alcune che rappresentano un’idea distorta di degrado urbano e altre che riportano saluti fascisti, interrogano il Sindaco per conoscere: le ragioni per le quali non è stata distribuita copia ai Consiglieri Comunali e perché ad altre persone sì; l’intero costo del volume e del video allegato; quale idea di sicurezza e di degrado urbano ha questa Giunta, viste le immagini proposte nel volume circa il lavoro della squadra antidegrado e visto che sulle ronde e sui continui tagli alle Forze di Polizia non dice più nulla; infine chi ha deciso di inserire nel citato volume l’immagine con il saluto fascista.
All’interrogazione ha risposto l’assessore Alessandro Zagni: Confermo che il volume non è stato ancora distribuito ai consiglieri comunali per il solo fatto che, considerato l’importante evento celebrato dalla Polizia Municipale, era ed è tuttora intenzione di questa Amministrazione e del Comandante di presentare e consegnare il volume ad ogni consigliere in una seduta di Consiglio appositamente dedicata. A testimonianza di ciò, come scritto e comunicato sul mensile n. 7 di settembre (Cremona In Comune) a pag. 25 “gli incontri istituzionali del Sindaco” si riporta che il tema è stato calendarizzato per il prossimo mese di dicembre. Il costo del volume e del dvd allegato ammonta complessivamente ad euro 8.812,72 (dvd 5.470,52 Euro – libro 3.342,20 Euro) interamente sponsorizzati da AemCom per quanto riguarda la realizzazione e dal quotidiano “La Provincia” di Cremona per quanto riguarda la distribuzione gratuita in allegato al quotidiano medesimo. Il volume, curato interamente, in piena libertà ed autonomia, dal Comando della Polizia Municipale, è una pubblicazione di immagini fotografiche conservate nell’archivio fotografico del Comando stesso che attraversa tutti i periodi temporali dalla nascita del Corpo fino ad oggi. Si succedono gli eventi storici e le manifestazioni che negli anni hanno visto coinvolta la Polizia Municipale, proponendo, anche, le ultime immagini relative alla neonata squadra antidegrado (riportando nello specifico solo una parte dei molteplici interventi realizzati dalla squadra, previo consenso raccolto dalle parti coinvolte che si sono gentilmente prestate a farsi fotografare per l’occasione). Nello specifico, i controlli riprodotti fanno parte del normale lavoro quotidiano di contrasto all’abusivismo commerciale, ne più ne meno. La foto del saluto fascista, così come specificato e commentato correttamente nel testo, riguarda la visita della Regina Margherita a Cremona nel lontano 3 luglio 1925. Nel fotogramma compare il vigile Capellini Giuseppe. Il Comando, per precisa puntualizzazione del Comandante stesso, ha voluto realizzare la pubblicazione al solo scopo celebrativo, senza alcuna paventata regia di natura politica, ripercorrendo attraverso immagini storiche le vicende e le manifestazioni che hanno visto presenti i vigili della nostra città. Infine, gentile consigliere Ruggeri, ci tengo a concludere con un paio di considerazioni. In ogni suo intervento, sia in Consiglio comunale che sui giornali, da 15 mesi a questa parte non perde occasione per ripercorrere la sua esperienza all’Assessorato, ricordandoci le sue iniziative e le reazioni che queste provocavano, sembra quasi un processo di rielaborazione della sconfitta che fatica a concludersi. Sommessamente, le ricordo che questa sua esperienza è terminata da tempo, tra l’atro per mano della sua stessa coalizione prima ancora che per scelta elettorale dei cremonesi. La sprono, quindi, a voltare pagina. Lasciamoci alle spalle i rancori, il desiderio di vendetta e le sparate ideologiche, cerchiamo, piuttosto, tutti insieme, di elaborare nuove politiche per la sicurezza urbana e per l’attività della Polizia Municipale. Proposte che siano utili alla città e non si debbano necessariamente ricollocare sotto l’una o l’atra bandierina. La sicurezza urbana non ha colore politico, non è né rossa né verde. L’aspra battaglia contro i lavavetri è una iniziativa voluta dal sindaco di Firenze ed una dura ordinanza anti prostituzione è stata firmata dal sindaco di Piacenza, solo per citare due esempi. Spero, quindi, che da qui in avanti si possa procedere secondo questa nuova impostazione, altrimenti finiremo per allontanarci sempre di più dai problemi quotidiani di coloro che in questa aula noi rappresentiamo.

La consigliera Caterina Ruggeri si è detta non soddisfatta della risposta ottenuta.

