15 Settembre, 2002
Revisione del piano cave.Intervento di Eugenio Vailati, consigliere provinciale PD .
Il rischio che vengano tolti i vincoli di tutele ambientale al Pianalto Melotta-Romanengo
Revisione del piano cave.Intervento di Eugenio
Vailati, consigliere provinciale PD .
Il rischio che vengano tolti i vincoli di
tutele ambientale al Pianalto Melotta-Romanengo
Affrontando la proposta di revisione del
Piano Cave, non posso non affrontare il tema
‘cava di argilla nel Pianalto della Melotta’
che ha sollecitato la preoccupazione di parte
della cittadinanza del territorio e non,
che ha visto nelle Osservazioni alla Revisione
del Piano Provinciale Cave , proposto dalla
Provincia, il rischio che vengano tolti i
vincoli di tutele ambientale al Pianalto
Melotta-Romanengo, approvati in seguito al
Piano Cave 2003, per individuare un nuovo
giacimento d’argilla.
Rischio chiaramente visto da più parti e
che così voglio sintetizzare, pur capendo
che la questione è più complessa , ma il
tempo degli interventi mi obbliga ad essere
a volte brutale e non articolato come l’argomento
richiederebbe. In sintesi, i passaggi che
sono stati visti come possibili sono:
1) Inserire il perimetro di un eventuale
giacimento nella revisione del piano.
2) Modificare, attraverso un Protocollo d’intesa
con i comuni, magari non coinvolgendo chi
farebbe da zavorra perditempo, il PTCP (
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale)
3) Eliminato il vincolo procedere alla creazione
di nuovi vincoli, una nuova perimetrazione
e un nuovo gicimento.
So bene che per variare il PTCP serve, oltre
a un Protocollo d’intesa, un forte e dimostrato
interesse pubblico e il presidente nella
risposta alla mia interrogazione con risposta
scritta lo ha evidenziato e l’ assessore
Pinotti negli interventi lo sottolinea; così
pure più volte sento parlare di un coinvolgimento
allargato di più soggetti e di tempi che
sono lunghi e che non si è definito nulla,
neppure il confine e il perimetro. Lo sento
riconfermato giovedì scorso dal sindaco di
Casaletto di Sopra in una intervista su ‘La
Provincia’ che però alla domanda del giornalista:
perché allora il protocollo ha bruciato i
tempi? Non ha saputo dirlo, anzi spiazzato
ha detto……. “chiedetelo alla provincia”
E allora lo ridico io e proprio qui in provincia:
non si capisce il perché!
Se nella delibera oggi in votazione io leggo
“……..entro l’orizzonte cronologico di validità
del piano stesso non si
constata la sussistenza di problemi di approvvigionamento
di fabbisogni aggiuntivi rispetto a quelli
previsti dalla vigente pianificazione estrattiva,
considerata anche la congiuntura economica
…”
e poi “…anche nella provincia di Cremona
è in corso una congiuntura economica di crisi
che
ha comportato, specie nel 2009 e nella prima
parte del 2010, una forte e generalizzata
riduzione della estrazione di sostanze minerali
di cava rispetto ai fabbisogni calcolati
per il
dimensionamento del PPC 2003”
Perché tanta fretta nell’inserire il contenuto
del protocollo nell’approvazione delle osservazioni,
perché votare il protocollo e poi ( cito
testualmente le parole del presidente Salini
nella lettera di risposta alla nostra interrogazione
urgente con risposta scritta “……. nel frattempo
svolgere tutti gli approfondimenti necessari
per verificare se il giacimento sia effettivamente
sfruttabile: qualora il percorso istituzionale
avviato con il citato protocollo dovesse
evidenziare la mancanza delle condizioni
necessarie alla ridefinizione dei vincoli
territoriali e paesaggistici, l’individuazione
del giacimento resterà priva di effetti”.
Allora per favore, fate tutti gli approfondimenti
e poi, se sono tutti a posto, inseritelo
nella revisione; non adesso, non di fretta
di una fretta sospetta, ma al prossimo piano.
lo toglievate dalla revisione e lo poi lo
mettevate se del caso nel piano del 2013.
A me paiono motivi sufficienti , accanto
all’aver ignorato, non so se forzatamente,
d’essere qui in contrasto con il Piano Paesaggistico
Regionale che protegge i geositi nella loro
INTEGRITÀ, per confermare il giudizio già
dato di contrarietà.
 
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