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 Il Punto

15 Settembre, 2002
Fermiamo il degrado dell'Ospedale di Cremona.
di Licio D'Avossa del Centro Tutela Diritti del Malato di Cremona

Fermiamo il degrado dell'Ospedale di Cremona.
Il Centro Tutela Diritti del Malato di Cremona denuncia alla cittadinanza,alle istituzioni politiche e religiose,ai sindacati,ai partiti tutti, la situazione della sanità che sta diventando sempre piu’ grave e i cui costi stanno gravando in modo insopportabile sui bilanci delle famiglie.
Abbiamo già denunciato alla Procura della Repubblica i comportamenti poco chiari dell’ASL nella gestione delle graduatorie degli anziani da ricoverare in RSA, per i quali vale la pena di ricordare la retta, che supera, per coloro che non sono riconosciuti dall’ASL stessa, già i cinque milioni al mese.
Confidiamo nella magistratura e speriamo che presto vengano date le riposte agli episodi che abbiamo denunciato.
Ma quello che ci preme oggi di portare all’attenzione di tutti è il clima di sfascio pesante presente nel nostro ospedale,per il quale è previsto un taglio di posti letto, oggi non quantificabile, a partire dal primo gennaio 2003. Infatti le delibere della Regione Lombardia prevedono un taglio di circa 500 posti letto nella nostra provincia. Quanti e dove saranno nel nostro ospedale?
Noi riteniamo che i cittadini non siano interessati ai meccanismi perversi alla base di queste decisioni.
Di contro siamo certi che i cittadini debbano essere messi al corrente del clima che si respira in ospedale da due anni in qua.
Col nostro fattivo contributo siamo riusciti a costruire un nosocomio in cui erano stati superati molti limiti,quelli relativi all’umanizzazione innanzitutto, e ne avevamo fatto una realtà di buon livello.
Purtroppo da due anni a questa parte le cose stanno precipitando e l’ospedale rischia di diventare un lazzaretto.
Come non preoccuparsi della continua emorragia di elevate professionalità che lasciano l’ospedale per le cliniche private?
Come non vedere il clima di estrema tensione in cui opera quotidianamente il personale sottoposto a turni massacranti,senza possibilità di recupero e acui spesso vengono interrotte le ferie per esigenze di servizio?
A tutto il personale esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà,nella consapevolezza che le tensioni subite si riversano inevitabilmente, senza alcuna sua responsabilità, nelle corsie,sui malati che sono l’anello piu’ debole della catena.
La esternalizzazione dei servizi è giudicata da noi in modo estremamente negativo. Basta parlare con gli operatori per capire fino in fondo cosa significhi l’aver appaltato, per esempio, la lavanderia. La biancheria ritorna spesso sporca o addirittura strappata.
Ci dicono che si vuole risparmiare, la qual cosa possiamo anche condividere, purchè in termini ragionevoli.
Vorremmo però che si cominciasse a dare risposte ad alcuni quesiti. A noi consta, per esempio,che in Germania ci sia una risonanza magnetica ogni milione di abitante.
La provincia di Cremona, che ne ha 350.000, ne ha sei!!!
Nessuno ha qualcosa da ridire su questo dato? Nessuno ha pensato che questa situazione ha già causato guasti e sperperi che potrebbero diventare esiziali per la sanità, sia pubblica che privata, inducendo il bisogno?
Ci troviamo di certo di fronte alle conseguenze dell’aziendalizzazione della sanità, da noi sempre contrastata.
Per noi sarebbe sufficiente una seria razionalizzaione della sanità, evitando al massimo gli sprechi,esaltando la professionalità a tutti i livelli. Non è possibile considerare un ospedale al pari di una industria. Sono antitetiche le logiche che stanno alla base,antitetiche e inconciliabili.L’attenzione per l’uomo è ben diversa da quella per un qualsiasi prodotto industriale.
Ed è in questa logica che il Direttore Generale ha preannunciato, con toni visibilmente soddisfatti,l’aumento del budget per tutte le chirurgie in particolare, ma anche per gli altri reparti, che passerà dai 3 miliardi del 2002 ai 4 miliardi del 2003. E’ semplicemente pazzesco dare indicazioni di questo tipo in un ospedale, dove un chirurgo, non può inventarsi le operazioni per soddisfare le esigenze “ dell’azienda”.
Su questo punto lanciamo l’allarme, nella viva speranza che si intervenga al piu’ presto per correggere una rotta che potrebbe portare all’affossamento della sanità pubblica.Noi siamo a disposizione per tutte le azioni che gli enti preposti vorranno intraprendere,compreso incontri con la nostra associazione.
Ma ripetiamo, purchè si faccia presto.

Licio D'Avossa
Presidente del Centro Tutela Diritti del malato di Cremona
25 novembre 2002
 


       



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