15 Settembre, 2002 27 novembre "con" la Cgil: Alberto, Micol, Annalisa, Mohamed Voci e volti dai cortei e da Piazza San Giovanni, il 27 novembre. Migliaia di persone sfilano con la Cgil.
27 novembre "con" la Cgil: Alberto,
Micol, Annalisa, Mohamed
Voci e volti dai cortei e da Piazza San Giovanni,
il 27 novembre. Migliaia di persone sfilano
con la Cgil. I giovani "non + disposti
a tutto". I lavoratori Vinyls, Lamborghini,
Merloni, gli immigrati. "Che bella Roma,
che ci applaude e ci sostiene"
di Guido Iocca e Stefano Iucci
Alla manifestazione hanno anche partecipato
Pier Luigi Bersani,Segretario PD, Niki Vendola
Cordinatore Nazionale SEL, Antonio Di Pietro
Presidente IDV
Nessuna cifra, nessun numero. Ma tanti volti.
Tante persone hanno riempito le strade di
Roma e Piazza San Giovanni il 27 novembre,
giorno della manifestazione della Cgil nella
Capitale. Ad aprire il corteo partito dal
Piazza della Repubblica: "Il futuro
è dei giovani e del lavoro", ovvero
lo slogan scelto per la manifestazione. A
seguire: "Più diritti, più democrazia",
"Esigiamo risposte per lavoratori, pensionati
giovani". E subito dopo l'enorme camion
(musica assordante, tra canti di lotta, soul
e Jovanotti) dei "giovani non + disposti
a tutto", promotori insieme alla Cgil
nazionale dell'omonima campagna che tanto
ha fatto parlare di sé nelle ultime settimane.
Qualche metro più indietro la Cgil di Cosenza,
rivendica "lavoro", e sullo sfondo
l'immagine simbolica di un impenetrabile
muro di mattoni. "Rsu subito" è
invece la richiesta della Fp nazionale: la
scritta campeggia su un camion come quelli
utilizzati nelle campagne elettorali (l'associazione
di idee viene spontanea). Migliaia di bandiere
e palloncini colorati portati in piazza dalle
federazioni del pubblico impiego e della
conoscenza. Tanti anche gli striscioni sorretti
da sindacalisti, delegati e lavoratori, alcuni
di dimensioni enormi, quasi tutti coloratissimi.
Anche il corteo di piazzale dei Partigiani
era aperto dai giovani "non più disposti"
seguiti da un gruppo di percussionisti. Subito
dopo, fusione tra futuro e tradizione, sfilano
i camalli di Genova con la riproduzione della
Lanterna, simbolo dei portuali liguri. Poi
tutte le delegazioni regionali: Val D'Aosta,.
Friuli, Veneto, Lombardia, Liguria, Marche,
Umbria, Abruzzo, Puglia, Molise, Sardegna.
Tante le testimonianze e la voglia di esserci.
Roberto Causio, lavoratore della Vinyls di
Porto Marghera: "Ieri eravamo sul ponte
'Bossì' (l'arco della Polimeri Europa, ndr),
oggi qui a manifestare, domani torniamo a
occupare il ponte". Illustra quindi
la situazione dell'azienda: "I prossimi
30-40 giorni sono decisivi, c'è la possibilità
di acquisto da parte della finanziaria svizzera
Gita. Il ministro dello Sviluppo, Romani,
ha confermato che i soldi ci sono. Serve
subito un tavolo per trattare". Sarà
decisivo il ruolo dell'Eni: "Deve uscire
allo scoperto - dice Causio -, se non vuole
fare più industria, lo dica e lasci che subentrino
altri. Il sospetto è che si vogliano bloccare
le vendite per fare speculazioni commerciali
sul terreno: con questa strategia sono già
falliti tre bandi. Se anche questo andasse
male - prosegue - sarebbe la fine della Vinyls,
che rappresenta il 30% della chimica italiana".
I lavoratori sono 230 lavoratori, 1.500 nell'indotto,
2-3mila dipendenti considerando anche gli
altri impianti.
Annalisa, emigrata anni fa da Lecce a Reggio
Emilia per lavorare, racconta la sua storia
ai microfoni di RadioArticolo1. Alla manifestazione
della Cgil ha portato anche i suoi due figli
e si è incontrata con i genitori giunti nella
capitale dalla Puglia: "Basta con questo
governo - afferma - siamo stufi di sacrifici
senza avere nulla in cambio. Ho lasciato
la mia terra per garantire un futuro migliore
ai miei figli, ma lo stipendio se ne va tutto
con le tasse e chi governa non fa nulla per
aiutarci. Con tutte le rette che pago per
l'asilo, le maestre ci chiedono pure di portare
i bicchieri, mi chiedo dove andremo a finire".
Margherita, 27 anni, laureata in Antropologia
culturale e specializzata in movimenti migratori,
non è altrettanto fortunata. "Lavoro
in nero come cameriera - racconta -, nonostante
il mio master e sei mesi di stage in Inghilterra,
tra l'altro gli unici retribuiti della mia
vita. Con il mio specializzazione in altri
paesi potrei avere opportunità, ma in Italia
non è possibile visto che il governo è più
impegnato nelle espulsione che nell'integrazione".
Quello con i "Giovani non +" è
stato il primo contatto con la Cgil: "Credo
sia importantissimo, dovrebbe trasformarsi
in movimento permanente e condizionare tutte
le scelte politiche dell'organizzazione".
Mohamed Alì viene dalla Somalia, vive a Forlì,
ora è disoccupato: "Nel mio paese -
spiega ai microfoni di RadioArtcolo1 - c'è
la guerra civile. Io lavoravo per una Ong,
avevo un negozio di sartoria, ma ho perso
tutto per colpa della guerra. Così ho lasciato
la mia famiglia e tutto quello che avevo.
