15 Settembre, 2002
Convoglio VivaPalestina5: la situazione sta’ entrando in una fase delicata
Dall'Egitto, una ulteriore e inaccettabile pretesa-Da Palestina News - voce di ISM
Convoglio VivaPalestina5: la situazione sta’
entrando in una fase delicata
Dall'Egitto, una ulteriore e inaccettabile
pretesa
Da Palestina News - voce di ISM
Ieri, 16 ottobre il convoglio VivaPalestina5
aveva completato tutte le operazioni per
prepararsi all’imbarco sul cargo greco che
doveva avvenire questa mattina a partire
dalle ore 9. Completato, a titolo gratuito,
il pieno di benzina per tutti i veicoli,
dislocati i veicoli in ordine di marcia,
ripulito il campo che ci ha ospitato, consegnati
tutti i passaporti per facilitare le operazioni
di frontiera, provveduto alle forniture di
viveri e di acqua dato che il vettore non
è un traghetto per passeggeri e non offre
alcuna opportunità di ristoro, nella serata
era previsto un ultimo incontro di saluto
e di festa con la comunità palestinese del
campo profughi e con la comunità siriana
che con generosità ci hanno accolto e ospitato
per ben 15 giorni.
E invece, a smorzare gli entusiasmi, è arrivato
improvvisamente il contrordine: le autorità
egiziane hanno di nuovo bloccato l’operazione
di ingresso con una nuova e vessatoria richiesta:
17 degli attivisti considerati persone non
gradite, non possono entrare in Egitto. Richiesta
immotivata e ricattatoria che subito la direzione
del convoglio ha dichiarato inaccettabile
riservandosi di adottare oggi, con l’arrivo
a Lattakya di George Galloway, tutte le contromisure
per rispondere a questa ulteriore pretesa
egiziana.
Non si conoscono i nomi dei 17 “indesiderati”,
ma è evidente ormai che dietro a questa ennesima
richiesta c’è l’intervento di Israele.
Israele vuole interrompere questa crescente
catena di iniziative (convogli e flottiglie)
che sta mettendo in crisi l’assedio e il
boicottaggio adottato contro la popolazione
della Striscia di Gaza.
Il governo egiziano si presta a questo sporco
gioco cercando di logorare la resistenza
e la compattezza dei partecipanti al convoglio,
le delegazioni di oltre 30 paesi, 380 attivisti
con 145 veicoli pieni di aiuti umanitari.
Si tenga conto che il Convoglio, nelle trattative
svolte a Damasco aveva già, con grande senso
di responsabilità, accettato condizioni molto
pesanti, in particolare la rinuncia del leader
del convoglio, George Galloway a entrare
a Gaza. Ma non solo questo. Era stata accettata
la pretesa egiziano-israeliana di escludere
il trasferimento in Gaza del carico di cemento,
questa arma di distruzione di massa che avrebbe
permesso di ricostruire quelle case e quelle
infrastrutture distrutte dall’esercito israeliano
nell’operazione “piombo fuso”. Era stata
pazientemente accettata la condizione di
riclassificare tutti gli aiuti e di caricarli
su pallet per facilitare eventuali operazioni
di controllo. Tutto questo non è bastato,
e non sono bastati 15 giorni di sequestro
e di blocco del convoglio a Lattakya, con
disagi immaginabili per i 380 attivisti,
ma anche con un peso notevole per le autorità
siriane che ci ospitano, fornendo cibo e
bevande a tutto il convoglio. Ora questa
ulteriore e odiosa condizione. Non conosciamo
i nomi della lista di proscrizione; la direzione
del convoglio ha evitato per ora di renderla
pubblica per non creare ulteriori tensioni
e non fare il gioco egiziano. Ma è presumibile
che si vuole decapitare la testa del convoglio
e, di richiesta in richiesta, di rinvio in
rinvio, bloccarlo definitivamente, questo
e anche i possibili futuri convogli.
