15 Settembre, 2002 Canton Ticino: la campagna contro i frontalieri italiani finisce in Parlamento Dure reazioni ai manifesti, siti e Facebook definiscono 'ratti' le maestranze italiane.
Canton Ticino: la campagna contro i frontalieri
italiani finisce in Parlamento
Dure reazioni ai manifesti, siti e Facebook
definiscono 'ratti' le maestranze italiane.
La campagna anti-frontalieri promossa in
Svizzera approda ora nel Parlamento italiano.
Due rappresentanti del Pdl hanno sollevato
il caso in sede istituzionale: si tratta
del sindaco-deputato di Verbania, Marco Zacchera
e l'altro il senatore comasco Alessio Butti.
La richiesta degli onorevoli è quella di
un intervento a tutela dei lavoratori italiani
in Ticino, oggetto della pesante campagna
pubblicitaria, diffusa su Internet e con
cartelloni stradali e che li vede raffigurati
come ratti pronti a saccheggiare il formaggio
(vedi sotto).
La reazione dei parlamentari segue quella
dei sindacati svizzeri.
"Che la Svizzera venga rappresentata
dall’Emmental, l’ottimo formaggio bernese,
può starci, ma che i lavoratori che prestano
attività lavorativa in Svizzera siano raffigurati
da ratti, ossia da topi di fogna, è decisamente
sconcertante.
Se vengano preferiti i lavoratori esteri
agli indigeni siamo certi che sia per colpa
loro? Le maggiori tensioni sul mercato del
lavoro si sono, infatti, prodotte quando
è venuto meno il controllo preventivo dei
salari e delle condizioni di lavoro offerte
ai lavoratori.
La denuncia fatta dall’OCST negli scorsi
giorni relativa ai salari di fr. 1'800 mensili
offerti a personale qualificato nel settore
impiegatizio evidenzia che proprio laddove
non esistono dei contratti collettivi obbligatori
si nascono i maggiori abusi. Attendersi che
tutti questi abusi vengano denunciati è utopia
o peggio una velata ipocrisia.
Certamente per il Sindacato OCST l’introduzione
generalizzata di Contratti Collettivi permetterebbe
di ovviare a molti di questi abusi.
Ma se anche ciò accadesse rimarrebbe ancora
un problema di non facile soluzione: quello
della mancanza di rispetto verso il lavoratore,
di qualsiasi nazionalità, che spesso si sente
minacciare di licenziamento se non accetta
salari miseri o condizioni di lavoro indegne.
Va da sé che i più toccati siano i lavoratori
meno protetti e proprio per questo più soggetti
a questi ricatti.
L’OCST condanna questa campagna pubblicitaria
ed invita tutte le parti interessate (politica,
sindacati ed imprenditori) ad approfondire
e cercare soluzioni ragionevoli ai non pochi
problemi presenti nel mercato del lavoro
ticinese.
O C S T
Segretariato cantonale
fonte: http://www.vaol.it/it/notizie/canton-ticino-la-campagna-contro-i-frontalieri-italiani-finisce-in-parlamento.html