15 Settembre, 2002
La Signora Nessuno
Ferdinando Camon / L’Unità «Se ci fossero i Pacs, questo non accadrebbe.»
È, anzitutto, una questione di stile. Che senso ha portare una signora,
compagna di un caduto di Nassiriya, in pullman con tutte le altre persone
accreditate alla cerimonia, e poi impedirle di entrare, e tenerla fuori della
sala, perché non è la moglie ufficiale?
La cosa è successa anche l’anno scorso: dunque non è un errore o una
gaffe, è una costante del ministero della Difesa. La compagna di Stefano Rolla,
il regista caduto a Nassiriya nella grande strage mentre lavorava a un
documentario, nel Memory Day non ha potuto partecipare alla cerimonia, e nella
cerimonia ufficiale si è ricordato questo caduto tagliando via e nascondendo,
della sua vita, una parte così essenziale, intima, decisiva, come la compagna.
In questo modo si falsa il Memory Day, e si falsa l'identità degli «eroi» che
si vogliono ricordare. Questo caduto civile, come tutti gli altri caduti, era
là e lavorava per quel che sapeva, che sentiva, che amava, insomma quel che
era. La sua vita era sua ed era di chi viveva con lui, questa compagna.
Ricordandolo, gli si rende onore, l'onore che merita. Chiamandolo eroe, lo si
esalta, lo si indica come modello, un modello come ne abbiamo pochissimi oggi, e
di cui abbiamo tanto bisogno. Se lui fosse vivo e ricevesse una onorificenza da
vivo, la sua compagna sarebbe con lui, e durante la cerimonia i due si
scambierebbero uno sguardo, e con quello sguardo spartirebbero il senso della
cerimonia, e anche l'orgoglio. Lo Stato, portando via con la forza la compagna
che lui s'era scelto, disapprova e corregge la sua vita, in un certo senso se ne
vergogna, e la nasconde. Non gli rende onore, ma pronuncia una condanna morale.
Questa esclusione della compagna, questa censura sull'amore e sulla vita, è il
trionfo dell'ipocrisisa, della burocrazia, dell'ufficialità, sui sentimenti,
sull'autenticità, sull'identità.
Diffonde su tutta la cerimonia il sospetto di una inadeguatezza di chi la
celebra, di una indegnità: non ricorda gli uomini per quel che erano, ma per
quel che lui ha interesse che fossero. Non riconosce la grandezza umana di chi
ha lavorato, ha rischiato, ed è caduto; ma la sostituisce con la retorica, la
fintaggine, la doppiezza. Una vita passata a usar le parole mi ha insegnato che
se in un contesto c'è questa simulazione, la simulazione si diffonde in tutto
il resto, anche nei discorsi ufficiali. La compagna di un caduto ha il diritto
di esser considerata vedova come le mogli ufficiali.
Vedova è colei che perde l'uomo che amava e col quale viveva. Non si capisce
perché il ministero della Difesa possa passare in rassegna la vita dei caduti,
e approvare una parte dei loro sentimenti e legami, e un'altra parte tagliarla
via. A una cerimonia in onore di eroi devono presenziare coloro in cui gli eroi
continuano a vivere, coloro che essi amavano. Se escludi coloro che essi
amavano, li uccidi una seconda volta. Se ci fossero i Pacs, questo non
accadrebbe. La speranza è che ieri sia accaduto per l'ultima volta. E che fra
un anno non possa più succedere.
 
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