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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Persico Dosimo, la storia ed i personaggi
Le scorrerie dei barbari toccarono certamente anche questi luoghi, provocandone l’impoverimento e l’abbandono



Persico Dosimo

Pur non avendo in merito documentazione certa, è ragionevole pensare il territorio dell’attuale comune di Persico Dosimo punteggiata da insediamenti già in epoca romana; è certo che tra il Po, l’Adda e l’Oglio avviene la prima centuriazione romana è che, a due passi, nel 218 a.C. nasce la città di Cremona, attorniata da insediamenti con compiti anche difensivi.
« Nei primi secoli dopo Cristo la campagna di questa zona è descritta come una terra fertile e ricca di corsi d’acqua, dove i boschi e le macchie lasciavano spazio – ove possibile – ai cereali, ai pascoli, alle viti; anche il bestiame, lasciato allo stato brado nelle campagne, contribuiva all’alimentazione della popolazione. Le scorrerie dei barbari toccarono certamente anche questi luoghi, provocandone l’impoverimento e l’abbandono; Eruli, Ostrogoti, Bizantini, Longobardi, Franchi si susseguirono nella conquista e nello sfruttamento delle terre attorno a Cremona. Caduto l’Impero Carolingio, Cremona fu prima travolta dalle guerre civili fra i grandi feudatari e poi assoggettata al governo dei Vescovi – Conti. Verso la fine dell’XI secolo Cremona divenne Comune libero, estendendo la propria giurisdizione sulle terre ed i borghi della campagna circostante: il territorio di Persico Dosimo faceva capo alla Circoscrizione di “Porta San Lorenzo”. » (G. Bignardi)
La storia del Comune di Persico Dosimo può essere scritta soltanto a partire dal 1928, anno in cui venne costituito con Regio Decreto, unificando i soppressi comuni di Carpaneta-Dosimo e Persico. Perso il primo la doppia denominazione, nel 1954 si forma l’attuale nome del comune.
Per secoli la storia di questo territorio è la storia frazionata di insediamenti talvolta costituiti da un grande cascinale con villa padronale o da poche case e sui quali i secoli hanno lascito un’impronta comunitaria-identitaria assai diversa.

Dosimo
« Incerta è l’origine del nome Dosimo; sembra derivare dal latino “ducere” (condurre), nel senso di “canale per condurre le acque” (dugale); fin da epoca antichissima infatti a Dosimo esistevano importanti corsi d’acqua interessati sia alla bonifica che all’irrigazione; fra questi il più antico è la Delmona, che attraversa il territorio di Dosimo da nord-ovest a sud-est e che nel IX secolo era persino navigabile. La località “Dosno” è citata in alcuni atti notarili dell’XI secolo: ad esempio nel 1017 un certo Alberico lascia le sue case ed i suoi terreni in usufrutto vitalizio al prete Bonizzone, a condizione che egli celebri settimanalmente una messa per la sua anima nella Chiesa di San Faustino di Dalmona. » (G. Bignardi)
È di notevole interesse la chiesa parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista, ricostruita nel 1756 sopra una struttura esistente e accanto alla quale spicca la torre campanaria realizzata nel 1838 su disegno del grande Luigi Voghera. La chiesa aveva subito una seconda profonda revisione nel 1896, con aggiunta delle due navate laterali.
Per i fedeli ha particolare importanza ciò che la chiesa custodisce: le spoglie attribuite a Santa Colomba, martire del secolo II.

Località Carpaneta
Similmente a molti toponimi della zona –Pieve d’Olmi, Olmeneta ecc. – il nome Carpaneta richiama immediatamente quel carpino di cui la zona fu ricca, come viene attestato da documenti risalenti al secolo XI.

Ca’ del Ferro
Fu originariamente formato da due cascine; quella che vediamo tutt’oggi è un bell’esempio di cascina a corte chiusa, risalente al 1700 con successive modificazioni, «con al suo interno la casa padronale con un bel giardino retrostante, le stalle per vacche buoi e cavalli, le abitazioni per i braccianti e per gli artigiani (sellaio, casaro, il falegname …) che lavoravano al servizio dell’azienda, la chiesetta.» (G. Bignardi)

Ca’ del Zappa
Il complesso denominato Ca’ del Zappa è costituito da una cascina e da una villa di grande pregio, comprendente anche un parco con piante secolari, conosciuta con il nome della famiglia Calciati ma costruita nel 1700 da Gerolamo Gerenzani dal quale i Calciati discendono. È certa la data di costruzione della piccola chiesa, 1709, ma quella che oggi vediamo è la forma che ad essa fu data nella ristrutturazione avvenuta nel XIX secolo.