Mozione presentata in data 16 settembre 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Caterina Ruggeri) in ordine al ripristino dell’omaggio floreale ai matrimoni civili.
Premesso che il Comune di Cremona in occasione dei matrimoni civili ha da sempre cercato di rendere accoglienti i propri spazi, con musica, omaggi e con un bel mazzo di fiori alla sposa; riconosciuto che questi gesti attenti e gentili, sono stati apprezzati e riconosciuti come segno di rispetto per la scelta di una celebrazione civile; preso atto della decisione di questa Amministrazione di non donare più i fiori alla sposa per problemi di bilancio; considerato che prima di rinunciare all’omaggio floreale si potevano trovare soluzioni meno rinunciatarie , invita il Sindaco e la Giunta a ripristinare in tempi rapidi l’omaggio floreale alla sposa, mantenendo così intatti i gesti di cortesia e di accoglienza che sono da sempre patrimonio del nostro Comune.
La mozione è stata ritirata in quanto l’omaggio floreale ai matrimoni civili, su disposizione del sindaco, è stato ripristinato.

Ordine del giorno presentato in data 20 settembre 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Alessia Manfredini) con cui si chiede di predisporre un piano di riqualificazione di viale Po.
Viale Po costituisce da sempre un simbolo per la città, un biglietto da visita di Cremona essendo una delle principali porte d’accesso per chi arriva a Cremona, frutto del progetto dell’arch. Luigi Voghera, pensato in termini paesaggistici e romantici: uno stradone affiancato da quattro filati di platani destinato a diventare la sede preferita del passeggio cittadino; collega il centro città con il principale polmone verde della città, con le società canottieri e con la rete ciclabile del piacentino. Da tempo il viale è un’importante arteria stradale caratterizzata da forti flussi di traffico veicolare e la sua funzione coreografica è in parte venuta meno a causa della sosta spesso selvaggia tra la pista ciclabile e quella pedonale, delle malattie che hanno portato al taglio di diversi platani malati e pericolosi ed ultimamente anche per un degrado piuttosto rilevante delle siepi che fiancheggiano la sede stradale. Alla luce della attuale situazione il Consiglio comunale impegna la Giunta a garantire una costante manutenzione del verde: alberi ed aiuole; a intervenire velocemente per il ripristino della siepe che così come è ridotta da una pessima immagine a chi entra in città; ad abbattere accuratamente solo le piante la cui alberatura abbia una condizione patologica degenerativa irreversibile e possa essere un pericolo per la pubblica incolumità; a ripristinare il pieno funzionamento della fontana di piazza Cadorna; a predisporre un piano di riqualificazione di viale Po per parcheggia, pista ciclabile, pista pedonale e arredo urbano coinvolgendo i residenti del quartiere.

Dopo l’illustrazione dell’ordine del giorno da parte della consigliera Alessia Manfredini, è intervenuto il consigliere Carloalberto Ghidotti (Popolo della Libertà), che ha proposto di trasformare l’ordine del giorno in raccomandazione e di trattare nella competente commissione consiliare l’intera riqualificazione di viale Po, quindi il consigliere Giovanni Ferraroni (Lega Nord). Ha infine preso la parola l’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli: per quanto concerne la manutenzione costante del viale Po, con particolare riferimento alla manutenzione degli alberi e delle aiuole, si conferma che gli interventi sono all’interno della programmazione annuale e vengono regolarmente eseguiti con frequenza appropriata; per quanto concerne il ripristino della siepe si segnala che nel passato si è più volte ripiantumata la parte mancante, con esiti negativi legati alla struttura dell’aiuola stessa (scarsa quantità di terra e mancanza dell’impianto di irrigazione), ma anche all’incuria della gente (costante calpestio) ed ai danni provocati dagli incidenti automobilistici. L’intervento risolutore potrà essere affrontato nell’ambito di un progetto generale di riqualificazione che permetta la realizzazione di aiuole protette e dotate degli impianti necessari; per quanto concerne gli abbattimenti si conferma che gli stessi vengono effettuati solo ed esclusivamente su ordinanza regionale in quanto trattasi di platani la cui gestione è vincolata alla osservanza di norme regionali ben precise. Attualmente sono da abbattere tre grossi platan, operazione che verrà affrontata tra dicembre e febbraio così come prescrive la citata norma regionale. La fontana di piazza Cadorna è in condizione di stand-by e può essere attivata in qualsiasi momento. Per quanta riguarda il piano di riqualificazione di viale Po, questa Amministrazione ha inserito il progetto nell’ambito del Piano delle Opere Pubbliche per poter avviare lo studio di fattibilità e le relative progettazioni. La consigliera Alessia Manfredini, alla fine, ha ritirato l’ordine del giorno accogliendo l’invito del collega Ghidotti di discutere in sede della competente commissione consiliare la riqualificazione di viale Po.

