15 Settembre, 2002
E'morto Renzo Antoniazzi, socialista nel pci. di Gian Carlo Storti.
Un sentito grazie per la passione che ci hai trasmesso.
E'morto Renzo Antoniazzi, socialista nel
pci. di Gian Carlo Storti.
Un sentito grazie per la passione che ci
hai trasmesso.
Renzo Antoniazzi l’ho conosciuto nel settembre
del 1967 a Stagno Lombardo. Allora era “
capo”, termine non enfatico e corrispondente
alla semplice realtà, della Federbraccianti
Cgil di Cremona. Era in corso uno sciopero
dei braccianti.. gli agrari avevano organizzato
delle “ squadre” che “ visitavano” le cascine
per “ controllare” che non si ripetesse quanto
avvenuto nel ’48 con lo sciopero dei 40 giorni
che lasciò le mucche piangere nelle stalle
perché non munte. Noi, con altri studenti
della fgci, eravamo con i braccianti a sostenere
le loro lotte.
L’impatto fu subito positivo.. Nonostante
avesse il piglio “ del capo comunista” era
solare.. Parlava chiaro, dava disposizioni
precise, zittiva quelli che volevano fare
come nel ’48…e cioè abbondare le stalle…
In quello sciopero si discusse molto delle
forme di lotta, e lui il “ Renzo” o l’” Antonio”
come veniva amichevolmente chiamato dai compagni
sosteneva quella che altri chiamavano la
linea “ morbida”… Durante quella giornata
parlò molto con noi…Si informava su chi eravamo..dove
studiavamo ecc. Era molto attento alle nostre
sensazioni…
Il suo sorriso era aperto, largo e simpatico…
Un dirigente tutto d’un pezzo.
Solo nel dibattito nella direzione della
federazione comunista cremonese dopo l’intervento
russo in cecoslovacchia ho conosciuto l’Antoniazzi
politico. Le sue posizioni erano chiare e
di ferma condanna dell’intervento sovietico
con la “ primavera di Praga”. I suoi duelli
con l’ala dura del pci, Arnaldo Bera, erano
spumeggianti. Insomma noi giovani “ antosvietici”
guardavamo a questo ed altri dirigenti come
al futuro del PCI. Allora , ufficialmente
, il pci era monolitico…ma non era così..
Antoniazzi apparteneva alla corrente “ migliorista”,
era vicino a Napolitano , ad Amendola, amico
di Lama. Faceva parte di quegli uomini che
guardavano al partito socialista e che lavoravano
per l’unità della sinistra sotto un unico
partito. Da segretario della Cgil Cremonese
seppe guidare i processi di crisi delle fabbriche
con maestria…. Lavorava per l’accordo…Sosteneva
le occupazioni dei lavoratori ma lavorava
per soluzioni positive.. Era stimato dai
lavoratori ed ammirato dalle donne. Alto,slanciato,
sorridente piaceva …sapeva tenere bene le
assemblee, la piazza… Era un dirigente stimato
ed aperto.
“ Diffida, mi diceva, di chi non ride mai”.
Noi giovani lo sostenemmo candidato al parlamento
in alternativa ad Evelino Abeni, allora segretario
della Federazione Cremonese del pci. Fu un
buon parlamentare.. Si occupò per davvero
dei problemi dei suoi elettori, della sua
gente. Sapeva fare il “ mestiere” del politico
ma sapeva rappresentare bene i suoi elettori.
Il legame con la Cgil era sempre forte… Si
battè con la dovuta forza contro il terrorismo
… Osteggiava con determinazione quella benevola
definizione che girava in alcuni ambienti
della sinistra che tendeva a dipingere i
terroristi come “ i compagni che sbagliano”.
Forte ed appassionato fu un suo intervento
al Cittanova per dimostrare che quelli non
erano “ compagni che sbagliavano”, ma terroristi,
delinquenti che nulla avevano a che vedere
con la nostra storia comunista e di sinistra…
Nel partito mi ricordo le sue insofferenze
verso il Berlinguer dell’ultima fase; il
Berlinguer che decise di raccogliere le firme
per sostenere il referendum sulla scala mobile.
Aveva previsto la sconfitta e la fine di
una fase politica. Sostenne con convinzione
la svolta di Occhetto e assieme a lui organizzammo
il congresso della svolta. Un uomo che si
era fatto carico della identità dei pci ma
che aveva avvertito i suoi limiti e la necessità
di porre fine alla divisione a sinistra.
Un uomo unitario che lavorava per la classe
operaia e per chi aveva sofferto per le umili
origini.
Un uomo di sinistra, socialista nel pci.
Un sentito grazie per la passione che ci
hai trasmesso.
Gian Carlo Storti
 
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