15 Settembre, 2002
Segnatevi in Agenda: venerdì 8 ottobre, ore 17,30, a SpazioComune, piazza Stradivari, Cremona
Incontro con il teologo don Bruno Bignami sul ritorno dell'Italia al nucleare
Segnatevi in Agenda: venerdì 8 ottobre, ore
17,30, a SpazioComune, piazza Stradivari,
Cremona
incontro con il teologo don Bruno Bignami
sul ritorno dell'Italia al nucleare
Dopo aver ignorato il 21 settembre, l'Italia
istituzionale e mediatica ignora anche il
2 e il 4 ottobre.
L'Italia si dimentica di Gandhi e San Francesco
Se la nonviolenza non ci interessa, preoccupiamoci
almeno della violenza che sta distruggendo
la vita, l'ambiente, la convivenza tra popoli
e minoranze.
Sabato 2 ottobre 2010, l'Onu celebra la "Giornata
internazionale della nonviolenza", ma
all'Italia istituzionale e mediatica non
interessa. In programma non c'è niente. Non
un'iniziativa, non un discorso ufficiale,
non una menzione. E' questa la denuncia di
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della
Tavola della Pace. E' una denuncia forte,
ma vera, che faccio mia anche se Flavio rivela
nella sua presa di posizione una esasperazione
che sembra difficile recuperare.
Il 21 settembre, giornata internazionale
dell'ONU per la pace, alcuni insegnanti volenterosi
mi hanno invitato ad un'assemblea di studenti
del Liceo artistico di Cremona per parlare
di Mazzolari, don Milani, Capitini e Gandhi.
Probabilmente è stata l'unica iniziativa
in città, viste le difficoltà che incontra
la scuola pubblica tra precariato e incertezze
sul proprio futuro. Quello che mi colpisce
nei giovani e, ormai, nella stragrande maggioranza
dell'opinione pubblica è non solo la scomparsa
del futuro ma dello stesso orizzonte mondiale
dei problemi, come se fossero una gigantesca
fiction. La tv è la cattiva maestra che orchestra
percezioni, sentimenti, paure; che decide
profondità e lunghezza delle nostre conoscenze.
La geografia del mondo è per lo più sconosciuta.
L'unica cosa che si avverte è la pressione
che subiamo, che viene dall'esterno : si
chiami immigrazione, campi rom sul proprio
territorio; si chiami conflitto con l'Islam;
si chiami competizione economica con i prodotti
cinesi. Il mondo è in movimento, si acuiscono
differenze e conflitti, e l'unico messaggio
che viene dato è quello che dobbiamo proteggerci,
chiuderci in casa, accorciare il nostro orizzonte.
In realtà ci sono le telenovele della casa
di Montecarlo, dei processi a Berlusconi
continuamente rinviati e mai celebrati; ci
sono le cattive narrazioni di una interminabile
resa dei conti, delle disarticolazione dei
poli e dei partiti politici in correnti e
nuove gambe, della nascita sempre annunciata
del futuro terzo polo che distraggono dalla
comprensione della fase attuale che stiamo
attraversando a Cremona, in Italia, in Europa
e nel mondo.
Anche la vicenda Unicredit, con Gheddafi
che supera ampiamente la quota del 5%, con
la Libia primo azionista della banca, viene
ridotta a scontro di potere interno tra filo-tedeschi
e Fondazioni, senza spiegarci le vere scelte
strategiche in atto nella Banca più europea
che abbiamo e le connessioni con i finanziamenti
alle nuove centrali nucleari.
Poca trasparenza da parte dei vertici di
Unicredit? Certo, ma anche debolezza della
nostra democrazia a far luce e chiarire le
vere partite in gioco.
Del resto è l'attuale politica estera italiana
ad essere la dimostrazione più evidente che
siamo di fronte ad una sua "privatizzazione"
: le relazioni internazionali tra Stati sono
ridotte a rapporti privati tra leaders e
ai loro stretti interessi economici. Sarà
un caso che dopo l'ultima incredibile visita
di Gheddafi in Italia, questi si sia sentito
autorizzato ad arrivare al 7% di Unicredit
?