Ulteriore modifica e integrazione al piano delle alienazioni e delle valorizzazioni d’immobili facenti parte del patrimonio comunale per l’anno 2010.
Il Consiglio Comunale (con il voto contrario degli esponenti del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori, di Cremona per la Libertà e l’astensione del consigliere Santo Canale) ha approvato le seguenti modifiche ed integrazioni al piano delle alienazioni e delle valorizzazioni d’immobili facenti parte del patrimonio comunale per l’anno 2010:

Il punto A1) FABBRICATI – 4 – è così riformulato:

Cabina AEM n. 19 di via Fabio Filzi - € 3.500,00, con relativa servitù di passaggio su accesso privato, utilizzata da A.E.M. Conferimento diretto ad AEM S.p.A. con trattativa privata.

Il punto A1) FABBRICATI – 6 – è così riformulato:

Centro Sportivo al Po, costituito da: spogliatoi calcio e pattinaggio, piscina coperta collegata alla piscina scoperta, piscina per bambini, piscina a copertura mobile, campo di calcio Po 1, campo di calcio Po 3, bocciodromo. euro 11.000.000,00. Gli impianti sono costituiti da aree attrezzate e da fabbricati funzionali alle attività svolte, in quanto parte del suo patrimonio indisponibile e pertanto assoggettati al regime demaniale, possono essere ceduti, dietro corrispettivo e con vincolo di destinazione a pubblico servizio, esclusivamente a società patrimoniali interamente comunali il cui capitale è per legge incedibile, nella fattispecie ad A.E.M. Cremona S.p.A. Il valore di massima è indicato ai solo fini programmatori. La cessione sarà pertanto convenuta con A.E.M. Cremona S.p.A. mediante procedura negoziata.

Al punto A1) FABBRICATI è aggiunto un ulteriore punto, il n. 9, come di seguito:

Immobile commerciale di via Nino Bixio 8-10 euro 490.000,00 Superficie lorda vendibile mq. 392. L’immobile è attualmente in comodato alla Forneria Pasticceria Caffè Boldori di Ronchini Guido & C. SNC. Il contratto di comodato prevede prelazione a favore del comodatario in caso di vendita. L’immobile rappresenta una porzione della cascina Riposo Gerevini pervenuta al Comune a seguito di procedura espropriativa con accordo bonario nell’ambito della realizzazione della cosiddetta zona 4 di 167/62 per la realizzazione di ERP e una sede di associazione. L’immobile ha una sua autonomia catastale, fa eccezione il tetto, che è comune al restante fabbricato. L’attuale comodatario ha avanzato richiesta d’acquisto e a tal fine sono state effettuate verifiche con esito positivo riguardo alla alienabilità del bene stante la provenienza. Per la scelta del contraente si procederà con asta pubblica ma con diritto di prelazione a favore dell’attuale comodatario.

La modifica e l’integrazione approvate hanno motivazioni per un verso non dissimili da quelle che hanno portato all’approvazione dell’originario piano: non mutano la cornice normativa e regolamentare e le fonti normative di riferimento.

E’ opportuno modificare la modalità di alienazione prevista a mezzo di asta pubblica in quanto la cabina elettrica n. 19 è da qualche tempo riutilizzata da A.E.M. S.p.A. come tale. Si procederà pertanto a conferire l’immobile ad AEM S.p.A. a mezzo di trattativa privata. Il vigente piano prevede la vendita del Centro Sportivo al Po, costituito da un elenco complesso di beni, del valore di massima di euro 11.000.000,00. L’Amministrazione intende concedere con procedura negoziata ad un soggetto interessato e idoneamente individuato alcuni beni facenti parte del Centro Sportivo stesso. Essi pertanto vanno stralciati dal piano. I beni da stralciare sono: 4 campi da tennis e relativi spogliatoi, pista ex-skate, campo di calcetto. Per questi beni si valuta un valore di massima di euro 714.590,00. Pertanto, conseguentemente al suddetto stralcio, è necessario ridefinire i beni del Centro Sportivo al Po che si vogliono alienare. Peraltro, considerato che il valore precedente allo stralcio era indicato di massima in euro 11.000.000,00 ed ai soli fini programmatori, anche stralciando i beni suddetti per un valore di massima di euro 714.590,00 si può confermare in euro 11.000.000,00 il valore di massima dei restanti beni da alienare nel Centro Sportivo al Po: invero, il valore dei beni stralciati è minimo rispetto al valore originario e - si ripete - i valore sono indicati ai soli fini programmatori. Infine, una rinnovata valutazione della situazione patrimoniale immobiliare del Comune nonché dell’ opportunità di alienare o di concedere in uso parte di esso, ha condotto a ritenere opportuna più l’alienazione della concessione in uso dell’immobile di via Nino Bixio 8-10.
Variazioni al Bilancio di Previsione 2010. Conseguenti modifiche alla Relazione Previsionale e Programmatica ed al Bilancio Triennale 2010/2012 – 2° provvedimento generale.
In base alle necessità derivanti dalla gestione, nonché per minori entrate derivanti da minori proventi per il rilascio di permessi a costruire, si rende necessario provvedere alle modifiche degli stanziamenti. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri espressi dagli organi competenti, sentito l’assessore al Bilancio Roberto Nolli, il Consiglio Comunale (con il voto contrario degli esponenti del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori, di Cremona per la Libertà e l’astensione dei consiglieri Giancarlo Schifano e Santo Canale) ha approvato le variazioni al Bilancio di Previsione 2010 per complessivi - € 71.000,00 e ha dato atto che il Bilancio di Previsione 2010 presenta i seguenti nuovi totali generali:
COMPETENZA
ENTRATA € 127.679.200,00=
SPESA € 127.679.200,00=
===============
e che si intendono corrispondentemente variati la Relazione Previsionale e Programmatica ed il Bilancio Pluriennale 2010/2012. E’ stato atto della parziale modifica della Relazione Previsionale e Programmatica relativamente all’individuazione dei responsabili dei progetti, atto che le seguenti variazioni di Bilancio rispettano l’obiettivo del patto di stabilità. Sono attuate le modalità per il rispetto del pareggio finanziario e degli equilibri stabiliti per la copertura delle spese correnti e per il finanziamento degli investimenti, nel rispetto del mantenimento della veridicità ed attendibilità del sistema di bilancio.

