15 Settembre, 2002
Elezioni Europee: 1 eletto su 2 è incompatibile
Continua l’inchiesta del sito delle Acli sui candidati “bandiera”
La metà dei candidati italiani eletti al parlamento europeo sono
incompatibili. Lo denunciano le Acli analizzando sul proprio sito (www.acli.it)
i risultati della competizione elettorale appena conclusa. 1 eletto su 2 dovrà,
dunque, scegliere - entro 30 giorni - se andare a Strasburgo o mantenere il
proprio attuale incarico istituzionale, lasciando in questo il caso il seggio
europeo al primo dei non eletti della sua lista. Salvo che anche questi non sia
- come invece spesso è - incompatibile.
Dopo aver pubblicato, nelle settimane precedenti il voto, la lista dei
candidati incompatibili, le Acli continuano la loro inchiesta mettendo ora on
line la lista degli “eletti incompatibili”, quelli cioè che ricoprono
tuttora una carica istituzionale che risulta incompatibile con il mandato
europeo appena ricevuto. Tra questi primeggiano il presidente del Consiglio
Berlusconi e il vicepresidente Fini, candidati tra l’altro in tutte le
circoscrizioni, seguiti da una schiera di ministri, deputati e senatori, ma
anche governatori, assessori e consiglieri regionali.
In particolare, sono 10 gli incompatibili nella circoscrizione Nord Ovest sul
totale di 23 eletti; 8 nella circoscrizione Nord Est su 15 eletti; 8 su 16 nella
circoscrizione Centro; 8 su 17 nella circoscrizione Sud; infine, 5 su 7 nella
circoscrizione Isole.
Le Acli danno atto ad alcuni degli eletti di essersi impegnati pubblicamente,
già prima del voto, a dimettersi dal loro precedente incarico optando per il
parlamento europeo Bersani, D’Alema, Del Turco, Letta e Toia per gli Uniti
nell’Ulivo; Bertinotti per Rifondazione Comunista; Alessandra Mussolini per
Alternativa Sociale. L’Associazione vigilerà che costoro mantengano fede ai
loro impegni e valuterà contemporaneamente quanti degli eletti incompatibili
sceglieranno di onorare il mandato appena ricevuto optando per Strasburgo e
quanti, invece, decideranno di non rispettare il voto degli elettori cedendo ad
altri il proprio seggio europeo.
 
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