15 Settembre, 2002
Dalla A dei rating alla T dei ticket
di Pierangelo Ferrari
Dalla A dei rating alla T dei ticket
Dichiarazione del Capogruppo DS Pierangelo Ferrari
“La Regione Lombardia è affidabile perché ha ottenuto la tripla A dalle agenzie di rating che operano sui mercati finanziari e la sanità lombarda è in piena salute perché vengono a farsi operare da noi dalle altre regioni italiane e perfino dall’estero” è il ritornello recente della propaganda formigoniana.
Peccato che le stesse agenzie di rating avessero assegnato la massima valutazione alla Enron fino all’ultimo minuto prima del disastro che ha travolto milioni di risparmiatori e peccato anche che il sistema sanitario che più di altri intercetta “clientela” esterna, quello statunitense, sia nello stesso tempo il più esclusivo e feroce verso le fasce medio-basse di popolazione.
Perché l’oncologia o la cardiochirurgia d’eccellenza sono il prodotto di una storia di dedizione e di professionalità, non sono la prova della qualità di un intero sistema sanitario.Il passaggio in aula del bilancio 2003 è stata l’occasione per un confronto politico duro dell’opposizione con la Giunta regionale (i consiglieri di maggioranza non esistono, compaiono solo per schiacciare i tasti).
Il ruolo dei DS è stato rilevante e ha portato all’approvazione di alcuni ordini del giorno che hanno diviso la maggioranza.Le nostre osservazioni critiche sul bilancio si possono riassumere in pochi dati: aumentano le tasse (363 milioni di euro per l’addizionale IRPEF, 140 per i ticket), decrementano le spese per gli investimenti (-500 milioni di euro pari a -12.9%).
In compenso aumentano le spese di funzionamento della struttura (+4.2%), in particolare la dotazione dei fondi per la comunicazione del Presidente, che sale a 14 milioni di euro.Alcune nostre proposte: rimodulazione di alcune voci di bilancio (per esempio: aprire un fondo straordinario per gli interventi sul territorio assegnandovi 147 milioni di euro, oggi inutilizzati in attesa della costruzione della nuova sede della Regione), ritiro o riformulazione del provvedimento sui ticket, includendo ampie fasce di esenzione (per reddito e patologie) e riforma della controriforma sanitaria di Formigoni, quella legge 31 che sta aprendo voragini nel bilancio regionale, come un’idrovora in continua attività. La tripla A è propaganda.
La realtà è fatta di una tripla T: tagli (di posti letto e servizi), tasse e ticket.
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Questa la storia dei ticket
La maggioranza di centrodestra ha, purtroppo, riconfermato in Consiglio Regionale - per la quasi totalità dei cittadini lombardi - i ticket di 2 euro per ogni confezione farmaceutica e di 35 euro per le visite al pronto soccorso, giudicate inappropriate.
Questo, nonostante dichiarazioni, promesse, impegni che via via in questi giorni il Presidente Formigoni, i capigruppo della Lega Boni e di AN La Russa, avevano formulato riguardo alla esclusione dei malati cronici e l’innalzamento della soglia d’esenzione.
Il Centrosinistra aveva avanzato, in sede di votazione del bilancio 2003, diverse proposte che graduavano le esenzioni dai ticket. Si partiva dalla richiesta di revoca totale, ma si offriva a chi nella maggioranza avesse voluto esercitare coerenza con gli impegni assunti, la possibilità di innalzare le soglie di esenzione, portando il reddito minimo da 8.000 a 12.000 euro, per tutti i cittadini e non solo, come è oggi, per i soli pensionati ultrasessantenni.
Abbiamo inoltre proposto di ripristinare le esenzioni per le patologie croniche, in vigore prima dell’abolizione dei ticket operata dal governo Amato.
Tutto è stato inutile, alcuni consiglieri della maggioranza hanno votato con il Centrosinistra, ma non è stato sufficiente. Continueremo in ogni modo a chiedere la modifica di un provvedimento iniquo che colpisce particolarmente le famiglie con redditi medio-bassi ed i più ammalati.
 
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