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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Fiorella Ghilardotti , biografia
*nata il 25 giugno 1946, Castelverde (CR) e deceduta il 13 settembre 2005 a Milano


Fiorella Ghilardotti
BIOGRAFIA

Fiorella Ghilardotti
*nata il 25 giugno 1946, Castelverde (CR) e deceduta il 13 settembre 2005 a Milano
Laurea in economia e commercio.
Insegnante, dirigente sindacale.
Ha operato nell'ENAIP (ente per l'istruzione professionale delle ACLI) prima come insegnante e successivamente presso la sede regionale.
Dirigente della CISL ( dal 1975)
Segretaria confederale della CISL di Milano
Consigliere Regionale per i Democratici di Sinistra (1990-1995).
Presidente della Regione Lombardia (1992-1994).
Parlamentare Europeo per dal 19/07/1994 al maggio 2005, eletta nella Circoscrizione elettorale: I - Nord Ovest con. 57.391 voti di preferenza

Al Parlamento Europeo aderiva al Gruppo del Partito del socialismo europeo, Membro dell'Ufficio di presidenza

Altri incarichi nel Parlamento europeo:
Commissione giuridica e per il mercato interno, Membro
Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità, Membro
Commissione per l'occupazione e gli affari sociali, Membro sostituto
Assemblea parlamentare paritetica della convenzione fra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e l'Unione europea (ACP-UE), Membro
Membro dell'Ufficio di presidenza del Comitato per le Regioni dell'Unione europea (1993).
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Il suo impegno politico e sociale.

E’ stata particolarmente attiva nell’ambito delle politiche femminili, sociali, della salute e nel campo delle problematiche legate alle aree metropolitane. Inoltre da sempre si è interessata alla formazione e all’educazione permanente. Ha seguito con molta attenzione le tematiche e gli sviluppi all’interno del mondo delle associazioni e dell’economia sociale, organizzando e partecipando a numerose conferenze sul terzo settore in Italia e in Europa.
Ha inoltre promosso una nuova linea nel bilancio dell’Unione Europea a favore di queste realtà

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Scomparsa improvvisa.

La sua scomparsa improvvisa , il 14 settembre 2005, ha destato molta impressione.
Nella primavera del 2005 , al termine del suo incarico di Parlamentare Europeo , il suo nome era circolato come possibile candidata a Sindaco del Comune di Cremona. Candidatura che poi non lievitò anche per una sua personale indisponibilità.
Una cattolica militante prima del Partito Comunista Italiano e poi nei Democratici di Sinistra.
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Hanno scritto e detto di Fiorella Ghilardotti.

Donna intelligente e appassionata..

Donna intelligente e appassionata, dirigente sindacale, unica donna Presidente della Regione Lombardia, Parlamentare europea autorevole, Presidente delle donne del PSE, responsabile dei problemi del lavoro per la segreteria regionale, punto di riferimento per la società democratica milanese, protagonista concreta e attenta delle battaglie per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e per la libertà femminile.
L'Unione Regionale lombarda e la Federazione metropolitana milanese DS
Milano 14 settembre 2005
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Amica e compagna di tante battaglie..

Amica e compagna di tante battaglie in Italia, in Europa, nella sua città , tenace nella voglia di vivere, impegnata nelle istituzioni ai più alti livelli e nella sinistra per le idee di libertà femminile nel mondo, convinta sostenitrice dell'Europa dei diritti e dell'uguaglianza.
Sempre disponibile, semplice nei modi, rigorosa nelle sue convinzioni, attenta al rapporto con la società, Fiorella mancherà tantissimo a tutti coloro che le hanno voluto bene e a chi crede in una politica etica e concreta, capace di futuro.
Ciao Fiore
Il tempo bello passato insieme ci resterà nel cuore con il tuo sorriso.
Alessandra, Arianna, Barbara, Carla, Daniela,Emilia, Giovanna, Marilena
Milano, 14 settembre 2005

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Fiorella, ricordo di una combattente gentile

