15 Settembre, 2002
Festa 2005: La meravigliosa piazza di Babylonia
Circo Circacho e Din delòn: la tradizione vive
Saranno state le nuvole minacciose a far cambiare programma alla Festa,
chissà… E siccome la serata del Quartetto Euphoria è solo rinviata (a
martedì 12 luglio) e non cancellata, ci lasciamo tentare dal molesto pensierino
di queste prime serate: beh, almeno per una sera il pubblico feriale delle “piazze
dell’Unità” non è conteso da più eventi contemporanei e di eguale
importanza o bellezza.
A parlare tanto bene delle proposte di Babylonia (60° e Kilimandjaro
compresi) sembra quasi fare un torto all’altra “ala” della Festa (salamella, pizza, torta fritta e... "gratta e pesca" al ritmo di polka) e questo
torto non lo vogliamo proprio fare. Perché a tutti noi sarà capitato almeno
una volta – in famiglia, sul lavoro – vedere con una punta di dispiacere
quanto presto ci si abitua alle “prestazioni” di gran qualità, fino
al punto di non farci più caso – “scontate” sono – e lasciarci attrarre dal
nuovo, dal sorprendente.
Gabriela Corbo e Bruno Gagliardini – l’argentino Circo Circacho (www.circocircacho.com.ar)
– hanno inchiodato sulla piazza di Babylonia “grandi e piccini”, come si
suol dire. Semplicemente perché sono bravissimi. Grandi atleti – acrobati –
giocolieri e… delle deliziose persone. Mica poco, amici, nel mondo dello
spettacolo.
Ai tavoli di 60 gradi / Kilimandjaro i Din delòn (www.dindelon.it)
attendono la fine (in realtà sembrano divertirsi non poco, a guardarlo…)
dello spettacolo dei “colleghi”, per dare inizio alle “Danze del nord”.
Il Circo “chiude i battenti”, il pubblico… se ne va. Perfetto. Del resto
è prevedibile che un pubblico “festivo” non possa restare “inchiodato”
più di un’ora sulla piazza, benché di Babylonia. A voi, Din delòn, l’arduo
compito…
È quasi superfluo dire che Simona Scuri canta e incanta con una voce
che ha la limpidezza delle sorgenti e il calore dei focolari d’una volta; che
la ghironda di Caroline Tallone, l’organetto di Andrea Capezzuoli
e la cornamusa si Alessandro Arioli creano una sonorità stupefacente.
Non si doveva aspettare questa serata per sapere che i Din delòn sono dei
musicisti di grande valore. (Meno male che tornano, sulla piazza di Babylonia,
martedì 12 luglio – in contemporanea con il Quartetto Euphoria, andiamo bene…)
Se ieri sera “I giorni cantati” di Calvatone (e sempre di “musica
popolare” parliamo) ci hanno donato una grande serata di Memoria, i Din delòn
ci hanno fatto partecipi della vitalità della musica tradizionale,
attraverso un repertorio focalizzato sulla musica da ballo, e l’hanno saputo
fare nonostante le condizioni cosiddette “oggettive”. Sulla piazza di
Babylonia – con la guida della “maestra” Simona – si sono cimentati
nelle “danze del Nord” gli amici argentini – cuochi, circensi e altri -,
un liutaio palestinese, qualcuno dell’Africa… e persino l’on. Marco
Pezzoni, cremonese “del mondo”. Sul tendone del Kilimandjaro la scritta
recita: “L’ombelico del mondo”. Così è stato. A passo di danza
piemontese.
Qualche avventore della mescita birra del Kilimandjaro, dopo un po’,
sbottava: “ebbasta…” Rivoleva il dj Toure, sotto il tendone, con le
musiche afro-arabe… Così mi tocca continuare a meditare: ma “cosa manca”,
alla musica tradizionale d’Italia – “delle Italie” – per avere la
stessa considerazione di cui godono, nell’italica-padana patria, le musiche di
altri popoli? Mah.
M.T.
 
Alcune immagini
|