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15 Settembre, 2002
NON C’E’ PROPRIO LIMITE AL PEGGIO E CAVATIGOZZI NON E’ DI MENO DEL MORBASCO SUD
MA PROPRIO A CREMONA DOVEVA CAPITARE LA GIUNTA “DEL CEMENTO” A DEVASTARE?

NON C’E’ PROPRIO LIMITE AL PEGGIO E CAVATIGOZZI NON E’ DI MENO DEL MORBASCO SUD, ANZI. MA PROPRIO A CREMONA DOVEVA CAPITARE LA GIUNTA “DEL CEMENTO” A DEVASTARE?
Caro direttore,
a Cremona, per cementificare e speculare e devastare…“enonsenepuòpiù!”. E non è uno scherzo. Per il momento l’allarme è strisciante, ma se continuiamo a non vederlo presto si farà grave. Noi cremonesi stiamo perdendo la pazienza, però! S’è detto cementificare, appunto. ”Non è che” poi al primo nubifragio o temporale “verace” che si abbatterà su Cremona e dintorni, ne conseguiranno devastanti allagamenti e disagi per la popolazione a tal punto che potremo (a ragion veduta) esclamare: “Piove, Governo ladro”? Purtroppo la cementificazione è una delle cause primarie. Si tratta di uno scardinamento del sistema ambientale, urbanistico del nostro territorio che avrà conseguenze gravissime ed irreversibili sull’equilibro complessivo delle risorse naturali con enormi danni economici e sociali. Codesta premessa introduce un inquietante interrogativo che si sta perpetrando ai danni di quella Cavatigozzi volentieri abbandonata dagli Uomini e dalla Nazione. Ultimamente l’attenzione di buona parte dei nostri concittadini (soprattutto i più sensibili ed i più attenti) si sta focalizzando su di un argomento di non poca rilevanza: Morbasco Sud. C’è chi ipotizza addirittura una “fine alla Pompei”, c’è chi si arringa (giustamente) contro il cemento e le inutili devastazioni con firme, petizioni, tam tam che irreversibilmente corrono sul Web. Ineccepibile l’alzata di scudi sia nel metodo che nel modo e nel tempo dovuti. Ed a Cava, a Cava cosa sta succedendo, chi se ne occupa (o preoccupa)? Intanto…Cavatigozzi è assediata da industrie ad alto rischio di incidente rilevante (e non è poco!), ma quel che più preoccupa (purtroppo pochi ne sono coscienti) appare essere un gigantesco insediamento abitativo che non ha precedenti. Aree identificate nel “pgt” (piano di governo del territorio, che conferisce la Possibilità giammai l’Obbligatorietà di autorizzare l’insediamento!) saranno destinate ad un “AMBITO DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE-AMBIENTALE”. In parole povere, nel corso di pochi anni superfici da sempre vergini adibite a colture, boschetti autoctoni (massi, maddai, Malvezzi, tanto…compensali da un’altra parte, quei boschetti! Ma un boschetto è un boschetto, beata innocenza!), zone verdeggianti, habitat naturali, verranno prepotentemente occupate (tra servizi, verde pubblico, verde privato, abitazioni, strade, piazzali, recupero edilizio e quant’altro) da ben 156.700 metri quadrati. Si narra che il vicesindaco Malvezzi, appunto assessore alla partita, sia uso pronunciare: “Ma chi glielo va a raccontare ai proprietari che non possono edificare, quando le carte sembrano in regola? Immantinente scaturirebbe una vertenza legale alla quale i nostri avvocati non saprebbero far fronte!” Fate un po’ voi, direttore, qual è la “filosofia” (per non dire la “condotta”)….dell’attuale nostra Amministrazione! Tuttavia, a scanso di equivoci o fraintendimenti, mi preme ribadire che gli interventi saranno progressivi, negli anni, soprattutto afferenti in parte a verde ed in parte a cemento, giusto per non essere tacciato di vittimismo. Non v’è ombra di dubbio tuttavia che andranno sicuramente a stravolgere l’attuale ecosistema. Ma c’è “dippiù”: ad occhio e croce (come spesso si suole dire) si insedieranno non meno di 700/800 persone. Non male per una periferia che conta attualmente soli circa 1.970 abitanti. Spettrale poi risulterà lo sbocco degli autoveicoli (che ne conseguiranno ovviamente) sulla ormai ingolfata via Milano. Tra i rimanenti annessi e connessi (mancanza di servizi, di un’ampia e risolutiva viabilità, di collegamenti con la città….) emergerà una insolita periferia, al limite del collasso, già ampiamente “bastonata”, in seria difficoltà a supportare un simile “carico di utenza”. Inconcepibile poi se rapportata all’effettivo fabbisogno di una cittadina come Cremona (la nostra “parva sed apta mihi”!) ove è statisticamente provato che demograficamente stiamo vertiginosamente calando di unità-persona. Ma c’è “dippiù”, direttore. Esistono (e questo non solo a Cavatigozzi ma in tutta Cremona e dintorni) numerosissime abitazioni sfitte, invendute, abbandonate dunque recuperabilissime (aggirarsi per Cremona e periferie per verificare!). Un dato inquietante, senza dubbio, soprattutto alla luce della notevole lievitazione dei costi delle abitazioni, saliti vertiginosamente alle stelle. Tant’è vero che è sempre meno attuabile un indebitamento attraverso un mutuo a tassi oltre modo poco vantaggiosi (causa principale: cassintegrati, precari, licenziati, lavoratori part-time.…). Perché, vedete direttore, a me “mi” viene sempre di più un terrificante sospetto (che è quasi una certezza): “eccioè” quello di immaginare che la città per antonomasia ormai non sia più dei “cives” cremonesi, vale a dire di tutti noi. Mentre la città deve essere mia, vostra, nostra, la città deve essere discussa, ragionata, partecipata, condivisa, il cittadino deve essere parte attiva, integrante. La città non può essere decisa nei salotti, a senso unico. Dunque, direttore: “Lasciatemi almeno osservare il mondo alla rovescia poiché il vino a me “mi” fa girar la testa e fare pensieri strani, di una mente vagabonda, terribile sensazione di un vuoto “pieno” di timori, così come agli umani fa fare l’ INDIFFERENZA”. Damose da fa, va la, ma arrendersi….mai! Riusciremo mai un giorno ad urlare, tutti insieme però, con la poca voce che ci “rimane”, in coro:

L’URLO DI MUNCH

Là dove c’era l’erba ora c’è una città…...
Eh, non so perché continuano a costruire le case
………e non lasciano l’erba.
Se andiamo avanti così
chissà come finirà! (Adriano….)

giorgino carnevali

P.S. Affinché tutta ‘sta lunga “tiritera” non si perda nei meandri della superficialità, mi garba evidenziare tre aspetti: primo, per tentare di far riflettere la nostra “Cremona”, in tutti i sensi; secondo, per un innato senso etico, soprattutto civico; terzo, affinché sia soprattutto chiaro alle “folle” che ogni riferimento a persone esistenti ed a fatti accaduti è puramente casuale (a scanso di equivoci).Tuttavia “Nulla è più complicato della sincerità”. (Luigi Pirandello).
….evviva! evviva! evviiiiva Cremona! Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più. Se sposti un po’ la seggiola, Oreste, stai comodo anche tu. Gli amici a questo servono, a stare in compagnia, sorridi al nuovo ospite, non farlo andare via, dividi il “companatico”, raddoppia l’allegria….e medita sui quei bambini dell’oggi, che saranno poi gli “uomini” del domani, di questa nostra tanto amata e sofferta Cremona!

 


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