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 Economia

15 Settembre, 2002
Finanziaria 2005: i Comuni proclamano lo stato di agitazione
Nulla di sui problemi connessi alla fuoriuscita dal patto di stabilità per i Comuni con popolazione tra i 3000 ed i 5000 abitanti

Ancora un nulla di fatto tra Governo e rappresentanti dell’ANCI sui problemi connessi alla fuoriuscita dal patto di stabilità per i Comuni con popolazione compresa tra i 3000 ed i 5000 abitanti e le Unioni sopra ai 10000, assoggettati da quest’anno al patto di stabilità interno.

Segnali di apertura erano venuti dal Sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas, che la settimana scorsa aveva incontrato Secondo Amalfitano, Presidente della Consulta dei piccoli Comuni ANCI e Mauro Guerra, Coordinatore delle Unioni dei Comuni e sindaco di Tremezzo (Co). In questi giorni tuttavia nessun provvedimento è stato adottato, al punto che l’associazione nazionale dei sindaci, ieri al termine del proprio Consiglio direttivo ha proclamato lo stato di agitazione.

“Il disagio è grave– evidenzia Mauro Guerra – e le risposte non sono corrispondenti né alle dichiarazioni d’intenti del governo né, tantomeno, alle reali necessità dei Comuni”.

“A seguito della costante pressione esercitata - aggiunge Guerra - qualche parziale schiarita, per le Unioni dei Comuni, è venuta solo da due note della ragioneria dello Stato che, se così si può dire, ha cercato di reinterpretare alcune norme della Legge Finanziaria 2005 relativamente al patto di stabilità, cercando di introdurre qualche elemento di ragionevolezza. La macchinosità è tale da evidenziare però ancora una volta come l’unico atto sensato sia quello di escludere le Unioni dal Patto, unitamente ai Comuni tra i 3000 e i 5000 abitanti”.

La nota della Ragioneria è disponibile sui siti dell’ANCI. Entrando nello specifico in un caso l’Unione di Comuni si è rivolta alla Ragioneria generale sostenendo di non poter applicare la norma che prevede l’incremento dell’11,5% rispetto alla spesa media del triennio 2001-2003 in quanto l’unione è stata istituita soltanto nel 2003 e di non poter dare seguito a quanto prescritto nella circolare n. 4 del 2005 per gli enti istituiti nel 2003 (spesa sostenuta nel 2003 incrementata del 4,8%) in quanto l’ente ha iniziato a gestire il bilancio dal 1° luglio 2003, per cui le spese dell’esercizio scontano soltanto una parte di quelle annuali. La Ragioneria generale, nella nota, risolve il problema prospettato considerando l’ente come istituito con decorrenza dal 2004, per cui l’obiettivo programmatico per il 2005 potrà essere determinato sulla base della spesa sostenuta nel 2004 incrementata del 2%. La soluzione proposta, invece, relativamente alla questione dell’incremento delle funzioni attribuite alla unione dal momento della sua istituzione ad oggi, è la seguente:

a) per nuove funzioni gestite dal 2003, si applica l’incremento del 4,8% sulla relativa spesa sostenuta nel 2003 e, qualora si fosse in presenza di servizi avviati nel corso dell’anno, si proietta la spesa convenzionalmente sull’intero esercizio;

b) per le nuove funzioni gestite dal 2004, si applica l’incremento del 2% sulla relativa spesa sostenuta nel 2004 e, qualora si fosse in presenza di servizi avviati nel corso dell’anno, si proietta la spesa convenzionalmente sull’intero esercizio;

c) per le nuove funzioni gestite dal 2005, si incrementa convenzionalmente il complesso delle spese per l’anno 2005 nei limiti dei trasferimenti disposti dai comuni per il finanziamento di dette nuove funzioni.

Nel secondo caso l’Unione dei Comuni sostiene di non poter applicare la norma generale sempre per l’impossibilità di confrontare i flussi finanziari di spesa per il 2005 con quelli del triennio 2001-2003 preso come base, questa volta, però, perché il numero dei comuni facenti parte dell’unione è cresciuto nel corso del tempo. La soluzione prospettata dalla Ragioneria generale, in questo caso, è imperniata sulla determinazione della spesa media pro – capite (per abitante), ovvero:

a) la spesa media effettuata dall’unione nel triennio 2001-2003 (come definita dal comma 24 della legge finanziaria 2005) deve essere rapportata alla popolazione media dello stesso periodo;

b) la spesa media pro-capite di cui alla lettera a) deve essere incrementata dell’11,5% (percentuale individuata dal comma 22 per le unioni di comuni);

c) l’obiettivo programmatico 2005 in termini di spesa media pro-capite (di cui alla lettera b) deve essere moltiplicato per la popolazione di riferimento dell’anno 2005, determinando così l’obiettivo programmatico 2005 in termini di complesso delle spese.

Milano, 19 marzo 2005

 


       



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