15 Settembre, 2002
Luciano Pizzetti interviene sulla CO.GE.ME-SIDERIMPEX e Tamoil
Chiedo al Governo, visti gli intensi e particolari rapporti intrattenuti con la leadership libica, se fosse a conoscenza di questa scelta e se l’abbia addirittura tacitamente avallata.
Luciano Pizzetti in occasione dell’approvazione
della Legge di Stabilità interviene sulla
CO.GE.ME-SIDERIMPEX e Tamoil
Chiedo al Governo, visti gli intensi e particolari
rapporti intrattenuti con la leadership libica,
se fosse a conoscenza di questa scelta e
se l’abbia addirittura tacitamente avallata.
18/11/2010 Sunto dell’intervento svolto in
Aula da Luciano Pizzetti in occasione dell’approvazione
della Legge di Stabilità
…una crisi che non solo non è passata ma
comincia ora a far vedere gli effetti più
drammatici sul sistema produttivo e occupazionale,
con interi territori che rischiano una strisciante
desertificazione industriale. Voglio portare
all’attenzione del Parlamento e del Governo
due condizioni che pesano su un territorio,
la provincia di Cremona, di non grandi dimensioni
e di 360 mila abitanti: CO.GE.ME-SIDERIMPEX
e TAMOIL..
CO.GE.ME-SIDERIMPEX è un gruppo metallurgico
con impianti a Casalmaggiore che impegnano
150 occupati la gran parte dei quali posta
repentinamente in precarietà.
TAMOIL è un Gruppo petrolifero di proprietà
libica, più precisamente della famiglia del
leader libico, con 300 dipendenti diretti
e circa 1000 operatori dell’indotto.
Il 12 novembre scorso il Gruppo, senza alcun
preavviso e senza alcuna relazione con le
Istituzioni locali, con un comunicato di
11 righe ha informato della irrevocabile
decisione di chiudere l’impianto di raffinazione
di Cremona, trasformando un’area di 800mila
mq in un semplice deposito che occuperà 30
persone.
TAMOIL gestisce in Italia 2075 punti vendita,
alimentati anche dalla raffineria di Cremona,
determina il 5% della capacità totale di
raffinazione, copre il 7,5% dei consumi petroliferi
nazionali, generando nel 2009 un fatturato
pari a 4,5 mld.
Il Governo tenga conto del fatto che il Gruppo
sino a poche settimane fa, d’intesa con le
Istituzioni e le Organizzazioni sindacali
locali, aveva in corso importanti investimenti
per innovare impianti e processo produttivo,
corrispondendo così oltre che alle mutate
esigenze del mercato, alla necessità di molto
migliorare la qualità ambientale dell’area.
A tale scopo erano in corso le procedure
presso gli appositi uffici dei ministeri
competenti. Di più, l’impianto di raffinazione
di Cremona è uno dei soli tre sui 15 operanti
in Italia con già approvata l’Autorizzazione
Integrale Ambientale.
Ora questa scelta repentina e inaccettabile,
che colpisce gravemente un territorio in
una fase di già grave criticità mettendo
sulla soglia della disoccupazione circa 1000
famiglie e gettando sulle spalle della comunità
i gravi effetti dell’incerta bonifica dell’area.
Chiedo al Governo, visti gli intensi e particolari
rapporti intrattenuti con la leadership libica,
se fosse a conoscenza di questa scelta e
se l’abbia addirittura tacitamente avallata.
Comunque di assumere direttamente e rapidamente
la gestione della vicenda, mediante l’attivazione
sollecita della Presidenza del Consiglio
dei Ministri. Con l’obiettivo di far recedere
il Gruppo libico dalla decisione assunta,
per procedere alla realizzazione degli interventi
innovativi e migliorativi richiesti e in
parte autorizzati anche eventualmente riprogrammando
temporalmente l’attuazione delle prescrizioni
imposte. Comunque per spostare i termini
della dismissione oltre l’anno 2011 deciso
dal Gruppo…
 
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