Quistro
Insediamento probabilmente di epoca Longobarda, «Quistro è citato in diversi documenti dei secoli X e XI: nel 996 un appezzamento di terreno in Quistro viene donato al Monastero di San Lorenzo in Cremona e nel 1041 una “pecia de terra aratoria” viene donata al Vescovo di Cremona “in loco ubi nominatur Questro”… Incerta è l’origine del nome “Quistro”: potrebbe derivare da “aquestris” (luogo acquitrinoso) oppure da “chiostro”; sin dal secolo X infatti i monaci Nonantolani vi possedevano terreni ed un monastero dedicato a San Lorenzo.». (G. Bignardi)
Il piccolo abitato di Quistro racchiude quello che resta delle due “anime” caratterizzanti la nascita e lo sviluppo dei centri rurali della pianura.
La chiesa è intitolata a San Lorenzo ed è legata ai benedettini del Monastero di S. Lorenzo di Cremona; di quello che poteva essere il monastero – centro non solo religioso ma anche economico – e della chiesa, poco si vede dopo la ristrutturazione in stile neoclassica effettuata all’inizio del 1800; il campanile è ancora più recente (1915). «All’interno della chiesa si conserva un pregevole fonte battesimale del 1573, recante le iniziali del Cardinale Gian Francesco Gambara, abate commendatario di San Lorenzo di Cremona.» (G. Bignardi)
Di origine nobiliare è invece la Cascina Castello, sorta in luogo della rocca della famiglia guelfa Cavalcabò e della quale si conosce solo la data della distruzione (1406) per mano del “nemico” Cabrino Fondulo, signore di Cremona; una fortificazione il cui fossato risulta ancora nel catasto Teresiano.
La cascina Corte Grande richiama l’attenzione proprio per quella ristrutturazione che aveva subito negli anni ’30. All’inaugurazione di questa innovativa cascina-modello era presente anche Roberto Farinacci.
Nelle vicinanze di Quistro, in un avvallamento una volta paludoso chiamato “Cantarane”, troviamo anche il piccolo centro di nome Canton Fumana.

Persico
Nelle fonti scritte della storia medievale si trovano tracce non tanto del borgo medesimo di Persico, quanto di persone da lì provenienti o originarie, sotto la dicitura de Persico. Per esempio, Otto de Persico nel 1150 è console di Cremona.
Data la poca distanza, Persico ha condiviso le vicissitudini della confinante città. E così fu anche nel 1648, durante l’assedio di Cremona da parte delle forze schierate con i francesi; Persico si trovò teatro di una delle battaglie in cui gli spagnoli costrinsero gli attaccanti a ritirarsi in direzione di Levata.
Il terremoto del 1694 coinvolse questa parte del Cremonese. A Persico causò la distruzione della chiesa intitolata ai santi Cosma e Damiano, ricostruita a partire dagli ultimi anni del secolo, e rivista poi anche in seguito, ampliandola e alzando, nel 1904, l’attuale campanile ad opera dell’architetto Adelchi Barbieri.
Nei dintorni del borgo sono sorte molte cascine di grande importanza; mentre la Cascina Barbiselle è nota solo a coloro che hanno approfondito la storia sociale ed architettonica della “fabbrica contadina”, “Barbiselle di Sopra” a quelli che conoscono la moderna zootecnia di cui questa cascina è dimostrazione, il nome della cascina Sant’Alberto è universalmente noto perché qui nacque il 5 settembre 1855 il mazziniano geografo Arcangelo Ghisleri.


Persichello
È la frazione che nel tempo ha visto uno sviluppo abitativo più consistente. Il nucleo più antico forse è la Cascina Persichello ma quella che fu più segnata dalla “grande storia” è la Cascina Commenda che vide nascere, nel 1822, il patriota Giacomo Pagliari, caduto nella “breccia di Porta Pia”.
Sul luogo della cascina-convento dei Frati di Sant’Abbondio sorge dall’800 la Cascina Acqualunga, la quale tiene fede al suo nome conservando – oltre la chiesetta – quello che resta di un mulino.
Nel territorio della frazione non mancano nemmeno ville di pregio; è cinquecentesca quella della famiglia Pozzi mentre fu costruita alla fine del ‘700 la villa dei nobili cremonesi Mina, con un ben conservato giardino inglese.

Bettenesco
«Frazione situata in un importante nodo di comunicazione sull’antichissima strada che da Cremona conduce a Brescia. Sino alla fine del secolo scorso era sede di Comune autonomo.» (G. Bignardi)

Villasco
Nell’epoca moderna le cronache non annotano avvenimenti o personaggi che avessero potuto dare un seguito ad una storia antica come quella di questo piccolo borgo, testimoniata solo da alcuni lapidi ritrovati. Le sue terre furono possedute e lavorate dai benedettini Nonantolani nel secolo X, dei cappuccini all’inizio dell’800.

ARCANGELO GHISLERI
biografia
*5 settembre 1855 a Persico,muore 1938.