Pasqualina Napoletano , parlamentare europeo

Fiorella Ghilardotti amava la vita, era una donna forte. Ho ammirato il modo in cui ha tenuto testa alla malattia senza un cedimento anche nei momenti più difficili.
Ancora sabato scorso era con noi a Milano a partecipare al Global Progressive Forum. Aveva piacere di incontrare tanti suoi colleghi del Parlamento Europeo e tante donne che con lei avevano condiviso l'impegno politico internazionale.
Fiorella, infatti, ha dedicato i suoi ultimi dieci anni all'Europa, e lo faceva con passione, con la consapevolezza che solo l'impegno della sinistra e delle forze progressiste avrebbe potuto contrastare l'idea dell'Europa come mercato e come area di libero scambio.
Per questo si è impegnata con competenza e continuità nella direzione del Gruppo del Partito del Socialismo Europeo e della delegazione italiana, nei suoi incarichi parlamentari, in quel lavoro oscuro ma fondamentale che consiste nel cercare di ottenere una legislazione sociale europea degna di questo nome, e soprattutto all'altezza dei problemi vecchi e nuovi che toccano la vita delle persone, soprattutto delle più deboli.
Fiorella è stata una dirigente politica del Partito del Socialismo Europeo. Per tre mandati è stata eletta presidente delle donne ed in questo modo ha lavorato per le pari opportunità in Europa e soprattutto per costruire questa dimensione nei dieci paesi che da poco hanno raggiunto l'Unione. Il suo lavoro è stato talmente apprezzato che le donne socialiste europee decisero di cambiare il regolamento per far sì che Fiorella potesse svolgere il suo terzo mandato da presidente.
Oggi la presidente è Zita Gurmai, una giovane donna ungherese, ed è il segno più tangibile che il lavoro di Fiorella ha dato i suoi frutti.
Fiorella era cattolica, è stata dirigente di un'importante organizzazione qual è la CISL.
Da lì iniziò il suo impegno istituzionale. In piena Tangentopoli Fiorella venne chiamata al ruolo di presidente della Regione Lombardia. Erano gli anni '90 e, come ha ricordato ieri Luciano Pizzetti, fu un'esperienza tutt'altro che facile, ma lei ci riuscì. Restituì credibilità alla Regione con la giunta rosa-verde che viene ancora ricordata come la “giunta degli onesti”.
Una delle ultime testimonianze è stato il suo contributo alla campagna referendaria sulla pessima legge 40. Insieme ad altre ed altri dirigenti di organizzazioni cattoliche aveva promosso un appello per dire che il rispetto della dignità e dell'autodeterminazione della donna e la libertà della scienza e della ricerca sono assolutamente compatibili con la fede religiosa.
Fiorella infatti era cattolica ma anche laica, odiava gli integralismi e soprattutto ne vedeva gli effetti nefasti sulle libertà femminili. Aveva seguito con particolare passione l'Afghanistan. Ricordo, quando tornò da una delle ennesime missioni, la sua rabbia per il fatto che nessun paese donatore aveva accettato di finanziare i programmi in favore delle donne, eppure perfino l'intervento armato sembrava fosse avvenuto principalmente per questo.
Questa era Fiorella, odiava l'incoerenza ed era ancora capace di indignarsi.
Fiorella era dolce, amava stare con gli altri, teneva ai rapporti umani. Non sempre il suo lavoro è stato valorizzato quanto meritava e questo, soprattutto negli ultimi tempi, è stato causa di sofferenze per lei che non sgomitava e che ha sempre preferito la cooperazione alla competizione.
Ho avuto la grande fortuna di lavorare molti anni con lei e soprattutto di averla come amica, una delle più care. Abbiamo condiviso la dimensione pubblica, ma anche molto di quella privata, per questo l'ultimo pensiero va ai suoi cari ed amati uomini, a Sergio compagno discreto e sempre presente, a Paolo ed Alessandro, suoi amatissimi figli, che dai valori e dall'esempio che la mamma ha lasciato loro troveranno risorse per crescere e continuare.
da l'Unità - 15 settembre 2005

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Fiorella Ghilardotti, una donna europea.

Mercoledì 30 novembre 2005 si è tenuta presso la sede del Parlamento europeo, a Bruxelles, una commemorazione in onore di Fiorella Ghilardotti. Sono intervenuti, tra gli altri, Martin Schulz, presidente del gruppo del Pse, Poul Nyrup Rasmussen, presidente del Pse, Nicola Zingaretti, Presidente della delegazione italiana del Pse, Pasqualina Napolitano, Vicepresidente del gruppo Socialista al Parlamento europeo.

