15 Settembre, 2002
Un anno fa moriva padre Nicola Giandomenico, fondatore della Tavola della pace.
La sua lezione di vita nel ricordo di Flavio Lotti.
Un anno fa moriva padre Nicola Giandomenico,
fondatore della Tavola della pace.
La sua lezione di vita nel ricordo di Flavio
Lotti.
"Fini lo va a trovare spesso. Buttiglione
e Veltroni pure. Berlusconi ha già prenotato
un appuntamento. Ma la lista degli ospiti
eccellenti di fra' Giandomenico è molto più
lunga e comincia lontano, fin da quando il
suo convento era meta dei pellegrinaggi di
Enrico Berlinguer". A poche settimane
dal terremoto che colpirà duramente l'Umbria
e Assisi, il Corriere della Sera lo presenta
così: come un grande politico e diplomatico,
pazientemente impegnato a tessere la tela
della pace e della giustizia, in Italia come
nel mondo. Ma padre Nicola Giandomenico era
molto, molto di più. Lo voglio ricordare
oggi, ad un anno dalla sua scomparsa, per
tutti i giovani che non hanno avuto la fortuna
di conoscerlo.
Nicola era un uomo di pace. Un autentico
uomo di pace. Altro che "il contrario
della guerra"! Per Nicola "la pace
è un modo di essere, di pensare, di vivere.
Un nuovo stile di vita, un nuovo modo di
relazionarsi tra singoli, tra popoli, tra
nazioni." O la vivi o non esiste. O
te la porti dentro o è uno slogan.
Alla pace Nicola ha dedicato tutta la sua
vita impegnandosi per mettere fine alla guerra
fredda e all'occupazione israeliana dei territori
palestinesi, per fermare la guerra in Iraq
e per il dialogo con Cuba, per i diritti
dei più poveri e per il disarmo nucleare,
per il rafforzamento dell'Onu e per la difesa
dell'ambiente, trasformando il Sacro Convento
d'Assisi in uno straordinario cantiere della
pace e del dialogo con tutti. Grazie a lui,
il 13 gennaio 1996, nascerà la Tavola della
pace.
Per la pace Nicola ci ha messo la faccia,
senza mai voltarsi indietro, senza mai curarsi
delle critiche strumentali e delle accuse
vergognose che, via via, gli sono state scaricate
addosso. Nicola aveva capito che non basta
parlare di pace, non basta nemmeno predicarla:
uno ci deve lavorare. Seriamente. In prima
persona. In relazione con tutte le donne
e gli uomini di buona volontà, senza esclusioni
politiche, religiose e culturali. Condividendo
le responsabilità. Assumendosi anche la responsabilità
delle cose più grandi.
Nicola lo ha fatto sempre con una grande
dose di umiltà, una delle virtù più preziose
e introvabili del nostro tempo. Dice di lui
padre Giuseppe: "Nonostante fosse il
nostro 'ministro degli esteri', a noi più
giovani ha sempre donato la lezione del distacco
interiore dal culto dell'immagine e dell'interesse
personale, dell'essere strumento finché si
è utili, di essere mezzo e non fine, di essere
uno e non l'unico".
Anche per questo, forse, Nicola è un uomo
poco noto. Perché non ha mai cercato le vetrine,
perché ha sempre dato senza mai tenere nulla
per sé, perché "non si è mai fatto prendere
dal vortice sfrenato dell'emergere, del primeggiare".
Il 12 novembre 2009 Nicola Giandomenico si
è spento in silenzio dopo dieci lunghissimi
anni di sofferenze e amarezze. Se n'è andato
dopo un'ultima notte soffocante come il tempo
triste che stiamo vivendo. Se n'è andato
verso mezzogiorno, quando la luce e il ritmo
della vita si fanno più intensi, invitandoci
a fermarci e a riflettere. Dove stiamo correndo?
Siamo sicuri di essere sulla strada giusta?
Padre Nicola non c'è più. Quello che resta
è la sua testimonianza di vita. Quella di
un uomo e di un frate che si è fatto strumento
umile della pace. Una testimonianza capace
di parlare a tutti, credenti e non credenti.
Una testimonianza che l'Umbria e l'Italia
non si possono permettere di disperdere.
PS. Nicola era un frate cresciuto alla scuola
di San Francesco. Dai suoi scritti e dalla
sua vita col tempo aveva ricavato "dieci
regole d'oro" che suggerisco di trascrivere
e tenere sempre in tasca. 1) Credere nel
positivo. 2) Rifiutare ogni pregiudizio.
3) Riannodare i fili rotti. 4) Trascendenza
della pace e vitalità della preghiera. 5)
Osare per la pace. 6) Spazio alla fantasia
e alla creatività. 7) Credere nella possibilità
del cambiamento. 8) La pace ha la sua strada:
la solidarietà, il dialogo, la fraternità.
9) La pace ha delle basi: la verità, la giustizia,
l'amore, la libertà. 10) La pace è sempre
un punto di arrivo e un punto di partenza.
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della
Tavola della pace
Perugia, 12 novembre 2010
fonte: Marco Pezzoni
 
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