Vedremo se Federico Ghizzoni, che ha sostituito
Profumo, vorrà dare chiarimenti adeguati.
Ma i chiarimenti di fondo dovrebbero venire
da una politica che ritrovi la dignità e
l'indispensabilità della propria funzione
nazionale e internazionale.
Marco Pezzoni
Scrive Fabio Lotti: "Il problema è che
dopo il 2 viene il 4 ottobre. Altra "Giornata"
da celebrare che governo e istituzioni, giornali
e TV hanno scelto di ignorare. Il problema
è che, a differenza del 21 settembre e del
2 ottobre, la Giornata del 4 ottobre non
è stata istituita dall'Onu, ma dallo stesso
Parlamento Italiano. "Il 4 ottobre -
recita il testo di legge approvato all'unanimità
nel 2005 - è considerato solennità civile
e giornata della pace, della fraternità e
del dialogo tra appartenenti a culture e
religioni diverse, in onore dei Santi Patroni
speciali d'Italia San Francesco d'Assisi
e Santa Caterina da Siena. In occasione della
solennità civile del 4 ottobre sono organizzate
cerimonie, iniziative, incontri, in particolare
nelle scuole di ogni ordine e grado, dedicati
ai valori universali indicati al primo comma
di cui i Santi Patroni speciali d'Italia
sono espressione." Niente di tutto questo
(resistono solo le tradizionali cerimonie
assisane). E sì che di protezione l'Italia
oggi ne ha proprio un gran bisogno.
Se la nonviolenza non ci interessa, occupiamoci
almeno della violenza che sta dilagando dentro
e fuori i nostri confini. Da dove vogliamo
cominciare? Dalla violenza mafiosa e criminale
che si è impossessata di tanta parte dell'economia
del nostro paese? O dalla gente che tutti
i giorni subisce le sue angherie? Dalla violenza
con cui corrotti e corruttori stano uccidendo
la vita democratica del nostro paese? Oppure
da quella che ci viene inferta a piene mani
da chi non paga le tasse e prospera nell'illegalità
e nell'abusivismo? Dai metodi subdoli per
imporre alle popolazioni locali siti nucleari
e depositi per le scorie radiattive, mentre
ci si riempie la bocca di centralità della
persona e rispetto della vita? Oppure dal
modo con cui si impone il bavaglio alla società
civile responsabile? Di cosa vogliamo parlare?
Della violenza che si consuma dentro le mura
domestiche contro le donne e i bambini? E
di quella che stanno vivendo i tanti operai,
insegnanti, impiegati che stanno perdendo
il lavoro? Della violenza sui bambini a cui
viene negata la mensa a scuola o di quella
sui rom che cacciamo a forza dalle nostre
città? Vogliamo parlare della violenza con
cui trattiamo e respingiamo gli immigrati
e chi fugge da miseria, guerre e persecuzioni?
Oppure vogliamo dedicare un po' d'attenzione
alla violenza che subiscono tutte quelle
persone che una politica miope e ingenerosa
ha impoverito e umiliato? O della violenza
sui giovani che oggi non riescono a trovare
né un lavoro né un futuro? E della violenza
che la TV ci rovescia addosso tutti i santi
giorni a tutte le ore, che ne diciamo? E
quella che usiamo per distruggere l'ambiente
in cui viviamo o per vivisezionare gli animali?
E di quella che sta facendo saltare il resto
del mondo, quando ce ne vogliamo occupare?
Del sangue che scorre in Afghanistan, in
Terra Santa o in Somalia? Di quello che succede
nelle carceri iraniane, birmane o libiche?
Gandhi e Capitini, per quest'anno, se ne
faranno una ragione. Voi invece, cari San
Francesco e Santa Caterina, perdonateci se
non vi onoriamo come si deve. E aiutateci!
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della
Tavola della pace
Perugia, 1 ottobre 2010
 
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