Di seguito riportiamo l’intervento di Luciano Pizzetti, segretario Ds in Lombardia.

Grazie al Gruppo PSE per aver voluto questo appuntamento per Fiorella, con i suoi familiari, con i suoi colleghi spesso amici.
Non è un ricordo, non è una celebrazione.
E’ il riconoscimento di un impegno pubblico fortemente ancorato ad intense idealità.
Fiorella è stata un leader che si è servita molto della parola, senza mai alzare la voce.
Voi l’avete conosciuta in questi dieci anni di lavoro intenso nel Parlamento Europeo, il primo luogo di una nuova identità ormai quasi continentale.
Noi l’abbiamo conosciuta prima, nel Consiglio regionale della Lombardia, una delle quattro regioni motore d’Europa, il luogo dei sommovimenti sociali e politici dell’Italia moderna, l’epicentro delle difficoltà della sinistra italiana soprattutto nel rapporto coi ceti produttivi.
Erano gli anni ’90, gli anni della liberazione con la caduta del muro di Berlino, gli anni del crollo del sistema politico italiano, gli anni di tangentopoli.
In Lombardia si susseguivano gli arresti di esponenti politici. In Consiglio regionale cadevano i governi a causa delle indagini. Per formare i governi locali si chiedeva prima, informalmente, ai magistrati se esistevano problemi.
La Regione era allo sbando.
Ebbene, in quel clima, sul finire del 1992, i partiti della Sinistra che stavano all’opposizione insieme a ciò che restava della DC decisero un azzardo, decisero di dare vita ad un governo anomalo, una sorta di governo degli onesti, un gabinetto d’emergenza col compito di risollevare le sorti della più importante regione d’Italia.
A dirigere quel governo chiamammo Fiorella Ghilardotti.
Per le sue qualità morali e per le sue capacità d’impegno.
Quel governo durò fino alle elezioni politiche.
Fu uno dei migliori governi che la Lombardia abbia avuto.
Furono due anni intensi e difficilissimi.
Si fecero scelte decisive in particolare sui temi dell’ambiente e dello sviluppo, che consentirono non solo alla Lombardia di uscire dal tunnel, ma anche a noi di crescere. La nuova fiera di Milano, la più grande fiera d’Europa fu decisa da Fiorella con quella maggioranza.
Fiorella, prima donna a presiedere un governo regionale in Italia, ha governato con autorevolezza e con riconoscimenti unanimi.
Lo ha fatto con spirito di servizio, guardando al bene comune come la sua formazione cattolica le suggeriva.
Senza quella esperienza così impegnata, forse voi non l’avreste conosciuta.
Lei si trovava bene qui.
Noi le abbiamo voluto bene per quel che ha fatto e per come lo ha fatto.
Le belle persone lasciano sempre un segno del loro passaggio, e Fiorella era una gran bella persona che ha voluto fare una buona politica.
Anche se il tempo affievolisce il ricordo e lenisce il dolore, di lei ci resteranno sempre il segno di una bella testimonianza di vita e la vivacità penetrante dei suoi occhi.

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Commemorazione di Fiorella Ghilardotti a Milano.

Il 16 dicembre 2005, presso la FONDAZIONE MUDIMA hanno ricordato la compagna Fiorella Ghilardotti alla presenza di Pierluigi Bersani, Antonio Panzeri, Luciano Pizzetti, Elena Paciotti, Marilena Adamo, Arianna Censi, Ettore Martinelli, i familiari (Sergio Graziosi, marito; Giovanni Ghilardotti ed altri).
Al termine, a seguito del voto unanime del Comitato Direttivo, ha intitolato a Fiorella Ghilardotti la Sezione di Portavenezia della città di Milano.
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Amiche di Fiorella Ghilardotti, amiche della solidarietà