Arcangelo Ghisleri nasce il 5 settembre 1855 a Persico, in provincia di Cremona. Sin da giovane si impegna in una intensa attività giornalistica, che durerà fin quando il fascismo porrà fine a ogni libertà di stampa. Sono varie le pubblicazioni a da lui fondate: La rivista repubblicana, Cuore e critica, L'educazione politica, importanti per la messa a punto di una ideologia di scuola repubblicana.
Nel 1881 è impiegato in una società di esportazioni milanese; nel 1884 passa all'insegnamento presso un liceo in Basilicata. Nel 1888 lo troviamo a Bergamo, ancora insegnante. E' da questo momento che inizia la sua attività di cartografo, che gli ha dato nome in Italia, anche al di là dell'attività di politico.
Dal 1895 il repubblicanesimo aveva assunto volto di partito; Ghisleri diede un contributo fondamentale di indirizzo, dimostrando un attaccamento al partito assolutamente straordinario: "Questo nostro partito che io amo più dei miei figli", ebbe a scrivere nel 1903. Riguardo al fascismo, ebbe a riconoscervi una sorta di "marca plutocratica". Scriveva a Giovanni Conti all'indomani del 28 ottobre 1922: "Il colpo di Stato vero l'hanno fatto i pescicani dell'alta banca e i filibustieri delle industrie parassitarie. Richiamate l'attenzione del pubblico sulla vera essenza del governo attuale come dominio della plutocrazia, di cui gli attuali ministri non sono che strumenti e servitori zelanti".
In realtà Ghisleri non fu un ideologo sistematico; una sistematizzazione del suo pensiero è soprattutto opera di Giovanni Conti. Ghisleri contesta la teoria marxista, che considerava straniera all'Italia, ma soprattutto limitata al dato economico, alla cosiddetta "formuletta unica". Come ebbe a scrivere: "Noi vediamo quello che vedono i marxisti, ed anche quello che essi trascurano di vedere".
Il conflitto con i socialisti e i marxisti si accentua in Ghisleri quando si passa al principio istituzionale: se per l'ideologia marxista ogni forma politica è una sovrastruttura, per il pensiero repubblicano la Repubblica è cosa di tutti, il suo governo è formato dal convergere delle comuni volontà. "E' di volgare evidenza che la repubblica democratica qual è da noi concepita non deve essere un'arma offerta agli interessi di un ceto contro altri ceti".
In economia ebbe una visione "federale". Riteneva il sistema federale capace di "triplicare la produzione rimovendo i mille impacci della tutela e della diffidenza attuali, sostituendo con le autonomie la competenza dei direttamente interessati, agli imbrogli, ai ritardi e all'incompetenza degli alti papaveri dell'accentramento".
Si spense nel 1938.

Segnalazioni e curiosità

Luigi Ghisleri abita a Persichello (comune di Persico Dosimo, Cremona).
è tra i fondatori dell'Archivio del Movimento Operaio e Contadino di Persico Dosimo.
Ha pubblicato questi libri fotografici: Cremona tra città e campagna (1987), Cascine (1991), La fabbrica contadina (1994), Ritratti nel paesaggio: i lavoratori nei campi, le macchine, la strada, le case (2001), Undici famiglie indiane nella campagna cremonese (2003).

Il territorio


Persico Dosimo (C.A.P. 26043) dista 8 chilometri da Cremona, capoluogo della omonima provincia cui il comune appartiene.

Persico Dosimo conta 2.650 abitanti (Persichesi) e ha una superficie di 20,5 chilometri quadrati per una densità abitativa di 129,27 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 48 metri sopra il livello del mare.

Cenni anagrafici: Il comune di Persico Dosimo ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 2.414 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 2.650 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al 9,78%.

Gli abitanti sono distribuiti in 1.006 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,64 componenti.

Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 44 e i 50 metri sul livello del mare.

L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 6 metri.

Cenni occupazionali: Risultano insistere sul territorio del comune 47 attività industriali con 270 addetti pari al 45,08% della forza lavoro occupata, 55 attività di servizio con 133 addetti pari al 9,18% della forza lavoro occupata, altre 45 attività di servizio con 139 addetti pari al 22,20% della forza lavoro occupata e 12 attività amministrative con 45 addetti pari al 7,51% della forza lavoro occupata.

Risultano occupati complessivamente 599 individui, pari al 22,60% del numero complessivo di abitanti del comune.

L'Amministrazione.

Il municipio è sito in Piazza Roma 1, tel. 0372-53921 fax. 0372-539234
Sito http://sito.rup.cr.it/comune.persicodosimo/

Gli Amministratori del Comune di PERSICO DOSIMO

Sindaco (eletto nel 2004): SUPERTI FABRIZIO
La Giunta:
MILANI LISA
PEGORARI GIACOMO
ZELIOLI MONICA
Il Consiglio:
BACCINELLI DANTE
BARBIERI MARCO
BERNIERI REMO
CORBARI MAURO
MAESTRELLI ANTONIO
PALETTI ILARIA
PICCIONI FILIPPO
ROSA FEDERICO
UBERTI PAOLO

Si ringrazia il Comune di Persico Dosimo per la collaborazione.

· materiale reperito e ordinato da Gian Carlo Storti
· cremona, febbraio 2006

 


       



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