Verifica degli equilibri generali del Bilancio di Previsione 2010 e ricognizione dello stato di attuazione dei programmi, ai sensi dell’art. 193 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n. 267.
La normativa prevede di effettuare la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi, dando atto del permanere degli equilibri generali di bilancio o, in caso di accertamento negativo, adotta contestualmente i provvedimenti necessari per il ripiano degli eventuali debiti fuori bilancio, per il ripiano dell’eventuale disavanzo di amministrazione risultante dal rendiconto approvato e, qualora i dati della gestione finanziaria facciano prevedere un disavanzo, di amministrazione o di gestione, per squilibrio della gestione di competenza o dei residui, adotta le misure necessarie a ripristinare il pareggio. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti e sentito l’assessore al Bilancio Roberto Nolli, il Consiglio Comunale (con il voto contrario degli esponenti del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori, di Cremona per la Libertà e l’astensione dei consiglieri Giancarlo Schifano e Santo Canale) ha dato atto che, sulla base delle attuali conoscenze e normative, l’andamento della gestione del Bilancio Preventivo 2010, non fa prevedere situazioni di squilibrio e, pertanto, permanendo gli equilibri generali, non si rende necessaria l’adozione di alcun provvedimento; ha dato atto altresì dello stato di attuazione dei programmi; ha dato atto, inoltre, che resta salva la successiva adozione di eventuali opportuni provvedimenti di modifica al Bilancio Preventivo 2010, qualora si rendessero necessari in relazione all’andamento della gestione; ha dato atto infine che non risultano debiti fuori bilancio. Verrà comunque dato seguito al monitoraggio e verifica costante degli equilibri generali di bilancio e dello stato di attuazione dei programmi.

Approvazione degli atti fondamentali dell’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale”.
L’art. 21 dello Statuto dell’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” stabilisce che gli atti fondamentali deliberati dal Consiglio di Amministrazione dell’Azienda medesima debbano essere approvati dal Consiglio Comunale del Comune di Cremona, ai sensi di quanto disposto dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, sentito l’assessore ai Servizi Sociali Luigi Amore, e dopo la relazione del presidente del consiglio di amministrazione di “Cremona Solidale”, Fabrizio Ruggeri, al termine di un breve dibattito (che ha visto intervenire i consiglieri Annamaria Abbate, Partito Democratico, Luca Grignani, Popolo della Libertà e Domenico Maschi, Popolo della Libertà, che ha presentato il seguente emendamento: relativamente al disavanzo d’esercizio 2009 da’ indirizzo all’Azienda Cremona Solidale a coprire la perdita dell’esercizio 2009 ricorrendo alle riserve di capitale disponibili nel patrimonio netto dell’Azienda stessa) approvato all’unanimità) e Giancarlo Schifano, Italia dei Valori, il Consiglio Comunale ha approvato (con l’astensione di tutti i consiglieri della minoranza) i seguenti atti fondamentali dell’Azienda Speciale Comunale Cremona Solidale: Piano Programma per l’anno 2010; Bilancio di previsione annuale 2010 corredato da relativa relazione accompagnatoria; Contratto di servizio per l’anno 2010; Bilancio di previsione pluriennale anni 2010–2012 corredato da relativa relazione accompagnatoria; Bilanci di esercizio. Si veda al seguente link: http://documenti.comune.cremona.it/advanced/ustampa/azsolidale2010.pdf

