15 Settembre, 2002
Con gli auguri, anche un invito a partecipare alla «marcia della pace»
di Dante Lafranconi Vescovo di Cremona
Con gli auguri, anche un invito a partecipare alla «marcia della pace»
di Dante Lafranconi Vescovo di Cremona
Tra i biglietti d’auguri che ho ricevuto in questi giorni, uno mi è sembrato curioso e significativo per le parole che conteneva. Le riporto, sperando che l’autore non ne abbia a male, perché mi sembrano sagge e pertinenti coi tempi che viviamo. «Camminare, non lasciarsi trasportare Lavorare, non tirar sera Costruire, non distruggere Interrogarsi, non dare tutto per scontato Cambiare se necessario, non credersi perfetti Collaborare, non contrapporsi Incoraggiare, non demolire Stupirsi, non ristagnare. Ogni verbo ha il suo significato ed ogni significato ha il suo contrario. Buon Natale E un augurio per esserci nel 2003 di scegliere il significato giusto». Affido questo augurio alle colonne del giornale perché raggiunga la moltitudine degli uomini, cristiani e non cristiani, che nel Natale trovano richiami di giustizia e cercano ragioni di speranza. E con gli auguri, anche un invito a partecipare alla «marcia della pace» che si svolgerà nella nostra città il 31 dicembre. Può essere l’occasione di festeggiare l’ultimo dell’anno in un modo diverso dal solito. Una scelta alternativa. Ma che forse ci permette di verificare se e quanto ci sta veramente a cuore la pace. Non basta una manifestazione per cambiare gli scenari del mondo, ma può essere un segno che svela se siamo capaci di avvertirne la gravità.
 
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