Le donne DS Cremona: Fondi per sostegno culturale bimbi Rom della Casa Carità di Don Colmegna
Compiere un gesto di solidarietà in memoria di Fiorella Ghilardotti.
Con questo spirito le donne della Federazione di Cremona dei Democratici di Sinistra hanno aperto una sottoscrizione di fondi finalizzata a dare sostegno al Progetto "Fiorella".
"E proprio denominato così - afferma la consigliera provinciale Cristina Manfredini che con Stefana Mariotti si sta facendo carico di promuovere l'iniziativa -". Si tratta infatti di garantire un percorso di mediazione culturale di integrazione ad un gruppo di bambini e giovani Rom romeni, ospiti della Casa della carità di Don Colmegna a Milano.
"Intendiamo in questo modo garantire una spalla cremonese all'iniziativa messa in campo da famigliari e amici di Fiorella Ghilardotti, in ricordo della sua tenacia nel combatterete discriminazioni e nell'aiutare i più deboli - continua -".
"Il messaggio - conclude - che parte da Cremona e dalla sua provincia è: siamo anche noi amiche di Fiorella e amiche della solidarietà.
Il Progetto "Fiorella" per la Casa della Carità di Milano è articolato: aiutare i bimbi nell'inserimento scolastico, creare un doposcuola, occasioni di scambio culturale e attività di svago, danza, musica, teatro, nonché di educazione alla legalità, di accompagnamento legale e sanitario.
Chi fosse interessato a dare una mano può sostenere il Progetto "Fiorella" con un versamento a favore della "Casa della Carità, Milano -Progetto Fiorella:

Cremona, 29 dicembre 2005

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Intervento dell’On. Fiorella Ghilardotti
DALLE DISEGUAGLIANZE ALLA CITTADINANZA.IL DIBATTITO EUROPEO.

Ieri Laura Pennacchi ci ricordava come il cuore del paradigma della visione neoliberista sia stato e sia ancora di più oggi la affermazione della incompatibilità tra sviluppo economico e sviluppo sociale.
L’Europa, pure con molte contraddizioni e qualche volta titubanze, ha sempre cercato, già a partire dal primo programma sociale degli anni ’70 fallito per l’opposizione della Sig.ra Thatcher, di non assumere questo paradigma ma, al contrario, di dimostrare che proprio lo sviluppo sociale rappresenta una componente essenziale dello sviluppo economico.
Questa idea è stata bene esplicitata dalla Commissaria Diamantopoulou quando ha presentato il programma di legislatura ed ha indicato la necessità di considerare la politica macroeconomica, la politica per l’occupazione e la politica sociale tre lati di un triangolo equilatero da affrontare e portare avanti parallelamente.
Per questa ragione a Lisbona si decise, fra l’altro, di predisporre una “Agenda sociale” da cui è scaturito un “programma contro la povertà e l’esclusione sociale” che propone lo stesso approccio previsto per la politica occupazionale.
L’esclusione sociale, è stato già ricordato, è un fenomeno multidimensionale e come tale va affrontato, prevedendo quindi una combinazione di politiche e di interventi.
La partecipazione all’occupazione da parte dei soggetti a rischio di esclusione è certamente uno degli strumenti più efficaci per combattere la povertà.
Vorrei qui riprendere alcune considerazioni e suggerimenti contenuti nel rapporto della Commissione sui piani nazionali contro l’esclusione sociale.

