15 Settembre, 2002 Pasolini e il sottoproletariato Pubblichiamo la prima parte di “Come parlare a un sottoproletario"
Pasolini e il sottoproletariato
Fra il ’68 e il ’69 Pier Paolo Pasolini scrisse una sequenza di poesie pubblicate nel ’71 con la raccolta” Transumanare e organizzar”. Ma non tutte. Alcune, fino ad ora inedite perchè alla fine escluse dal poeta, vedono finalmente la luce nell’annuario “Poesia 99” curato da Giorgio Manacorda (editore Castelvecchi).
Pubblichiamo la prima parte di “Come parlare a un sottoproletario”.
Dai ghetti del mondo appare un ghetto
dove son relegati relegatori
Non manca spesso la buona volontà
ma non si può parlare una lingua sconosciuta:
non dico dialetti o gerghi
ma una qualsiasi lingua franca che serva
ad abolire la dissociazione: anche solo mimica
(un certo modo di sorridere)
La ricchezza dà una strana saggezza:
quel distacco dalla vita che dà la santità;
comunque va perduta la solidarietà vera
Una volta se camminavo per le strade
ero fratello del cane e dello scopino;
adesso un po’ di ricchezza acquistata me ne separa;
tuttavia un’esperienza fatta (lo spero) non va perduta;
ho imparato il linguaggio del rapporto tra rognoso e rognoso;
so cosa dire e come dirlo, comunque.
Ma ciò è raro. Anche il borghese più disposto a capire
non sa farsi capire, né saprebbe del resto di che parlare
Restando muto, e intimidito, davanti al sottoproletariato
e non è odio, in tal caso, ma imbarazzo razzista...