15 Settembre, 2002
Rilanciare l'Ulivo con regole e programmi
di Pier Attilio Superti Segretario federazione DS Cremona
Rilanciare l'Ulivo con regole e programmi
di Pier Attilio Superti Segretario federazione DS Cremona
In questi giorni sui giornali è riapparsa la solita corsa alla scoperta del presunto candidato Sindaco e presidente della provincia per le elezioni del 2004.
In questo momento non ci interessa sapere quali siano le fonti e l’attendibilità delle indiscrezioni raccontate.
Il gioco è il solito: se smentisci vuol dire che allora qualcosa di vero ci sarà, se non smentisci ovviamente vuol dire che è vero.
Se alla fine i candidati saranno diversi niente paura, vuol dire che i partiti hanno solo cambiato idea.
Semplicemente non si possono commentare notizie che non hanno fondamento.
Come DS abbiamo più volte ripetuto che di candidature ci si occuperà solo quando sarà il momento per farlo, cioè nell’inverno del 2003. Fino ad allora bisogna realizzare i progetti di governo che sono tanti ed importanti.
E che se ne discuterà nel modo più allargato e partecipato possibile, coinvolgendo non solo i partiti ma anche l’elettorato dell’Ulivo. Come DS proporremo all’Ulivo di usare lo strumento delle primarie aperte a chi si dichiara elettore dell’Ulivo per scegliere le candidature di coalizione e come partito useremo le primarie per i nostri iscritti per scegliere la lista dei candidati alle prossime elezioni (del resto lo facciamo da qualche anno).
Tutto il resto è solo chiacchiericcio inutile.
Insieme a questo penso che l’Ulivo debba proporre alla società cremonese disponibile una campagna sia di ascolto che di progettazione del nuovo programma amministrativo per il 2004.
In questi anni l’azione di governo delle amministrazioni locali ha raggiunto importanti traguardi e risultati: Cremona è uscita dal guscio e si è messa in rete, ha raggiunto punti di eccellenza riconosciuti, si sta dotando di un sistema infrastrutturale che mancava da decenni, ha avviato importanti investimenti per recuperare un ruolo importante nel campo della cultura, ha messo in campo importanti innovazioni sul terreno dei servizi sociali.
Si è perseguito con decisione, e non senza qualche conflitto, quanto ci si proponeva: produrre innovazione e modernizzazione senza perdere la qualità della solidarietà e dei rapporti sociali.
Ora è necessario elaborare altre idee forza. Proprio questo è il compito che spetta ad una politica seria che è consapevole di non essere autosufficiente ma di doversi aprire ad un confronto vero e profondo con la società.
Vorrei usare quest’occasione per due riflessioni sul ruolo dell’Ulivo.
Sono convinto che in Italia si sia presenti ad un paradosso: un governo che perde credibilità ogni giorno (mai si era visto lo spettacolo di una finanziaria abbandonata dagli stessi che l’hanno fatta), che si mostra agli occhi anche di tanti elettori moderati che lo avevano scelto come impresentabile viste le posizioni in tema di giustizia, di pluralismo culturale e dell’informazione, di politiche ambientali ed altro ancora. Un governo ed una pratica della politica che mette a rischio la qualità stessa della nostra democrazia, che fa arretrare il Paese nel suo complesso socialmente ed economicamente
Insieme vi è un’opposizione che non riesce a rappresentare una alternativa seria e credibile per il Paese. L’Ulivo è, non solo appare, più occupato a dividersi e litigare che non a trovare un serio programma di riforme (il riformismo) per il Paese e regole per poterlo far vivere.
Sono convinto che questi due aspetti siano entrambi fondamentali per poter essere credibili e forti e proporsi come reale alternativa di governo. Perché se le diversità sono una ricchezza altrettanto le continue divisioni sono fonte di non credibilità e di sconfitta (come ogni elezione ci ha insegnato).
Per questo sono convinto della inevitabilità che su alcune questioni di fondo la coalizione scelga di decidere con il voto a maggioranza, anche perché si può e si deve discutere per cercare di evitarlo ma alla fine una decisione mi sembra vada presa.
Insieme penso che l’Ulivo debba fare dell’Europa la stella polare del proprio riformismo. Questo vuol dire lavorare per un soggetto politico che fa del governo della globalizzazione, della globalizzazione dei diritti e delle regole democratiche, della coesione sociale, dei diritti sociali e civili (quello che è chiamato welfare), del ruolo dell’ONU come istituzione per regolare le controversie internazionali contro ogni logica da “gendarme unico del mondo” e da “guerra preventiva”, il suo asse di riferimento.
Pier Attilio Superti
Segretario federazione DS Cremona
Cremona 4 novembre 2002
 
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