Qui in Italia ho visto gli altri immigrati
che protestano contro la sanatoria truffa.
È accaduto anche a una mia compagna di casa:
dopo avere perso il lavoro, è stata cacciata
dall'Italia. Il problema è gravissimo, chi
ha più di 30 anni ed è straniero, non riesce
a trovare più un impiego. Spero che il governo
e il parlamento cambino le leggi, per permetterci
di vivere".
Dalla Cgil pugliese sfila un coordinamento
degli immigrati. Tra questi, molto vasta
è la rappresentanza della comunità cinese
che vive a Bari: circa 2mila persone, 200
iscritti alla Cgil, oggi sono in piazza un
centinaio. Chen Yinthang, sindacalista cinese
che lavora nella Confederazione, dichiara:
"Temiamo le leggi restrittive, in particolare
quelle legate al permesso di soggiorno. Infatti
molti ragazzi stranieri, pur essendo totalmente
integrati, hanno qualche difficoltà con l'italiano.
In questa situazione di precarietà, i lavoratori
migranti sopportano un peso ancora maggiore".
La comunità cinese, racconta Chen, è occupata
soprattutto nel tessile, commercio, traslochi
ed è molto attiva dal punto di vista sindacale.
"Faccio parte di un gruppo che si chiama
'Potenza errante', un'associazione legata
alla Camera del Lavoro di Roma Ovest. Facciamo
attività di informazione e sensibilizzazione
sui diritti e sulla precarietà, nelle scuole
e nei territori". A parlare, in piazza
per il corteo della Cgil, è Mattia Cagnoli,
21 anni, studente di ingegneria meccanica
a RomaTre: "Sono qui per manifestare,
dopo la riuscita della campagna 'non più
disposti a'. Il nostro obiettivo adesso è
passare a una fase propositiva, abbiamo le
nostre idee su cosa bisogna fare per limitare
la precarietà". Tra le attività dell'associazione,
racconta Mattia, "nelle scuole facciamo
un finto colloquio di lavoro: uno di fa il
datore, un giovane studente della scuola
fa l'aspirante e un altro il sindacalista.
È una specie di gioco di ruolo per evidenziare
i tranelli e le trappole che possono nascondersi
in un colloquio del genere".
Alberto, 32 anni, lavora alla Lamborghini
di Bologna e partecipa al corteo di piazza
della Repubblica: "Abbiamo avuto anche
noi nel 2009 e quest'anno la cassa integrazione
- dichiara -. Un'azienda che fa utili e che
non dovrebbe avere nessun problema a vendere
i suoi prodotti. La verità è che una crisi
non ha fatto sconti e noi giovani siamo stati
i primi a subirne le conseguenze".
Dal corteo di piazza della Repubblica invece
parla Micol, 33 anni, dipendente del Comune
di Bologna: "Sono una delle poche che
ha ottenuto un lavoro grazie un concorso
meritocratico nel 2005, sono riuscita a mettere
su famiglia. Ma per anni ho lavorato in nero,
ho constatato che solo grazie alla Cgil e
Nidil quelli come me riescono a fare rispettare
i propri diritti. Oggi sto con i 'Giovani
non +' per motivi generazionali ma non solo,
il paese ha bisogno di investire sulle nuove
generazioni, puntare su ricerca e innovazione,
valorizzare le competenze. Altrimenti non
ci sarà futuro".
Un lavoratore sardo del Sulcis ricorda invece
che "siamo qui per chiedere che ci sia
una volta per tutte una riforma che dia lavoro
ai giovani. Se non fosse per le pensioni
dei vecchi minatori sardi, i nostri giovani
non avrebbero di che vivere. Siamo partiti
ieri, è stato un viaggio molto lungo, ma
voglio sottolineare la bella accoglienza
della città di Roma, che ci applaude e ci
sostiene".
"Manifestiamo per l'ennesima volta il
nostro disagio, sono anni che siamo commissariati
e viviamo di cassa integrazione". Così
un operaio della Antonio Merloni, vertenza
simbolo dell'Umbria: "Purtroppo sembra
che non ci siano sbocchi, da noi ci sono
duemila famiglie in ginocchio". Al ministro
dello Sviluppo economico, aggiunge, "chiediamo
di venire nel nostro territorio per toccare
con mano i nostri problemi, lo abbiamo invitato
tante volte e continueremo a farlo, anche
se lui non ci ha ancora risposto".
"Hanno bloccato il rinnovo delle Rsu
nel pubblico impiego, non esistono più le
elezioni, siamo qui anche per questo".
Così un lavoratore dell'ospedale Niguarda
di Milano. "Anche nel pubblico impiego
- spiega durante la manifestazione della
Cgil - ci sono i precari da difendere, siamo
preoccupati per le pesanti conseguenze sul
welfare, sul sociale e sulle pensioni".
Articolo riproducibile citando autore e fonte
(www.rassegna.it )
MANIFESTAZIONE NAZ.CGIL (ROMA 27-11-2010)
MANIFESTAZIONE CGIL-10 27-11-10 CAMUSSO (A)
La prima parte dell'intervento di Susanna
Camusso alla manifestazione di oggi della CGIL a piazza San Giovanni a Roma.
MANIFESTAZIONE CGIL-11 27-11-10 CAMUSSO (B)
La seconda parte dell'intervento di Susanna
Camusso alla manifestazione di oggi della
CGIL a piazza San Giovanni a Roma.
MANIFESTAZIONE CGIL-12 27-11-10 CAMUSSO (C)
La terza e ultima parte dell'intervento di
Susanna Camusso alla manifestazione di oggi
della CGIL a piazza San Giovanni a Roma.