Gli egiziani con questa mossa hanno rotto
e disatteso un accordo già siglato a Damasco
e si sono resi responsabili di un inevitabile
inasprimento del confronto. La risposta del
convoglio, per quanto pacifica non potrà
che essere molto dura. E’ vergognoso e intollerabile
che si impedisca l’arrivo di aiuti umanitari
a una popolazione come quella della striscia
di Gaza così duramente provata da un assedio
che dura dal 2006. Ma è anche intollerabile
che l’Egitto impedisca l’esercizio di uno
dei diritti fondamentali che le convenzioni
internazionali garantiscono a tutti i cittadini,
la libera circolazione delle persone attraverso
tutte le frontiere di tutti i paesi del mondo.
Ma la manovra egiziana appare sconsiderata.
Perché una buona parte della sua economia
si regge proprio sulla libera circolazione
di tutti quei cittadini, moltissimi sono
gli italiani, che ogni anno visitano l’Egitto
e le sue più note e famose località archeologiche
e turistiche. Turisti sì, attivisti no? Il
governo egiziano che si sta esercitando in
questa sfida pericolosa e insensata contro
un convoglio di cittadini e di attivisti
del mondo intero deve allora fare molta molta
attenzione.
La delegazione italiana, in queste ore di
tensione e di duro confronto, mentre ribadisce
la sua volontà di resistere a questa azione
discriminatoria, invita il movimento italiano
di solidarietà con la resistenza palestinese
a manifestare la sua protesta davanti all’ambasciata
e alle legazioni egiziane, di intervenire
sul ministero degli esteri italiano affinché
si faccia carico di una ferma protesta nei
confronti del governo egiziano, ma anche
a prepararsi a mettere in campo, se la situazione
non si sbloccherà rapidamente, un boicottaggio
contro il flusso turistico dall’Italia all’Egitto.
A fine serata c’è ancora tempo per una nuova
esibizione, molto applaudita, del team italiano
che ha cantato Bella ciao, che è stata preceduta
su iniziativa di uno degli attivisti giordani
dalla lettura del testo in arabo e in inglese.
Una ulteriore dimostrazione del forte spirito
di umanità che caratterizza il convoglio.
Aggiornamento delle ore 15 di domenica 17
ottobre
A mezzogiorno visita al campo del rappresentante
in seconda di Hamas , accolto con grande
entusiasmo.
Poi press conference con la presenza di George
Galloway, un intervento attesissimo dopo
la nuova pretesa del governo egiziano di
escludere dall’ingresso in Egitto e a Gaza
di 17 attivisti.
Con la sua straordinaria capacità comunicativa
Galloway passa in rassegna la lista dei proscritti,
dimostrando come le motivazioni addotte dalle
autorità egiziane sono in alcuni casi crudeli,
in altri casi assurde e in altri casi ancora
sia crudeli che assurde.
Crudele l’esclusione di due attivisti turchi,
parenti delle vittime della Mavi Marmara,
che intendono portare a Gaza, terra raccolta
sulle tombe e destinata a piantare fiori
e alberi di ulivo a Gaza. Assurda l’esclusione
di una giovane attivista britannica, Amena
Saleem, indicata come moglie di Galloway
(solo perché il suo nome è simile a quello
della ex moglie del leader britannico); crudele
e assurda insieme la esclusione dello sceicco
Ismail Nashwan, un anziano di 83 anni, indicato
erroneamente di avere nazionalità turca (e
che nell’apprendere la notizia non trattiene
le lacrime)
L’intelligence egiziana, sottolinea Galloway,
non ci fa certo una buona figura, rimarcando
in ogni caso che la responsabilità di questa
irricevibile lista di proscrizione è del
Presidente Hosni Mubarak che deve avere “cattivi
consigleri”.
Conclusione: domani il convoglio, con tutti
gli attivisti, partirà per El Arish; le autorità
egiziane avranno tutto il tempo a disposizione
per riflettere, prendere atto della assurdità
ed inconsistenza di questa ennesima richiesta
dilatoria e prendere atto degli errori commessi.
Si annuncia un attracco a El Arish alquanto
movimentato.
ISM-Italia
Lattakya, 17 ottobre 2010
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Palestina News - voce di ISM (International
Solidarity Movement) Italia www.ism-italia.org
 
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