15 Settembre, 2002
Bloccato l'accordo al Wto sulla diffusione a basso costo dei prodotti salva-vita
Veto degli Stati Uniti sui farmaci anti-Aids - di Stefano Gatto
Bloccato l'accordo al Wto sulla
diffusione a basso costo dei prodotti salva-vita
Veto degli Stati Uniti sui farmaci anti-Aids di Stefano Gatto
Si', ci sono giorni in cui risulta difficile mantenere la calma e non schiumare di rabbia.
Nel quadro dei negoziati di Doha ci si era dati il 31.12.2002 come data-limite per un accordo di principio su alcune questioni-chiave d' interesse dei paesi in via di sviluppo: la definizione di regole particolari per loro nel quadro dell' accordo globale (SDT, Trattamento Speciale e Differenziato) e la definizione di un regime che permettesse di sospendere la validita' dei brevetti, permettendo la fabbricazione locale ed anche l' esportazione verso i paesi piu' poveri di farmaci a basso costo (generici) per lottare contro alcune epidemie (AIDS, malaria, tubercolosi).
Nella recente riunione di Sydney l' accordo sulla prima questione era stato raggiunto, sulla seconda si era arrivati vicinissimo, il piu' sembrava fatto.
Invece no, gli Usa si sono arroccati su una difesa ad oltranza degli interessi delle multinazionali che fa a pugni con il buon senso: evidentemente pensano di potersi permettere anche quest' ennesimo affronto all'opinione pubblica internazionale.
Due giorni fa avevo risposto ad un giornalista indiano che se gli Usa decidevano di mantenere il loro veto su questa questione, si esponevano all' oneroso compito
di spiegare tale posizione al resto del mondo. Una volta di piu' hanno dimostrato di fregarsene di quanto pensino gli altri. Evidentemente, nel difficile momento del corporate world nel dopo-Enron, le lobbies pesano davvero troppo nei confronti di un' amministrazione Usa autista ed ignava (nonostante tante pseudo-dimostrazioni di forza).
Comunque il buon senso prevarra' e questa battaglia sara' vinta. La scadenza del 31.12.2002 non era imperativa, quella vera e' settembre 2003, conferenza
ministeriale di Cancun.
E' solo un peccato che si sia persa un' altra occasione, l' ennesima, per dare un segnale positivo il mondo.
Resta un solo motivo di soddisfazione: che l' Unione Europea, che pure alcuni legittimi dubbi su alcuni particolari di questa vicenda ce l' ha (e' in gioco il principio del rispetto della proprieta' intellettuale, una delle basi del nostro sistema produttivo), ha saputo adottare una posizione costruttiva ed aperta, apprezzata da tutti.
Quando l' accordo si raggiungera'. il merito sara' stato del terzetto India - Brasile - Sudafrica, che ha proposto l' iniziativa, dell' Unione Europea che l' ha accolta e fatta sua, e di alcuni altri (Norvegia in primis) che hanno spinto a fondo in quella direzione. Oltre al mondo delle ONG, naturalmente, pungolo necessario dei governi.
E' quindi opportuno che il mondo delle ONG faccia quadrato attorno all' ampia quota di consenso raggiunta sulla questione, senza lanciarsi in un generico attacco ai "meccanismi perversi del capitalismo" che sarebbe fuori luogo e controproducente.
Solo la cricca al potere negli Usa fa ostruzione, bisogna metterli in difficolta'. Anche se non e' facile...
Stefano Gatto
 
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