15 Settembre, 2002
Tamoil destino annunciato ( Giuseppe Torchio)
La notizia proveniente da Milano, pur annunciata, e' molto piu' grave del previsto.
Tamoil destino annunciato ( Giuseppe Torchio)
La notizia proveniente da Milano, pur annunciata,
e' molto piu' grave del previsto. Con pochi
altri fui facile profeta. Ma la decisione
e' molto piu' pesante di quanto si potesse
immaginare. Niente semilavorati, niente minestra
allungata ma chiusura in tempi brevissimi.
Niente 120 addetti ma solo 30 risorse umane.
Niente tecnici libici impegnati nella dismissione
ma solo italiani, rimarcando, in tal modo,
una vera e propria ritirata sotto tutti i
profili dei rappresentanti della Jamairia.
A nulla e' valso il richiamo a reinvestire
sull'area con sistemi innovativi di raffinazione,
la collaborazione degli Enti Locali cremonesi
per la nuova centrale e il teleriscaldamento
nell'area Nord Ovest della città, la predisposizione
e la sponsorizzazione a tutti i livelli del
piano "Tamoil Golena Aperta" con
i fondi Fas per la bonifica dei siti a monte
ed a valle della raffineria, compresa la
discarica al porto e l'area ex B 5 e l'impegno
per il raddoppio infrastrutturale della ferrovia
per Cavatigozzi. Silenzio tombale su tutto
il fronte da parte Tamoil, l'unica voce registrata
e' il niet reso pubblico in questi giorni
alla realizzazione del Terzo Ponte.
Nel frattempo, insieme al rimpianto per i
tempi della vera politica, quando Andreotti
e la politica estera italiana erano particolarmente
attente ai Paesi Arabi e del Nord Africa,
non si possono trascurare elementi che fanno
parte degli accordi sindacali e delle proposte
del passato: la realizzazione della nuova
raffineria di Tripoli da 12 a 20 milioni
di tonnellate di greggio, iniziativa che
rappresenta una linea di tendenza dei paesi
produttori che mirano ad ottenere un valore
aggiunto con la lavorazione e trasformazione
del prodotto in sede; la seconda che riguarda
le proposte di reimpiego dell'area dopo la
chiusura della raffineria con opzioni legate
al mercato degli accessori e della filiera
automobilistica e motociclistica previa la
necessaria opera di bonifica a carico dell'azienda;
la terza legata alla necesssita' di garantire
non solo ammortizzatori sociali o cassa integrazione,
ora prevista in maniera assai ridotta dalle
ipotesi comunicate dall'azienda ma di risarcire
la città rispetto alla distruzione di una
cultura e di curricula scolastici a livello
industriale e chimico che ha generato una
presenza di professionalità' di qualita'.
Ora agli Enti Locali che, pur espressione
della maggioranza di governo a Roma ed a
Milano, non hanno veicolato risorse concrete
ed azioni incisive, spetta l'onere di affrontare
e risolvere questa intricata quesatione.
Si potrebbe alimentare una polemica piu'
che motivata ma questo e' il tempo di portare
il massimo contributo di coesione politica
e sociale per superare una brutta pagina
nel futuro economico e sociale della città
rispetto ad un'attivita' che a livello diretto
e indotto alimenta 800 posti di lavoro.
Giuseppe Torchio
Consigliere Provinciale
 
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