Ordine del giorno presentato in data 15 settembre 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Maura Ruggeri) con cui si chiede che il Consiglio Comunale venga periodicamente aggiornato in ordine alla scelte ed alle strategie della Fondazione Città di Cremona.
Premesso che alcuni interventi da parte dei consiglieri nelle commissioni congiunte bilancio/vigilanza del 2 settembre scorso hanno sollevato questioni in ordine al ruolo della Fondazione città di Cremona che attendono risposte e conferme; la scelta di dar vita ad una unica fondazione, nata dalla fusione delle due IPAB cittadine (ex ECA e Soldi) e dalla loro successiva trasformazione in un’unica fondazione, nasce da un preciso indirizzo che sta alla base anche della legge regionale di riforma delle IPAB: valorizzare questi soggetti inserendoli pienamente nella rete del welfare locale; il modello realizzato a Cremona interpreta questo indirizzo separando le gestioni dei servizi (assegnata ad una azienda speciale comunale) dalla gestione patrimoniale; la triangolazione che si genera assegna alla Fondazione il compito di valorizzare il patrimonio destinando gli utili a fini sociali, in forma indiretta e diretta con particolare riguardo alla filiera dei servizi destinati agli anziani ed ai disabili, all’azienda speciale il compito di centro gestionale, mentre al Comune competono compiti di indirizzo, di regia e di garanzia dell’intero sistema; il modello su cui si fonda l’idea della fondazione come cassaforte del welfare locale, non si basa su vincoli giuridici ma sulla condivisione progettuale. Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la giunta affinché sia confermato il modello vigente e rafforzato il ruolo di indirizzo e governo del Comune non come espressione di un vincolo giuridico ma come precisa scelta politica, pertanto siano evitate articolazioni funzionali che, pur compatibili con lo statuto, per loro natura rendono più difficile garantire la costante rendicontazione pubblica delle operazioni di valorizzazione patrimoniale intraprese dalla Fondazione; sia direttamente il Sindaco, data la particolare natura della Fondazione, a farsi garante, nei confronti della città, della trasparenza e della coerenza delle operazioni svolte dalla Fondazione con la mission che le è stata assegnata, avocando a sé la delega dei rapporti con la Fondazione sotto tutti gli aspetti, compresi quelli finanziari; il Consiglio Comunale venga periodicamente aggiornato in ordine alle scelte ed alle strategie della Fondazione ed abbia l’opportunità, attraverso momenti specifici di confronto nelle commissioni, di prendere visione del bilancio preventivo e consuntivo della Fondazione, anche se non previsto espressamente dallo statuto.

