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15 Settembre, 2002
La Santa Lucia e il buone feste del governo Berlusconi
di Francesco Zilioli

La Santa Lucia e il buone feste del governo Berlusconi.Ovvero meno soldi sulla tredicesima per i pensionati più poveri.
di Francesco Zilioli-direttore INCA Cgil Cremona.

Infatti un milione e 300mila anziani che percepiscono una pensione al minimo e la maggiorazione sociale (proprio perché considerati “poveri”) sono stati esclusi dal bonus fiscale di 154,94 euro( 300 mila lire) e altri 600 mila pensionati, senza nessuna comunicazione preventiva, nel rateo di pensione di dicembre , della tredicesima e di gennaio 2003 si trovano trattenute le 300 mila lire del bonus fiscale nato con la legge finanziaria per il 2001, l’ultima Finanziaria del governo di centro-sinistra.Ecco pertanto cancellato così un altro pezzo della riforma fiscale del centro-sinistra che prevedeva una sostanziosa riduzione di tasse nel giro di tre anni, effettuata in parte con la diminuzione delle aliquote e in parte con l’aumento delle detrazioni d’imposta.
Pensionati non dimenticatevi di questa ulteriore ingiustizia del governo Berlusconi che promette tanto ma concretamente esclude da questo sistema di restituzione fiscale proprio le persone che hanno la pensione più bassa.

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“ CHI SONO GLI INCAPIENTI “
Non si tratta di un problema campato in aria. Tutti conoscono la detrazione d’imposta per oneri relativi a medicine, occhiali, accertamenti diagnostici, visite odontoiatriche eccetera. Per i pensionati funziona così: durante l’anno, l’ente previdenziale calcola l’Irpef soltanto sulla base dell’importo della pensione che corrisponde al pensionato, perché è l’unico dato di cui è a conoscenza.
L’anno seguente, con il modello 730, il pensionato allega le ricevute delle spese sanitarie che ha sostenuto l’anno prima. Sulla base di questa documentazione, l’ente ricalcola in diminuzione l’Irpef che il pensionato avrebbe dovuto pagare l’anno prima e gli restituisce quello che ha trattenuto in più.Però, sulle pensioni di importo inferiore al limite di tassazione (cioè tutte le pensioni fino a 946.000 lire al mese, nel 2001), l’ente previdenziale non effettua nessuna trattenuta fiscale.
Come fa il pensionato in questi casi a farsi restituire il prezzo degli occhiali o la parcella del dentista che ha pagato? Non può: anche se due pensionati hanno sostenuto, per ipotesi, la stessa identica spesa, potrà farsene restituire una parte solo quello dei due che ha la pensione più alta, perché ci paga le tasse.
Di fronte a questo problema, sollevato dalle organizzazioni sindacali dei pensionati, il governo di allora decise che i pensionati al minimo avrebbero avuto tutti gli anni, sulla tredicesima, un importo aggiuntivo di 300.000 lire. Si tratta di una piccola somma, un forfait a titolo di indennizzo per il fatto di non poter dedurre gli oneri deducibili, di non poter detrarre le detrazioni.Primo passo verso l’imposta negativaPerò, per la prima volta, il problema dell’incapienza era stato portato all’attenzione di tutti e aveva ricevuto una parziale soluzione.
Era un primo passo verso l’istituzione della cosiddetta "imposta negativa", cioè della possibilità di ciascuno (pensionati, lavoratori) di ricevere dallo Stato la differenza tra imposta e detrazione, quando la detrazione è maggiore dell’imposta.Chi ha diritto al bonusSecondo la legge 388/2000, questa somma spetta sulle pensioni il cui importo non supera il trattamento minimo (che nel 2002 è di 392,69 euro) più il bonus stesso. Se la pensione è pari al minimo, la somma di 154,94 euro viene corrisposta per intero; se la pensione è compresa fra il minimo e i 404,61 euro al mese (cioè il minimo più gli 11,92 euro che corrispondono alla quota mensile del bonus), la somma viene corrisposta solo nella misura in cui consente di arrivare a 404,61.
Tutto questo, però, solo se il reddito annuo di cui dispone il pensionato oltre la pensione non supera l’importo di 7.657,46 euro e se, cumulato con quello dell’eventuale coniuge, non supera neanche il limite di 15.314,91 euro.I criteri per l’assegnazione nel 2001Nel dicembre del 2001, l’Inps corrispose il bonus, parziale o totale, a 2.260.000 pensionati. Quest’anno si prevede che riescano a prenderlo solo 1.300.000. Infatti l’anno scorso l’Inps aveva interpretato la legge nel senso di non considerare nel conto la "maggiorazione sociale" della pensione, che allora era di 160.000 o 180.000 lire al mese a seconda dell’età e oggi può arrivare a 240.000 lire oltre i 70 anni, fino a raggiungere il famoso milione. Infatti – ragionava l’Inps – una maggiorazione di carattere assistenziale, esente da Irpef, non può contrastare con una restituzione di carattere fiscale, com’è il bonus.Allora non fu conteggiata la maggiorazione socialeD’altra parte, se non si ignorasse la maggiorazione, sarebbero ben poche le persone che potrebbero usufruire dell’importo aggiuntivo, perché esiste anche un limite di reddito per averlo e chi ha la pensione al minimo senza avere la maggiorazione è appunto perché possiede altri redditi oltre la pensione.Invece quest’anno sìÈ proprio quello che è successo quest’anno: secondo il ministero del Tesoro, l’Inps deve considerare la maggiorazione sociale come se facesse parte della pensione, e così a tutti quelli che – non avendo altri redditi – percepiscono la maggiorazione, niente bonus.
Di fatto, e questa è un’ulteriore ingiustizia, a partire da quest’anno prenderanno l’importo aggiuntivo sulla tredicesima solo quelli che hanno altri redditi oltre la pensione, anche se in misura tale da non superare i limiti di legge.Ma la battaglia è ancora apertaLa battaglia condotta dalle opposizioni in Parlamento nel corso del dibattito sulla legge finanziaria comprende anche alcuni emendamenti suggeriti dalle organizzazioni sindacali dei pensionati, tra i quali alcuni per aumentare l’importo del bonus e renderlo più aderente all’ipotesi futura di "imposta negativa".
Ma la strada disegnata dal nuovo ministro Tremonti va in tutt’altra direzione.
 


       



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