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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Marco Gerolamo Vida, poeta e vescovo di Alba
Poeta e umanista nato a Cremona nel 1485 e morto ad Alba nel 1566


Marco Gerolamo Vida, poeta e vescovo di Alba

Di Marco Antonio Vida (che mutò poi il nome in Marco Gerolamo), non conosciamo né la data né il luogo di nascita. L’anno probabilmente è attorno al 1480; il luogo viene “stabilito” dalla tradizione nella villa rurale della famiglia, a San Bassano.
La famiglia a Cremona è conosciuta dal XIII secolo; i Vida sono patrizi, qualcuno era arrivato anche al rango di console del Comune di Cremona. Da parte materna troviamo la nobile famiglia cremonese degli Oscasali.
Il Vida inizia gli studi a Cremona e li prosegue a Padova, forse a Bologna, e sicuramente a Mantova. Mantova è luogo “virgiliano”: lo si legge e lo si commenta a corte come nelle scuole ed è così che anche il Vida ne rimane profondamente influenzato.
Le prime opere del Vida nascono forse proprio a Mantova: il poemetto De Bombice è dedicato a Isabella d’Este, ed è un “trattato” poetico sui bachi da seta (“bigati”). Scacchia è un poemetto sul gioco degli scacchi. Allo stesso periodo risalgono le Bucolica, egloghe di gusto virgiliano. Questi primi lavori saranno perfezionati durante il suo “ritiro” nella villa di San Bassano. All’epoca Vida è già ordinato sacerdote; il vescovo Ascanio Sforza gli assegna le parrocchie di Ticengo, Monticelli Piacentino, Solarolo Monasterolo, Paderno Ponchielli. In seguito Clemente VII lo ordinerà vescovo di Alba ma Vida manterrà sempre il contatto con Cremona dove periodicamente risiederà tutte le volte che la situazione instabile e poco sicura della sua residenza ad Alba gli suggerirà cautela.
A Cremona è punto di riferimento della vita culturale, artistica. La ricostruzione della chiesa di S. Margherita avrà in lui sostegno “da mecenate” (1547); la volle su disegno di Giulio Campi e da lui decorata con affreschi e statue. Di questo patrocinio è testimonianza la lapide sul fianco della chiesa verso via dei Rustici la quale ricorda che l’opera è stata voluta dal Vescovo di Alba «ne qua i patriae splendori i pro fortunis i deesset», «in altre parole, per contribuire con questa opera al decoro della propria città, quasi in risarcimento delle sventure che la colpivano».
Marco Gerolamo Vida morirà nel 1566, da noto ed apprezzato poeta al quale, però, taluni rimproveravano una sorta di “fanatismo” virgiliano, l’uso ritenuto eccessivo di immagini e di locuzioni mitologiche, “pagane”. Chi lo vuole “riscattare” da quell’accusa di “paganesimo”, sottolinea quanto il Vida avesse utilizzato l’immaginario legato al culto di Roma «con fine puramente ornamentale».
Ai cremonesi è certamente caro il suo inno dedicato a S. Omobono, Beate pauperum pater ma con altri versi raggiunse la fama nel mondo culturale dell’epoca. De arte poetica, gli inni sacri Carmina diversi generis e molti Hymni, la Cristiade, poema in sei canti sulla vita di Cristo, scritto su incoraggiamento di papa Leone X, Christiados libri sex, un «capolavoro quella letteratura epica religiosa che fiorì nella varietà della produzione poetica in latino fra il Quattro e il Cinquecento».


Curiosità.

Altre notizie sulla sua vita.

