15 Settembre, 2002
Mario Monicelli, il comunista di Ennio Serventi
LE elezioni erano state in primavera e la batosta più grande di quanto era stata la speranza di vittoria.
Mario Monicelli, il comunista di Ennio Serventi
LE elezioni erano state in primavera e la
batosta più grande di quanto era stata la
speranza di vittoria. Noi, quelli che non
avevano vinto, ci ritrovammo, in quell’ottobre
del 2008, a Roma per vedere in quanti eravamo
rimasti, decisi a ripartire.
Al congresso straordinario di Chianciano
quelli che avevano diretto il partito fino
a quel momento si trovarono minoranza e se
ne andarono. In nome dell’unità portarono
a compimento l’ennesima scissione e, sempre
in nome dell’unità, costituirono un’altra
aggregazione politica nell’area della sinistra.
A Roma il luogo dell’appuntamento era la
tradizionale piazza della Repubblica attorno
all’Esedra, fra l’imbocco di via Nazionale
e le terme di Diocleziano.
Eravamo in tanti con cartelli e bandiere,
il corteo non aspettò il segnale e si mise
in moto spontaneamente lungo la via Einaudi.
Da un marciapiedi d’angolo Haidi Giuliani,
minuta e vivace, con il suo incoraggiamento
rispondeva al saluto di quanti la riconoscevano:
“dai, dai, che ci siamo ancora!!”
A destra per via Cavour e santa Maria Maggiore
fino a s.Pietro in Vincoli dove il percorso
girava per risalire le strade che portano
all’altro lato del Colosseo e poi giù-giù
fino al Circo Massimo ed alla Bocca della
Verità.
Là, a San Pietro in Vincoli dove il corteo
doveva girare, la gente assiepata in semicerchio
sbarrava l’imbocco a Madonna dei Monti. Immerso
fra quella gente un austero signore rispondeva
al saluto di tanti. Molti abbandonavano momentaneamente
il corteo per potergli stringere una mano
ed altri, continuando la marcia, lo chiamavano
per nome in segno di affettuoso saluto. Lui,
nel suo aspetto severo, cercava di rispondere
a tutti. Lui, il comunista Mario Monicelli,
non aveva voluto mancare a quel fiducioso
appuntamento ed era lì fra la gente del quartiere
e con noi che eravamo venuti da lontano.
Ora “canta nel vento” e ci mancherà la sua
sciarpa rossa che sempre portava.
Ennio Serventi
 
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