Dopo l’ampia illustrazione dell’ordine del giorno da parte della consigliera Maura Ruggeri, sono intervenuti i consiglieri Luca Grignani (Popolo della Libertà); Mauro Fanti (Partito Democratico); Giancarlo Schifano (Italia dei Valori); Domenico Maschi (Popolo della Libertà) che ha presentato, a nome della maggioranza, un emendamento in sostituzione della parte finale del dispositivo, a partire, da “tutto ciò premesso” fino alla fine del documento nel modo seguente: il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta affinché sia rafforzato il ruolo di indirizzo e di governo del Comune; il Consiglio Comunale venga periodicamente aggiornato in merito alle strategie di tutto il sistema del welfare locale ed abbia l’opportunità, attraverso momenti specifici di confronto nelle commissioni, di prendere visione dei bilanci anche se non previsti espressamente dagli statuti, Gian Carlo Corada (Partito Democratico); Italico Maffini (Lega Nord); Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà); Angelo Zanibelli (UDC); Annamaria Abbate (Partito Democratico); Daniele Soregaroli (Partito Democratico). Il dibattito si è chiuso con l’intervento del sindaco Oreste Perri: L’ordine del giorno presentato dai Consiglieri Maura Ruggeri, Annamaria Abbate e Gian Carlo Corada, riguarda alcune specifiche questioni relative alla gestione della Fondazione Città di Cremona, ma nel contempo offre l’occasione per condividere con il Consiglio Comunale una riflessione sul quadro più complessivo del welfare cremonese, settore complesso e cruciale nel quale l’assessore Amore sta lavorando con competenza e con un’opera puntuale e discreta. Questa Amministrazione condivide gli assetti di base e il modello vigente di welfare locale che vede la Fondazione Città di Cremona in un ruolo centrale, sia nei confronti del Comune, sia nei confronti dell’Azienda “Cremona Solidale”, non escludendo la possibilità di apportare modifiche di natura giuridica che possano meglio corrispondere agli obiettivi del sistema, apportandovi così benefici di varia natura. Il problema posto, dunque, è più generale e comprende i rapporti tra Fondazione Città di Cremona e Azienda Cremona Solidale che, nello specifico, anche a causa della condizione complessiva ereditata, ha intrapreso una strada nuova di risanamento del proprio bilancio da una parte, e di proposta di nuovi servizi sociali e sanitari intermedi dall’altra. In un prossimo Consiglio comunale il presidente Fabrizio Ruggeri relazionerà sul nuovo corso dell’Azienda. Comprende anche la situazione complessiva dei servizi sociali che oggi, dopo un percorso condiviso, sarà sottoposta all’attenzione del Consiglio comunale per l’approvazione del rispettivo regolamento all’accesso dei servizi. Pur nella riconosciuta necessità di affinare meccanismi di concertazione nella distribuzione delle risorse, la Fondazione stessa, come noto, ha confermato nell’anno in corso tutti gli impegni programmati, sia in relazione agli investimenti destinati all’Azienda Cremona Solidale in termini di valorizzazioni patrimoniali e di sostegno alla gestione, sia per quanto riguarda le risorse direttamente convogliate per l’attuazione delle politiche sociali del Comune. Ricordo che le “Linee di mandato” di questa Amministrazione, nell’ambito del programma riferito alla Solidarietà e politiche per la famiglia, prevedono una linea di intervento finalizzata a (cito letteralmente) coordinare gli investimenti con la Fondazione Città di Cremona per implementare la qualità e la quantità dei servizi offerti dall’Azienda. Pertanto perseguiamo la strada di sostenere interventi caritativi e solidali sempre più efficaci verso le situazioni di bisogno che si configurano spesso nelle cosiddette “nuove povertà”, generate dai cambiamenti e dalle cruciali problematiche lavorative e familiari che investono il tessuto sociale ed economico anche della nostra città. In un’epoca di globalizzazione, anche economica, anche la carità presenta molteplici volti. Accanto al povero che ancora tende la mano fuori da una chiesa o per strada, è il fare assistenza che oggi è diverso, per cui anche le Istituzioni si devono attrezzare e adeguare al nuovo, e “inventare” nuove strategie giuridiche oltre che tecniche, per far fronte ai nuovi bisogni. Dunque