Secondo il rapporto, i punti sui quali occorre insistere sono in particolare:
a) promuovere l'accesso a un'occupazione stabile e di qualità per tutte le donne e gli uomini in grado di lavorare
– aprendo, per gli appartenenti alle categorie sociali più vulnerabili, percorsi verso l'occupazione e mobilitando a tal fine le politiche relative alla formazione,
– elaborando politiche atte a promuovere la conciliazione di lavoro e vita familiare, trattando anche l'aspetto della custodia dei bambini e dell'assistenza ad altri familiari a carico,
– utilizzando le opportunità di integrazione e occupazione offerte dall'economia sociale;
b) prevenire l'esclusione dal mondo del lavoro, migliorando l'occupabilità attraverso la gestione delle risorse umane, l'organizzazione del lavoro e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.
Promuovere la partecipazione all'occupazione è un modo particolarmente importante di prevenire e alleviare la povertà e l'emarginazione sociale. Il diritto al lavoro è un diritto fondamentale e un elemento cardine della cittadinanza. Pur sottolineando l'importanza centrale del lavoro, occorre porre anche l'accento sul fatto che l'accesso al lavoro non deve essere promosso in modo slegato da altri diritti fondamentali,
ma piuttosto far loro da complemento: quindi, l'accesso al lavoro non deve avvenire a spese del diritto a un reddito minimo adeguato, a partecipare pienamente alla vita familiare, sociale e della comunità, o del diritto alla salute.
Il pieno accesso a un'occupazione stabile e di qualità per tutte le donne e gli uomini in grado di lavorare è da considerarsi il risultato di un articolato processo di trasformazione dei mercati del lavoro, per andare verso il nuovo mercato del lavoro del dopo Lisbona : un mercato del lavoro inclusivo.
Rinnovare il mercato del lavoro non basta, ma vanno create anche nuove condizioni per percorsi verso l’occupazione. Tali percorsi devono combinare diverse misure di inserimento, come la consulenza, la formazione e l'occupazione assistita o protetta, con l'attivazione dei beneficiari dell'assistenza: si tratta di un aspetto cruciale e
delicato, dal momento che spesso i destinatari di assistenza sociale sono molto lontani dal mercato del lavoro e necessitano di un aiuto ampio e personalizzato. Bisogna cambiare la filosofia: passare dagli interventi a pioggia volti esclusivamente al sostegno passivo del reddito ad un sostegno attivo.
In questo senso si deve promuovere una migliore collaborazione fra i servizi sociali e dell'occupazione, al fine di agire in modo più mirato sulle necessità individuali.
In ogni caso, è bene ribadirlo ulteriormente, le “buone pratiche” che si stanno sviluppando nell’UE sembrano indicare che i provvedimenti dovrebbero essere visti come un sostegno e un aiuto allo sviluppo, e non come una punizione.

Se una sottolineatura della prevenzione e dell'intervento precoce è importante per impedire che le persone si allontanino troppo dal mercato del lavoro, è anche importante che i sistemi non scremino a favore di coloro che possono essere più facilmente reinseriti trascurando i meno produttivi.
Sono da considerarsi prioritarie, sempre nello spirito di Lisbona, le politiche di formazione e istruzione, con una maggiore sottolineatura dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e della preoccupazione che le categorie vulnerabili godano di un maggiore accesso a tale risorsa e di un migliore accesso ai tirocini. Attenzione dev’essere prestata al cd “digital divide” che è uno dei nuovi fattori di rischio esclusione in tutta Europa, per non parlare dei paesi candidati all’adesione, i quali hanno davanti sfide ancora più significative sia per la riforma economica, che per lo stato sociale, il mercato del lavoro e l’inclusione.

Le fasce più deboli sul mercato del lavoro sono non soltanto i disoccupati di lunga durata, ma anche i giovani, i lavoratori anziani, i disabili e gli immigrati.
Tutti gli Stati membri si stanno inoltre sforzando di agevolare la partecipazione femminile all'occupazione, prestando particolare attenzione, chi più chi meno, alle donne più in difficoltà, come le madri sole, le donne disabili e le lavoratrici scarsamente qualificate oppure quelle che tornano al mercato del lavoro dopo un periodo di assenza.

Giovani: molti Stati membri danno una priorità ai problemi che insorgono in ordine al passaggio dalla scuola al lavoro, in particolare per gli individui che non completano il proprio ciclo di studio o formazione professionale.
Lavoratori anziani: il problema dei lavoratori anziani privi dell'istruzione o delle qualifiche necessarie per ottenere un lavoro nel moderno mercato occupazionale è segnalato da numerosi Stati membri. Oltre a qualificazione e riqualificazione dei lavoratori anziani, per promuovere la qualità del loro lavoro bisogna intervenire anche su condizioni di lavoro, orari, salute e sicurezza con interventi mirati.
Minoranze etniche e immigrati: la maggioranza degli Stati membri individua chiaramente nelle minoranze etniche e negli immigrati categorie che spesso incontrano particolari problemi nell'accesso al mercato del lavoro. Qui il problema è più complesso, bisogna continuare a vederlo come un mix di politiche positive per l’integrazione economica, sociale e ovviamente anche politica.