Poeta e umanista nato a Cremona nel 1485 e morto ad Alba nel 1566. Protonotario apostolico e più tardi vescovo di Alba, fu tra i principali rappresentanti della letteratura umanistica in lingua latina secondo i modelli virgiliani in poesia e ciceroniani in prosa. Fu a Roma (1510) alla corte di Leone X, che gli assegnò il priorato di San Silvestro in monte Corno, presso Frascati, tranquillo ritiro in cui egli poté dedicarsi serenamente alla sua opera maggiore, il poema in esametri Christias ("Cristiade"), in sei libri, in cui c’è la sostituzione del meraviglioso pagano con quello cristiano. Sono da ricordare anche due suoi poemetti giovanili, uno dei quali sulla coltura del baco da seta (Bombycum libri duo), che si rifà ai modelli del Pontano; l’altro (Schacchia ludus, in due libri) presenta con garbata invenzione una partita a scacchi fra Apollo e Mercurio, non senza un’intenzione caricaturale, che può far pensare a certe graziose parodie mitologiche del Settecento. Agli scritti latini in versi sono pure da aggiungere tre Egloghe, alcuni inni sacri e un’Ars poetica (tre libri in esametri, del 1525) richiestagli dai suoi concittadini. In prosa egli fu naturalmente ciceroniano: tale si manifesta in tutte le orazioni e nei due libri De dignitate reipublicae, trattato politico in forma di dialogo, che sottolinea i pregi della libertà individuale di cui può ancora godere l’abitante della campagna e che soltanto con la forza i governi possono aver tolto ai cittadini. Nelle Constitutiones sydonales (pubblicate nel 1562) Vida, che dal 1532 era vescovo di Alba, combatte la corruzione del clero, valendosi della sua dottrina teologica e giuridica, delle disposizioni tradizionali migliori e delle nuove prescrizioni tridentine, nonché della propria personale esperienza.

Scacchia Ludus

Uno dei più eleganti poemetti rinascimentali, in esametri di ispirazione virgiliana, è appunto opera del Vescovo cremonese Marco Gerolamo Vida che non più tardi del 1513, scrisse in latino il «Scacchia Ludus», di cui si fecero numerose traduzioni in ogni lingua. Vida descrive una partita a scacchi fra Apollo e Mercurio, che finisce con la vittoria di quest'ultimo. Questi poi, si innamora della Musa Scacchide, ninfa del fiume Serio, che si getta nell'Adda non lontano da Cremona, le dona la scacchiera e le insegna le regole del gioco.
fonte :http://www.scacchisticamilanese.it/

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Poema Christias,
Il Rinascimento e la cultura latina.
La tentata armonia fra lo spirito cristiano e la forma pagana parve raggiunta nella poesia.
Meno felicemente riuscì questa fusione all'altro poeta cristiano, Girolamo Vida (1485-1566) cremonese. Sollecitato dai dotti, che erano a Roma, e particolarmente dal papa, compose il poema Christias, nel quale soverchiamente rigida appare la figura del Cristo e piuttosto ricercata la forma, che perciò raffredda in molti punti la poesia.
fonte:http://www.letteraturaestile.com/


SCUOLA MEDIA STATALE "MARCO GEROLAMO VIDA" - CREMONA
La scuola si trova nel centro storico di Cremona; a capo di un complesso architettonico ed artistico del sec. XI, che comprende la Chiesa di S. Lorenzo, sede del laboratorio dei mosaici, e la Cappella Meli.
L'edificio venne costruito in una zona paludosa e poi bonificata dai Benedettini i quali eressero qui il loro monastero. A fianco di questo istituto i Benedettini costruirono prima del 1000 una chiesa dedicata a San Lorenzo che è probabilmente la più antica di Cremona. Alcuni ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che l'antico convento è stato costruito sopra un'antica necropoli galloromana, utilizzata ancora in epoca paleocristiana, situata nelle vicinanze di della via Postumia, nel primo tratto fuori delle mura della città.
Nell'ottocento Chiesa e Monastero di San Lorenzo furono ridotti a magazzini finché, nel 1884, i gesuiti riscattarono il convento e la chiesa; demolirono il convento e vi fecero costruire l'immenso edificio tuttora esistente, restaurato che dedicarono al vescovo Marco Gerolamo Vida, destinandolo a scuola e a convitto riservato a famiglie nobili ed abbienti.
Nel 1912 fu acquistato dal comune e dall'amministrazione degli orfanotrofi.
Nel 1913 vi furono ospitati gli orfani e le orfanelle e in un secondo tempo varie scuole statali.
Oggi , in Via san Lorenzo , vi ha sede la scuola media statale "M. G. Vida".


Fonte: Scuola Media Statale “ Marco Gerolamo Vida- Cremona-


· materiale raccolto ed ordinato da Gian Carlo Storti
· cremona , marzo 2006
· si ringrazia il Comune di San Bassano per la collaborazione
· Fonte: www.comune.sanbassano.cr.it/storia

 


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