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 Politica

15 Settembre, 2002
Corada presenta il Bilancio 2003 in Consiglio Provinciale
“Scaldare la poltrona” é una funzione che non ci interessa”

Corada ha presentato il Bilancio 2003 al Consiglio Provinciale di Cremona

Disponibili alla ragionevolezza, sempre. Aperti ad accordi che possano comportare anche sacrifici ulteriori, magari. Ma nessuna disponibilità a rimanere qui senza alcuna possibilità di incidere, decidere, governare. Noi resisteremo fino in fondo – insieme agli Amministratori delle altre Province – per difendere ruolo e dignità della nostra Istituzione. “Scaldare la poltrona” é una funzione che non ci interessa e non ci riguarda.”

Il Presidente Corada – nella sua applaudita relazione introduttiva – ha esordito leggendo la preoccupata lettera inviata al Presidente Berlusconi a firma dell’intero Ufficio di Presidenza dell’Unione Province d’Italia.
“Tutti i Presidenti delle Province” ha detto Corada “ al di là della propria appartenenza a questo o a quel partito, segnalano il raggiungimento di una situazione limite, oltre la quale non si riescono ad intravedere che due strade, se la Finanziaria non sarà modificata: o l’accettazione passiva di norme che confinerebbero il nostro Ente alla pura e semplice sopravvivenza, se non peggio; oppure l’inizio di una battaglia dura, da parte di tutti questi amministratori, che si vedrebbero costretti – non solo per rispettare gli impegni assunti con i propri elettori, ma anche per onorare il proprio ruolo istituzionale – ad intraprendere vere e proprie azioni di “disobbedienza” rispetto a certe norme della Legge”
Corada - in riferimento anche alla polemica sulla cosiddetta “devolution” - ha poi parlato dell’attuale fase di “federalismo reale” che è figlio di due vecchi e consunti “centralismi”:
a) il centralismo statale, “romano” – per così dire – che è duro a morire, che non molla la presa e che viene enfatizzato dall’attuale politica di governo, la quale – vista la condizione dell’economia nazionale e preso atto del fallimento di tutte le ipotesi sulle quali il governo medesimo ha mosso la propria politica economica e finanziaria – si vede costretto ad una rincorsa affannosa a “far cassa” purchessia ed in qualsiasi maniera;
b) una sorta di neocentralismo regionale, che – soprattutto sotto i vessilli della cosiddetta “devolution” – sembra puntare alla istituzione di venti e più Regioni/Stato, ciascuna delle quali - avendo sottratto poteri decisivi allo Stato centrale – tende a tenerli accentrati in sé, rifuggendo da un disegno concretamente federalista.”
Dopo aver presentato alcune importanti voci del Bilancio – dal Piano Territoriale di Coordinamento, alle infrastrutture; dalle scuole e l’Università alle questioni che riguardano il lavoro e della Formazione – sono state presentate le cifre, che risultano molto significative.
“La nostra Amministrazione – ha proseguito il Presidente - propone per il Bilancio prossimo una forte necessità di investimenti – che assommano, nel triennio 2003-2005, in riferimento a risorse nostre, a circa 72 milioni e 400 mila euro – per far fronte alle giuste esigenze che animano i nostri concittadini e l’intero territorio. Sono investimenti che, per la cifra che vi ho indicato, coinvolgono direttamente il nostro Ente e che, in altra, ulteriore grande parte, richiedono e sollecitano investimenti allo Stato centrale ed alla Regione Lombardia - per un ammontare di circa 204 milioni di euro. Se limitiamo la nostra analisi all’anno prossimo, al 2003, noi prevediamo di investire, per parte nostra, circa 21 milioni e 700 mila euro e richiediamo e sollecitiamo a Stato e Regione investimenti per circa 27 milioni ed 800 mila euro.
Come si vede, noi siamo disponibili ad operare sforzi sicuramente ingenti, ma altrettanta buona volontà deve essere messa in campo dagli altri livelli istituzionali. Rimaniamo fermamente animati da un profondo rispetto delle Istituzioni e vogliamo, con ciò, confermare un senso dello Stato all’altezza delle necessità attuali.
Noi siamo stati eletti per amministrare al meglio delle possibilità questo territorio. E questo dobbiamo e vogliamo fare.”.
Arrivando alla conclusione del suo intervento Corada ha ricordato che la Provincia di Cremona si sta movendo, in relazione al Bilancio, a “legge invariata”. Per questo “Oggi – 4 dicembre 2002 – proponiamo la discussione della presente proposta di Bilancio. Chiediamo al Consiglio di rispettare la tradizione che ci siamo dati ormai da anni, di approvare il Bilancio entro Dicembre. Noi vogliamo che la nostra macchina istituzionale ed organizzativa, sia pronta ed efficiente da subito, dal 1 gennaio del 2003. E lavoriamo affinché il nostro Ente sia in grado di svolgere le proprie funzioni in maniera piena.”
“Noi auspichiamo che il Parlamento si renda conto fino in fondo delle scelte che va operando – ha concluso il Presidente Corada - e speriamo che non faccia proprie le scelte che oggi sono sul tappeto e che l’intero mondo delle autonomie, insieme a noi, non condivide. Se così sarà, potremo dire di aver preparato la nostra Amministrazione alla bisogna, di essere pronti per svolgere la nostra funzione. Se così non sarà, faremo in modo di ritrovarci a discuterne ancora come Consiglio Provinciale. Verificheremo allora che atteggiamento assumere. Quel che è certo è che noi non siamo disponibili al “galleggiamento”, ad una mera funzione di sopravvivenza!
Disponibili alla ragionevolezza, sempre. Aperti ad accordi che possano comportare anche sacrifici ulteriori, magari. Ma nessuna disponibilità a rimanere qui senza alcuna possibilità di incidere, decidere, governare. Noi resisteremo fino in fondo – insieme agli Amministratori delle altre Province – per difendere ruolo e dignità della nostra Istituzione. “Scaldare la poltrona” é una funzione che non ci interessa e non ci riguarda.”
Cremona, 4 dicembre 2002

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In allegato il testo completo della relazione
 


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