Per far sì che le persone rimangano nel mondo del lavoro o vi entrino, è importante aiutarle a superare le barriere che possono impedirne la partecipazione. Il principale fattore in questo senso è la custodia dei bambini o l'assistenza ad altri familiari a
carico, ma si fa parola di altri aspetti, come un alloggio dignitoso, una buona salute, trasporti adeguati. Ci sono molti esempi da poter seguire, dall’estensione dei congedi parentali allo stimolo verso un’accresciuta responsabilità sociale delle imprese. Occorre altresì migliorare e diversificare la custodia dei bambini piccoli e più cresciuti (nido e dopo scuola). A Stoccolma si sono fatti passi avanti nelle raccomandazioni agli Stati membri in questo senso ma i risultati pratici tardano a farsi sentire, specie in taluni Stati membri. Ricordiamo che ce ne sono alcuni, e uno in particolare, che è maglia nera in tutti gli aspetti che riguardano la strategia di Lisbona.

L'economia sociale e il terzo settore forniscono un'ampia gamma di opportunità di integrazione e occupazione. Le organizzazioni del terzo settore perseguono obiettivi sociali ed economici di interesse collettivo, pongono limiti all'acquisizione privata e individuale di profitti e lavorano per le comunità locali o per gruppi di persone appartenenti alla società civile che condividono interessi comuni. Tali organizzazioni
tendono a coinvolgere le parti interessate (come lavoratori, volontari e utenti) nella propria gestione. Se sostenuta adeguatamente, l'economia sociale può apportare un sensibile contributo all'estensione del mercato del lavoro e alla creazione di nuove opportunità per le persone scarsamente qualificate o a ridotta capacità di lavoro, in modo che possano usare le proprie competenze e partecipare alla vita lavorativa.

Un ultimo appunto: per far sì che strategie di sostegno all’inclusione sociale anche attraverso l’accesso al lavoro siano vincenti bisogna promuovere i cd partneariati (ne abbiamo vari esempi, primi fra tutti quelli settoriali e territoriali dell’iniziativa comunitaria EQUAL finanziata col FSE). Per promuovere i partneariati bisogna coinvolgere tutti gli attori sul territorio, a tutti i livelli e in tutti gli stadi delle procedure, compreso quello della stesura dei piani nazionali contro l’esclusione.

Un’ultima considerazione.
In questi mesi, come tutti sappiamo, in Europa è al lavoro un organismo, la Convenzione, che sta scrivendo la Costituzione Europea.
Per consolidare e migliorare l’intervento dell’Europa sui temi della politica sociale e della lotta all’esclusione è necessario che la Costituzione contenga la Carta dei diritti fondamentali oltre che la previsione di una competenza specifica, anche se non esclusiva, delle Istituzioni europee in materia sociale.
Il coordinamento aperto messo in atto a partire dall’Agenda sociale deve passare da strumento volontario a meccanismo vincolante. Per questo credo sia importante che anche da questo convegno emerga una pressione forte nei confronti dei rappresentanti del Parlamento e del Governo italiani in seno alla Convenzione perché sostengano queste posizioni.

Roma, 24-25 gennaio 2003
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Diritti delle donne in Afghanistan


Intervento in plenaria al Parlamento Europeo.

Fiorella Ghilardotti è intervenuta in aula nel dibattito sulla situazione in Afganistan. Recentemente, insieme ad altre parlamentari, aveva visitato il paese per verificare i risultati raggiunti attraverso il sistema d’assistenza dell´Unione europea. Ha riferito all´aula la sua impressione positiva. Ritiene che in un anno i progressi siano stati notevoli. Sono state, infatti, riaperte le scuole, è stato fornito il necessario sostegno all´amministrazione. Questo sostegno va mantenuto anche se le riforme del governo retto da Karzai devono essere portate avanti e stimolate con decisione. La Ghilardotti ha poi sottolineato come esistano ancora dei blocchi nella gestione dello Stato, che riguardano innanzitutto la partecipazione delle minoranze e delle donne. L´eurodeputato DS esorta, dunque, l´Unione europea ad impegnarsi maggiormente e con forza su questo fronte, a fare dei diritti delle donne un campo specifico d´intervento in Afganistan.
15 Gennaio 2003
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Fiorella Ghilardotti alla Festa dell’Unità di Cremona nel luglio 2004

Intervista video

http://www.welfarecremona.it/wmview.php?ArtID=2388

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-appunti redatti ed organizzati a cura Gian Carlo Storti il 23 febbraio 2006
-fonte: Democratici di Sinistra Regione Lombardia

 


       CommentoIntervista video a Fiorella Ghilardotti



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