è necessario realizzare un ottimale utilizzo delle risorse, del patrimonio, nella fattispecie di quelli della Fondazione Città di Cremona, servendosi anche degli strumenti che oggi la finanza mette a disposizione per creare una più sicura redditività. Questo non significa operare in senso speculativo né di conseguenza tradire lo spirito più autentico della Fondazione al quale ci manteniamo pienamente fedeli. Lo stesso statuto vigente recita che la Fondazione può svolgere, nei limiti stabiliti dalla legge, ogni attività economica, finanziaria e patrimoniale, mobiliare e immobiliare ritenuta necessaria, utile o opportuna per il raggiungimento delle finalità statutarie. Inoltre può costituire o partecipare a società di capitali o a enti diversi da società che svolgano in via strumentale attività diretta al perseguimento degli scopi statutari. Su tali presupposti, l’ipotesi presa in considerazione già nel 2008 (ma non ancora formalmente attuata) di creare un’articolazione funzionale della Fondazione in termini di una società di capitale con specifici vincoli di scopo, ha la finalità di individuare uno strumento tecnico (giuridicamente attivabile, secondo l’autorevole parere dei consulenti interpellati) orientato ad una gestione operativa che possa permettere di garantire il raggiungimento di molteplici vantaggi a beneficio dell’intera comunità amministrata. Riguardo alla richiesta avanzata nell’ordine del giorno che il Sindaco si impegni “a farsi garante nei confronti della città della trasparenza e della coerenza delle operazioni svolte dalla Fondazione con la mission che le è stata assegnata”, intendo qui rimarcare che il Sindaco è già garante, per suo ruolo istituzionale, delle azioni dei soggetti di diretta emanazione dell’ente comunale. Per questo, se si frappongono ostacoli o si evidenziano limiti nella possibilità di espletare pienamente tale funzione (e voglio sottolineare che la vicenda Fodri li ha fatti affiorare), la strada che ho sempre seguito fino ad ora, e che continuerò a seguire, è quella di intervenire personalmente sia direttamente che avvalendomi delle competenze degli assessori e funzionari di riferimento. In tale contesto mi impegno a verificare tutte le opzioni, le soluzioni di natura tecnico-giuridica utili per realizzare un pieno raccordo fra la Fondazione e l’Amministrazione, al fine di corrispondere al compito fondamentale di entrambi i soggetti, che è quello di servire il territorio. Per giungere a ciò, si rende necessario un approfondimento giuridico accurato, non frettoloso ma adeguatamente proposto e pensato, i cui esiti saranno oggetto di un confronto nella sede del Consiglio comunale oltre che delle altre sedi istituzionali deputate (commissioni consiliari), a conferma della condivisione che sempre cerco e attuo, nei limiti delle competenze di ciascuno. A tal riguardo ricordo anche che, come già comunicato ufficialmente al presidente del Consiglio, è mia ferma intenzione procedere a una convocazione periodica dei rappresentanti delle Aziende e delle Fondazioni facenti capo al Comune innanzi al Consiglio comunale, al fine di rappresentare strategie e attività. Di tale forma di relazioni posso farmi personalmente garante in termini di massima trasparenza, quale primo raccordo istituzionale tra l’organo sovrano, il Consiglio, e gli enti operativi del Comune. Accolgo quindi la richiesta avanzata nell’ultimo punto dell’ordine del giorno in esame, che non posso che condividere. Vengono fatte da parte della minoranza invocazioni alla trasparenza; eppure non abbiamo fatto altro che continuare il cammino sulla strada giuridica e amministrativa seguita anche dalle precedenti amministrazioni. Tutti dobbiamo sentirci responsabili del mantenimento dell’importanza e del prestigio della Fondazione Città di Cremona, e a ciò non giovano certo strumentalizzazioni di ogni sorta di notizie o di fatti. Conclusa la dichiarazione del sindaco la consigliera Maura Ruggeri non ha accolto l’emendamento proposto dalla maggioranza. Sono quindi seguite le dichiarazioni di voto al termine delle quali i consiglieri sono stati chiamati ad esprimersi sull’ordine del giorno che è stato respinto (hanno votato a favore tutti gli esponenti della minoranza, si è astenuto il consigliere Santo Canale).

