15 Settembre, 2002
Un’iniziativa per la sicurezza dei gestori e dei clienti
Il Gruppo Gestori Impianti di carburante aderenti ad Ascom, attraverso una lettera, hanno chiesto a tutti i Sindaci dei Comuni della provincia, di sostenere – con una delibera di consiglio - una proposta parlamentare mirata ad aumentare la sicurezza
Un’iniziativa per la sicurezza dei gestori
e dei clienti
Il Gruppo Gestori Impianti di carburante
aderenti ad Ascom, attraverso una lettera,
hanno chiesto a tutti i Sindaci dei Comuni
della provincia, di sostenere – con una delibera
di consiglio - una proposta parlamentare
mirata ad aumentare la sicurezza nelle stazioni
di servizio.
Una misura suggerita dal tragico episodio
di Gorla Minore, dove i rapinatori qualche
mese fa, hanno ucciso un benzinaio. Ugualmente
deve far riflettere la rapina al titolare
del punto Agip di Castelleone che il 30 settembre
scorso si è visto puntare una pistola al
volto da malviventi che, dopo essersi impossessati
dell’incasso della giornata (poco meno di
mille euro) si sono dileguati. Stesso copione
è andato in scena all’impianto Tamoil di
Spino d’Adda.
“Le nostre stazioni di servizio – spiega
il presidente Graziano Bossi – rischiano
di diventare veri e propri bancomat per malintenzionati
e criminali. Gli addetti rischiano così la
vita. Di fronte ad una situazione che, ogni
giorno, si fa più pesante non possiamo che
lanciare un appello perché si sostengano
azioni concrete mirate alla tutela del personale
addetto. E’ la risposta ad un problema sociale,
quello della sicurezza, che non può essere
delegato ai soli gestori, ma che deve vedere
coinvolte anche le compagnie petrolifere
e le stesse istituzioni”.
Il documento che la Figisc chiede di sottoscrivere,
e che è stato inviato a tutti i sindaci,
vuole “rendere obbligatorio sul territorio
nazionale l’installazione di impianti di
video sorveglianza sugli impianti di distribuzione
carburanti a tutela dei gestori, dei dipendenti
e dei clienti”. “Le spese per realizzare
il progetto – puntualizza Bossi - devono
essere a carico delle Compagnie Petrolifere,
ma anche di Stato e Regioni”.
Inoltre si chiede di creare (sul modello
realizzato per i tassisti milanesi, anche
in questo caso dopo un atto di violenza finito
in tragedia), il collegamento capillare e
sistematico con le Forze dell’Ordine.
“Il progetto, spinto forse dall’emozione
per la morte del collega di Gorla Minore
– continua il presidente Figisc – vuole sensibilizzare
gli amministratori locali perché si facciano
portavoce di una istanza che ha ragioni ben
fondate. Tanto più che il documento è già
stato approvato da alcuni sindaci, anche
in provincia di Milano, dunque non troppo
distante da Cremona. Ma solo da una mobilitazione
diffusa può nascere quella attenzione al
problema che neppure la morte di un collega,
qualche mese fa, ha saputo alimentare. O
perlomeno non ha portato a risultati concreti
ed evidenti”.
Lo stesso sindaco del Comune di Gorla intende
creare una rete con gli altri primi cittadini,
essere riferimento per presentare alle Camere
la petizione a favore dei benzinai. Ma, per
dar forza alla sua richiesta, chiede la solidarietà
degli altri amministratori.
Poi Bossi puntualizza le ragioni che legittimano
i benzinai a chiedere a compagnie ma anche
alle Istituzioni di farsi carico dei costi.
“Gli oneri derivanti da questa scelta – spiega
- dovrebbero essere a carico di chi gestisce
il 98% delle entrate derivanti dalla vendita
dei carburanti. Non certo degli operatori
che, ormai, lavorano con margini davvero
ridotti e già devono subire la concorrenza,
non sempre leale, di impianti fantasma”.
“La Costituzione – conclude il presidente
Figisc – stabilisce che l’Italia è fondata
sul lavoro. E il lavoro è necessario per
vivere. Ma occorre evitare di morire per
lavorare”.
Gruppo Benzinai - Ascom
 
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