15 Settembre, 2002 Dalle querce figlie del fiume alle antiche torbiere Il Parco Adda Sud si racconta con le immagini
Dalle querce figlie del fiume alle antiche
torbiere
Il Parco Adda Sud si racconta con le immagini
Continua la mostra aperta da sabato 16 ottobre
2010 al museo civico di Cremona
Robert Capa, famoso reporter del Novecento
(sono sue le uniche immagini che abbiamo
della prima ondata dello sbarco in Normandia
durante la seconda guerra mondiale) diceva
che non esistono foto brutte o belle, ma
quelle prese da vicino e quelle che invece
vengono scattate da lontano. E’ una massima
che tutti i reporter moderni si portano dietro
ogni volta che devono raccontare qualcosa
per immagini. Qualsiasi cosa: da un campo
di battaglia a un fiume.
La regola è sempre la stessa ed è quella
che hanno seguito i due Guardia Parco del
Parco Adda Sud, Diego Ferri e Giulio Formenton
con i loro scatti esposti dal 16 ottobre
al 14 novembre presso il museo civico Ala
Ponzone, in via Dati 4 a Cremona. La mostra,
che racconta angoli e squarci del Parco Adda
Sud fra il Lodigiano e il Cremonese, sarà
aperta dal martedì al sabato dalle 9 alle
18 e la domenica e i festivi dalle 10 alle
18. L’inaugurazione sarà questo 16 ottobre
alle 9.30.
“Le nostre guardie – spiega Riccardo Groppali,
Direttore del Parco Adda Sud – grazie al
loro servizio nelle aree più affascinanti
del bacino dell’Adda meridionale hanno raccontato
nel dettaglio, con l’occhio del cronista,
il corso del fiume a Spino d’Adda e il piccolo
porto di Formigara e l’area di Montodine
dove l’Adda si ricongiunge a un altro parco
naturale che è quello del Serio, in una sintesi
degli angoli più belli della bassa Lombardia”.
I due fotoreporter del Parco Adda Sud hanno
poi esplorato e raccontato il gioiello botanico
della Cantacucca di Rivolta d’Adda con le
sue querce figlie del fiume, nate e cresciute
su ciottoli abbandonati dalle piene, insieme
ai boschi di Casaletto Ceredano e alle piccole
vallate scavate dal fiume (i “wadi” della
pianura padana) a Credera e Rubbiano.
“Ma l’Adda Sud è soprattutto un parco di
paludi – spiega Groppali – e le immagini
scattate dalle nostre guardie parco raccontano
l’Adda morta di Pizzighettone, le zone umide
delle Colombare di Moscazzano e la Torbiera
di Pra’ Mazzi di Crotta d’Adda”. Testimone
di un tempo passato che adesso parla con
i silenzi della Natura.