Approvazione del regolamento unitario per l’accesso ai Servizi Sociali Comunali.

L’argomento è stato illustrato dall’assessore ai Servizi Sociali Luigi Amore: La proposta di regolamentazione unitaria dell’accesso ai servizi sociali del Comune di Cremona costituisce il risultato finale del percorso di qualificazione del sistema integrato dei servizi. La necessità di riorganizzare strutturalmente il sistema dei servizi comunali, ha origine, nel 2007,con la precedente Amministrazione a seguito delle novità che, all’interno del nostro sistema di servizi erano state determinate da: la nascita di Cremona Solidale ( nel 2004) che, al di là delle scelte legate alla persona giuridica definita, avevano considerato la prospettiva del polo gestionale unico di tipo comunale; la parallela esperienza, partita alla fine del 2002 con il Primo Piano di Zona, di valorizzare le competenze del Terzo Settore nella produzione dei servizi, riqualificando in modo centrale per l’ente pubblico le competenze programmatorie e la determinazione dei criteri per l’accesso alle prestazioni e alla valutazione sociale.
I nodi da sciogliere sono stati molti per evitare che anche in contesti ricchi di servizi sociali e sociosanitari come Cremona, sia sempre centrale la correlazione tra valutazione delle necessità e definizione delle risposte, con un uso non sempre adeguato delle risorse, contenendo al massimo delle possibilità le disuguaglianza. La scommessa consiste nel «ripartire dai poveri»: vale a dire applicare seriamente il principio di equità sociale e di universalismo selettivo, mettendo al centro degli interventi di sostegno le persone più fragili. Offrire risposte adeguate a chi ha bisogno senza aumentare la spesa complessiva per la protezione sociale è una sfida possibile, se i centri di responsabilità interessati - istituzionali e sociali - sapranno affrontare il problema in termini di autentica collaborazione.
Riorganizzare i servizi in funzione dei livelli essenziali ha introdotto in modo sistematico la capacità di tutela dei diritti delle persone. La vera tutela dei diritti avviene quando le risposte sono erogate a chi ne ha bisogno, in modo efficace. Questo significa capacità di valutazione del bisogno e, prima ancora, di selezionare i bisogni meritevoli di tutela sociale. Per fare questo è necessaria una base tecnica, professionale perché lo sforzo di solidarietà si trasformi in risposta efficace ai bisogni e in giustizia a tutela dei più deboli.
Il 2007 e il 2008 sono stati quindi gli anni dell’analisi dei servizi sia distrettuali che comunali e della loro configurazione: il coinvolgimento di Fondazione Zancan di Padova è stato infatti finallizzato all’approfondimento e all’analisi della condizione esistente per un successivo riordino dell’accesso. Si è presa in esame la mappa degli atti esistenti nel Distretto, approvati dai 46 Comuni.
Se l’analisi ha coinvolto l’intero distretto sociale, il prodotto e la necessità di un riordino appare prioritaria in particolare per il Comune di Cremona in particolare per la complessità della struttura dei servizi sociali comunali, rispetto ai piccoli Comuni; la spesa sociale messa in campo dal comune di Cremona; la necessità di riordinare la spesa sociale, in riferimento alla recente normativa nazionale e regionale in materia; la semplificazione delle modalità di accesso e l’introduzione di strumenti valutativi più equi. La nuova Amministrazione si è quindi trovata di fronte ad uno scenario la cui complessità richiedeva immediatamente scelte e decisioni importanti riguardanti la configurazione del sistema di welfare futuro.
Perché quindi un nuovo “regolamento” e perché la scelta di pensarlo in forma “Unitaria”? La scelta d’introdurre una regolamentazione unitaria per l’accesso ai servizi produce l’opportunità di superare la pluralità dei percorsi e dei regolamenti attualmente in vigore per i singoli servizi e alle singole prestazioni, con un unico percorso e Regolamento per l’accesso al sistema, propedeutico all’erogazione delle risorse presenti sul territorio. Risponde inoltre a indicazioni non solo introdotte dalla legge 328/00 ma anche dalla più recente legge regionale n. 3 del 2008.
A partire dall’inizio dell’anno si è condiviso l’intero percorso con la Commissione consiliare Affari Sociali ed il terzo settore. In particolare da febbraio ad oggi sono state convocate cinque commissioni consiliari a cui hanno sempre fatto seguito momenti di raccordo con i sindacati CGIL, CISL e UIL. Con questi ultimi inoltre si è condiviso il contenuto che assumerà, nelle prossime settimane, il valore di un formale accordo istituzionale.
L’approfondimento delle parti del documento del regolamento ha inoltre richiesto l’attivazione di uno specifico gruppo di lavoro a cui hanno preso parte, oltre che i responsabili indicati dal settore affari sociali, anche esponenti sia della minoranza che della maggioranza del Consiglio comunale. Nuovo Regolamento come tappa di un percorso di qualificazione dei servizi sociali significa: migliorare l’offerta di servizi ed interventi rispetto ai bisogni; utilizzare in modo più appropriato le risorse, nella prospettiva di definizione dei livelli essenziali di assistenza.
Regolamento unitario significa: sostituire la pluralità dei percorsi (e di ben 20 regolamenti) di accesso ai singoli servizi e alle singole prestazioni con un unico percorso (e unico regolamento) di accesso al sistema, propedeutico all’erogazione delle risposte disponibili sul territorio. Ciò permette di garantire equità di accesso, trasparenza dell’azione amministrativa, governo del sistema dei servizi, in un’ottica di valorizzazione degli strumenti professionali e amministrativi del servizio comunale.
Qual è il ruolo del Comune di Cremona nel caso dei servizi accreditati? Il Comune contribuisce alla valutazione multidimensionale del bisogno ai fini dell’accesso al servizio accreditato. Il Comune verifica l’eventuale necessità di una presa in carico comunale per integrare le spese sostenute da parte della persona per la fruizione del servizio accreditato (cioè “il Comune valuta la sussistenza o meno dei requisiti socio economici che determinano la compartecipazione del comune al pagamento della retta a carico dell’utente che non ha sufficienti disponibilità economiche”). La normativa regionale sui criteri di valutazione della capacità economica. Art. 8, Lr. 3/2008: “Le persone che accedono alla rete partecipano, in rapporto alle proprie condizioni economiche, così come definite dalle normative in materia di Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e nel rispetto della disciplina in materia di definizione dei livelli essenziali di assistenza, alla copertura del costo delle prestazioni mediante il pagamento di rette determinate secondo modalità stabilite dalla Giunta regionale, previa consultazione dei soggetti di cui all’art. 3 e sentita la competente commissione consiliare. Partecipano altresì i soggetti civilmente obbligati secondo le modalità stabilite dalle normative vigenti”. Nel sistema dei servizi esistenti questo significa: regolamentare l’accesso agli interventi erogati dal Comune, direttamente o tramite enti convenzionati, di cui l’ente locale è diretto responsabile, in termini organizzativi ed economico-finanziari; disciplinare anche il ruolo dei servizi sociali comunali nei casi di fruizione, da parte di persone residenti nel comune di Cremona, di interventi sociali e sociosanitari erogati da soggetti accreditati, per i quali sia richiesto un intervento di integrazione economica.
La scelta del Comune di Cremona è stata quella di assumere criteri di valutazione economica del destinatario e dei familiari che permettono di perseguire finalità di equità sociale e solidarietà nell’accesso agli interventi, favorire la permanenza dell'assistito presso il nucleo familiare di appartenenza.
Per quanto riguarda l’impiego dell’ISEE va detto quanto segue. Si tratta del criterio utilizzato per valutare la situazione economica delle persone, e del loro nucleo familiare di appartenenza, che richiedono servizi sociali “non destinati alla generalità o comunque collegati nella misura o nel costo a determinate situazioni economiche”, L’ISEE è funzione di: indicatore situazione reddituale (ISR), indicatore situazione patrimoniale (ISP), scala di equivalenza (SE). Allo stato attuale non è previsto l’impiego dell’ISEE in modo omogeneo e, anche tra servizi simili per finalità, talvolta si prev 


       



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